19 maggio, 2010

Creare una cultura d’unità popolare in Honduras

www.voselsoberano.com venerdì 14 maggio 2010
Agapito Robleda Castro - Quotidiano “Tiempo”
L’Honduras è un paese con una diffusa microproduzione (personale, familiare, artigianale, di piccoli gruppi, ecc.), circostanza oggettiva che in molti genera idee ed atteggiamenti di tipo individualistico e di frammentazione, condizione mentale per il divisionismo nei raggruppamenti politici e sociali.

Il movimento popolare honduregno, dalla divisione che si verificò nella Federazione Operaia Honduregna (FOH) nel 1928 per disaccordi elettorali, fino ad oggi è stato pieno di casi di frazionamenti e divisioni, cosa che ha favorito le classi dominanti del paese.

Da allora il movimento popolare e rivoluzionario honduregno ha continuato a spezzettarsi. I momenti in cui vi fu unità, risultarono brillanti, come nei casi dello Sciopero Generale del maggio del 1954, nella lotta contro la dittatura di Julio Lozano Díaz (1954-1956), nel rifiuto del progetto educativo imperialista del Consorzio della Florida nel 1973.

A parte questo, il resto è stato una lunga storia di frazionamenti, divisioni e sottodivisioni del movimento rivoluzionario, che per molti anni l'ha tenuto in pezzi. Si è creata nel pensiero di molte persone ed organizzazioni una cultura di frammentazione e divisione, opposta alle necessità della lotta degli honduregni per le loro istanze ed obiettivi.

Il colpo di stato reazionario del 28 giugno scorso ha sorpreso le diverse sfumature della sinistra honduregna vergognosamente divise, rendendole incapaci di adempiere gli impegni che competevano loro, mentre il popolo honduregno dava uno straordinario esempio di unità, costituendo il Fronte Nazionale di Resistenza in quasi in tutto il paese e dando ai golpisti le risposte che le sue possibilità gli consentivano.

Questa è una lezione che dobbiamo imparare tutti, soprattutto i veri rivoluzionari. Il primo passo che dobbiamo fare è dimenticare vecchie differenze e rancori ed unirci. Unire la sinistra, le organizzazioni sociali popolari, i politici onesti e tutti gli honduregni ed honduregne che desiderano cambiare la situazione dell’Honduras.

In questo sforzo alla ricerca dell'unità, dobbiamo attuare tutt’un lavoro incessante di chiarimento teorico e maturazione della coscienza politica, che porti anche i più refrattari a comprendere. Capire la necessità dell'unità delle sinistre, delle organizzazioni sociali e di tutti gli honduregni patrioti, per sconfiggere i corrotti ed oppressori del popolo e conseguire le trasformazioni istituzionali e strutturali necessarie alla nazione, per raggiungere il livello di sviluppo e progresso dei paesi più avanzati.

Vale a dire, è compito di tutti lavorare per creare una cultura d’unità nelle sinistre, nel movimento sociale ed in tutti gli honduregni, come condizione fondamentale per vincere i nemici della nazione e dei diritti popolari e costruire un Honduras davvero democratico, sovrano e prospero.

Bisogna debellare la cultura della frammentazione e della divisione che conduce al fallimento, costruendo la cultura dell'unità popolare che conduce alla vittoria.

http://voselsoberano.com/v1/index.php?option=com_content&view=article&id=5542:crear-una-cultura-de-unidad-popular-en-honduras&catid=2:opinion
Tradotto da Adelina Bottero

18 maggio, 2010

AZIONE URGENTE: RIPUDIO DELLA PRESENZA DI UN CARDINALE GOLPISTA A ROMA

leggete qui la lettera: http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=2327


da inviare a:
Att. Ambasciatore Paolo Bruni Segretario Generale IILA
seg.generale@iila.org
Att. Comunità di Sant' Egidio
info@santegidio.org
m2000@santegidio.org
internazionale.ambrosiana@caritas.it, segreteria@caritasitaliana.it
europa.ambrosiana@caritas.it,
caritas.ambrosiana@caritas.it
caritas.ambrosiana@caritas.it,
stampa.ambrosiana@caritas.it
territorio.ambrosiana@caritas.it,

e una copia in CCN per americalatina@rifondazione.it

17 maggio, 2010

HONDURAS: Il Cardimale golpista sarà in Italia

Persona no grata, campagna di ripudio contro il cardeMal:

di Giorgio Trucchi : Mons. Oscar Rodríguez Maradiaga arriva in Italia. Il suo attivo sostegno al colpo di Stato non deve passare inosservato (leggi tutto)

di Fulvio Grimaldi : VERGOGNE DALL'HONDURAS AD ASSISI  (leggi tutto)

video de CATTRACHAS : Fondamentalismo religioso (vedi qui)

