27 agosto, 2009

Honduras: Boicotta la Chiquita




Rispondendo all'Appello del Frente Nacional contra el Golpe de Estado en Honduras (http://contraelgolpedeestadohn.blogspot.com/2009/08/todos-organizar-el-boicot-contra-la.html), che indica di denunciare e boicottare le multinazionali che notoriamente appoggiano il golpe, chiediamo il vostro apoggio per realizzare un BOICOTTAGGIO MONDIALE INDEFINITO contro la compagnia multinazionale CHIQUITA che, dietro le quinte, sta appoggiando i golpisti.
Per maggiori approfondimenti, consigliamo la lettura dei seguenti articoli:
Nicolas Kozloff: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=88860 (in spagnolo)http://www.counterpunch.org/kozloff07172009.html (in inglese), John Perkins http://www.informationclearinghouse.info/article23211.htm (in inglese)

Come aderire all'iniziativa:

1) No comprare banane Chiquita;

2) Diffondere il boicottaggio tra i vostri contatti;

3) Stampareil logo del boicottaggio su adesivi, magliette, poster, volantini, web;

4) Entrare nel portale della sede centrale della Chiquita a Cincinnati, OH (USA) http://www.chiquita.com/CompanyInfo/ContactUs.aspx e postare il seguente messaggio:

NON COMPRO CHIQUITA PERCHE' APPOGGIA IL COLPO di STATO in HONDURAS

Se vi interessa il logo in altre lingue, lo trovate in: www.boicotchiquita.blogspot.com
Comité Internaciónal por el Boicot a Chiquita

Etichette:


22 agosto, 2009

Il colpo di stato in Honduras: modello per un assalto emisferico alla democrazia

Felipe Stuart Cournoyer Socialist Voice 10 agosto 2009
Traduzione di Freebooter

L'autore è un cittadino nicaraguense nato in Canada, che divide il proprio tempo tra due paesi. E' un membro dell'FSLN e direttore aggiunto di Socialist Voice. Desidera esprimere riconoscenza alle fonti analitiche di notizie che informano questo articolo, inclusi Radio Globo (Honduras), Radio La Primerisima (Nicaragua), El19, Pagina 12 (Buenos Aires), La Jornada (Messico, D.F.), Rebelion, il giornalista latinoamericano-australiano Fred Fuentes (Green Left Weekly), Tortilla con Sal (Nicaragua), Via Campesina, Honduran Resists e Rights Action.
frebooter

Il popolo dell'Honduras ha ora subito più di 40 giorni di governo militare. Il colpo di stato dei generali del 28 giugno, crudelmente confezionato sotto una maschera costituzionale, ha rimosso il governo eletto del paese e scatenato un'intensa, mirata ed implacabile repressione.
Le proteste della gente comune hanno confrontato il regime in resistenza e lo hanno superato in appoggio politico all'interno del paese ed internazionalmente. La loro portata e durata sono senza precedenti nella storia dell'Honduras. La resistenza popolare è il fattore principale che agisce sulle forze internazionali che tentano di influenzare il risultato della crisi di governo. Grava pesantemente sulle menti degli autori del golpe e dei loro sostenitori internazionali.
Come ha documentato (1) in modo convincente Eva Golinger, gli Stati Uniti hanno preso parte all'ideazione, alla pianificazione ed alla preparazione del golpe. L'ambasciatore USA a Tegucigalpa, Hugo Llorens, ha coordinato una squadra di ufficiali di alto grado USA ed honduregni, e di creature della vecchia amministrazione Bush, utilizzando la base aerea USA di Soto Cano (Palmerola).
Ma quando l'esercito, con le mitragliatrici che sparavano a ripetizione, ha assalito la casa del presidente Zelaya, lo ha rapito e lo ha scaricato in Costa Rica – ancora in pigiama – la sua azione ha forgiato una unità senza precedenti in America Latina e nei Caraibi contro il regime golpista e fatto infuriare centinaia di migliaia di persone all'interno del paese.

L'unità latinoamericana
Nei primi giorni dopo il colpo di stato, pareva che il mondo intero denunciasse i generali honduregni ed i loro uomini di facciata civili. L'ALBA – l'alleanza bolivariana di nove paesi avviata da Venezuela e Cuba – ha preso l'iniziativa nell'unire i governi latinoamericani attorno ad una posizione comune. La capitale del Nicaragua, Managua, è diventata la capitale temporanea di America Nostra. Molti presidenti latino americani sapevano troppo bene che potevano presto subire il destino di Zelaya.
Cristina Fermandez dell'Argentina ha dedicato il suo intero discorso a questo tema all'assemblea generale dell'OSA, che ha preso una posizione unanime contro i golpisti. Questo è stato seguito rapidamente da una riunione dell'assemblea generale dell'ONU, convocata dal suo presidente padre Miguel d’Escoto (un leader sandinista nicaraguense veterano), che ha pure approvato una risoluzione unanime che respinge il golpe e riconosce Zelaya come legittimo presidente dell'Honduras.
Fronteggiato da questa realtà, il governo USA si è affrettato a ritrarsi come un oppositore chiave della presa di controllo dei militari ed un sostenitore del ritorno del presidente Zelaya. Era politicamente urgente per il regime Obama, non soltanto in America Latina ma all'interno, negare il coinvolgimento nel golpe.
Vi sono state molte congetture che Obama dissenta con l'ingannevole politica del suo governo sul golpe e naturalmente questo non può escludersi. Ma ciò che conta per il popolo dell'Honduras e dei suoi sostenitori non sono le possibili opinioni private di Obama ma le azioni del suo governo. Il suo passo ha tradito i suoi pronunciamenti.
Gli USA non hanno agito per togliere il terreno sotto i piedi al regime golpista. Potrebbero rovesciare il colpo di stato con una telefonata di cinque minuti che includesse poche cifre in dollari alla fine. Le sue parole, come il tempo ha dimostrato, erano principalmente di inganno e manipolazione delle diverse forze che agiscono nella crisi honduregna.

