27 settembre, 2007

"HONDURAS IN MARCIA" UN PAESE CHE (R)ESISTE

Dal 2 al 7 ottobre 2007

Per il terzo anno consecutivo il Collettivo Italia Centro America (www.puchica.org) organizza la visita in Italia di un rappresentante dei movimenti popolari honduregni.
Quest'anno, nell'ambito della campagna di denuncia contro il progetto turistico "Los Micos Beach & Resort Centre", nella Bahia de Tela (lisolaeilmattone.blogspot.com), sarà in Italia Alfredo Lopez, leader dell’Organizzazione fraterna dei popoli negri dell'Honduras (Ofraneh) che rappresenta le 46 comunità di etnia afro-indigena garifuna disseminate lungo tutta la costa caraibica del Paese.
La Laguna de los Micos è minacciata dalla costruzione del megaprogetto turistico “Los Micos Beach & Resort Centre”. Il complesso verrà realizzato nella Bahia de Tela, sulla costa caraibica dell’Honduras, a pochi chilometri dalle isole dei Cayos Cochinos, dove il 20 settembre è iniziata la nuova serie del reality show “L’isola dei famosi”. La regione è abitata dai garifuna, che vivono di pesca in comunità lungo la costa e teme l’impatto sociale e ambientale del turismo di massa.
Oggi la Laguna de los Micos è un paradiso di mangrovie, una striscia vergine di spiaggia e vegetazione di oltre 3 km. Il progetto nella Bahia de Tela prevede la realizzazione di quattro hotel di lusso, 256 ville, un campo di golf, un club ippico e un centro commerciale -su una superficie complessiva di oltre 300 ettari.
Il tutto verrà realizzato all'interno del Parco nazionale intitolato a Jeanette Kawas (Pnjk) e di una laguna registrata (con il numero 722) nell'elenco delle paludi protette dalla Convezione internazionale di protezione delle paludi (conosciuta come Ramsar). Perciò il riempimento di gran parte della palude per la realizzazione del campo da golf è illegale. Non ci sono state nemmeno le consultazioni con le popolazioni locali, come vorrebbe l'Accordo n. 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro.

Chi è Alfredo Lopez
Leader comunitario e poi presidente del Patronato della comunità di Triunfo de la Cruz, Alfredo Lopez ha passato quasi sette anni di carcere, tra il 27 aprile del 1997 e l'ottobre del 2003. Colpevole di voler difendere la terra di Triunfo de la Cruz dalla speculazione turistica del progetto "Mar Bella".
Un incarceramento arbitrario e illegale, secondo quanto stabilito dalla Corte interamericana per i diritti umani(Cidh), che il primo marzo del 2006 ha condannato lo Stato di Honduras per il trattamento ricevuto da Alfredo mentre questi era in carcere.
Un incarceramento preventivo: Alfredo non è mai stato condannato (anzi: l'accusa di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti a suo carico, montata ad hoc, era decaduta già un anno dopo il suo ingresso in prigione).

Il Collettivo Italia Centro America
È un collettivo di base che opera sia in Italia che in vari paesi del Centro America a diretto contatto con le realtà di base locali.

Per maggiori informazioni sulla campagna: www.lisolaeilmattone.blogspot.com




PROGRAMMA:

* mercoledì 3 ottobre, h. 19.00: incontro pubblico organizzato dall'Associazione culturale "Ex-Lavanderia" presso l’ex Manicomio di Roma Santa Maria della Pietà, Monte Mario, ROMA

* giovedì 4 ottobre, h. 14.00: CONFERENZA STAMPA convocato presso il Senato della Repubblica, Sala delle conferenze stampa - Palazzo Madama, 2 ROMA

* venerdì 5 ottobre, h. 20.00: Associazione XENA – PADOVA (luogo da confermare)

* sabato 6 ottobre, h. 19.00: Csa BARAONDA, Via Amendola, 1 – Rovagnasco di Segrate MILANO (come arrivarci su: http://www.ecn.org/baraonda/dovesiamo.html).

Sperando nel vostro interesse e mettendoci a disposizione attraverso honduras@puchica.org per maggiori dettagli, vi mandiamo un saluto fraterno. Ufficio stampa: Luca Martinelli; tel. 349-86.86.815

Collettivo Italia Centro America

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25 settembre, 2007

Continua la campagna in difesa della Bahia di Tela

La campagna l'isola e il mattone continua con la presenza in Italia di Alfredo Lopez, rappresentante del popolo garifuna e dell'organizzazione Ofraneh.
Gli appuntamenti saranno:

Mercoledì 3 ottobre, h. 19.00: Associazione Culturale Ex-Lavanderia presso l’ex Manicomio di Roma Santa Maria della Pietà, MonteMario, ROMA

Venerdì 5 ottobre, h. 20.00: Associazione XENA, PADOVA (luogo da confermare)

Sabato 6 ottobre, h. 19.00: Csa BARAONDA, Via Amendola, 1 – Rovagnasco di Segrate MILANO (come arrivarci su: http://www.ecn.org/baraonda/dovesiamo.html).