16 maggio, 2010

Honduras: Cardinale golpista in visita a Roma

Il 28 maggio, a Roma sará presente questo triste personaggio, gran maestro nel coniugare l'essere e l'avere, la fede con le grandi proprietà, la teologia con il golpismo, la religione con la politica illegale. Al gregge ha sempre preferito l'Opus Dei e le élites dell'Honduras. (leggi tutto)

HONDURAS: Assassinato il nostro compagno di lotta Adalberto Figueroa

Comunicato

Con profonda tristezza comunichiamo e denunciamo alla comunità nazionale ed internazionale l'assassinio del nostro compagno Adalberto Figueroa.

Questa mattina, sabato 8 maggio, verso le 8:30, mentre egli si apprestava a cercar legna in compagnia di suo figlio undicenne e di un nipote, ad appena un chilometro da casa individui col capo coperto da passamontagna gli hanno teso un’imboscata con ripetuti colpi d’arma da fuoco, causandone la morte immediata.

Adalberto è stato indiscutibilmente un leader sia all’interno che al di fuori della sua comunità, si è sempre distinto per il suo senso di solidarietà ed il suo impegno con le cause sociali; attualmente ricopriva l’incarico di membro direttivo della nostra organizzazione, innanzitutto come portavoce; compagno coinvolto nella lotta ambientalista, ha partecipato alla maggior parte delle iniziative programmate dal Movimento Ambientalista di Olancho (MAO); coordinatore del movimento ambientalista del Municipio di Guata ed attualmente consigliere comunale dello stesso Municipio, oltre alla lotta ambientalista e alla partecipazione nella politica, dirigeva spiritualmente la sua comunità come delegato della parola di Dio.

Oggi ci sentiamo tristi ed indignati di fronte a questi fatti: sono già 9 i compagni ambientalisti assassinati ed i casi sono ancora impuniti, abbiamo ampiamente denunciato questi assassini alle autorità del nostro Paese, ma non le degnano della benchè minima considerazione. Capiamo che dietro agli incarichi pubblici della giustizia honduregna, c’è un potere imprenditoriale che detta le regole da seguire e coloro che vanno perseguiti.

Adalberto lascia una vedova e quattro figli, due femmine e due maschi, il maggiore di 17 anni il minore di 8.

Il nostro compagno non aveva nemici, lo dimostrano i fatti inerenti la sua vita ed il coinvolgimento nelle varie organizzazioni ed istituzioni, con cui ha coordinato progetti di sviluppo comunitario.

Sappiamo che dietro questo assassinio c’é un piano ben orchestrato da impresari del legname, che lui aveva affrontato, difendendo il diritto delle comunità dallo sfruttamento insostenibile delle risorse forestali della zona.

Nei giorni precedenti aveva inoltrato una denuncia all'Istituto Nazionale di Conservazione e Sviluppo Forestale (ICF), per sollecitare il blocco del disboscamento in questa zona. Inoltre si era svolto un consiglio comunale aperto, con l’approvazione delle misure necessarie a dichiarare la zona area forestale protetta, data l'importanza che riveste per il Municipio. Queste azioni, senza dubbio, hanno dato fastidio agli sfruttatori di tale risorsa, i quali, visti minacciati i loro interessi, hanno pagato dei sicari per far fuori Adalberto.

Bisogna ricordare che, dopo il colpo di stato, lo sfruttamento del legname si è intensificato, gli impresari del settore si avvalgono degli amici che hanno nell'ICF ed in altre istituzioni pubbliche, per scavalcare i diritti delle comunità, obbligando con tali oltraggi Adalberto e le comunità stesse a difenderli.

Che cosa chiedere ad una giustizia cieca che punisce i deboli e protegge i potenti?

Facciamo appello alle organizzazioni dei Diritti Umani a livello nazionale ed internazionale ed alle organizzazioni integranti il Fronte Nazionale di Resistenza contro il colpo di stato, affinché si pronuncino su questi fatti, ed esigiamo un'inchiesta esauriente per punire i colpevoli.

