28 ottobre, 2010

Cafè Guancasco celebra il “Giorno dell'artista in Resistenza” in ripudio al giorno dei militari

Red Morazánica d’Informazione   -  Tegucigalpa   -   23 ottobre 2010

Questo giovedì a San Pedro Sula il gruppo musicale Cafè Guancasco ha segnato un cambiamento nel calendario civile honduregno, dando avvio alla celebrazione del “Giorno dell'artista in Resistenza”, mediante un concerto in ripudio al “Giorno delle Forze Armate”, imposto attraverso una manovra legale in Parlamento da chi detiene il monopolio delle idee e dei valori.
 
 Concerto “Tutte Le Voci”  Foto Eliuk

“Non più giornata dedicata ai militari, d'ora in poi il 21 ottobre sarà il giorno dell'artista in resistenza”, ha annunciato il gruppo musicale, i cui membri subirono un brutale attacco da parte di poliziotti e militari esaltati, che distrussero i loro strumenti ed aggredirono bambini e bambine, giovani e adulti, irrompendo nel concerto che si svolgeva per commemorare la resistenza storica dei popoli il 15 settembre, in quella stessa città.
 
La produzione musicale di Cafè Guancasco esprime un sincretismo di ritmi rock, jazz, con influenza di suoni autoctoni latini. I loro testi hanno un alto contenuto umano, sociale e politico che coglie, con senso critico e fiducioso, la quotidianità della vita urbana e rurale dei popoli impoveriti.
 
Al programma del 21 ottobre hanno partecipato artisti nazionali ed internazionali, solidali con la causa di Cafè Guancasco. Presenti anche membri e dirigenti della direzione generale del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP), giunti dai vari dipartimenti del paese.
 
L'evento si è realizzato all’aperto, nel piazzale dell'Università Autonoma di San Pedro Sula, nella regione settentrionale dell’Honduras, con un pienone pazzesco di gente, che andava dal fondo di Viale Rodolfo Aguiluz Berlioz, nella colonia Jardines del Valle, per riuscire ad accedere al centro universitario.
 
Il Viale Rodolfo Aguiluz Berlioz è lo stesso che la  corporazione municipale di fatto, capeggiata dal golpista liberale Eduardo Bueso in seguito al colpo di stato del 28 giugno 2009, tentò di ribattezzare col nome di Roberto Micheletti, collocando una targa immediatamente tolta dalla popolazione, che restituì il nome alla via.
 
“Armati di cultura popolare” e “Cantiamo ancora”: questi gli slogan al concerto di Cafè Guancasco, in risposta alla distruzione causata la volta precedente da esercito e polizia che, dopo aver lanciato bombe lacrimogene sul palco ed in tutta l'area della manifestazione, iniziata da una decina di minuti appena, inondarono d’acqua e gas l’impianto audio e gli strumenti, oltre a rubarne alcuni.
 
Secondo quanto denunciato dai membri di Cafè Guancasco, l’ammontare dei danni, proprietà dell'impresa Euro Sound, si aggira sui centomila dollari, costi che si dovrà assumere il gruppo musicale, in quanto firmatario diretto del contratto.

Cafè Guancasco ha posto l’accento, durante il concerto, sul diritto all’alimentazione e sugli effetti dannosi che il neoliberalismo causa alla libera produzione d’alimenti da parte dei contadini. Ha inoltre ricevuto numerose espressioni ed atti di solidarietà mondiale, per l'aggressione militar-poliziesca del 15 settembre.
 
L'organizzazione dell'evento è stata possibile grazie a varie associazioni sociali appartenenti al FNRP e all’appoggio solidale di altre.