Per qualsiasi informazione potete scrivere a: honduras@puchica.org

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BIRMANIA: Continua la protesta dei monaci


22 settembre, 2007

HONDURAS IN MARCIA R-ESISTE

HONDURAS IN MARCIA R-ESISTE
per l’Italia dal 02 al 07 ottobre 2007 (anno 3°)
Anche quest’anno con il Collettivo Italia-Centro America, C.I.C.A. stiamo organizzando la visita in Italia di un rappresentante dei movimenti popolari honduregni. Verrà Alfredo Lopez dell’Organizzazione fraterna dei popoli negri dell'Honduras, OFRANEH. Alfredo ha trascorso sette anni in carcere come prigioniero politico, detenuto in base a false accuse montate su misura per contrarrestare il suo impegno in difesa delle terre collettive della propria comunità Garifuna, Triunfo de la Cruz. Honduras. La visita di Alfredo Lopez rientra nelle attività della campagna internazionale "L'isola e il mattone" in difesa della Laguna de los Micos nella Bahia de Tela, minacciata dalla costruzione del megaprogetto turistico “Los Micos Beach & resort”.
Stiamo ultimando il programma degli incontri a cui parteciperà Alfredo. Appena pronto lo pubblicheremo nel blog L'isola e il mattone, ma già da adesso possiamo anticiparvi che le città interessate saranno Milano, Roma, Padova e Piombino.
Per maggiori informazioni: honduras@puchica.org

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21 settembre, 2007

COLOMBIA: MOVIMENTO VITTIME PARAMILITARI: "CHIQUITA FUORI DAL PAESE"

Misna
Le vittime della violenza paramilitare hanno chiesto che venga proibito alla multinazionale delle banane “Chiquita”, che ha ammesso legami con i paramilitari, di operare in Colombia. Il ‘Movimento delle vittime’ intende chiedere al ministero del Commercio il ritiro di tutte le licenze commerciali assegnate alla multinazionale e alle società ad essa affiliate: “Che succederebbe se una società colombiana fosse accusata di essere complice dell’omicidio di lavoratori negli Stati Uniti?” si è chiesto ironicamente Ivan Cepeda, capo di questo gruppo che riunisce la maggior parte delle vittime dei paramilitari nel paese. Un portavoce della “Chiquita” ha risposto affermando che l’azienda non opera più in Colombia dal 2004; ma, secondo altre fonti “Chiquita” continua a rifornirsi di banane colombiane attraverso un intermediario. Due giorni fa, un tribunale di Washington aveva emesso una controversa sentenza, ritenendo valido un accordo raggiunto a marzo scorso tra i vertici della Chiquita Brand e il governo americano: la condanna a pagare una multa di 25 milioni di dollari e una pubblica ammissione di colpa, in cambio della rinuncia ad ulteriori procedimenti giudiziari da parte dell’accusa. A marzo, l’azienda aveva ammesso di aver versato tra il 1997 e il 2004 – attraverso la filiale colombiana ‘Banadex’ – almeno 1,7 milioni di dollari ai paramilitari “per la protezione dei suoi dipendenti” nelle regioni settentrionali di Urabá (Antioquia) e Santa Marta (Magdalena).

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BOLIVIA: Esercito produrrà pane a basso costo per combattere speculazione

da Romacittaperta.it
Il presidente boliviano Evo Morales ha disposto che i militari producano pane nelle caserme e lo vendano a un prezzo calmierato, nel tentativo di porre fine alla speculazione dei fornai che hanno aumentato il prezzo del pane e hanno diminuito il peso dei pezzi messi in vendita. Il leader del Movimento al Socialismo e capo dello Stato ha dato il via all'iniziativa inaugurando due forni industriali nelle installazioni di due reggimenti, uno a La Paz e l'altro nella vicina favela di El Alto. "In questo modo le Forze armate dimostreranno tangibilmente di servire il popolo", ha specificato Morales. Nei due forni, con farina importata dall'Argentina a dazio zero, i militari produrranno almeno 17 mila pagnotte al giorno che saranno vendute a 33 centesimi di boliviano (equivalenti a 0,03 centesimi di euro) ciascuna, contro i 40 chiesti dei forni privati. Morales ha annunciato che, quanto prima, saranno installati altri 11 forni industriali in altrettante caserme sparse nel Paese.

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20 settembre, 2007

Concorso letterario italo/cubano di poesia.

da sanremocuba.org
Nel quadro delle iniziative per l’intescambio culturale fra il Ponente Ligure e la provincia sud orientale cubana di Granma,

Il Circolo SanremoCuba di San Remo e La Casa Editrice Ennepilibri di Imperia decidono di istituire il concorso letterario italo/cubano di poesia denominato:
“LE RADICI DELLA PALMA E DELL’ULIVO” premio “GIAN LUIGI NESPOLI”
leggi il bando

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Centro America: investimenti in caduta libera con il Cafta

da icoloridelmais.blogspot.com
La liberalizzazione degli investimenti è uno dei pezzi chiave nel puzzle di ogni trattato di libero commercio (Tlc). E l'aumento degli investimenti diretti esteri, la capacità di attrarre maggiori risorse per lo sviluppo delle attività produttive, è segnalato tra gli effetti positivi di ogni Tlc (quasi salvifici per le piccole economie dei Paesi del Sud del mondo).
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19 settembre, 2007

Honduras: la sporca campagna elettorale di Micheletti

di Antonio Pagliula - verosudamerica.blogspot.com
candidato alla presidenza per il partito liberale, Roberto Micheletti, approfitta del dolore del popolo hondureño, causato dall’uragano Felix, per fare politica e distribuire aiuti umanitari in borse con su impressa la sua faccia.
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17 settembre, 2007

Approvata la Dichiarazione ONU sui diritti dei Popoli Indigeni

da Survival.org
Tripudio per l'approvazione da parte delle Nazioni Unite della Dichiarazione sui Popoli Indigeni e Tribali
New York - I popoli indigeni di tutto il mondo celebrano l'approvazione da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione sui Diritti dei Popoli Indigeni. La dichiarazione è stata approvata con maggioranza schiacciante nel corso di una votazione che passerà alla storia.
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14 settembre, 2007