Il sangue dei Martiri
Accende la nostra lotta

Giunta Direttiva del Movimento Ambientalista di Olancho (MAO)
8 maggio 2010.

www.resistenciahonduras.net

Tradotto da Adelina Bottero

Il FNRP distribuisce oltre un milione di schede per firmare la “dichiarazione sovrana”

Rete d’Informazione di Morazan

Tegucigalpa, 7 maggio 2010

Una “Giornata Patriottica” per distribuire in tutto il paese oltre un milione di schede della “dichiarazione sovrana” e convocare una costituente: così è stato, ha dichiarato oggi Rafael Alegría, membro del Coordinamento del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP).

L'attività è parte del progetto del Fronte di Resistenza per raccogliere 1.500.000 firme del popolo honduregno, consegnarle al Parlamento Nazionale per chiedere l’installazione di “un'assemblea costituente e formulare una costituzione per un nuovo patto sociale, che garantisca i diritti fondamentali del popolo”, ha affermato Alegrìa.

Nella “dichiarazione sovrana” si richiede anche il ritorno incondizionato del deposto presidente, Manuel Zelaya, del padre Andrés Tamayo e di altre 200 persone che si trovano in “esilio forzato”, essendo “perseguitati politici” del regime di Porfirio Lobo, si esige la fine della “persecuzione” e che siano loro garantiti i diritti civili e politici.

Le schede sono state consegnate a “nuclei di quartiere”, ad organizzazioni sociali, professionali e sindacali, presso cui possono essere firmate; così come a membri individuali della Resistenza, quali gli attivisti comunitari, che s’incaricano di raccogliere le firme andando a casa di vicini, amici e familiari.

Gli uffici del Comitato dei Familiari dei Detenuti Scomparsi in Honduras (Cofadeh), del Collegio Professionale Unione Magistrale dell’Honduras (Coprumh), del Sindacato dei Lavoratori dell'Industria delle Bibite e Simili. (STIBYS), la Libreria Soto, sono alcuni punti a Tegucigalpa, dove si può firmare la dichiarazione.

In alcuni quartieri e comunità dell'interno del paese la gente ha organizzato “collegamenti o catene” di collaborazione, informando per telefono su chi e dove ha le schede e chi chiede di firmarle, hanno raccontato alcuni dei partecipanti.

Tutto il processo di raccolta firme per la consultazione popolare si basa sul lavoro volontario e la donazione di materiali da parte di migliaia di persone e centinaia di organizzazioni, come le circa 2000 risme di carta, l'inchiostro e l'utilizzo di stampanti, ad esempio. Circa 300.000 schede sono state distribuite nella seconda quindicina d’aprile.

Dirigenti del Coprumh hanno allertato, nel loro programma radio domenicale, sulla dovuta attenzione nel firmare la scheda, perché c'è un'altra raccolta firme promossa dal Partito Nazionale, esistendo già un progetto di costituente presentato da Porfirio Lobo, dopo che Zelaya promosse la consultazione popolare per una “Quarta Urna” alle elezioni del novembre 2009.

www.resistenciahonduras.net

Tradotto da Adelina Bottero

07 maggio, 2010

1° Maggio in Honduras

da voselsoberano.com

lunedì 3 maggio 2010

Il popolo honduregno ha scritto oggi una delle sue pagine più civili e gloriose, dimostrando la forza pacifica ma energica di un popolo che finalmente si è svegliato dal suo letargo e si unisce ai movimenti emancipatori del pianeta, di un popolo che dice “Presente!” nel consesso delle rivoluzioni che hanno il loro esempio più rilevante nel popolo fratello di Cuba, in El Salvador, in Nicaragua, in Venezuela, in Bolivia, in Ecuador...

La storia honduregna registra momenti di dura lotta, come le molteplici battaglie di Entepica, Lempira e Francisco Morazán per la difesa della libertà, della terra e dei diritti dei popoli insorti contro i conquistatori di tutti gli imperi; però mai come oggi - 1º maggio 2010 - il popolo honduregno, rappresentato dalle sue lavoratrici e lavoratori, aveva dato una dimostrazione tanto convincente di coscienza politica e sociale, di volontà rivoluzionaria ed azione combattiva; ma, soprattutto, di UNITA’ di fronte al nemico comune che l'ha oppresso per secoli.