Tradotto da Adelina Bottero

in questo link un piccolo scorcio del concerto in cui viene cantata "Bella Ciao" in una versione antigolpe! (purtroppo non é completa)  http://www.youtube.com/watch?v=Y-pSl0zmfdQ

19 ottobre, 2010

Honduras Resiste


Honduras Resiste, incontri con Luther Castillo del FNRP

Dal 17 Ottobre al 06 Novembre
Il Collettivo Italia Centro America (CICA), in collaborazione con il Frente Nacional de Resistencia Popular de Honduras – FNRP, propone alle organizzazioni solidali con la lotta honduregna contro il colpo di stato, la visita europea di Luther Castillo Harry, rappresentante dello stesso FNRP.

Luther Castillo è un giovane medico garifuna, che ha dato vita al Hospital Comunitario Garifuna de Ciriboya (http://www.primerhospitalgarifuna.blogspot.com/).
Due mesi dopo il colpo di stato, questo ospedale, dichiaratosi in resistenza contro il golpe, è stato assaltato e chiuso dalle forze repressive del governo di fatto di Micheletti, per il suo carattere innovativo e per essere un progetto modello per una visione di salute comunitaria ed un modello per altri popoli indigeni.


A questo indirizzo tutte le iniziative:
http://www.puchica.org/giraluther.html

SOLIDARIETÁ CON CAFÉ GUANCASCO

Ciao a tutte e tutti,

il 15 settembre in San Pedro Sula, (seconda cittá piu importante dell’Honduras) durante una manifestazione del frente nacional de resistenza popular de Honduras, il  popolo fu selvaggiamente represso, innumerevoli i feriti, i detenuti e, purtroppo, un morto. Per quel giorno si era organizzato un grande concerto come conclusione della marcia, peró pochi minuti dopo l’inizio é scattata la brutale repressione (con gas lacrimogeni e getti di “agua pimienta”) che si é scatenata anche sul palco, distruggendo tutti gli strumenti e ferendo alcuni degli artisti.

Il prossimo 21 di ottobre si terrá a San Pedro Sula  un altro concerto del gruppo Café Guancasco, accompagnati da altri numerosissimi artisti honduregni che sono in resistenza. Il concerto é un’ulteriore manifestazione del frente e di resistenza.

A questo link potete leggere il testo della petizione di Cafè Guancasco alla comunità nazionale ed internazionale: http://gualanaka.blogspot.com/2010/10/honduras-petizione-di-cafe-guancasco_05.html#links

Qui sotto (in italiano e spagnolo) un messaggio di solidarietá che gli verrá consegnato a mano, ma se volete potete aderire anche inviandolo a:

Café Guancasco :  rybin7@hotmail.com   e    pavecm@hotmail.com 



Stimati compagni e compagne di Cafè Guancasco,

avvicinandosi la data del 21 ottobre, quando ripeterete l’iniziativa di cantare di fronte alla popolazione di San Pedro Sula, dopo essere stati vittime dell’aggressione militare il 15  settembre scorso, desideriamo farvi giungere il nostro messaggio di solidarietà.
Il vostro concerto sarà un ulteriore atto di resistenza. Si somma a tutti gli atti che quotidianamente donne e uomini dell’eroico popolo dell’Honduras compiono, dal 28 giugno  2009, giorno del colpo di stato, affrontando la più brutale repressione, violazioni dei diritti umani e tutte le atrocità compiute dal regime e dai suoi esecutori ed alleati, interni ed esterni al paese.
Esprimiamo il nostro ripudio verso questa dittatura, che già in molte occasioni ha attentato direttamente anche contro l’arte, l’informazione e la libera espressione del vostro popolo.
Che il 21 ottobre sia un gran successo e non si ricordi più come giorno delle forze armate honduregne, bensì come l’inizio di una nuova epoca, il giorno dei e delle artiste in resistenza armate d’idee, com’è vostro desiderio!

Allo stesso tempo vogliamo ringraziare tutte e tutti voi, la gente che vi ascolterà nella piazza di San Pedro Sula, il popolo honduregno in resistenza, poiché siamo consapevoli che la vostra lotta è importante anche per tutti i popoli e le persone che stanno tracciando percorsi, in qualunque parte dal pianeta, verso un mondo migliore, di pace, libertà, giustizia e dignità.