ELEZIONI GUATEMALA: Colom e Molina al ballottaggio

ada Latinoamerica-online.it
10 settembre - Le previsioni della vigilia si sono avverate: il socialdemocratico Alvaro Colom, dell'Unidad Nacional de la Esperanza, e il generale a riposo Otto Pérez Molina, del raggruppamento di destra Partido Patriota, si disputeranno la presidenza il 4 novembre. Quando restavano da scrutinare meno del 3% delle schede, Colom superava il suo avversario di quasi 5 punti percentuali. Al terzo posto si è piazzato il medico Alejandro Giammattei, del partito di governo Gran Alianza Nacional, seguito dall'ex collaboratore dell'esercito Eduardo Suger del conservatore Centro de Acción Social, entrambi con il 18% circa dei voti. Rigoberta Menchú, di Encuentro por Guatemala, non è riuscita ad andare oltre il 3%. Meno ancora si è aggiudicato l'ex dittatore Efraín Ríos Montt, del Frente Republicano de Guatemala, che comunque ha raggiunto il risultato voluto: con l'elezione a deputato si è assicurato l'immunità parlamentare e non potrà essere perseguito per i crimini di lesa umanità di cui è accusato. Le consultazioni erano state precedute da una campagna elettorale violenta e sanguinosa e anche la giornata del voto ha fatto registrare alcuni incidenti. A Tucurçu si sono avute contestazioni e accuse di compravendita di voti: negli scontri che ne sono seguiti un civile è morto in circostanze ancora non chiare.

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Nicaragua ratifica la penalizzazione dell'aborto terapeutico


(Testo e Foto Giorgio Trucchi) Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua
Con 62 voti a favore ed i soli voti dei tre deputati della Alianza MRS contro, i deputati della Asamblea Nacional hanno abolito ieri il Comma 3 dell'articolo 143 del nuovo Codice Penale, confermando il divieto assoluto di qualsiasi forma di aborto in Nicaragua ed eliminando di fatto la possibilità per i medici di effettuare l'aborto terapeutico in caso di grave rischio per la vita della madre, di gravi malformazioni del feto o di maternità a seguito di violazione della futura madre.
In questo modo il Nicaragua si unisce agli altri 4 paesi che nel mondo hanno adottato questa misura.
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13 settembre, 2007

NICARAGUA: EMERGENZA URAGANO FELIX

Esprimiamo la nostra solidarietà alla popolazione nicaraguense colpita da questa calamità

L’uragano che ha devastato la zona atlantica del Nicaragua nei giorni 4 e 5 di settembre ha causato ingentissimi danni e molte perdite di vite umane.

Nella città di Bilwi (Puerto Cabezas) il 90% delle case e l’80% delle scuole sono rimaste senza tetto, la rete elettrica e telefonica initulizzabile e l’ospedale è stato evacuato prima che venisse reso inagibile dal passaggio dell’uragano. A Sandy Bay non c’è stata pietà, la distruzione di case è stata quasi totale, sono rimaste in piedi solo 15 case quelle che non erano di legno. Stessa situazione nei Cayos Miskitos e nella maggior parte delle comunità della costa e dell'entroterra.

Secondo gli ultimi dati, le famiglie danneggiate sono 24.891, per un totale di 150.542 persone. 67 i morti confermati, 138 gli scomparsi e 135 le persone che sono state ritrovate e tratte in salvo. La maggior parte delle persone che si trovavano nei centri di accoglienza a Bilwi (Puerto Cabezas) sono ritornate nelle loro case ed attualmente sono 1.277 quelle che si trovano ancora nei 13 rifugi rimasti.
Anche se ancora non ufficiale, alle 67 persone decedute se ne potrebbero aggiungere nelle prossime ore altre 67 già riportate come morte, il dato non è ancora stato verificato dalla Defensa Civil e dal SINAPRED.

L’Associazione Italia-Nicaragua lancia una campagna di raccolta fondi destinata all’emergenza e successivamente alla ricostruzioe nella Regione Autonoma dell’Atlantico Nord.
I primi fondi raccolti verranno consegnati al SINAPRED, il sistema nazionale per la prevenzione e l’intervento nei distastri naturali.

Gli altri fondi verranno destinati a progetti di ricostruzione che l’Associazione Italia-Nicaragua individuerà tra quelli proposti.

Coloro che volessero contribuire possono destinare i contributi al seguente conto corrente bancario:

Coord. Associazione Italia-Nicaragua Via Mercantini 15 - 20158 Milano
c/c: n° 19.990
Banca Popolare di Milano, agenzia 21.
Abi: 05584
Cab: 01621

(Specificare causale: Emergenza uragano Felix)

Coord. AIN
12 settembre 2007

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11 settembre, 2007

Nicaragua: Decretati tre giorni di lutto nazionale

Un Daniel Ortega visibilmente provato dalle frenetiche giornate che sono seguite al devastante Uragano Félix, tristemente snobbato da gran parte della stampa italiana ed europea, ha dato lettura, insieme al generale Julio César Avilés, all'ultimo comunicato del Sistema Nacional de Prevención, Mitigación y Atención de Desastres (SINAPRED) ed ha decretato 3 giorni di lutto nazionale (ascolta l'audio su http://www.itanica.org/ ).
Secondo queste informazioni, le uniche ad essere ufficiali, le famiglie danneggiate sono 24.891, per un totale di 150.542 persone. 67 i morti confermati, 138 gli scomparsi e 135 le persone che sono state ritrovate e tratte in salvo. La maggior parte delle persone che si trovavano nei centri di accoglienza a Bilwi (Puerto Cabezas) sono ritornate nelle loro case ed attualmente sono 1.277 quelle che si trovano ancora nei 13 rifugi rimasti.
Anche se ancora non ufficiale, alle 67 persone decedute se ne potrebbero aggiungere nelle prossime ore altre 67 già riportate come morte, ma il dato non è ancora stato verificato dalla Defensa Civil e dal SINAPRED.
La notizia diffusa dai mezzi d'informazione secondo la quale i corpi di 54 persone sarebbero stati raccolti e seppelliti sulle coste dell'Honduras è stata smentita dall'esercito hondureño.