Il Grande Sciopero delle piantagioni di banane del 1954 fu l'annuncio che il colosso popolare honduregno stava per svegliarsi; si è fatto attendere per 56 anni questo momento storico: oggi l'oligarchia creola, l'estrema destra e l'impero yankee sanno che la loro epoca di saccheggio e rapina contro il popolo honduregno e le sue ricchezze è finita. Noi lavoratrici e lavoratori dell’Honduras siamo uniti di fronte agli avidi innalzatisi a padroni, come cani rabbiosi che pretendono di strappare a morsi la forza vitale, i nervi, i muscoli e la dignità del popolo.

Sebbene non tutto è andato come avremmo voluto, nonostante sia mancata molta dell'energia che il FNRP ha dimostrato in altre manifestazioni, benché a tratti un silenzio dubbioso abbia attraversato la massa, la cosa certa è che non tutto il peso della critica debba ricadere sulle migliaia di partecipanti che compongono la base sindacale del paese: di fondo vi sono i modus operandi della classe lavoratrice e della sua dirigenza, abituata a difendere poco più del contratto collettivo, senza riuscire a trasmettere alla sua base un vero senso civico che vada oltre la categoria del sindacalizzato. Un senso civico che, fosse stato formato negli anni precedenti il colpo di stato, avrebbe favorito la concretizzazione dell'impossibile (fin’ora) sciopero generale come strumento di lotta. La cosa certa è che tutte le categorie, tutti i settori, compresi noi artisti ed intellettuali - abbiamo la necessità di ridefinire la nostra esistenza e partecipazione nelle lotte sociali.

Se questo 1º maggio deponiamo la fiducia nel fatto che sarebbero unicamente i sindacalizzati a dover dare lustro, impeto e consistenza alla mobilitazione, commettiamo l'errore di escluderci come lavoratori e lavoratrici - impiegati o disoccupati - nel nostro caso, della cultura. È ora di assumerci responsabilità e riconoscere che dobbiamo superare i vizi che ci hanno separati storicamente, per unirci in modo penetrante alla fiumana popolare. Lì abbiamo camminato - reali, ma mescolati, resi invisibili, anonimi - noi scrittori, attori di teatro, musicisti, storiografi, sociologi, psicologi, pittori, artisti dell’immagine, cineasti, ballerini, antropologi, economisti, scienziati, ecc., artisti ed intellettuali di tutte le discipline, senza mostrarci come una forza evidente che apporta al paese e alla lotta non solo l'astrazione di un pensiero, il colore e il suono che molte volte assumono il ruolo di figuranti ad allietare la conclusione delle manifestazioni, ma anche il petto scoperto di fronte ai repressori. Anche noi produciamo ricchezza spirituale ed economica per l’Honduras. Anche noi ci abbiamo messo angoscia, lacrime, sudore e sangue in questa lotta. Anche noi siamo lavoratori e lavoratrici. Anche noi avremmo potuto infondere più allegria, più slogans, maggiore focosità civica alla manifestazione di questo 1º maggio; e sicuramente lo faremo, progredendo un po’ di più nella nostra idea e coscienza di lotta, imparando a passare dalla critica all'azione. Ci troviamo in questa fase.

E’ comunque indiscutibile che per la prima volta abbiamo riconosciuto il nemico comune e, malgrado le debolezze proprie di ogni processo nascente, stiamo costruendo la nostra unità. La cosa straordinaria è la conferma che tutti e tutte stiamo lavorando per sviluppare la nostra coscienza. Anche noi sindacalizzati - cui qualcuno attribuisce i vuoti di animazione che hanno tolto grinta alla mobilitazione - stiamo lavorando per dare senso reale alla lotta unitaria: le tre centrali dei lavoratori, la CGT, la CTH e la CUTH hanno dichiarato di essere in pieno processo di unificazione delle forze per consolidare una sola centrale sindacale dei lavoratori. Si tratta di un enorme avanzamento, sorto dalla lotta stessa del FNRP, dal risveglio di un popolo che impone ai suoi leader di rivedere le loro pratiche, che ci obbliga tutti a costruire il nostro destino collettivo ed umano, partendo da una crisi e congiuntura politica diventate processo sociale di liberazione. Non si arriva di punto in bianco alla Piazza della Rivoluzione, c’è bisogno di tempo e vita, coscienza e lotta, ma stiamo procedendo su questa strada.

