31 agosto, 2008

Honduras aderisce all'ALBA. Ora sono già sei i paesi latinoamericani

di G. Trucchi
Lentamente il progetto dell'Alternativa Bolivariana de las Américas (ALBA), sorto nel 2004 da un'idea del presidente venezuelano Hugo Chávez, cresce e si estende.
Lo scorso 25 agosto l'Honduras è entrata ufficialmente a farne parte, diventando il sesto paese insieme a Venezuela, Cuba, Bolivia, Nicaragua e Dominica. Alle celebrazioni hanno assistito i presidenti di questi paesi, accompagnati da rappresentanti di alto livello dei paesi latinoamericani che seguono come osservatori i lavori dell'ALBA, tra cui Uruguay, Paraguay, Guatemala, Repubblica Dominicana ed Ecuador. Da rilevare la presenza del FMLN salvadoregno, il quale in caso di vittoria alle elezioni presidenziali del prossimo anno potrebbe, come governo, far salire a sette i paesi latinoamericani ed a tre quelli della regione centroamericana.
I giorni che hanno preceduto la firma non sono stati facili per l'intensa campagna mediatica dei mezzi d'informazione della destra honduregna e la forte opposizione da parte dei settori dell'imprenditoria locale, i quali hanno nuovamente puntato sulla politica "del disastro e della paura" per incutere timore tra la popolazione.
L'adesione all'ALBA è stata invece fortemente difesa e voluta dalle decine di organizzazioni che formano il Bloque Popular, una delle più importanti reti della società civile che già nel passato aveva insistito affinché il governo entrasse a far parte di Petrocaribe e Petroalimentos.

Secondo un comunicato fatto circolare dal Bloque Popular de Honduras, "con l'ALBA si tratta di unire i paesi dell'America Latina e dei Caraibi in un solo blocco politico, economico e sociale. Un progetto che riunisce i princìpi che reggono una vera integrazione latinoamericana basata sulla giustizia, la solidarietà e l'equità, la cooperazione e la complementarità, la volontà comune di avanzare insieme, lo sviluppo equitativo e il rispetto della sovranità ed autodeterminazione dei popoli, con enfasi sullo sviluppo umano e sociale oltreché politico ed economico (...). Le oligarchie di ieri e quelle di oggi, complici della Doctrina Monroe e delle invasioni, difendono la falsa generosità del padrone quando dicono che se non fosse per l'impero non avremmo da mangiare, che il nostro destino è quello di sopportare la sua oppressione e che integrarci con il Sud è un tradimento imperdonabile nei confronti del Nord. Campagna opportunista e vigliacca dei traditori storici della nostra identità ed unità latinoamericana, unica uscita per sconfiggere la povertà, la globalizzazione neoliberista e rendere giuste ed equitative le relazioni con gli Stati Uniti, l'Europa e l'Asia"
(leggi testo completo su http://www.congresobolivariano.org/modules.php?name=News&file=article&sid=4687 ).
Durante il suo intervento, il presidente honduregno, Manuel Zelaya, ha detto che "il popolo honduregno non deve chiedere permesso a nessun imperialismo per ratificare l'ALBA. Nei giorni scorsi alcuni mezzi di comunicazione dicevano che non dovevamo farlo perché si trattava di un trattato armato. Hanno cercato di infondere la paura tra la popolazione, ma non ci sono riusciti, perché il popolo honduregno è coraggioso, lottatore e rivoluzionario. Io - ha continuato Zelaya - non sono nato per avere un padrone e nemmeno per essere schiavo. Ci hanno sottomesso, ingannati e ci hanno mantenuto disinformati e quindi ringrazio Chávez per questo spazio che ha aperto, ringrazio Daniel (Ortega), baluardo di resistenza in Centroamerica, per essere venuto e mi congratulo con Evo Morales, leader indigena e presidente della Bolivia, per aver superato brillantemente con oltre il 67% il referendum revocatorio nel suo paese. Saluto anche il popolo eroico di Cuba. Ci sono più di 200 risoluzioni della ONU che chiedono la fine dell'embargo statunitense e l'Honduras si unisce oggi a questa richiesta. Saluto anche il Bloque Popular ed i partiti che hanno sostenuto questa firma. Come ha detto Chávez, l'ALBA non ci obbliga a niente ed invece ci apre le porte della speranza per risolvere la crisi e la povertà che il capitalismo ha lasciato in eredità alla maggioranza degli honduregni. I paesi del Sud si uniscono per essere indipendenti e per assicurare lo sviluppo alle proprie popolazioni", ha concluso Zelaya leggendo i primi importanti benefici che porterà l'ALBA in termini di energia, credito, progetti di sviluppo, donazioni, salute ed istruzione (articolo relazionato su http://www.lavozdelsandinismo.com/nicaragua/2008-08-25/derecha-molesta-por-ejemplo-nicaraguense/ )