Continuano intanto ad arrivare i soccorsi e gli aiuti internazionali. L'esercito ha creato vari ponti aerei per portare i soccorsi nelle zone più impervie della Costa Atlantica Nord e nelle comunità ancora isolate, ottimizzando i pochi mezzi aerei a disposizione. In questi primi 6 giorni ha trasportato circa 150 tonnellate di aiuti.
Secondo Ortega, il piano prevede l'invio di aiuti di prima necessità (essenzialmente alimento, acqua, medicine, teli di plastica, coperte e lamiere per le prime riparazioni ai tetti) per i prossimi 6 mesi, mentre iniziano le opere di ricostruzione delle infrastrutture ed i programmi produttivi.
L'80% della rete elettrica di Bilwi è già stata ristabilita, mentre invece continuano i problemi con la rete di distribuzione dell'acqua potabile e la riabilitazione dei pozzi nelle comunità.

In termini generali il governo sta dimostrando di seguire passo a passo l'evoluzione della drammatica situazione e si è attivato per ridefinire alcuni progetti già esistenti con l'Alternativa Bolivariana para las Américas (ALBA) e convogliarli verso l'emergenza della Regione Autonoma dell'Atlantico Nord (RAAN).
Ortega ha anche avvertito che sarà compito del suo governo e della Asamblea Nacional rafforzare istituzioni fondamentali come SINAPRED e Defensa Civil, "in quanto ci stiamo rendendo conto che negli ultimi anni erano state debilitate dall'operato dei governi precedenti".

Indipendentemente da quelle che saranno le cifre finali di questo disastro, è evidente che ancora una volta saranno le popolazioni più povere ed emarginate a soffrire le conseguenze di una politica governativa che storicamente ha abbandonato ampi settori della popolazione nicaraguense, in special modo quelli delle popolazioni autoctone (miskitos, ramas, sumos y mayagna) della Costa Atlantica.
Come accaduto durante l'Uragano Mitch, le vittime dei disastri naturali sono ancora quei settori della popolazione che vivono nella miseria e di cui ci si accorge solo quando diventano notizia per i famelici mezzi di informazione.
La destra nicaraguense, con i principali mezzi d'informazione che la rappresentano, ha già dimenticato il vergognoso comportamento dei passati governi (Alemán si era rifiutato di decretare il Disastro Nazionale e lo Stato d'emergenza mentre l'allora sindaca di Posoltega, Felicita Zeledón, annunciava il crollo di parte del Volcán Casita dove morirono più di 2.500 persone) e il saccheggio selvaggio delle incalcolabili risorse giunte nel paese. Lo stesso governo Bolaños aveva inscenato i soccorsi nella zona sud della Costa Atlantica colpita dall'Uragano Beta lo scorso anno, per poi dimenticarsi delle vittime di quell'evento.

La memoria corta di queste forze ora all'opposizione o molto più probabilmente il freddo calcolo politico, stanno ora inscenando inopportune proteste per il lento avvio dei soccorsi e la presunta incapacità del governo nel far fronte all'emergenza. La tanto decantata unità nazionale di fronte al dolore di questi giorni diventa così una patetica ennesima dimostrazione della totale mancanza di dignità di certi settori, che da sempre hanno appoggiato quel mondo della politica e dell'economia che hanno trascinato il Nicaragua tra i paesi più poveri dell'America latina.

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua gtrucchi@itanica.org - http://www.itanica.org/ )

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10 settembre, 2007


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08 settembre, 2007

GUATEMALA: Speranze di democrazia

da Peacereporter.net
“Mancano pochi giorni al voto ed è il momento per fare il punto sulla campagna elettorale appena conclusasi. Una cosa sola posso dire: è stata davvero unica, dato che a caratterizzarla è stata sempre e solo la violenza. Sono più di 45 i morti ammazzati, tutti candidati provenienti dai più svariati partiti. A decine sono minacciati e molti intimiditi e aggrediti. Un bilancio devastante, macchiato sia dal sangue sia da trame oscure di ogni genere e grado”. A raccontarci come il suo paese stia vivendo questo appuntamento cruciale per il suo futuro è Mario Polanco, presidente del Gam, Gruppo di Muto appoggio, organizzazione in difesa dei diritti umani fra le più importanti del Guatemala. Domenica prossima, 9 settembre, quasi 6 milioni di cittadini sono chiamati a votare per il presidente, il vice e il Congresso (legislativo, unicamerale e composto da 158 deputati) e a rinnovare le corporazioni nei 332 municipi del paese. E Polanco dipinge un quadro a tinte fosche, aggravato dalle dichiarazioni degli osservatori dell'Unione europea inviati in Guatemala: "Attenzione alle infiltrazioni di interessi legati al narcotraffico nei partiti politici".
continua

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Guatemala: domenica il paese al voto senza entusiasmo