I principali obiettivi del colpo di stato
Washington ha organizzato il colpo di stato per promuovere numerosi obiettivi strettamente collegati:
Inferire un colpo all'alleanza ALBA, rimuovendo il suo presunto "anello debole" – l'Honduras ed il suo governo membro guidato da Zelaya.
Preparare un assalto al Venezuela rivoluzionario, introdotto dall'annuncio di nuove basi militari USA che convertiranno la Colombia in una gigantesca portaerei e piattaforma per organizzare operazioni ostili contro paesi dell'ALBA, con anche Ecuador e Bolivia in cima alla lista.
"Riprendere" l'Honduras ed usarlo di nuovo come una piattaforma per eliminare presidenze di sinistra e movimenti di massa in Guatemala, El Salvador e Nicaragua e per demoralizzare e scoraggiare l'appoggio della gente comune per quei regimi disobbedienti o ribelli.
Esaminare le acque turbolente dell'America Latina per il risorgere dei golpe in America Latina e nei Caraibi ed utilizzarla come laboratorio per colpi di stato nelle condizioni del 21° secolo. Questo comprende tentare di reispirare e riorganizzare sostenitori politici e militari di destra da una parte all'altra dell'emisfero. Ha anche provato dove starebbe la potente Chiesa Cattolica. (Una Bibbia gratuita, se indovinate giusto!)
Sondare il "ventre molle" del Sud America – principalmente Brasile e Cile – per vedere se siano disponibili ad un accordo o almeno possano essere corrotti al silenzio. L'obiettivo è di spingere un cuneo tra l'Alleanza ALBA ed i cosiddetti regimi di centrosinistra (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Cile).
Da allora, molta acqua è passata sotto il Rio Coco (tra Honduras e Nicaragua).
Il regime golpista ha minacciato di diventare un grave peso attorno al collo di Washington ed ostacola la sua rinnovata spinta a trovare influenza e punti d'appoggio, specialmente in Sud America. Quindi i tentativi di Washington di plausibile diniego e la mancanza di scrupoli sul lasciare i golpisti a deperire se necessario.
L'unità dell'America Latina viene ora dolorosamente messa alla prova dalla decisione provocatoria di localizzare basi aeree e navali USA in Colombia. Mentre entrambe Brasile e Cile si sono piegati con riluttanza con l'argomento che la questione è una decisione "sovrana" della Colombia, altre, come Bolivia, Nicaragua, Ecuador, Uruguay, Venezuela e Cuba, hanno denunciato la mossa.

Una resistenza efficace
Nel frattempo, la resistenza honduregna ha avuto un impatto immenso sulla popolazione, sul regime, sull'economia nazionale e regionale e sull'opinione pubblica internazionale. Questo risultato atterrisce la classe dominante locale e Washington.
L'economia honduregna è a brandelli. L'attività di import-export è giù di uno stimato 20%. Zelaya ha riferito in una conferenza stampa a Città del Messico che erano state erette più di 200 barricate stradali, la maggior parte delle quali represse pesantemente dall'esercito nel tentativo di continuare a trasferire i prodotti. Dal golpe le scuole pubbliche non hanno funzionato a causa di scioperi degli insegnanti e di boicottaggi degli studenti. I lavoratori della sanità hanno mantenuto un lungo sciopero e molti altri centri di lavoro sono stati colpiti da scioperi e rallentamenti più brevi.
Il governo di fatto non è stato in grado di pagare gli stipendi dei dipendenti ed i profitti delle dieci famiglie dominanti cominciano a decrescere. ADIDAS, NIKE e GAP – ammiraglie del settore dell'assemblaggio – hanno esortato il governo USA ad accelerare il ritorno di Zelaya poiché i loro prodotti non vengono esportati e stanno perdendo milioni. La crisi colpisce anche le imprese di import-export di Nicaragua e El Salvador che dipendono dal porto del nord dell'Honduras di Cortés per il commercio con gli USA orientali e meridionali e con l'Europa.
Tuttavia, nonostante la ferma resistenza e le sorprese sul fronte internazionale, il "governo" del presidente di fatto Roberto Micheletti non è crollato. La sua arma principale, a parte i sermoni della Chiesa Cattolica ed il pratico controllo del monopolio dei media, è stata quella degli assassini mirati e degli arresti di dimostranti disarmati, che nelle loro azioni non portano nulla eccetto che convinzione, coraggio e segnali di picchetto. Le sparizioni e la tortura vengono eseguite selettivamente, il diritto al libero movimento è permanentemente violato ed il coprifuoco viene spesso allungato.
Il regime ora si è mosso a chiudere Globo Radio, l'unica stazione che ha osato opporsi al golpe, sostenere Zelaya come legittimo presidente del paese e dare una voce alla resistenza. Al 6 agosto è ancora sull'etere, circondata da centinaia di sostenitori come guardie di difesa. Se il regime rimane saldo, probabilmente sarà chiusa anche TV Cholusat Sur (Canali 36/34) che opera strettamente con Globo.