Saluti fraterni e solidali

Inviare a Café Guancasco :  rybin7@hotmail.com   e    pavecm@hotmail.com 


En español :

Estimados compañeros y compañeras de Café Guancasco,
acercandose la fecha del 21 de octubre, cuando ustedes repetiran la iniciativa de cantar frente al pueblo sampedrano, despues de haber sido víctimas de la agresión militar el pasado 15 de septiembre, deseamos hacerles llegar nuestro mensaje de solidaridad.
Su concierto serà un acto mas de resistencia. Se va a sumar a todos los actos que mujeres y hombres del heroico pueblo de Honduras cumplen a diario, desde el 28 de junio de 2009, dia del golpe de Estado, enfrentando la mas brutal represion, violaciones a los derechos humanos y todas las barbaridades llevadas a cabo por el regimen y sus ejecutores y aliados, dentro y fuera del pais.
Nos pronunciamos en repudio de esta dictadura que ya en muchas ocasiones ha atentado directamente tambien contra el arte, la informacion y la libre expresión de su pueblo.
¡Que el 21 de octubre tengan mucho exito y ya no se recuerde como día de las fuerzas armadas hondureñas, sino como el comienzo de una nueva era, el día de los y las artistas en resistencia armadas de ideas, asì como ustedes lo desean!

Asimismo queremos agradecerles a todas y todos ustedes, a la gente que les escucharà en la plaza de San Pedro Sula, al pueblo de Honduras en resistencia, porque estamos concientes de que su lucha es importante tambien para todos los pueblos y las personas que, en cualquier parte del planeta, estan abriendo caminos hacia un mundo mejor, de paz, libertad, justicia y dignidad.

Saludos fraternales y solidarios


Inviare a Café Guancasco :   rybin7@hotmail.com  e  pavecm@hotmail.com 





13 ottobre, 2010

Honduras: 518 anni di resistenza indigena, nera e popolare…e continuiamo a lottare

Il Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras, Copinh, ha realizzato una veglia a Tegucigalpa per commemorare "518 anni dall'arrivo degli invasori europei nel nostro continente". La veglia di protesta è stata fatta in tarda serata di fronte alle ambasciate degli Stati Uniti e Spagna. Con cartelli, striscioni, candele e slogan, uomini e donne di questa combattiva organizzazione hanno condannato "i genocidi, i saccheggi delle nostre ricchezze naturali, lo sfruttamento immisericordioso dei nostri popoli da parte dei paesi colonialisti e le oligarchie locali.". 
 
"Siamo qui di fronte all'ambasciata nordamericana per condannare il progetto di morte che questo paese ha sviluppato per decadi contro il popolo honduregno e contro tutti i popoli che esigono libertà ed emancipazione", ha detto Bertha Cáceres, coordinatrice nazionale del Copinh. 
 
Secondo Cáceres, bisogna continuare a segnalare le responsabilità dell'impero nordamericano e di quello europeo, perché come più di 500 anni fa, continuano a sviluppare "il colonialismo, saccheggiando i nostri paesi attraverso i trattati di libero commercio, colpi di Stato e l'occupazione militare. 
 
Inoltre, con le loro multinazionali continuano a promuovere progetti di morte, come il settore minerario, la privatizzazione dell'acqua, la distruzione dei boschi e il saccheggio della nostra cultura, conoscenza e diversità biologica. 
 
Si vuole ostacolare il nostro diritto a essere sovrani e sovrane -continuò la coordinatrice del Copinh-, ad avere autodeterminazione. Queste potenze rappresentano nel mondo l'impero della morte, dell'avidità e del saccheggio". 
 
Per il Copinh, il 12 ottobre non è il Giorno della Razza e ancora meno della Scoperta dell'America o dell'Incontro tra Razze, bensì è un giorno di Resistenza. 
 