I sondaggi prevedono un ballottaggio tra il generale Pérez Molina (Partido Patriota) e Colom (Unidad Nacional de la Esperanza)
David Lifodi
Fonte: Bolpress, Adital
6 settembre 2007
Saranno più di settantamila gli osservatori che parteciperanno alle presidenziali guatemalteche in programma domenica 9 Settembre dopo una campagna elettorale all'insegna della violenza. Più di 40 candidati (locali e nazionali) sono stati uccisi dal mese di maggio ad oggi, secondo i dati citati dalla organizzazione non governativa Mirador Electoral: nei dipartimenti di Alta Verapaz, Petén e San Marcos alcuni partiti hanno preferito non presentare i propri candidati dopo pesanti minacce, attacchi e aggressioni di cui sono rimasti vittime.Il quadro in cui quasi sei milioni di guatemaltechi si recheranno alle urne non è dei più rosei: sia per l'elezione del nuovo presidente che per quella dei deputati che siederanno al Congresso la sfida sembra essere tra il Partido Patriota (Pp) del generale Pérez Molina e lo sbiadito centrosinistra della Une (Unidad Nacional de la Esperanza) di Colom, nei fatti una sorta di destra camuffata forse leggermente più presentabile dello stesso Pp. Secondo i recenti sondaggi divulgati dal quotidiano indipendente "Prensa Libre", si profilerebbe un ballottaggio (previsto il 4 novembre) tra Colom e Pérez Molina, con il generale del Pp dato per favorito di circa cinque punti percentuali. Bisogna peraltro notare come l'elezione per la presidenza, a partire dal 1985, ha sempre avuto bisogno di una seconda tornata elettorale: nel 2003 Berger superò Colom per soli 200mila voti. Gianmattei, il delfino di Berger candidato per il Gana (Grande Alleanza Nazionale), non dovrebbe superare il 10% dei consensi, mentre l'ex dittatore Rios Montt sembra avere molte probabilità di conquistare un seggio al Congresso, cosa che gli garantirebbe l'immunità nel silenzio generale della comunità e della stampa internazionale.Aldilà di chi uscirà vincitore da questa contesa, secondo molti analisti politici e anche la maggior parte dei cittadini guatemaltechi queste elezioni non serviranno a niente, spingendosi fino a definire il processo elettorale come "spazzatura". Il rischio che il Guatemala si trasformi nel "Guatapeggio", secondo le parole del commentatore di Bolpress Alfonso Gumucio, è molto alto. Sono molti, in tutti i partiti, i candidati che hanno sulla loro testa procedimenti giudiziali pendenti, principalmente per i loro legami con il narcotraffico e per abuso di autorità. Uno dei casi più clamorosi riguarda il deputato Manuel Castillo, che nonostante i suoi comprovati legami con il narcotraffico e l'espulsione da numerosi partiti continua a sedere tranquillamente in Parlamento, mentre buona parte dei parlamentari si ricicla nella formazione politica che sembra avere maggiori probabilità di successo. Tra i circa cinquanta sindaci in corsa per la Unidad Nacional de la Esperanza più della metà aveva ricoperto incarichi politici per il Fronte Repubblicano Guatemalteco (Frg), il partito di estrema destra di Montt responsabile delle peggiori violazioni dei diritti umani .La speranza è che al primo turno ci sia una sorpresa in termini di un exploit da parte del Maiz-Urng (Movimiento Amplio de Izquierda),che però non presenta un suo candidato alla Presidenza, ma solo i suoi esponenti al Congresso, oppure di Rigoberta Menchù, su cui però va aperto un capitolo a parte. Gli ultimi sondaggi sembrano attribuire alla Premio Nobel non più del 6% delle intenzioni di voto, che la classificherebbero addirittura quarta dietro a Pérez Molina, Colom e Gianmattei. Candidata per Encuentro por Guatemala (Eg), partito nato per volontà della attivista per i diritti umani Nineth Montenegro, purtroppo Rigoberta sembra non godere nemmeno dell'appoggio di tutte le comunità indigene. Come scrive Maurizio Chierici nel suo recente libro "La scommessa delle Americhe", il Cuc (Comité Unidad Campesina) le rimprovera aspramente la sua presenza nell'esecutivo Berger ritenendolo un tradimento. Altri la accusano di essersi presentata in coppia con Fernando Montenegro (eventuale vicepresidente in caso di successo elettorale), parente di Nineth e imprenditore conosciuto per le sue convinzioni anti-indigene e antipopolari. Pare che Fernando Montenegro non abbia nemmeno utilizzato le sue ricchezze finanziarie per sostenere Encuentro por Guatemala, mentre Nineth Montenegro avrebbe creato dal niente questo partito solo per aver garantita la possibilità di presentarsi alle presidenziali del 2011 in coppia con lo stesso Fernando. Questa analisi, scritta dall'antropologo Ricardo Falla per la "Revista Envio", mette in luce tutte le difficoltà che incontrerà Rigoberta Menchù al momento del voto: se manca un forte consenso sociale come avvenuto in Bolivia ed Ecuador per l'elezione di Morales e Correa, la sua elezione a "presidenta" sarà molto difficile.Nonostante giornalisti e addetti ai lavori sottolineino lo scarso entusiasmo della gente per la candidatura di Rigoberta Menchù, una sua eventuale vittoria (per quanto le sue probabilità siano piuttosto basse) rappresenterebbe comunque uno schiaffo alla destra di Pp e Frg e al trasformismo della Une di Colom.

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06 settembre, 2007

In Costa Rica un referendum popolare per dire "No" al Trattato di libero commercio

