31 gennaio, 2013

Honduras Città modello, zone di impiego, regime speciale: sempre e solo devastazione e saccheggio

Deputati approvano nuove riforme costituzionali per fare rivivere le 'ciudades modelo' e per vendere, a pezzetti, il Paese al "miglior" offerente
Managua, 30 gennaio (LINyM)-. Con 110 voti a favore, 13 contro e cinque astensioni, il Congresso dell'Honduras ha approvato nella notte di mercoledì 23 gennaio la riforma di tre articoli della Costituzione (294, 303 e 329) dando così vita alle Zone di impiego e sviluppo economico soggette a Regime speciale, riportando sulla scena le città modello (charter cities).  
 
Nell'ottobre scorso, il plenum di magistrati della Corte suprema di giustizia, Csj, risolse di dichiarare incostituzionale il decreto legislativo 283-2010, col quale i poteri esecutivo e legislativo pretendevano di creare le Regioni speciali di sviluppo. La decisione venne presa dopo che, alcuni giorni prima, quattro dei cinque magistrati della Sala Costituzionale erano giunti alle stesse conclusioni e avevano accolto i più di 50 ricorsi d'incostituzionalità, presentati da organizzazioni sociali, associazioni di giuristi e singoli cittadini. Tale progetto, infatti, attentava contro i precetti stabiliti dalla Costituzione, come la forma di governo, il territorio e la sovranità nazionale.
Secondo l'avvocato Fredín Fúnez, il nuovo progetto approvato dai deputati potrebbe addirittura peggiorare la situazione e l'impatto diretto sulla sovranità nazionale e i diritti della popolazione honduregna sul proprio territorio nazionale. Fúnez è membro dell'Associazione dei giuristi per lo stato di diritto ed è uno dei cittadini che lo scorso settembre hanno denunciato il presidente della Repubblica Porfirio Lobo, il presidente del Congresso nazionale, Juan Orlando Hernández e ben 126 deputati per il delitto di "tradimento della Patria". La LINyM ha conversato con lui. 

- LINyM: I deputati hanno approvato nuove riforme costituzionali e hanno rimesso in gioco le "città modello". Che differenza c'è con il vecchio progetto? 
- Fredín Fúnez: Praticamente nessuna. L'unica cosa che cambia è il nome: Già non si chiamano Regioni speciali di sviluppo, ma Zone di impiego e sviluppo economico soggette a Regime speciale. L'idea è quella di creare dodici regimi speciali¹ che godranno di autonomia funzionale e amministrativa, la cui creazione avverrà tramite plebiscito o referendum. In teoria, la popolazione che vive nelle zone prescelte sarà ascoltata e il suo parere sarà vincolante. Nonostante ciò, sappiamo perfettamente i metodi che usano i settori dell'oligarchia e della politica nazionale per convincere le persone... 
Queste riforme continuano a essere incostituzionali, in quanto attentano nuovamente contro i precetti stabiliti dalla Costituzione, come la forma di governo e il territorio. Ciò che stanno cercando di fare è di mascherare le loro vere intenzioni di vendere la Patria e la sovranità nazionale, usando con un nome più originale.  
 
- LINyM: Totalmente incostituzionale, quindi?  - FF: Totalmente, perché vogliono riformare tre articoli, ma tacitamente stravolgono l'intera Carta Costituzionale. Dovremo inoltre studiare il contenuto e lo spirito della legge che regolerà i Regimi speciali, anche se i deputati hanno chiarito molto bene quale sarà il suo spirito.
 
- LINyM: E quale sarà? 
- FF: Il proposito continua a essere quello del saccheggio dell'Honduras. Sono le stesse mafie commerciali di sempre, che pretendono di venire qui e far valere le proprie regole e condizioni, lasciandoci senza niente. 
 
- LINyM: Qual è la risposta della gente?  - FF: Continueremo a lottare affinché la Corte suprema dichiari l'incostituzionalità di questo nuovo progetto. Continueremo, inoltre, a portare avanti la denuncia contro il presidente Porfirio Lobo, contro Juan Orlando Hernández e i 126 deputati per tradimento della patria. Stiamo infatti chiedendo che venga nominato al più presto il giudice che dovrà seguire il caso.
 