"Commemoriamo il giorno della resistenza indigena, nera, meticcia e popolare in tutto il continente. Continuiamo a lottare contro l'occupazione, come ci hanno insegnato Lempira, Mota, Barauda, Cincumba, Copan Calel e tutti i nostri liberatori e liberatrici", ha affermato Cáceres. 
 
In un comunicato diffuso dal Copinh, si sottolinea che il progetto di dominazione è accompagnato da colpi di Stato. “Ci hanno provato in Venezuela, ci sono riusciti in Honduras e poco fa ci hanno provato in Ecuador. 
 
Lo abbiamo detto fin dall’inizio: l’Honduras è stato un copione da seguire nel futuro per imporre il progetto di dominazione e continuare a impadronirsi delle nostre risorse. Ora cercano di mostrarsi interessati a un’Assemblea Costituente, che non è quella che vuole il popolo. 
 
Serve invece a rafforzare lo stesso progetto di dominazione e saccheggio", ha denunciato la coordinatrice del Copinh. 
 
La Rifondazione è la via
 
Nel comunicato, l'organizzazione indigena e popolare ha evidenziato che i popoli continuano la resistenza, "rafforzando la lotta per la costruzione di società più giuste e più umane". 
 
Nel caso specifico dell’Honduras, il Copinh, insieme a un'infinità di organizzazioni che integrano la Resistenza, promuove la rifondazione di un paese che deve essere "multiculturale, multilingue, in cui si promuova la democrazia interculturale, con il diritto alla partecipazione diretta dei nostri popoli mediante un’Assemblea Nazionale Costituente plenipotenziaria, indipendente, popolare e democratica", spiega il testo del comunicato. 
 
L'obiettivo è di creare una nuova Costituzione della Repubblica, "che generi un patto politico in cui si definisca che le ricchezze naturali sono dei nostri popoli e non dell'oligarchia o delle multinazionali". 
 
Che permetta inoltre "i referendum revocatori delle cariche istituzionali, che riconosca i diritti delle donne, dei giovani, dei bambini e delle bambine, che ridistribuisca in modo equo la ricchezza, mettendo fine ai privilegi delle oligarchie nazionali, che tanto danno hanno fatto ai nostri paesi". 
 
Allo stesso modo,il Copinh chiede una Costituzione "che restituisca la sovranità alla patria, obbligando le truppe straniere a ritirarsi e che ci permetta l'integrazione regionale con i paesi e i governi democratici e popolari della nostra America". 
 
Il Copinh chiede, infine, che finisca l'impunità di chi viola i diritti umani, dei corrotti e di chi ha "propiziato colpi di Stato". E anche che la nuova Costituzione "riconosca la proprietà comunitaria, i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, che protegga l'ecosistema e contribuisca a frenare il cambiamento climatico", spiega il documento. 
 
"Il fine della lotta di resistenza è la rifondazione dell’Honduras e l'Assemblea Costituente è uno strumento per raggiungere questa meta. In questo senso –ha concluso Cáceres- è necessario che a questo sforzo partecipino tutti i settori in resistenza, senza esclusioni. 
 
Dobbiamo sviluppare processi partecipativi, orizzontali, in cui ci siano dibattito e critica costruttiva, perché sono gli elementi che ci fanno crescere". 
 
Nel comunicato, il Copinh ha anche rivolto un appello al coordinatore del Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp, ed ex presidente Manuel Zelaya Rosales, affinché "nonostante tutti i rischi e le persecuzioni giudiziarie contro di lui, ritorni nel paese e contribuisca, dall’interno, alla rifondazione della patria, poiché il momento è cruciale e c’è bisogno della sua presenza".