Il piano Arias
Il piano del presidente del Costarica Oscar Arias per porre fine al golpe e restituire "stabilità" all'Honduras dovrebbe essere chiamato il "Piano Obama-Clinton-Lula". Santiago O’Donnell, giornalista dipendente dell'argentino Pagina 12, il 26 luglio ha scritto che il Piano Arias è stato rintracciato ad un incontro a Mosca tra Lula ed Obama. Secondo O’Donnell, "Lula voleva che Zelaya ritornasse ed Obama voleva che non restasse al potere. Così arrivarono ad un accordo: Zelaya sarebbe ritornato ma non sarebbe rimasto al potere". L'intenzione evidente ma non dichiarata del piano era di impedire a Zelaya di esercitare qualsiasi vero potere e di bloccare qualsiasi possibile ritorno alla carica in futuro. E, soprattutto, indebolire il movimento di resistenza di massa. I due presidenti si incontrarono di nuovo al vertice del G-8 in Italia.
Il segretario di stato USA Hillary Clinton ha scelto Arias, le cui abilità nel servire l'imperialismo gli hanno fatto vincere un premio Nobel per la pace, per ospitare i colloqui tra il governo Zelaya (in esilio) ed i leader del colpo di stato. Ha "mediato" a San José tra rappresentanti di "entrambe le parti". Con l'OSA spinta fuori dal quadro, i colloqui si sono spostati via dalla richiesta dell'immediato ed incondizionato ritorno di Zelaya ad una struttura di ritorno condizionato e ritardato (e quindi il ritiro condizionato e ritardato del regime di fatto).
I colloqui sono iniziati come un mezzo per ritardare il ritorno di Zelaya e di guadagnare tempo per il regime golpista, nella speranza che possa stabilizzare il suo dominio all'interno del pase. Zelaya ha accettato il Piano come base per la discussione. Ma i colloqui si sono presto rotti perché il regime golpista ha respinto categoricamente il ritorno di Zelaya. Un secondo tentativo di Arias è fallito per la stessa ragione.
Allora Zelaya si è allontanato dall'attività di Arias e ha cominciato nuovamente a riconcentrarsi sul costruire la resistenza e sul risultato diplomatico. Il suo governo in esilio opera principalmente sul confine Honduras-Nicaragua (Ocotal) ed all'ambasciata honduregna a Managua.

L'impatto della resistenza
L'opposizione di massa è ricominciata, ispirata dai tentativi di ritorno di Zelaya attraverso la frontiera nicaraguense e dall'efficace opera svolta da sua moglie (Xiamara Castro de Zelaya) all'interno del paese. Ciò ha avuto il suo effetto. Obama ha dichiarato più apertamente che il regime golpista doveva accettare il ritorno di Zelaya attraverso la via San José-Arias. Il Brasile ed il Messico hanno appoggiato questa posizione, come ha fatto il segretario generale dell'OSA Insulza.
Il regime golpista continua a respingere questa linea. In seguito alla dichiarazione di Obama, Jose Miguel Insulza, Oscar Arias ed il vicepresidente spagnolo Maria Teresa Fernandez de la Vega hanno proposto di inviare in Honduras una delegazione di livello ministeriale dell'OSA per cercare di convincere il regime militare ad accettare il ritorno di Zelaya e forse per tentare di estrarre più denti da Zelaya. Il leader golpista Micheletti ha dichiarato che avrebbe accettato una simile delegazione soltanto se non era incluso nessun ministro dei paesi dell'ALBA. La missione, che arriverà l'11 agosto, è formata dai ministri degli esteri di Argentina, Messico, Canada, Costa Rica, Giamaica e Repubblica Dominicana, accompagnati da José Miguel Insulza dell'OSA.
Nel frattempo, Zelaya ha acconsentito a maggiori concessioni. Ha accettato il principio di un governo di unità nazionale, il cui compito principale sarebbe di stabilizzare il paese, mettere nuovamente in moto l'economia, ripristinare i servizi come istruzione e sanità ed organizzare le elezioni nazionali di novembre.
In sostanza, il gruppo di Zelaya sente di non avere nessuna scelta che accettare un accordo che lo lascerà indebolito e con le mani legate, in un governo che comprende i personaggi principali del golpe. Gli autori del Piano Arias sperano che questo lasci la classe dominante e l'esercito con un'influenza significativa per sconfiggere politicamente il movimento di massa e la corrente di Zelaya nelle prossime elezioni. Questo non è certo.
Ad una conferenza stampa durante la sua visita di stato questa settimana, Zelaya ha inviato un messaggio a Washington e ad altri governi dell'emisfero – o il golpismo da parte dell'estrema destra sarà contenuto o rinascerà il movimento guerrigliero di sinistra in America Latina. Ha nuovamente asserito il diritto del popolo all'insurrezione sotto condizioni di dittatura militare.

Alla società a livello locale
Chiunque lasci fuori dai suoi calcoli il movimento di massa può venir fuori svantaggiato. Il movimento di resistenza è emerso come una nuova forza, molto più sofisticata e potente di prima del 28 giugno. Gli attivisti hanno superato una scuola particolarmente intensa e brutale di lotta di classe. La crescente unità tra i popoli meticcio, indigeno ed afro-honduregno augura bene. I loro legami internazionali sono più vari e forti di prima.
La stessa corrente di Zelaya non è la stessa di prima del golpe. Vi sono tutte le possibilità che il periodo di interim, con o senza il ritorno di Zelaya, possa essere utilizzato per maturare e consolidare questo movimento e per costruire la sua capacità di affrontare la classe dominante nel processo elettorale e nella battaglia in corso per i cuori e le menti della grande maggioranza del paese.
La prossima Giornata d'azione è l'11 agosto, quando marce da tutto l'Honduras convergeranno sul centro industriale di San Pedro Sula e sulla capitale Tegucigalpa. Il Fronte di Resistenza Nazionale dell'Honduras si è appellato a proteste di solidarietà simultanee in tutto il mondo quel giorno.
Il risultato dipende, soprattutto, dalla capacità della gente comune di restare in guardia ed attiva nella lotta politica. La sua attività probabilmente si distenderà sotto la doppia bandiera di una campagna elettorale e di costruire il sostegno per convocare una Assemblea Costituente.
I combattenti antimperialisti dovrebbero concentrarsi sul difendere il movimento di massa ed i suoi leader in Honduras e l'obiettivo dell'unità continentale di America Nostra contro il dominio imperiale.
Il colpo di stato in Honduras del 28 giugno è stato una prova generale, una prova per gli istigatori del golpe e per tutta l'America Latina. Soprattutto, il golpe è una scuola per la società a livello locale honduregna. Non importa quali pieghe e svolte a breve termine possano prendere le forze contendenti. Gli honduregni non saranno mai più gli stessi.