- LINyM: I 4 magistrati della Sala Costituzionale che votarono contro le 'città modello' sono stati destituiti e da più parti si è parlato di un colpo di Stato tecnico. Crede che l'approvazione di questo nuovo progetto, così come della legge mineraria e di quella sulla procedura dell'impeachment, abbia anche a che vedere con conflitti di potere tra i gruppi oligarchici nazionali, i partiti tradizionali, in vista anche delle elezioni di novembre?   - FF: Ovviamente. L'oligarchia ha progettato, finanziato ed eseguito un colpo di Stato per potere portar avanti questo e altri progetti di sfruttamento, per continuare ad appropriarsi delle risorse e dei territori, questa volta senza il bisogno di usare la violenza. È la nuova forma che usa il neoliberismo selvaggio. Abbiamo bisogno di una grande mobilitazione popolare per fermare questo progetto e per difendere la nostra sovranità. 
  Note  ¹ centri finanziari internazionali, centri logistici internazionali, città autonome, corti commerciali internazionali, distretti speciali d'investimento, distretti energetici rinnovabili, zone economiche speciali, zone soggette a un sistema giuridico speciale, zone agroindustriali speciali, zone turistiche speciali, zone minerarie sociali e zone forestali sociali.
© Testo Giorgio Trucchi  - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione  Italia-Nicaragua - www.itanica.org     
 

25 gennaio, 2013

Spagna-Venezuela La falsa foto di Chávez morente conferma il vero golpismo di media come El País contro l’America latina

Il giornale ritirato dalle edicole
 
La patetica dimostrazione di una stampa sull'orlo dell'estinzione
 
 
Di Gennaro Carotenuto
 
Questa volta hanno dovuto ammettere il falso. Hanno dovuto ammettere di non aver fatto alcuna verifica. Hanno dovuto ammettere di aver mancato a qualunque etica professionale. Hanno dovuto ammettere che a tanto arriva la miseria umana dei disinformatori di professione che da anni questo sito denuncia.
 
«El País» di Madrid, giornale da sempre in prima fila in tutte le campagne di diffamazione contro i governi progressisti e integrazionisti latinoamericani, ha pubblicato in prima pagina una falsa foto del Presidente venezuelano Hugo Chávez intubato. Solo dopo alcune ore e a giornale stampato in distribuzione ha dovuto ritirarla dalle edicole ammettendo il falso.
 
Infatti solo dopo che la polemica era scoppiata in America, e il falso svelato davanti al mondo, il quotidiano madrileno ha dovuto fare macchina indietro, ritirare la foto dall’edizione Internet, bloccare la distribuzione del cartaceo (che oggi infatti non è in edicola in vari luoghi della Spagna) e ammettere tanto il falso come di non aver verificato né l’origine della foto, né quando fu scattata. Questa proverrebbe da un video presente su Youtube fin dal 2008. L’operazione di sicariato mediatico sotto i nostri occhi oscura inoltre, ma non cancella, l’altra parte dell’infamia orchestrata nel giornale di Suanzes: la scelta di sbattere in prima pagina la foto di un uomo in fin di vita.
 
Qualcuno potrà spacciare il caso per un infortunio, lo fa El País stesso, ma la filigrana della jpg e quella prima pagina che è già un oggetto da collezione per la storia del cattivo giornalismo, malcela la soddisfazione per il presunto scoop che il quotidiano madrileno ha provato a imporre all’opinione pubblica nella presunzione di farla franca come sempre.
 
Per chi ha in questi anni studiato con attenzione la continua overdose di disinformazione al preciso scopo di destabilizzare i governi democraticamente eletti del Venezuela, della Bolivia, dell’Ecuador, dell’Argentina e di altri paesi latinoamericani che hanno osato distanziarsi dall’ortodossia neoliberale e dal fare da passacarte per gli interessi di multinazionali iberiche come Repsol, Unión Fenosa, BBVA, Santander, Telefónica eccetera, quella di stanotte è solo l’ennesima conferma che i giornali mainstream sono in crisi (Il «grupo Prisa», del quale «El País» fa parte, ha licenziato in ottobre un terzo dei dipendenti) perché hanno scelto di asservirsi a interessi alieni a quelli dei loro lettori. La crisi dei giornali non è economica, è innanzitutto etica. Solo profonde riforme dei sistemi mediatici, che redistribuiscano il potere d’informare democratizzandolo, sul modello della Ley de medios argentina, la più avanzata al mondo, possono ancora salvare quel che resta della credibilità del “quarto potere”.
 