Zelaya era stato preceduto dal discorso degli altri capi di Stato dei paesi che fanno parte dell'ALBA.
Secondo Carlos Lage, vicepresidente di Cuba, "l'ALBA ha permesso che 1.3 milioni di latinoamericani recuperassero la vista con la Misión Milagro, perché per il nuovo medico, il medico dell'ALBA, il malato non è un cliente, ma un paziente. I malati non sono il modo di vivere per un medico, ma la sua ragione di vita; il medico dell'ALBA non guadagna denaro, ma vita. Grazie al lavoro di alfabetizzazione - ha continuato Lage - più di 3.3 milioni di persone hanno imparato a leggere e scrivere e più di 40 mila giovani latinoamericani stanno studiando medicina a Cuba. Con l'ALBA, il Venezuela sta somministrando petrolio a prezzi speciali, incrementando la capacità finanziaria dei paesi membri affinché investano in opere sociali e piani di sviluppo", ha detto il vicepresidente cubano.
Per il presidente Daniel Ortega, la cui presenza è stata contestata da un gruppo di donne appartenenti a organizzazioni femministe per il caso delle presunte violenze contro la figliastra Zoilamérica, il suo omonimo honduregno è un esempio di dignità per aver deciso di firmare l'ALBA nonostante le forti pressioni dell'oligarchia honduregna. "L'Honduras si incorpora all'ALBA nonostante gli attacchi degli eterni nemici dei poveri e dei popoli. Quei nemici che hanno avuto l'opportunità di governare per secoli e che in cambio hanno lasciato fame, disoccupazione e miseria", ha detto Ortega. "Quali sono i risultati del capitalismo? Arricchimento per pochi e fame, miseria e disoccupazione per gli altri; che Honduras, Nicaragua, Guyana e Haiti sono i paesi più poveri del continente". Ortega ha poi illustrato i benefici dell'ALBA, che per il Nicaragua rappresentano la fine dei razionamenti energetici, la possibilità di concedere credito ad interessi giusti per contadini, commercianti, piccoli e medi produttori ed al popolo in generale, miglioramento della sanità e dell'istruzione e programmi di sviluppo.
"Che cosa posso dire a chi ha paura dell'ALBA? - ha continuato Ortega. Non fatevi ingannare come è successo in Nicaragua. Dicevano che se vinceva il FSLN sarebbe tornata la guerra, il servizio militare obbligatorio, l'embargo degli Stati Uniti. Erano menzogne che i nemici dell'ALBA ripetono tutti i giorni".
Il presidente boliviano, Evo Morales, ha invece chiesto ai suoi omonimi di accelerare il processo di trasformazione sociale in America Latina, "nazionalizzando le nostre risorse naturali e cercando sempre trasformazioni profonde nella democrazia.
L'ultimo degli invitati a prendere la parola è stato il presidente venezuelano, Hugo Chávez, il quale ha riconosciuto a Zelaya di essere un presidente coraggioso per aver deciso di fare questo passo nonostante le forti pressioni. "Si tratta di un passo storico che avrà un impatto positivo sui popoli dell'America Latina e Caraibi ed ha bisogno della partecipazione diretta ed attiva di tutti, soprattutto dei giovani, degli afrodiscendenti honduregni, delle popolazioni indigene, delle donne. Considero - ha detto - che i valori come l'indipendenza, la dignità e lo sviluppo integrale continuano ad essere la strada da percorrere per i popoli che lottano per la libertà", ha aggiunto Chávez dopo aver nuovamente inveito contro il governo statunitense e le oligarchie latinoamericane.
Il presidente venezuelano ha inoltre detto che "non sono venuto qui per immischiarmi negli affari interni del paese, ma per me un honduregno che si oppone all'ALBA è un vendepatria o un ignorante. Non posso qualificarlo in un altro modo o semplicemente sta facendo tutto il contrario degli interessi dell'Honduras. Con Cuba, per esempio, prima dell'ALBA gli scambi commerciali erano di 200 milioni di dollari, mentre nel 2007 sono saliti a 6.500 milioni. Tra i paesi che fanno parte di questo progetto sono state aperte banche, imprese grannacionales, imprese energetiche e anche il Banco del ALBA", ha concluso.

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