11 ottobre, 2010

DICHIARAZIONE DELL'INCONTRO DI POPOLI INDIGENI DELL’HONDURAS PER LA DIFESA DEI NOSTRI TERRITORI

 
Noi qui riuniti, rappresentanti e membri dei popoli indigeni Tulupanes, Pech, Miskitos, Maya-Chortis, Lencas e Garífunas, nella comunità di Sambo Creek, nei giorni 2 e 3 d’ottobre del corrente anno, consideriamo e segnaliamo quanto segue.

L'offensiva da parte dello stato-nazione e dell'elite di potere honduregna contro i popoli indigeni dell’Honduras è stata permanente e sistematica e, a partire dal colpo di stato del 28 giugno 2009, abbiamo visto una recrudescenza del colonialismo interno, con l’intento di rinsaldare il Plan Puebla Panamá (ribattezzato come Progetto Mesoamerica), e l'Iniziativa Merida (versione locale del Plan Colombia), strategie con cui gli organismi finanziari internazionali pretendono appropriarsi di fiumi, boschi e risorse energetiche, che formano parte degli habitat funzionali dei nostri popoli.

Gli effetti del cambiamento climatico in Honduras sono stati ignorati dalle varie amministrazioni governative, che non hanno preso le misure necessarie ad evitare la distruzione della biodiversità, essendo l'Honduras indicato come uno dei paesi del pianeta più danneggiati dal riscaldamento globale. Nondimeno i nostri popoli si vedono soggiogati mediante gli strumenti provenienti dal Fondo del Carbonio delle Nazioni Unite, quali i Meccanismi di Sviluppo Pulito (MLD) ed il programma di Riduzione delle Emissioni Derivate dalla Deforestazione e Degradazione Forestale nei Paesi in Via di Sviluppo (REDD), che sequestrano i nostri fiumi e boschi, dopo che li abbiamo curati per secoli; prova ne sia la recente concessione di 41 bacini idrografici per la costruzione di dighe di sbarramento, senza aver consultato le comunità.

C’è stata violazione del diritto alla consultazione, che possediamo noi popoli indigeni, diritto negato dallo Stato honduregno, che pure firmò e ratificò l'Accordo 169 dell'OIT e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Popoli Indigeni, diritto che tali strumenti giuridici ci riconoscono. Piano di Nazione dell'attuale amministrazione, concessione di bacini idrografici da parte del Parlamento nazionale ad imprenditori associati alla cricca al potere, creazione della “Segretaria per lo sviluppo di questioni indigene ed afro-honduregne”: dal processo di consultazione previa, libera ed informata per tali iniziative, noi popoli indigeni siamo stati esclusi.

Noi popoli indigeni dell’Honduras abbiamo patito trasferimenti forzati causati dalle pressioni territoriali, senza che conflitti vecchi di decadi siano stati risolti, ma permangano in un limbo giudiziario, in conseguenza della precarietà del sistema di giustizia che regna nel paese. Frequentemente essi diventano violazioni dei diritti umani e negazione del diritto fondamentale all'alimentazione.
 
A fronte della persistente opinione che noi indigeni ci opponiamo allo sviluppo, dichiariamo che questa convinzione è assolutamente falsa, poichè  la crisi ambientale  in cui si trova il pianeta, richiede una messa in discussione immediata del modello di sviluppo imposto e delle conseguenze dell'uso smisurato d’idrocarburi, oltre che della distruzione sistematica dei fiumi, per compiacere all'assuefazione energetica dei paesi ricchi del mondo e dei fautori di un tale obsoleto modello.

Rimarchiamo la nostra condizione di popoli indigeni e non di minoranze etniche, denominazione attribuitaci dallo stato-nazione e dai mezzi d’informazione del sistema, incasellamento che nega i nostri diritti storici come popoli, facendoci diventare semplici minoranze etniche senza diritto alcuno.
 
Pertanto concordiamo ed esigiamo:
1) Dando seguito agli accordi emersi dai differenti incontri avviati verso la Rifondazione dell’Honduras, svoltisi nella zona Lenca, ci autoconvochiamo per portare a termine l'Assemblea Costituente dei Popoli Indigeni e Neri, gente che veniamo dalla terra, la quale ci permetta di riaffermare la nostra cosmovisione e la nostra lotta, per costruire un nuovo modello di vita che può essere raggiunto soltanto attraverso la rifondazione.

2)  A fronte della decisione autoritaria ed aggressiva contro i nostri popoli indigeni da parte del Parlamento nazionale, che ha violato l'Accordo 169 dell'OIT in maniera irresponsabile ed ignorato la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti indigeni, ci dichiariamo in stato d’allerta e in mobilitazione permanente, per cui fin d’ora respingiamo e condanniamo la concessione dei nostri fiumi per la costruzione di dighe di sbarramento (tra esse PATUCA I, II e III). Allo stesso tempo  rivolgiamo un appello alle nostre comunità, organizzazioni e popoli, affinchè seguano l'esempio dei nostri antenati alla ribellione ed all’esercizio dei nostri diritti con dignità.

3) Dopo aver analizzato ampiamente la problematica che affrontano le donne indigene, ove si riscontra una chiara violazione dei diritti umani delle donne, prodotto del patriarcato, decidiamo di dare impulso ad un processo che rafforzi l’articolazione delle donne indigene, che generi la proposta della costituente popolare, basata sul rispetto del diritto alla vita e dignità delle donne, senza patriarcato, senza razzismo e senza capitalismo, per cui ci autoconvochiamo per realizzare un incontro nazionale di donne indigene e nere, durante i mesi di marzo - maggio 2011.

4)  Ci pronunciamo contro la promozione e l’iniziativa di creare la “Segreteria per lo sviluppo di questioni indigene ed afro-honduregne", poiché mediante questa segretaria si vuole incoraggiare la burocrazia governativa, la politicizzazione della questione indigena, la divisione delle nostre organizzazioni, così come favorire l'investimento in progetti di morte ed il saccheggio delle nostre risorse.

5)  Abbiamo concordato la creazione di un Osservatorio Indigeno e Nero dell’Honduras, che vigili sulla difesa e vigenza dei nostri diritti umani.

6) Esigiamo l'immediato riconoscimento giuridico dei territori in cui abitiamo, compreso l’habitat funzionale già escluso dai titoli e poi concessoci a metà.

7) Facciamo un appello urgente a tutte le comunità indigene e nere a rendere profondo il nostro spirito di dignità e ribellione, ad esercitare più che mai il diritto storico e sovrano all'autonomia e all'autodeterminazione, seguendo il degno esempio di Lempira, Cicumba, Barauda, Satuye, Copan Galel, ed altri antenati ed antenate che ci tracciarono la strada dell'emancipazione.
 
     

Comunità Garifuna di Sambo Creek,  3 ottobre 2010

 
Organizzazione Fraterna Nera Honduregna, OFRANEH
Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari ed Indigene dell’Honduras, COPINH
Consiglio Indigeno Maya Chorti dell’Honduras, CONIMCHH
Associazione delle Tribù Indigene della Montaña de la Flor
Federazione delle Tribù Pech dell’Honduras, FETRIPH
Organizzazione delle Donne Miskitas, MIMAT
Federazione del Popolo Miskito, FINZMOST
Tradotto da Adelina Bottero

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