Etichette:


16 agosto, 2009

HONDURAS: repressione

Il 12 agosto la polizia golpista ha aggredito brutalmente i manifestanti del popolo-popolo che da quasi 50 giorni sta lottando contro il colpo di stato con azioni quotidiane e PACIFICHE.


Etichette:


09 agosto, 2009

VENGAN A HONDURAS


come saprete qui si stanno vivendo momenti terribili, peró allo stesso tempo una resistenza determinata, multitudinaria e pacifica contro un colpo di stato che i mezzi di comunicazione internazionali non credono faccia notizia.
La situazione é davvero grave, la repressione ha raggiunto una fase brutale a tal punto che la polizia e i militari colpiscono chiunque gli passi davanti, manifestanti o no, e colpiscono duro!!! A piú di un mese di resistenza ci sono giá morti, feriti, desaparecidos, ecc. La persecuzione sistematica ha comunque avuto un effetto che sta confondendo gli stessi golpisti, sempre piu settori della popolazione si stanno aggiungendo al Frente Nacional de Resistencia contra el golpe de estado e le manifestazioni si stanno ingrandendo su tutto il territorio nazionale con un grido a una sola voce NOS TIENEN MIEDO PORQUE NO TENEMOS MIEDO!!!

Sono giá arrivate delegazioni internazionali dei diritti umani e ne arriveranno altre a giorni, inclusa la Corte Interamericana de Derechos Humanos ma alcuni/e qui stanno pensando a qualcosa di diverso, di meno ufficiale e burocratico, di piú popolare, per questo stanno lanciando un appello ad artisti che possano venire per accompagnare, anche se brevemente, il movimento in resistenza.

Qui sotto copio la lettera/invito che non abbiamo tradotto perché é bella cosí com'é e perderebbe tutta la sua essenza, spero possiate aiutarci a diffonderla.

Ringraziamo giá da adesso per la solidarietá e l’appoggio a questo degno popolo dell’Honduras.



Honduras, en el año 2009, el de continuidad de la Resistencia

Amigas y amigos, hermanas y hermanos, compañeras y compañeros todas
Es cierto que una parte de la humanidad ha estado diseñando desde hace cientos de años, como dejarnos sin mundo al resto, como hacer para que nos gane el desamor, la desesperanza y la tristeza. Es cierto que a veces lo logran y por eso están llenas las calles de tristes, los hospitales de enfermos, las cárceles de pobres, las casas de mujeres rotas.
Pero es cierto también que hay quienes insistimos en poner la belleza junto a la justicia, el bien común sobre los deseos exclusivos de esos que nos pretenden negar, y en ese lado somos muchos y muchas, ahí hay de todos los oficios, de todas las formas, los tamaños, los colores y pensamientos. Ahí en medio de esos hay muchos que cantan, que escriben, que pintan, que dicen de modos distintos los suspiros, los deseos, las rabias de tanta gente. Eso son ustedes, hermanas y hermanos artistas. Esos que tienen la gracia de poner en ritmos los pulsos, de decir en poco lo mucho, de mezclar la emoción con el color y la imagen.
Cientos de aquí de esta tierra y de otras, han estado con la resistencia de este pueblo a perder la búsqueda de la belleza por tener ahora que enfrentar a la barbarie. Este necio pueblo que a casi cuarenta días y sus noches se niega a olvidar y a amnistiar el crimen y la mentira. Nos han enviado fotos, canciones, poemas, músicas, ideas, propuestas.
El golpe sigue debilitándose y mientras tanto llevándose sangre entre los nudillos, sangre y dolor, huérfanos, impunidad, amarguras y tristezas. Cada día hay que darnos ánimos y continuar en la tarea que hemos escogido, hasta no ver lejos de nuestras calles y plazas el color de los golpistas armados defendiendo a los dueños de la patria del dinero, sus sonrisas mentirosas en los medios que mienten como oficio. Eso hacemos, todos los días. Ustedes han estado con nosotros y con nosotras, pero necesitamos más. Es importante, para los que no han llegado y son de otras tierras hermosas como esta, que vengan con sus cantos, sus pinceles, sus cuerpos y palabras a esta tierra. Somos pobres en cosas como lo verán. No tenemos mucho que ofrecer tortillas, frijoles, buen queso, ron y muchas historias. Tal vez abrazos, diálogos de guitarras, de poesías, de arte de acá, de indignación. Podemos ofrecerles mucho, estar compartiendo la lucha de este pueblo, que hoy es muchos pueblos.
Se dice que los artistas no vienen porque no tenemos dinero para que vengan, pero si han venido otros y otras que tienen menos oficio en la sensibilidad, imaginamos que podrán hacerlo como puedan y los que puedan. Hemos intentado algunas acciones pero hay quienes tienen hartas ocupaciones y compromisos ya contraídos, entendemos, pero les llamamos a repensar sus agendas, sus necesidades y sus compromisos con lo que hoy anda caminando por el centro de América y mas allá. Vengan compañeras y compañeros, hermanas y hermanos, amigos y amigas. Vengan con sus ruidos, con sus susurros, con sus letras, con sus gestos y caminen con nosotros y nosotras estas veredas que cada día hay que caminar de nuevos modos. Aquí les esperamos.