Sicuramente, prima del prossimo 1º maggio, avremo progredito in termini di lotta, coscienza ed azione, tanto da poter dire come le sorelle e i fratelli cubani nella loro colossale, vibrante, allegra, colorita e possente manifestazione: “UNITI NEL DOVERE!”

Intanto, restando nel FNRP, siamo la maggiore forza politica, l'unica capace di affrontare l'avanzata oligarchica. Lo dimostrano questi 309 giorni di lotta popolare. Lo dimostriamo noi - perché no? - 500.000 honduregni ed honduregne che a Tegucigalpa ci siamo mobilitati per commemorare la lotta, vita ed assassinio dei martiri di Chicago. Lo dimostra l’eredità trasmessaci dagli attivisti del ‘54. Lo dimostrano compagni e compagne del SITRAUNAH in sciopero della fame. Lo dimostriamo noi, milioni di “Resistenti” che dai quattro punti cardinali dell’Honduras gridiamo: Viva il 1º maggio! Viva la classe lavoratrice! Viva il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare!

Per l'installazione di un’Assemblea Nazionale Costituente Popolare, per il ritorno incondizionato del compagno Manuel Zelaya Rosales, per la rifondazione dell’Honduras:
Organizzarci - Formarci - Mobilitarci!

Samuel Trigueros
Artista in resistenza

Tradotto da Adelina Bottero

06 maggio, 2010

Honduras Una Commissione della Verità Alternativa per recuperare la moralità dei diritti umani

A sole ventiquattr'ore dall'installazione della Commissione della Verità, fortemente voluta dal governo di Porfirio Lobo, da una parte della comunità internazionale e dall'Organizzazione degli Stati Americani, Osa, la Piattaforma dei Diritti Umani ha presentato un'iniziativa che ha l'obiettivo di creare una Commissione della Verità Alternativa "per il rispetto dei diritti umani e la costruzione di una vera democrazia". Una manifestazione del Copinh è stata nuovamente repressa dall'esercito.

La creazione della Commissione della Verità Alternativa avrà l'obiettivo di scoprire la verità sui fatti accaduti dopo il colpo di Stato del giugno 2009 e segnalare i responsabili dei crimini commessi, recuperando la moralità dei diritti umani.

Secondo un comunicato stampa della Piattaforma dei Diritti umani, "la commissione indagherà sulle violazioni dei diritti umani commesse contro migliaia di honduregni e honduregne, sarà partecipativa, indipendente, rigorosa, in linea con le esigenze degli standard internazionali".
È il prodotto della richiesta legittima del popolo honduregno "di conoscere senza perdite di tempo, le violazioni ai diritti umani, la persecuzione politica, gli omicidi, le violenze sessuali, la repressione, la negazione dell'accesso all'informazione, le sparizioni di persone e le torture commesse in tutti questi mesi", segnala il comunicato.

Secondo Juan Almendares, direttore esecutivo del Centro di prevenzione, cura e riabilitazione delle vittime della tortura e dei loro famigliari, Cptrt, "questa iniziativa è già stata presentata ad importanti organizzazioni internazionali dei diritti umani", come ad esempio la Federazione internazionale dei diritti umani, Fidh, il Centro per la giustizia e il diritto internazionale, Cejil e Amnesty International.

"Stiamo lavorando affinché si installi il più presto possibile - ha continuato Almendares - e per il momento hanno già dato la loro disponibilità due cittadini honduregni particolarmente impegnati sul fronte dei diritti umani". Si tratta infatti del sacerdote Fausto Milla, uno dei testimoni del massacro del Río Sumpul in Salvador e vittima della persecuzione durante il governo di fatto di Roberto Micheletti, e della scrittrice e docente universitaria Helen Umaña.

A livello internazionale sono state contattate varie personalità, tra cui hanno già accettato Nora Cortiñas, membro delle Madri della Plaza de Mayo, Elsy Monge, che ha già integrato la Commissione della Verità in Ecuador e il difensore dei diritti umani, Theo Van Boven. Si attende invece la risposta dei Premio Nobel per la Pace, Rigoberta Menchú e Adolfo Pérez Esquivel.