© (Testo e foto  Giorgio Trucchi  - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione  Italia-Nicaragua  www.itanica.org )

11 ottobre, 2010

DICHIARAZIONE DELL'INCONTRO DI POPOLI INDIGENI DELL’HONDURAS PER LA DIFESA DEI NOSTRI TERRITORI

 
Noi qui riuniti, rappresentanti e membri dei popoli indigeni Tulupanes, Pech, Miskitos, Maya-Chortis, Lencas e Garífunas, nella comunità di Sambo Creek, nei giorni 2 e 3 d’ottobre del corrente anno, consideriamo e segnaliamo quanto segue.

L'offensiva da parte dello stato-nazione e dell'elite di potere honduregna contro i popoli indigeni dell’Honduras è stata permanente e sistematica e, a partire dal colpo di stato del 28 giugno 2009, abbiamo visto una recrudescenza del colonialismo interno, con l’intento di rinsaldare il Plan Puebla Panamá (ribattezzato come Progetto Mesoamerica), e l'Iniziativa Merida (versione locale del Plan Colombia), strategie con cui gli organismi finanziari internazionali pretendono appropriarsi di fiumi, boschi e risorse energetiche, che formano parte degli habitat funzionali dei nostri popoli.

Gli effetti del cambiamento climatico in Honduras sono stati ignorati dalle varie amministrazioni governative, che non hanno preso le misure necessarie ad evitare la distruzione della biodiversità, essendo l'Honduras indicato come uno dei paesi del pianeta più danneggiati dal riscaldamento globale. Nondimeno i nostri popoli si vedono soggiogati mediante gli strumenti provenienti dal Fondo del Carbonio delle Nazioni Unite, quali i Meccanismi di Sviluppo Pulito (MLD) ed il programma di Riduzione delle Emissioni Derivate dalla Deforestazione e Degradazione Forestale nei Paesi in Via di Sviluppo (REDD), che sequestrano i nostri fiumi e boschi, dopo che li abbiamo curati per secoli; prova ne sia la recente concessione di 41 bacini idrografici per la costruzione di dighe di sbarramento, senza aver consultato le comunità.

C’è stata violazione del diritto alla consultazione, che possediamo noi popoli indigeni, diritto negato dallo Stato honduregno, che pure firmò e ratificò l'Accordo 169 dell'OIT e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Popoli Indigeni, diritto che tali strumenti giuridici ci riconoscono. Piano di Nazione dell'attuale amministrazione, concessione di bacini idrografici da parte del Parlamento nazionale ad imprenditori associati alla cricca al potere, creazione della “Segretaria per lo sviluppo di questioni indigene ed afro-honduregne”: dal processo di consultazione previa, libera ed informata per tali iniziative, noi popoli indigeni siamo stati esclusi.

Noi popoli indigeni dell’Honduras abbiamo patito trasferimenti forzati causati dalle pressioni territoriali, senza che conflitti vecchi di decadi siano stati risolti, ma permangano in un limbo giudiziario, in conseguenza della precarietà del sistema di giustizia che regna nel paese. Frequentemente essi diventano violazioni dei diritti umani e negazione del diritto fondamentale all'alimentazione.
 
A fronte della persistente opinione che noi indigeni ci opponiamo allo sviluppo, dichiariamo che questa convinzione è assolutamente falsa, poichè  la crisi ambientale  in cui si trova il pianeta, richiede una messa in discussione immediata del modello di sviluppo imposto e delle conseguenze dell'uso smisurato d’idrocarburi, oltre che della distruzione sistematica dei fiumi, per compiacere all'assuefazione energetica dei paesi ricchi del mondo e dei fautori di un tale obsoleto modello.

Rimarchiamo la nostra condizione di popoli indigeni e non di minoranze etniche, denominazione attribuitaci dallo stato-nazione e dai mezzi d’informazione del sistema, incasellamento che nega i nostri diritti storici come popoli, facendoci diventare semplici minoranze etniche senza diritto alcuno.
 