La resistencia desde Honduras

Etichette:


06 agosto, 2009

11 Agosto 2009: Giornata di azione Globale per l'Honduras



Alle sorelle e fratelli di Via Campesina in tutto il mondo,
Alle sorelle e fratelli di tutti i movimenti sociali,
A tutti i popoli del mondo:

A più di un mese dal golpe militare in Honduras e a 38 giorni di instancabile lotta di migliaia di contadini, donne, indigeni, maestri, studenti, sindacalisti, professionisti e gente comune delle città e dei campi per sconfiggerlo e restaurare la democrazia e la dignità, la repressione golpista non ha scalfito lo spirito di lotta dell'eroico popolo honduregno.

Questa lotta è entrata ora in una fase cruciale per cui il movimento contadino honduregno e il Fronte Nazionale di Resistenza Contro il Colpo di Stato, hanno chiamato i movimenti sociali, sindacali e democratici, ad una Manifestazione Nazionale che inizierà il 5 Agosto e si concluderà l'11 agosto a Tegicigalpa e San Pedro Sula.

A sostegno di questa Manifestazione Nazionale e dei nostri fratelli e sorelle contadini e di tutto il popolo honduregno, Via Campesina convoca una Giornata di Azione Globale per l'Honduras, l'11 Agosto di questo anno, per dimostrare la solidarietà più ampia possibile, realizzando mobilitazioni, atti politici e culturali, azione di pressione e qualsiasi altra attività possibile che aiuti l'avanzata della lotta popolare e la sconfitta del golpe militare.

Sollecitiamo che ci giungano nel minor tempo possibile le informazioni sulle iniziative che verranno realizzate nel Giorno di Azione Gobale per l'Honduras.

GLOBALIZZIAMO LA LOTTA, GLOBALIZZIAMO LA SPERANZA!

Henry Saragih, coordinatore generale di Vía Campesina
Per scrivere a Vía Campesina Honduras:
Wendy Cruz: wendycruzsanchez@yahoo.ca
Mabel Marquez: mabelmarquez07@gmail.com

Traduzione a cura di www.cantiere.org

Etichette:


04 agosto, 2009

Studio Aperto appoggia il colpo di Stato in Honduras

http://www.verosudamerica.com/2009/07/studio-aperto-appoggia-il-colpo-di.html


questo video é di circa un mese fa, che rabbia!

Etichette:


DIAMO VISIBILITÀ ALL’HONDURAS PER EVITARE CARNEFICINE!

DIAMO VISIBILITÀ ALL’HONDURAS PER EVITARE CARNEFICINE!

La situazione in Honduras sta precipitando. Gli squadroni della morte sono in azione. “Siamo in una situazione peggiore di quella vissuta negli anni ‘80, quando i militari, che fanno parte del Governo golpista, fecero sparire un grande numero di honduregni”, ha detto Hugo Maldonado, presidente del Comitato dei diritti umani a san Pedro Sula, denunciando che, attorno alla sua casa e a quella di altri dirigenti, girano pericolosi individui armati. Stessa denuncia da parte di P.T., una cooperante europea che teme nel rivelare il suo nome, e che era presente alla grande manifestazione in attesa del Presidente legittimo Manuel Zelaya. L’aereo con Mel Zelaya e con il presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, non ha potuto atterrare perché i golpisti hanno messo camion militari sulla pista e per la minaccia di essere abbattuto. Dopo aver sorvolato l’aeroporto, ha dovuto dirigersi fuori da! l Paese.

P.T., che è in clandestinità e cambia casa ogni due giorni per motivi di sicurezza, ha visto ammazzare sotto i suoi occhi il diciannovenne che manifestava con altri in un corteo allegro e pacifico. Ieri sera, attraverso la rete giungevano richieste di aiuto internazionale, come quella di Juan Ramon, che era all’aeroporto e invocava l’invio delle Forze Onu. Anche Rigoberta Menchù, Nobel per la pace, è seriamente preoccupata soprattutto per chi si occupa di diritti umani che sta raccogliendo testimonianze sulle illegalità, le minacce, le intimidazioni e le vessazioni perpetrate dai golpisti. Questi volontari “sono i più indifesi, perché non hanno un luogo dove proteggersi, neppure in Chiesa”, ha dichiarato. E’ più che mai necessaria un’attenzione politica e mediatica internazionale per evitare che l’Honduras diventi quel Cile o quell’Argentina che o! ggi ricordiamo con orrore.

Tutte le forze progressiste dell’America Latina hanno denunciano il colpo di stato come un atto della destra reazionaria, che mira alla soppressione della libertà del popolo honduregno di potersi esprimere nelle urne elettorali per l´approvazione di una nuova Costituzione e di continuare con l´esperienza democratica iniziata con l´elezione del Presidente Zelaya.

Di fronte al vergognoso comportamento delle televisioni pubbliche che in questi giorni hanno tessuto le lodi del neodittatore Micheletti, invitiamo radio, tivù, giornali e siti internet a dare la massima visibilità a quanto accade in Honduras a causa del comportamento criminale dell’esercito golpista.