dal blog di Luca la versione integrale dell'intervista sul referendum in Costa Rica con Gerardo Cerdas Vega, sociologo che coordina per la regione centro americana il “Grito de los Excluidos/as”.
1) Il Costa Rica è l'unico Paese dell'America Centrale a non aver ancora ratificato il Cafta. Como avete ottenuto questo risultato?
Nel gennaio del 2003, quando iniziarono i negoziati del Cafta, ci trovammo in parte già organizzati: l'anno precedente ci eravamo riuniti e avevamo prodotto materiale informativo sull'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e l'Area di libero commercio delle Americhe (Alca), perché il Costa Rica partecipava ai due negoziati.Ci avvicinammo all'Alianza Social Continental e, con loro, iniziammo a documentarci su una tematica complessa come il libero commercio.Da questo nucleo è nato il movimento cittadino anti-Cafta, che oggi si è esteso a tutta la società ed è presente in modo trasversale in tutte le classi sociali. In 5 anni abbiamo costruito la campagna casa per casa, quartiere per quartiere, sindacato per sindacato, scuola dopo scuola… quello che si chiama “un lavoro da formiche”, ossia un lavoro lento e apparentemente insignificante ma con un enorme potere sociale.Inoltre, già nel 2003 organizzammo le prime due mobilitazioni contro il Cafta, a gennaio e poi a febbraio. Il movimento che vediamo oggi deve molto all'aver colto per tempo il tema e alla capacità di raccogliere progressivamente le organizzazioni popolari del Paese, le vere pioniere di questa lotta che oggi coinvolge politici, partiti, organizzazioni non governative, università pubbliche, personalità e moltissimi cittadini e cittadine che, pur non appartenendo a nessuna realtà organizzata, hanno compreso la necessità storica di mobilitarsi.Un elemento che vorrei mettere in luce è la creatività del movimento per quel che riguarda la produzione di materiali e le forme di espressione, dal tradizionale “volantino” ai video (molti sono su YouTube, ndr), l'uso di internet (ci sono numerosi blog, ndr) e quello del teatro e della musica come strumenti del messaggio politico, la pressione sull'assemblea legislativa e altre istanze governative. continua

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04 settembre, 2007

FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE!!!

Il Collettivo Italia Centro America lancia una campagna internazionale di pressione su Astaldi e v'invita a tempestare di e-mail l'azienda.
Di seguito il testo che potrete trovare anche in spagnolo e inglese nel blog della campagna: l'isolaeilmattone.blogspot.com
Nelle prossime settimane la costa Atlantica dell'Honduras tornerà protagonista del reality show "L'Isola dei famosi". Tra i concorrenti quest'anno c'è anche Astaldi. La seconda azienda italiana delle costruzioni, infatti, ha appena firmato con il governo del Paese centroamericano un contratto per iniziare i lavori del megaprogetto turistico"Los Micos beach & resort centre", lungo la costa caraibica della Bahia de Tela. Un progetto fortemente avversato dalle popolazioni locali,il popolo garifuna, e che avrà un impatto devastante sul territorio, tanto a livello ambientale che sociale ed economico.Secondo Astaldi, che abbiamo sentito telefonicamente, il progetto turistico non potrà che portare "sviluppo,ricchezza e lavoro" nella regione. L'azienda ci ha anche invitato, d'ora in poi, a rivolgere le nostre preoccupazioni e denunce direttamente al committente (il Governo dell'Honduras) lasciando in pace Astaldi. Per questo, vi chiediamo aiuto per far sentire ad Astaldi la sua complicità con un progetto che è economicamente,socialmente e ambientalmente insostenibile.
Inviate la lettera
a Alessandra Onorati, responsabile Comunicazione e Investor Relations di Astaldi a.onorati@astaldi.com
a Mario Iván Casco, di Astaldi Columbus in Honduras, m.casco@honduras.hn,
e a Secretaria de Astaldi Columbus en Honduras, secretaria@astaldi.hn
mettendo in copia honduras@puchica.org
Maggiori informazioni su lisolaeilmattone.blogspot.com
*******************************
Milano, 5 settembre 2007
A Vittorio Di Paolo, presidente di Astaldi
A Giuseppe Cafiero, direttore generale Estero di Astaldi
A Mario Ivan Casco di Astaldi Columbus
A Secretaria de Astaldi Columbus en Honduras
A luglio la vostra azienda, attraverso la propria filiale honduregna, ha firmato con il governo della Repubblica diHonduras il contratto per realizzare opere infrastrutturali legate al progetto turistico “Laguna de Los Micos”,nella regione della Bahia de Tela, lungo la costa Atlantica del Paese. Come certamente saprete, la zona è abitata da oltre duecento anni da comunità garifuna, un popolo afro-indigeno che vive lungo la costa Nord dell'Honduras. I garifuna delle comunità che subiranno gli effetti negativi del progetto -San Juan de Tela, Tornabé, Miami,Triunfo de la Cruz-, affiliate nell'Organizzazione fraternadei popoli negri di Honduras (Ofraneh), denunciano da semprre i possibili rischi e le ricadute negative a livello sociale,economico e ambientale dello sviluppo turistico selvaggio della Bahia de Tela. Il progetto, infatti, prevede la realizzazione di un mega complesso che andrà ad occupare 500 ettari di terra e una striscia di spiaggia di 3 km. All'interno de “Los Micosbeach & resort centre” troveranno posto quattro hotel di lusso, 256 ville, un campo di golf, un club ippico e un centro commerciale. Il tutto verrà realizzato all'interno del Parco nazionale intitolato a Jeanette Kawas (Pnjk) e di una laguna registrata (con il numero 722) nell'elenco delle paludi protette dalla Convezione internazionale di protezione delle paludi (conosciuta come Ramsar). Il riempimento di gran parte della palude per la realizzazione del campo da golf, attività che si appresta ad avviare la vostra azienda, è incompatibile con la convenzione Ramsar, che considera le paludi aree di assoluta preservazione, e andrebbe inoltre a compromettere gli equilibri idrici della zona, provocando l'alterazione dei corsi d'acqua, e quindi il funzionamento della palude stessa, aumentando i rischi di inondazione durante i periodi di maggiori precipitazioni nelle comunità limitrofe e nella città di Tela.Anche uno studio tecnico elaborato dalla Fondazione per laprotezione di Lancetilla, Punta Sal e Texiguat (Prolansate),organizzazione non governativa, con incarico istituzionale di conservazione del Parco nazionale Jeanette Kawas,dimostra il disastroso impatto ambientale del progetto evidenziare le numerose violazioni di accordi internazionali (accordo sulla diversità biologica, Cdb; ilconvegno per la conservazione della biodiversità e protezione di aree naturali in America Centrale -decreton° 183/94-), leggi forestali nazionali, direttive ambientali della Banca interamericana di sviluppo, soggetto finanziatore del progetto, oltre che del regolamento interno del Parco. La zona del progetto, inoltre, appartiene all'habitat funzionale delle comunità garifuna di Miami, Tornabé,San Juan de Tela, La Ensenada e Triunfo de la Cruz, la cui popolazione ottiene parte del proprio sostentamento dalla laguna menzionata. Il progetto confina con la zona del nucleo del parco nazionale, destinato alla protezione assoluta: una zona, cioè, nella quale la legislazione honduregna non permette alcun cambiamento o alterazione dell'ecosistema.Per la realizzazione del megaprogetto, il cui importo complessivo supero i 200 milioni di dollari, l'Honduras contrarrà un nuovo prestito con la Banca interamericana di sviluppo (Bid), di cui beneficierà anche Astaldi (percirca 15 milioni di dollari). Ciò comporta un aumento del già alto indebitamento estero del Paese, i cui costi gravano sulle classi popolari.
Per ciò chiediamo ad Astaldi Columbus di sospendere immediatamente ogni attività relativa all'incarico ricevuto.

