22 luglio, 2014

Honduras: “Difenderemo i nostri territori ancestrali” dice la dirigente garifuna dopo il sequestro


Miriam MirandaLo scorso 17 luglio, un gruppo di persone legate alla Ofraneh (Organizzazione fraternale nera honduregna), che vivono nel territorio garifuna di Vallecito, al nord dell’Honduras, è stato attaccato e sequestrato da uomini armati e a viso scoperto che stavano presidiando la zona dove, secondo gli stessi abitanti, il crimine organizzato stava riattivando una pista d’atterraggio clandestina per narco-aerei.
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04 luglio, 2014

Nell’Honduras post-golpe, artisti creano progetto per ricostruire la memoria storica

Secondo loro c’è stato un “occultamento premeditato della realtà” per convincere le nuove generazioni che non è mai esistita una resistenza popolare
Tegucigalpa, 4 luglio (Opera Mundi | LINyM)-. “L’Honduras non ha memoria e viviamo in un vuoto. La gente non si identifica, non riesce a riconoscersi, non ha referenti. La sua storia di lotta e di valori, poco a poco, si sta perdendo, inesorabilmente”, dice preoccupata Blanca Ochoa a Opera Mundi.
Laureata alla Scuola internazionale di cinema e televisione di Cuba (seconda generazione), Blanca Ochoa vive il riscatto della memoria storica come qualcosa di molto personale, quasi come un progetto di vita. Comparte questa esigenza con un vecchio amico, Luis Méndez, coordinatore della Scuola di formazione politica per movimenti sociali. continua>>>

03 luglio, 2014

Honduras: “Cinque anni dopo il golpe, l’Honduras



L’ex presidente honduregno fa un bilancio della situazione politica, economica e sociale del Paese a partire dalla sua destituzione, pianificata “dalla destra nordamericana”
Manuel Zelaya (Foto G. Trucchi | Opera Mundi)  
Tegucigalpa, 2 luglio (Opera Mundi | LINyM)-. Cinque anni fa, l’Honduras fu travolto da una crisi che riportò indietro la sua storia democratica e istituzionale di varie decadi. Alle 5 del mattino del 28 giugno 2009, a poche ore dallo svolgimento di una consultazione popolare non vincolante (Quarta Urna), con la quale si voleva ascoltare la volontà del popolo sulla necessità o meno di realizzare una riforma costituzionale, decine di militari armati fino ai denti fecero irruzione nella casa del presidente Manuel Zelaya, lo portarono fuori ancora in pigiama, lo caricarono su un aereo e, dopo uno scalo tecnico nella base militare nordamericana di Palmerola, lo deportarono in Costa Rica.  leggi tutto>>>

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