Invitiamo tutte le personalità e le forze democratiche ad aderire e diffondere il presente appello.

Per adesioni: appellohonduras { chiocciolina } libero(.)it

Primi firmatari

Michele Giorgio, giornalista de Il Manifesto

Dino Greco, direttore di Liberazione

Manuela Palermi, direttora de La Rinascita, già parlamentare

Paolo Serventi Longhi, direttore di Rassegna Sindacale

Bianca Bracci Torsi, giornalista, responsabile Dipartimento Antifascismo PRC

Massimo Bianchi, giornalista, Milano

Sergio Cararo, direttore di Contropiano

Verena Buercher, giornalista, Svizzera

Fortunata Dell’Orzo, direttrice di Barilive.it

Manlio Dinucci, giornalista

Ada Donno, giornalista, presidente AWMR (Donne della Regione Mediterranea)

Fosco Giannini, direttore de l’Ernesto, già Parlamentare

Angela Lano, direttora dell’agenzia stampa Infopal.it

Rita Martufi, direttrice di redazione di Proteo, Cestes

Gioia Minuti, capo del Dipartimento di Italiano di Granma Internazionale, giornalista accreditata in Cuba

Maurizio Musolino, scrittore, giornalista de La Rinascita della Sinistra

Alfio Nicotra, giornalista, responsabile Dipartimento Pace e movimenti Prc

Grazia Paoletti, giornalista pubblicista, economista, docente universitaria, SPI CGIL

Alessandra Riccio, condirettore di Latinoamerica

Liderno Salvador, giornalista

Marco Santopadre, direttore di Radio Città Aperta

Bruno Steri, direttore di Essere Comunisti

Luciano Vasapollo, direttore di Nuestra America, docente Università “La Sapienza”

Jacopo Venier, direttore di Pdci Tv, segreteria nazionale PdCI, già Parlamentare

Marilisa Verti, direttora di El Moncada

Giuseppe Zambon, editore

Giorgio Salamanna, partigiano, presidente dell’ANPI di Bari

Maurizio Nocera, scrittore, presidente ANPI di Lecce

Dario Venegoni, giornalista, presidente dell’ANED (Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti) di Milano

Marco Albeltaro, storico, Torino

Andrea Albertazzi, impiegato

Fabio Amato, responsabile Dipartimento Esteri Prc

Ennio Antonini, presidenza Centro Gramsci

Giuseppe Aragno, storico

Marco Barone, legale Cobas Bologna

Enzo Bianchi, giornalista

Laura Bottai, Comitato centrale PdCI

Alberto Burgio, docente di Storia della Filosofia Università di Bologna, già Parlamentare

Pietro Calabrese, pittore, architetto

Gennaro Carotenuto, storico

Giuseppe Casarrubea, storico

Fulvio Castellani, operaio tessile pratese

Ercole Catenacci, segreterio Circolo di Milano dell’Associazione Italia-Cuba

Andrea Catone, Associazione “Most za Beograd” – Un ponte per Belgrado in terra di Bari

Maurizio Cerboneschi, Ass.ne “la Villetta per Cuba” di Piombino (Alta Maremma Toscana)

Carlo Alberto Ciaralli

Giacinto Cimino, Bologna

Stefania Cioschi

Alberto Codevilla

Stella Bernabò

Spartaco Codevilla

Roberta Codevilla

Silvia Conca, studentessa

Angelo Coronato, consigliere Comunale di Asti, Gruppo PD

Marco Dal Toso, avvocato, Giuristi Democratici Milano

Vittorio Delfino Pesce, antropologo, docente dell’Università di Bari

Paolo Denini,operaio comunista

Massimo De Santi, presidente Comitato Internazionale Educazione per la Pace

Salvatore Efficie, direttivo naz. FISAC CGIL

Ernani Favale, Dottorando di Ricerca

Stefano Fedeli, responsabile America Latina e Cooperazione del PdCI

Milena Fiore, Cgil Bari

Silvia Fissi, Sesto Fiorentino

Lorena Foresti

Ernesto Ferrario, assessore al Comune di Corsico

Paolo Firman

Veniero Gaggio, anticonsumista residente in El Salvador

Haidi Gaggio Giuliani, Partito della Rifondazione comunista

Mario Geymonat, latinista, docente dell’Università Ca’ Foscari Venezia

Mauro Gemma, responsabile Comm. internazionale Federazione Torino del PRC

Mario Gabrielli Cossellu, segretario Circolo PRC/SE, Enrico Berlinguer, di Bruxelles,Belgio

Andrea Genovali, vice responsabile esteri PdCI

Angelo Gerosa, consigliere comunale di Sinistra e libertà a Sesto San Giovanni

Vladimiro Giacchè, economista

Ezio Grosso, consigliere della Circoscrizione di Torino

Alexander Höbel, storico

Diana Höbel, attrice

Guido Liguori, International Gramsci Society Italia

Domenico Losurdo, filosofo e docente dell’Università di Urbino

Stefano Magagnali, storico, docente di Università di Parma

Francesco Maringiò, Responsabile Dipartimento Solidarietà Internazionale Prc

Sergio Marinoni, presidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

Emanuele Masellis, operaio Stezzano (BG), iscritto alla FGCI di Bergamo

Lorenzo Massimiliano, appena diplomato, PdCI

Enrico Maria Massucci, storico

Omar Minniti, consigliere provinciale Prc Reggio Calabria

Nicoletta Morabito

Andrea Musacci, studente universitario, PRC di Ferrara

Sergio Nessi, coordinatore regionale della Lombardia di Associazione Italia – Cuba
Simone Oggionni, direzione nazionale Prc, direttore www.esserecomunisti.it