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03 settembre, 2007

Comunicato stampa: L'"Isola dei famosi" e l'isola del mattone


Milano, 3 settembre 2007

I villaggi vacanze dopo il reality

Dietro il reality show di Rai 2, in programma da metà settembre, c'è un megaprogetto turistico per un resort di lusso sulla costa caraibica dell'Honduras. Il 17 agosto è stata posata la prima pietra. A incaricarsi dei lavori è l'italiana Astaldi. La popolazione locale, i garifuna, protesta e denuncia: "Il progetto minaccia la nostra sopravvivenza". Il Collettivo Italia Centro America lancia una campagna internazionale contro Astaldi.

Tutte le informazioni sul blog: lisolaeilmattone.blogspot.com
C'è un concorrente nascosto all edizione 2007 dell'"Isola dei famosi".È Astaldi, la seconda società di costruzioni in Italia. A luglio ha firmato il contratto per iniziare i lavori del megaprogetto turistico "Laguna de los Micos". Il complesso verrà realizzato nella Bahia de Tela, sulla costa caraibica dell'Honduras, a pochi chilometri dalle isole dei Cayos Cochinos, dove il 20 settembre inizia la nuova serie del reality show. La regione è abitata dal popolo afro-indigeno dei garifuna, che vive di pesca in comunità lungo la costa e teme l'impatto sociale e ambientale del turismo di massa.Oggi la Laguna de los Micos è un paradiso di mangrovie, una striscia vergine di spiaggia e vegetazione di oltre 3 km. Il progetto nella Bahia de Tela prevede la realizzazione di quattro hotel di lusso, 256 ville, un campo di golf, un club ippico e un centro commerciale -su una superficie complessiva di oltre 300 ettari-. Il tutto verrà realizzato all'interno del Parco nazionale intitolato a Jeanette Kawas (Pnjk) e di una laguna registrata (con il numero 722) nell'elenco delle paludi protette dalla Convezione internazionale di protezione delle paludi (conosciuta come Ramsar). Perciò il riempimento di gran parte della palude per la realizzazione del campo da golf è illegale. Non ci sono state nemmeno le consultazioni con le popolazioni locali, come vorrebbe l'Accordo n. 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro. Astaldi si incaricherà di realizzare la rete di infrastrutture di base, per un importo complessivo di circa 18 milioni di dollari (il budget complessivo del progetto è di circa 200): l'azienda italiana costruirà le strade, le fognature, il sistema elettrico, quello per la raccolta dei rifiuti solidi e per immagazzinare l'acqua potabile. Il 17 agosto scorso il ministero del Turismo ha posto "la prima pietra" del megaprogetto: presto arriveranno i villaggi vacanze, pronti ad attrarre nel Paese un numero sempre maggiore di turisti occidentali (da Milano ogni settimana parte già un volo charter diretto in Honduras, porta i turisti sull'isola di Roátan, attualmente l'unica "Cancún" del Paese). Non è un caso, perciò, se per il secondo anno consecutivo "i famosi" e l'Isola metteranno per tre mesi le spiagge honduregne in vetrina davanti a milioni di telespettatori italiani (lo scorso anno il programma raccolse il 25% di share). Cosa nasconde l'Isola? Nel dicembre 2006 un'inchiesta della rivista Altreconomia ha rivelato che le isolette dei Cayos, sedi del reality, sono in vendita. In più, il format prodotto da Magnolia e trasmesso dalla Rai sconvolge gli equilibri su cui si regge la vita delle popolazioni locali. Lo scorso anno, ad esempio, la gente del Cayo Chachahuate non poté uscire in barca a pescare per tutto il tempo delle riprese.Il Collettivo Italia Centro America (Cica), impegnato al fianco dei garifuna di Ofraneh, l'Organizzazione fraterna dei popli negri dell'Honduras, lancia domani una campagna internazionale contro Astaldi.

Sul blog lisolaeilmattone.blogspot.com dossier e una dettagliata lettera di denuncia (in tre lingue: italiano, inglese e spagnolo) da inviare ai rappresentanti dell'azienda in Italia e in Honduras.

Il Collettivo Italia Centro America (Cica) è un collettivo di base, formato da persone che negli ultimi anni hanno lavorato in progetti di cooperazione popolare in diversi Paesi del Centro America. Lavora per monitorare gli interessi del capitale italiano in America Centrale e denunciare le violazioni dei diritti umani nella regione.