«El País» è oggi il passacarte di interessi che nulla hanno a che vedere con il diritto dell’opinione pubblica a essere opportunamente informata. «El País», dove chi scrive ha lavorato, che nel 1978 contribuì a sventare il golpe Tejero a Madrid, ma che l’11 marzo 2004 coprì bellamente la disinformazione orchestrata dal governo Aznar sulle stragi di Atocha (accettando per giorni di coprire le responsabilità dell’integralismo islamista per meri interessi di bottega), è oggi, e l’episodio grottesco della foto di Chávez lo prova per l’ennesima volta, un media golpista tra i tanti.
 
Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it
 
Altre informazioni:
- http://nicaraguaymasespanol.blogspot.com/2013/01/ridiculo-mundial-el-pais-publica-en.html

Honduras Da golpista, a funzionario pubblico, a candidato alle presidenziali

Il generale in ritiro Romeo Vásquez lancia la sua candidatura perché, dice, il Paese ha bisogno di lui
 
Romeo Vásquez Velásquez (Foto laprensa.hn)

 
Managua, 23 gennaio (LINyM)-. L'ex capo dello stato maggiore congiunto delle Forze armate, Romeo Vásquez Velásquez, che in giugno del 2009 depose con un colpo di Stato il presidente legittimo dell'Honduras, Manuel Zelaya Rosales, ha lanciato la sua candidatura alle presidenziali del prossimo novembre per il partito Alleanza patriottica honduregna. La sua candidatura è sostenuta da vari settori delle Forze armate e anche dalla parte più reazionaria della destra honduregna.
Il generale in ritiro è stato anche uno dei più preziosi alleati dell'ex presidente illegittimo Roberto Micheletti, ed ha represso con mano dura le gigantesche mobilitazioni del Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp. Per i fatti del 2009, Vásquez Velásquez è stato denunciato, insieme a tutti i membri della Giunta dei comandanti delle Forze armate, per una serie infinita di reati, tra cui abuso di autorità ai danni dell'amministrazione pubblica, espatrio illegale ai danni della sicurezza nazionale, mancato compimento delle disposizioni giudiziarie che riguardavano il presidente Zelaya.  
 
Pochi mesi più tardi e dopo un processo lampo, il giudice speciale e presidente della Corte suprema di giustizia, Jorge Rivera, lo stesso che ordinò l'arresto mai eseguito di Zelaya, decise di assolvere tutti gli imputati. In quell'occasione, Rivera disse che "sebbene gli accusati abbiano riconosciuto la propria responsabilità per i fatti che il pm segnala come criminosi, di fronte alla mancanza di dolo non si è potuta accertare, né concettualizzare la commissione del reato". Per questo motivo, Rivera decise l'archiviazione definitiva del caso. 
 
Secondo fonti militari, la decisione di esiliare il presidente Zelaya fu presa in quanto si trattava della "migliore soluzione possibile", all'interno di un momento particolarmente critico che stava vivendo il Paese. "Gli imputati si giustificano dicendo che hanno preso questa decisione a causa del gran pericolo che correva il paese e per proteggere i beni e la vita degli honduregni e degli stranieri residenti", ha spiegato Rivera, giustificando una sentenza che la maggioranza della popolazione ha definito vergognosa. 
 
Dopo questa decisione, che non ha fatto altro che aumentare il senso d'impunità tra la gente e approfondire la rottura dell'ordine costituzionale e democratico nel Paese, l'ex generale Vásquez Velásquez fu "premiato" dal nuovo presidente della Repubblica, Porfirio Lobo, con la carica di direttore dell'ente statale delle Telecomunicazioni (Hondutel). Una carica ricoperta fino a qualche giorno fa, quando dovette rinunciare per lanciare la propria candidatura presidenziale. Attualmente, Hondutel si trova sull'orlo del commissariamento e della privatizzazione.