Giovanna Pagani, presidente onoraria Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertà, Sezione italiana

Gianfranco Pallata, docente di Lecce

Paola Pellegrino, Ufficio politico PdCI

Alessandro Perrone, consigliere provinciale di Gorizia

Nico Perrone, storico, docente Università di Bari

Chiara M. Polcaro ricercatrice CNR, Riano

Vito Francesco Polcaro, INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica)

Nikolai Poutintsev, Comunisti Italiani, Sale (AL)

Rosario Ragusa, Sùsegreteria Provinciale PRC-SE, Federazione di Asti

Gabriele Rèpaci, studente di Milano

Volterrani Riccardo, PDCI Cascina (Pisa)

Emilio Rigotti, insegnante

Sara Rocutto

Atonia Sani, presidente della Wipf Italia (Lega Internazionale di donne per la Pace e la Libertà)

Loredana Savino, cantante

Augusto Scaglioso, coordinatore provinciale della FGCI di Firenze

Daniele Scanferla, impiegato

Nadia Schavecher, Milano

Marco Antonio Sechi, tecnico programmatore

Fausto Sorini, redazione de L’Ernesto

Gregorio Sorgonà, storico

Sergio Sozzi, architetto, Firenze

Alessandro Squizzato, coordinatore regionale FGCI Veneto

Lino Sturiale, Segreteria Provinciale Partito dei Comunisti Italiani – Torino

Marco Tangocci, studente e militante PdCI

Ornella Terracini, Torino
David Troncarelli, studente, militante comunista, Roma

Edoardo Trucchi, docente di Filosofia

Claudia Valentino, consigliere Circoscrizione 1 Torino

Francesco Valentini, medico

Roberto Vassallo, Rsu FIOM Almaviva Finance di Milano

Donatella Zaccaria, artista

Andrea Zirotti, docente precario, consigliere comunale a Medicina (BO), gruppo PRC-PdCI

Associazione Punto Critico

Circolo PRC di Bussero (Mi) "RifoBussero"

Federazione Giovanile Comunisti Italiani di Firenze

Circolo del Prc di Carugate

Federazione PdCI di Savona

Federazione Empolese-Valdelsa del P.d.C.I

Etichette:


a Milano



Oggi pomeriggio (1° agosto) a Milano in p.zza Cavour si è tenuto un presidio di protesta contro il golpe in Honduras-
ciao angela

HASTA LA VICTORIA

QUERIDOS COMPAÑEROS Y COMPAÑERAS

HEMOS CONCLUIDO UNA JORNADA DE LUCHA EN LA CALLE CON
MUCHO EXITO Y LAGREIA.

LES AGRADEZCO A TODOS Y TODAS POR EL ESFURZO DE
PARICIPAR MUY DINAMICOS BAJO ESTE SOLO DE VERADO.

EN NUESTRAS MENTES VIBRAN LAS CHISPEANTES IDEAS DE
SEGUIR RESISTIENDO Y EN LA PRACTICA, ESTAMOS DEMOSTRANDO QUE
PASAMOS DE LA TEORIA A LA ACCION.

SABEMOS QUE ESTA LUCHA LA ESTAMOS LIBRANDO EN TODO EL
MUNDO, LA LUCHA ES INTERNACIONALISTA, NO NOS RENDIREMOS
NUNCA.

HONDURAS, AGAUNTA, RESISTE, LOS GORIRAS SON FUERTES Y
ARMADOS, PERO NUESTRA VOLUNTAN ES MAS GRANDES E INVENCIBLE.

HAY COSAS QUE NUNCA SE PUEDEN NEGOCIAR, LA DIGNIDAD
POR EJEMPLO, Y EN ESTE CASO LA NOS ASISTE LA RAZON, LA
CONSTITUCION Y LA CORELACION DE FUERZAS POLITICAS Y LA
PARTICIPACIN NUMERICA A NIVEL NACIONAL E INTERNACIONAL NOS
DA LA CLARA IDEA QUE LA VICTORIA ES NUESTRA.

HA QUE SEGUIR ADELANTE, NUNCA DETENERNOS, NUNCA PERDER
ESA CONVICCION DE LUCHA REVOLUCIONARIA, ESE AMOR POR LA VIDA
, POR QUE DONDE HAYA INJUSTICIAS, AHI HABRA REVOLUCION.

" LA REVOLUCION NO SE LLEVA EN LA BOCA PARA VIVIR DE
ELLA, LA REVOLUCION SE LLEVA EN LA SANGRE PARA MORIR POR
ELLA "CHE GUEVARA


LA SANGRE DE LOS CAIDOS NO SE NEGOCIA

" LOS CAIDOS EN HONDURAS VIVEN, A LUCHA SIGUE SIGUE"

ALERTA, ALERTA, ALERTA QUE CAMINA LA ESPADA DE BOLIVAR
POR AMERICA LATINA.

QUE TIEMBLEN LOS CAPITALISTA Y LOS MILITARES, POR QUE
EL PUEBLO SE ESTA ORGANIZANDO COMO CLASE DIRIGENTE EN ESTA
LUCHA DE IDEAS.

GRACIAS LA PARTICIPACION DE LA ASOCIACION TODAS LAS
SANGRES, ASOCIACION PARAKAMBO, COMITE EUROPEO DE SOLIDARIDAD
, CENTRO SOCIAL EL CANTIERE, ASOCIACION ITALIA-NICARAGUA,
AMNISTIA INTERNACIONAL Y GRACIAS A LAS Y LOS COMPAS DE
COMITE CHE GUEVARA POR SU PARTICIPACION.