I principali obiettivi della Commissione della Verità Alternativa saranno quelli di scoprire la verità sui fatti accaduti, i responsabili dei crimini commessi dopo il colpo di Stato e "recuperare la parte morale ed etica dei diritti umani in Honduras", affinché il popolo honduregno torni a credere "che nel nostro paese è possibile avere giustizia. È un impegno inderogabile con il popolo", ha segnalato Almendares.

Al contrario dell'assurda decisione della Commissione della Verità del governo di impedire che i risultati delle indagini vengano divulgati prima di 10 anni, la Piattaforma dei Diritti Umani ha deciso di informare la popolazione non appena i membri della Commissione abbiano terminato il loro lavoro.

"Ci sono differenze sostanziali tra questi due progetti", ha continuato il direttore del Cptrt. La Commissione della Verità, infatti, non sarà integrata da persone impegnate nel campo dei diritti umani e le organizzazioni nazionali che operano in questo settore non sono nemmeno state consultate. "Alcuni dei membri di questa commissione - ha spiegato Almendares - sono addirittura membri del partito di governo, ma soprattutto non c'è la presenza delle vittime della repressione".

Per lo storico difensore dei diritti umani, la commissione del governo "non parte dalla verità, bensì dalla menzogna". Non riconosce che in Honduras ci sia stato un colpo di Stato e considera che l'attuale governo sia il frutto di elezioni libere e democratiche. "Questo non solo è assurdo, ma vuole dire partire dalla menzogna per cercare la verità".

"Non vogliamo annullare o contrastare l'altra commissione, bensì dare un'alternativa, affinché la popolazione possa davvero conoscere la verità. Questo è il momento di onorare le vittime. È il momento di chi ha sofferto", ha aggiunto Bertha Oliva, direttrice del Comitato dei famigliari dei detenuti scomparsi in Honduras, Cofadeh, una delle organizzazioni che fanno parte della Piattaforma dei Diritti Umani.

L'iniziativa ha inoltre il pieno sostegno del Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp, all'interno del processo recentemente iniziato per l'installazione di una Assemblea Nazionale Costituente.

Protesta del Copinh

Durante la Giornata mondiale della libertà di stampa, membri del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell'Honduras, Copinh, hanno fatto un presidio di fronte alla Casa Presidenziale, per dimostrare il loro rifiuto nei confronti dell'attuale governo e per esigere la fine della repressione, delle sparizioni e degli omicidi contro i giornalisti (sono già otto i giornalisti assassinati durante il 2010) e i membri della Resistenza.

Con bandiere, striscioni e croci, i membri dell'organizzazione indigena e popolare hanno inscenato una crocifissione, dichiarando il proprio sostegno all'iniziativa della Commissione della Verità Alternativa e chiedendo allo stesso tempo la giusta punizione e il castigo per "i militari golpisti ed assassini" e la fine "dell'impunità e dei poteri di fatto".

Hanno condannato la creazione della Commissione della Verità "imposta dai militari, dall'oligarchia e dall'imperialismo straniero" e hanno chiesto "il ritorno incondizionato e sicuro delle nostre esiliate ed esiliati politici honduregni".
Di fronte all'ondata repressiva che continua a scuotere l'Honduras, la dirigente del Copinh, Bertha Cáceres, ha dichiarato che stanno esigendo alla comunità internazionale di non riconoscere "l'attuale regime che continua a violare i diritti umani e che è la prosecuzione del golpismo".

Cáceres ha inoltre rivolto un forte reclamo al segretario generale dell'Osa, José Miguel Insulza, invitato all'atto di installazione della commissione del governo, affinché non si presti al gioco del governo nordamericano "di volere 'lavare' il colpo di Stato e la faccia di tutte quelle persone che hanno dato questo colpo criminale al popolo honduregno".

La dirigente del Copinh ha infine denunciato lo sgombero violento di cui sono stati vittima i membri di questa organizzazione.
"I militari ci hanno attaccati, ci hanno picchiati e ci hanno sgomberati. È una chiara dimostrazione dell'atteggiamento di questo governo, che vuole distanziarsi dalle responsabilità che ha nel colpo di Stato, ma che dimostra di essere la stessa cosa e di usare la stessa logica.

Nelle comunità - ha concluso - la repressione è continua, contro la gente, le organizzazioni popolari e le radio comunitarie. Oggi è la Giornata mondiale della libertà di stampa. Chiediamo al popolo honduregno di continuare a resistere. Lottando, esprimendosi e partecipando al processo di rifondazione del nostro paese".

© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

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