Pertanto concordiamo ed esigiamo:
1) Dando seguito agli accordi emersi dai differenti incontri avviati verso la Rifondazione dell’Honduras, svoltisi nella zona Lenca, ci autoconvochiamo per portare a termine l'Assemblea Costituente dei Popoli Indigeni e Neri, gente che veniamo dalla terra, la quale ci permetta di riaffermare la nostra cosmovisione e la nostra lotta, per costruire un nuovo modello di vita che può essere raggiunto soltanto attraverso la rifondazione.

2)  A fronte della decisione autoritaria ed aggressiva contro i nostri popoli indigeni da parte del Parlamento nazionale, che ha violato l'Accordo 169 dell'OIT in maniera irresponsabile ed ignorato la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti indigeni, ci dichiariamo in stato d’allerta e in mobilitazione permanente, per cui fin d’ora respingiamo e condanniamo la concessione dei nostri fiumi per la costruzione di dighe di sbarramento (tra esse PATUCA I, II e III). Allo stesso tempo  rivolgiamo un appello alle nostre comunità, organizzazioni e popoli, affinchè seguano l'esempio dei nostri antenati alla ribellione ed all’esercizio dei nostri diritti con dignità.

3) Dopo aver analizzato ampiamente la problematica che affrontano le donne indigene, ove si riscontra una chiara violazione dei diritti umani delle donne, prodotto del patriarcato, decidiamo di dare impulso ad un processo che rafforzi l’articolazione delle donne indigene, che generi la proposta della costituente popolare, basata sul rispetto del diritto alla vita e dignità delle donne, senza patriarcato, senza razzismo e senza capitalismo, per cui ci autoconvochiamo per realizzare un incontro nazionale di donne indigene e nere, durante i mesi di marzo - maggio 2011.

4)  Ci pronunciamo contro la promozione e l’iniziativa di creare la “Segreteria per lo sviluppo di questioni indigene ed afro-honduregne", poiché mediante questa segretaria si vuole incoraggiare la burocrazia governativa, la politicizzazione della questione indigena, la divisione delle nostre organizzazioni, così come favorire l'investimento in progetti di morte ed il saccheggio delle nostre risorse.

5)  Abbiamo concordato la creazione di un Osservatorio Indigeno e Nero dell’Honduras, che vigili sulla difesa e vigenza dei nostri diritti umani.

6) Esigiamo l'immediato riconoscimento giuridico dei territori in cui abitiamo, compreso l’habitat funzionale già escluso dai titoli e poi concessoci a metà.

7) Facciamo un appello urgente a tutte le comunità indigene e nere a rendere profondo il nostro spirito di dignità e ribellione, ad esercitare più che mai il diritto storico e sovrano all'autonomia e all'autodeterminazione, seguendo il degno esempio di Lempira, Cicumba, Barauda, Satuye, Copan Galel, ed altri antenati ed antenate che ci tracciarono la strada dell'emancipazione.
 
     

Comunità Garifuna di Sambo Creek,  3 ottobre 2010

 
Organizzazione Fraterna Nera Honduregna, OFRANEH
Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari ed Indigene dell’Honduras, COPINH
Consiglio Indigeno Maya Chorti dell’Honduras, CONIMCHH
Associazione delle Tribù Indigene della Montaña de la Flor
Federazione delle Tribù Pech dell’Honduras, FETRIPH
Organizzazione delle Donne Miskitas, MIMAT
Federazione del Popolo Miskito, FINZMOST
Tradotto da Adelina Bottero

Il Comitato Esecutivo del FNRP si riunisce a Managua col Coordinatore Generale, Manuel Zelaya Rosales

Informazione dal Fronte Nazionale di Resistenza Popolare
Red Morazanica de Informacion