Web: www.puchica.org

E-mail: honduras@puchica.org; info@puchica.org

Ufficio stampa: Luca Martinelli (349.8686815)

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02 settembre, 2007

NICARAGUA: Grave conflitto con la ESSO Standard Oil: messi sotto sequestro gli impianti di Corinto

A seguito di una denuncia della Dirección General de Aduanas (DGA), la giudice Socorro Toruño del Tribunale di Chinandega (occidente del Nicaragua), ha disposto il sequestro degli impianti della ESSO, una delle più importanti compagnie petrolifere presenti nel paese.
L'accusa riguarda la presunta importazione non dichiarata di grosse quantità di petrolio nel paese ed a questo si aggiungerebbe l'errato pagamento delle imposte da parte della compagnia. Secondo le due istituzioni, la ESSO avrebbe evitato di pagare alla DGA circa 54 milioni di cordobas (3 milioni di dollari) in concetto di imposte per l'importazione del petrolio ed avrebbe anche pagato solo il 25% (invece del 30% previsto dalla Legge di Equità Fiscale) in concetto di Imposta sul Reddito alla DGI, su un totale dichiarato di 49 milioni di cordobas (circa 2.7 milioni di dollari).
La giudice Toruño ha quindi accolto la richiesta della DGA ed ha messo sotto sequestro gli impianti di stoccaggio e distribuzione di Corinto (principale porto del Nicaragua sull'Oceano Pacifico), affidandone la custodia all'amministratore della DGA a Corinto. Mentre iniziavano le negoziazioni tra la compagnia, il Ministro dell'Energia e Miniere, Emilio Rappaccioli e le istituzioni coinvolte nella denuncia e mentre l'ambasciata statunitense tuonava contro la violazione alla proprietà privata ed al libero commercio, ventilando la possibilità di una crisi tra i due stati, la DGA ha deciso di affittare per sei mesi l'Area Uno di stoccaggio alla Empresa Nicaraguense de Petróleo (PETRONIC). Poco dopo la firma del contratto d'affitto, alcune decine di lavoratori e tecnici di PETRONIC hanno preso possesso dei sette enormi serbatoi di stoccaggio ed hanno iniziato il travaso di parte del petrolio proveniente dal Venezuela, petrolio che il governo di Ortega ha negoziato con questo paese all'interno dei progetti di cooperazione tra i paesi che fanno parte dell'Alternativa Bolivariana para las Américas (ALBA).
Pochi giorni dopo il sequestro degli impianti e mentre proseguivano le negoziazioni tra le parti, la giudice Toruño ha deciso di affidarne la custodia a un nuovo soggetto, il gerente generale della ESSO di Corinto, Gabriel Cedeño, con l'obbligo però di rispettare il contratto di affitto con PETRONIC firmato dal suo predecessore.
Secondo l'Assessore Internazionale per gli Affari di Governo della ESSO, Milton Chávez, "questa nuova disposizione della giudice Toruño non è accettabile, in quanto all'interno delle istallazioni continua a permanere personale di PETRONIC e questo vuol dire che la ESSO non ha ancora ripreso possesso dei propri impianti".
Per questo motivo, la compagnia nordamericana ha rifiutato di prendere in consegna gli impianti ed il responsabile degli Affari Pubblici ed Internazionali della ESSO, Alfredo Fernández, ha quindi dichiarato di aver già presentato un ricorso d'appello contro la decisione della giudice.
"Vogliamo che si rispetti la legge e la legge dice che il bene deve essere restituito senza che ci sia gente non della ESSO nelle istallazioni. Fino a che non ritorneremo in possesso dei nostri impianti non potremo conversare, né negoziare", ha dichiarato Fernández.
La difficile situazione che si è creata con la multinazionale nordamericana ha destato molte critiche da parte dell'opposizione e moderate reazioni da parte dell'impresa privata nicaraguense (COSEP).
Se da una parte è piuttosto ovvio che la ESSO abbia qualcosa da nascondere circa le sue importazioni di petrolio e le imposte che avrebbe dovuto pagare secondo quanto previsto dalle leggi nicaraguensi, dall'altra è altrettanto sicuro che la grave emergenza energetica che sta affrontando il governo di Ortega a circa un anno dalle prossime elezioni municipali, abbia fatto accelerare i tempi per la ricerca di una soluzione.
È quanto mai probabile, quindi, che di fronte alle difficoltà nelle negoziazioni con la ESSO per affittare alcune delle sue cisterne dove stoccare il petrolio venezuelano, il governo abbia utilizzato questa tattica per superare gli ostacoli presentati dalla compagnia nordamericana.
Secondo Rodolfo Zapata, gerente di PETRONIC, "non possiamo negare che abbiamo bisogno di cisterne per poter immagazzinare il petrolio venezuelano. Attualmente abbiamo stoccato circa 70 mila barili di petrolio negli impianti di PETRONIC, ma abbiamo bisogno di altre cisterne per altri 50 mila barili. Con quelle affittate alla ESSO potremo immagazzinarne altri 20 mila e stiamo negoziando con altre imprese per poter immagazzinare ciò che resta", ha concluso il responsabile dell'impresa nazionale di petrolio.
Mentre si discute e la situazione vive un momento di impasse, la ESSO si trova di fronte a nuovi problemi. Secondo Eduardo Gaitán, Direttore delle Imposte del Comune di Managua, "la compagnia nordamericana deve pagare più di 90 milioni di cordobas (circa 4,9 milioni di dollari) in concetto di licenza comunale di operazioni".
Le quattro compagnie petrolifere presenti in Nicaragua avrebbero un debito di oltre 9,6 milioni di dollari e Gaitàn ha spiegato che "non si tratta di una nuova imposta, in quanto il petrolio e i suoi derivati sono esonerati dalle imposte municipali. Si tratta invece della licenza per poter operare sul nostro territorio e questa si deve pagare in base al guadagno lordo degli ultimi tre mesi, sulla cui media viene poi calcolato il 2 per cento".
(Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua)

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