"Lotteremo per portare ordine e sicurezza nel Paese e per combattere la corruzione e l'impunità, affinché possano fluire gli investimenti e si possano creare nuovi posti di lavoro", ha detto Vásquez. "La patria ha bisogno di me. Voglio dirigere i destini dell'Honduras come Presidente, perché sono convinto di poterlo fare avanzare", ha concluso l'ex generale golpista
 
La decisione di Vásquez ha suscitato forti reazioni da parte di vari settori della società. Il Blocco Popolare ha pubblicato un comunicato nel quale lo considera responsabile della "brutale violenza contro la popolazione civile durante la dittatura di Roberto Michelletti Bain" e degli oltre "200 omicidi politici e più di 7 mila violazioni dei diritti umani", si legge nel comunicato.  
 
"La candidatura alla presidenza di un delinquente e assassino come Romeo Vásquez, dà un'idea chiara del bisogno immediato che abbiamo di rifondare la patria", conclude il Blocco Popolare. Per domani (oggi per chi legge), 24 gennaio, la Resistenza honduregna ha indetto una manifestazione nazionale, a cui parteciperanno tutti i settori della società "scontenti, indignati e vittime delle politiche repressive imposte dal governo".
 
©  Testo Giorgio Trucchi  - LINyM Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione  Italia-Nicaragua - www.itanica.org    

In Centroamerica i lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero continuano a morire

Un video che sfida la logica perversa della "malattia misteriosa"
 
Cañeros © Foto solo-opiniones.com
 
 
Managua, 23 gennaio (LINyM)-. Durante gli ultimi due anni, le più importanti agenzie di stampa internazionali sembrano avere scoperto che nelle piantagioni centroamericane di canna da zucchero, in modo particolare in quelle del Nicaragua e del Salvador, decine di migliaia di lavoratori (cañeros) si ammalano e muoiono di Insufficienza renale cronica, Irc. 
 
Ciò che accomuna la maggioranza di articoli, reportage fotografici e materiali audiovisivi prodotti è l'assoluta mancanza di prove scientifiche circa le cause di questo massacro. Per tutti si tratta di una "malattia misteriosa", di un qualcosa che non si capisce bene, che però c'è ed uccide inesorabilmente. Una soluzione super partes che di certo attenua le polemiche sorte intorno alle imprese nazionali e internazionali che sono proprietarie delle più grandi piantagioni di canna da zucchero del Centroamerica. In pratica, confondere le idee per insinuare il dubbio e nascondere la verità
 
Alcuni anni fa, durante un'intervista, la Dott.ssa Cecilia Torres, esperta di Salute occupazione dell'Università nazionale autonoma di León, Nicaragua, da poco scomparsa, mi disse: "Che cosa succede quando un lavoratore viene pagato poco più di un dollaro per ogni tonnellata di canna da zucchero tagliata? Questa persona si ammazza di lavoro pur di portare a casa uno stipendio appena decente".
 
E continuò: "Si tratta di un circolo vizioso e perverso: salari da fame, condizioni precarie di lavoro, temperature che sfiorano i 50 gradi centigradi, uno stato di forte disidratazione e il consumo di acqua molte volte inquinata con pesticidi. Se a questo aggiungiamo le condizioni personali di ogni lavoratore e i fattori ambientali, quella a cui assistiamo è un'aggressione fisica costante". 
 
Nonostante il titolo che contraddice il contenuto, uno dei pochi documenti che sfida questa logica perversa della "malattia misteriosa" è un video, uscito da poco, del fotografo professionista Esteban Félix, il quale ha condiviso lunghe giornate con le vittime dell'Insufficienza renale cronica, nei dintorni delle piantagioni dell'Ingenio San Antonio, a Chichigalpa, dove si produce il famoso rum Flor de Caña.
 
Lo potete veder qui
 
Altre informazioni sulla tematica:
 
- http://www.itanica.org/modules.php?name=News&new_topic=14 (italiano)
- http://www.itanica.org/modules.php?name=Downloads&d_op=viewdownload&cid=13 (italiano)
- http://www6.rel-uita.org/ agricultura/agrotoxicos/irc/ index.htm (spagnolo)
-
http://www6.rel-uita.org/ agricultura/agrotoxicos/irc/ 2010/index.htm (spagnolo)
 
Fonte originale: Vimeo
 
©  Testo introduzione Giorgio Trucchi  - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione  Italia-Nicaragua - www.itanica.org   

This page is powered by Blogger. Isn't yours?