Tegucigalpa/Managua 8 ottobre 2010
Il Comitato Esecutivo Nazionale del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare FNRP, ha avviato oggi una riunione col Coordinatore Generale dell'organizzazione, il Presidente Manuel Zelaya Rosales, preliminare allo svolgimento dell'Assemblea Generale dei Delegati convocata per il 19 ottobre.
La riunione ha luogo nella città di Managua, Nicaragua, vista l'impossibilità di riunirsi in Honduras, a causa della persecuzione politica contro Zelaya, esiliato nella Repubblica Dominicana ed al quale è impedito il ritorno in patria. 
All'inizio della riunione, il Coordinatore Generale Manuel Zelaya Rosales ha sottolineato l'importanza dell'incontro ed espresso alcune valutazioni riguardo alla situazione attuale del paese. Ha fatto riferimento alla crescita organizzativa ed ideologica del popolo, evidenziata nel consolidamento del FNRP, che definisce lo strumento politico con cui i poveri raggiungeranno il potere.
Da parte sua, Carlos H. Reyes, dando il benvenuto all'ex Presidente, ha esaltato la riunione e l’ha definita “un buon Guancasco”, ponendo con ciò le premesse a giornate in cui prevarrà la sincerità e la cordialità tra i/le partecipanti.
I martiri presenti
Com’è usuale negli eventi del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, il calore degli applausi e le grida dei nomi dei compagni e compagne assassinati dai regimi di fatto di Roberto Micheletti e Porfirio Lobo, hanno segnato l'apertura della riunione.
Si è passati quindi all'analisi della congiuntura attuale. Wilfredo Paz, delegato titolare al Comitato Esecutivo per il dipartimento di Colòn, ha letto un documento che evidenzia la debolezza ed illegittimità del regime di Lobo.
Al tale riguardo, il Coordinatore Generale l’ha definita “crisi storica”, che determina enormi contraddizioni in seno al discorso stesso dei golpisti, portando come esempio le annunciate intenzioni di alcuni membri della dittatura di realizzare un’Assemblea Nazionale Costituente, ossia la stessa scusa che i gruppi di destra utilizzarono per scatenare il colpo di Stato.
Falsa volontà di dialogo e riconciliazione
In seguito al giuramento di Zelaya come deputato al Parlamento Centroamericano PARLACEN, il giudice a latere del Pubblico Ministero dell’Honduras, Rigoberto Espinal Irìas, ha dichiarato che Zelaya può andare in giro per tutto il Centro America, tranne che in Honduras.
Il governo di Lobo Sosa ha convocato pochi giorni fa il FNRP presso al sede del governo, per “ascoltare i suoi progetti” sull'Assemblea Nazionale Costituente, un'esigenza del popolo honduregno dopo il colpo di stato.
Il Fronte ha risposto con un’Assemblea Nazionale Ampliata, nella quale parteciperanno i 56 delegati del Coordinamento Nazionale e rappresentanti di altre organizzazioni che formano il FNRP. In tale assemblea si deciderà se rispondere alla richiesta dell'esecutivo golpista.
Appena ricevuta la convocazione di Lobo Sosa, alcuni dirigenti del Fronte non hanno avuto dubbi nel considerarla una trappola ed una manovra del regime, che cerca legittimità di fronte alla comunità nazionale ed internazionale.  
Continua la repressione e l'intimidazione
Prima ancora che fosse annunciata pubblicamente, il quotidiano El Heraldo, noto portavoce degli interessi dei golpisti, ha dato notizia della realizzazione dell'incontro, confessando di averla ricevuta dalla polizia, che ha fornito pure la lista dei partecipanti.
Nel passaggio alla frontiera, tutti i/le delegati/e del FNRP sono stati fotografati da uomini in abiti civili, ed il loro bagaglio meticolosamente ispezionato in modo inconsueto.
Similmente, la settimana scorsa il delegato titolare di Choluteca e membro del Comitato Esecutivo, Porfirio Amador, ha denunciato persecuzione e minacce da parte di elementi della DNIC, che avevano assediato casa sua.

Tradotto da Adelina Bottero



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