GRACIAS A TODOS LOS GRUPOS Y MEDIOS DE COMUNICACION
INTERNCIONAL QUE NOS HAN APOYADO.

GRACIAS A LINDOLFO CARBALLO DE LA RADIO DE
MASSACHUSETH ( USA ), RENE RAMIRES DEL MOVIMEINTO SOCIAL DE
EL SALVADOR ( rener.tk ) Y A TODOS LOS SITIOS AMIGOS Y HASTA
DONDE LLEGUE NUESTRA VOZ.

SIGAMOS ADELANTE

UN FUERTE ABRAZO

LUIS ALEGRIA
( COMITE CHE GUEVARA )

MILAN, ITALIA, 1 AGOSTO 2009
GRACIA

Etichette: ,


in Italia per l' Honduras...

Spett.le
Ambasciata dell’HONDURAS
alla c.a dell’Ambasciatore
Roberto Ochoa Madrid

Tel. +39-06-3207236
Fax +39-06-3207973
Email: embhon@fastwebnet.it

Noi cittadini, esponenti della società civile e politica italiana, giornalisti e uomini di cultura, difensori dei diritti umani, viste le gravi notizie che giungono dall’Honduras di un colpo di stato in atto in queste ore, condannato anche dall’Unione Europea, abbiamo sentito la necessità di costituirci autonomamente e spontaneamente in un Comitato provvisorio di solidarietà al presidente legittimo dell’Honduras Manuel Zelaya.

Condanniamo pertanto fermamente quanto sta avvenendo a Tegucigalpa ed esprimiamo grande preoccupazione per la situazione dei diritti umani, civili e politici del popolo hondureño, dal momento che circolano voci di militari armati per le vie della città e della presenza di francotiratori e chiediamo inoltre l’immediato ritorno di Manuel Zelaya alla presidenza del paese e il ripristino dell’ordine costituzionale.


Annalisa Melandri – www.annalisamelandri.it
portavoce

Etichette: ,


Honduras: Nike e Adidas auspicano "ritorno alla democrazia"

Tito Pulsinelli www.selvasorg.blogspot.com
Le multinazionali NIKE, Gap e Adidas hanno scritto una lettera alla ministro degli esteri degli Stati Uniti, dove specificano a Bhillary Clinton che si "schierano per la democrazia". Copia della significativa missiva è pervenuta anche alla Organizzazione degli Stati Americani e al responsabile del Diapartimento di Stato per gli affari continentali.

A trenta giorni del golpe ordito contro le legittime autorità, la situazione non si è affatto normalizzata: è scomparsa la governabilità. Nonostante l'uso disinvolto e continuato del coprifuoco, la chiusura a singhiozzo delle radio e dei canali televisivi sgraditi alla cupula golpista, e il sempre più frequente ricorso all'omicidio politico.

L'ordine non regna in Honduras, e gli attuali inquilini che occupano la Casa Presidenziale esercitano un'autorità a scartamento ridotto, che non sfiora i settori sociali subalterni e non copre tutto il territorio nazionale. I provvisori inquilini danno l'impressione che si reggono solo sulla forza delle baionette e del coprifuoco, sfidato a viso aperto da un'opposizione che non demorde.

Il conflitto tra i due blocchi sociali ha raggiunto un livello che marca l'impossibilità di un ritorno allo status quo storico: le elites stanno mostrando che fanno fatica a imporre la legge-di-pietra che ha incatenato l'Honduras alla dimensione di "repubblica bananera". Lo scontro si sta trasferendo sul terreno degli interessi economici, e i partigiani di Zelaya e della rifondazione del Paese, già annunciano un altro sciopero generale nei prossimi giorni. Continuano a Bbloccare la rete stradale, l'accesso ai porti, alle frontiere e ai grandi ed ultramoderni centri commerciali di Tegucigalpa.

Il comunicato della Nike, Gap e Adidas è un segnale di preoccupazione degli imprenditori stranieri di fronte alla dilagante paralisi, ad una situazione che è fuori dal controllo dei golpisti e che non si potrà risolvere con la forza delle armi. E nemmeno con le manovre dilatorie e ambigue di Bhillary Clinton e del suo collaudato ventriloquo del Costa Rica.
Affiora una contraddizione tra i grandi imprenditori stranieri che esportano al mercato internazionale e l'oligarchia oscurantista.

Uno dei più illustri esponenti di questa dinastia -J.Cahanhuati- a nome della Confindustria locale precisa: "..queste compagnie (ndr Nike ecc,) non debbono immischiarsi... nel comunicato affermano che non stanno prendendo partito, pero' quando dicono che sperano che si "ristabilisca la democrazia" stanno schierandosi, perchè stanno dicendo che in Honduras non c'e' democrazia".

Forse non è così? Le multinazionali stanno semplicemente avvertendo che la situazione può sfuggire di mano e che stanno per finire i tempi in cui non esiste neppure il salario minimo e si lavora 12 ore al giorno. J.Cahanhuati&soci, con l'aiuto determinate dei pretoriani addestrati dagli Stati Uniti, potranno forse tenere il Presidente Zelaya fuori dal suo Paese per altri quattro mesi. E dopo?

Quel che non riusciranno ad annichilire -nemmeno con la forza- è il movimento per un nuovo patto sociale, per nuove regole del gioco nella convivenza nazionale. L'idea che possano esistere alcuni "articoli-di-pietra" eternamente immutabili -stabiliti dai consanguinei dei golpisti- è una barbarie giuridica pre-democratica: un insensato totalitarismo classista.

Etichette:


This page is powered by Blogger. Isn't yours?