11 novembre, 2008

Riassunto della dichiarazione finale del II incontro emisferico contro la militarizzazione.

“Perché tacciano le armi, che parlino i popoli”, La Esperanza, Intibucá, Honduras 3-6 ottobre 2008

Dal 3 al 6 ottobre 2008 a La Esperanza, Intibucá, Honduras, si è svolto il secondo incontro emisferico contro la militarizzazione, dove si sono dati appuntamento più di 800 delegati e delegate di 175 organizzazioni e 27 paesi (Messico, Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica, Cuba, Haiti, Repubblica Domenicana, Argentina, Perù, Bolivia, Ecuador, Chile, Uruguay, Paraguay, Colombia, Venezuela Brasile, Porto Rico, Australia, Spagna, Italia, Stati Uniti e Canada) così come fratelli e sorelle dei popoli originari americani (Mapuche, Aymara, Maya, Lenca, Garifuna, Chorotega, Emberàkatios del Altosinù tra gli altri). Di fronte alla crisi del sistema capitalista si sviluppa nel mondo una crisi multipla (energetica, alimentare, finanziaria, ambientale, sociale e politica). Con questo, la militarizzazione si rafforza e i suoi effetti si acutizzano nel tentativo del sistema di controllare gli spazi, i mercati e le risorse naturali. Nel nostro emisfero la militarizzazione si rende evidente in molte forme. Nel suo senso più ampio, la violenza militare, istituzionale e poliziesca sono parte di questa continua scalata di repressione, occupazione e saccheggio delle risorse naturali, che risponde all’imposizione del modello economico neoliberale. In questo contesto, nei movimenti sociali lottiamo per i nostri diritti, terre e territori. Per questo, un gruppo di diverse reti e organizzazioni del continente si sono articolate in uno sforzo strategico e urgente per riunire volontà e definire linee di azione che permettano di avanzare in modo più coordinato ed efficace di fronte alla minaccia continentale e globale che rappresentano la militarizzazione, le guerre e la repressione.
Di fronte a questo consideriamo:
-Che la militarizzazione è il principale fattore di violazione dei diritti umani fondamentali, come il diritto alla casa, la salute, l’educazione etc. e specialmente dei diritti generali e particolari dei popoli indigeni e neri;
- che la militarizzazione si esprime anche attraverso la violenza, repressione e discriminazione della diversità sessuale, ostacolando la formazione di una cultura includente e di pace per tutti e tutte senza discriminazioni;
-che la militarizzazione genera un alto numero di prigionieri politici, torture e sparizioni forzate e una forte criminalizzazione dei giovani e delle maras, con conseguenze sia individuali che collettive;
-che la militarizzazione è la massima espressione del patriarcato, in cui le donne sono le principali vittime della violenza, i loro corpi si trasformano in campi di battaglia e sono considerate bottino di guerra;
-che la militarizzazione si basa su pratiche di reclutamento forzato e ingannevole che violano i diritti e distruggono il futuro dei giovani, che porta alla repressione dei movimenti contro la guerra;
-che la militarizzazione genera un maggior numero di migranti che sono criminalizzati dalle leggi antimigratorie degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, e sono vittime di violazioni dei loro diritti umani; la militarizzazione delle frontiere porta alla morte di migliaia di persone per mano delle forze di sicurezza o nel tentativo di passare le frontiere; in questa situazione, le donne e i bambini sono i più vulnerabili;
-che la militarizzazione costituisce una minaccia ai movimenti contadini a causa della repressione delle loro richieste di riforma agraria integrale e di sovranità alimentare;
-che la militarizzazione è il mezzo di controllo del capitale sulle risorse strategiche e l’energia, e viola i diritti delle comunità su queste risorse e le loro decisioni su terre e territori;
-che il capitalismo non può esistere sena la sua struttura militare di dominazione. Nel nostro emisfero questa struttura include attualmente l’Iniziativa Merida, il Plan Colombia, l’ASPAN, le basi militari, la Escuela de Las Americas, l’Instituto de Cooperación por la seguridadhemisférica, la Forza Delta, il Comando Sud, la Quarta Flotta;
-che la militarizzazione è accompagnata da terrorismo mediatico, da una strategia di manipolazione e paura, da un’ideologia militare caratterizzata da colonialismo mediatico, tra le altre forme di dominio e alienazione;
-che la militarizzazione si alimenta con la presunta “guerra al narcotraffico” come la scusa perfetta per militarizzare la società e le strutture dello Stato;
-che la militarizzazione è la risposta alla criminalizzazione della protesta sociale concepita come una minaccia al sistema di dominazione sotto le cosiddette “leggi antiterrorismo” che seguono il modello statunitense del PatriotAct;
-che la militarizzazione spinge la crescita del bilancio militare, favorendo la sua grande industria nei settori pubblico e privato, generando debiti esteri e deviando risorse che potrebbero essere destinate a soddisfare diritti economici, sociali e culturali;
-che la militarizzazione è uno strumento per l’implementazione e la sicurezza dei mega progetti di infrastrutture e investimenti del grande capitale internazionale, come il Plan Puebla Panamá, l’Iniciativa de InfraestructuraRegional para Sur America (IIRSA), i trattati di libero commercio e gli accordi di associazione.

ESIGIAMO

1)La chiusura definitiva di tutte le basi nordamericane e di qualsiasi altra nazione straniera in America Latina e nei Caraibi e la proibizione del trasferimento o dell’apertura di nuove basi nel nostro continente;
2)La cancellazione immediata della IV flotta che rende vulnerabile la sovranità dei popoli
3) Il ritiro immediato della Minustah da Haiti e il suo rimpiazzo con delegazioni di solidarietà, cooperazione tecnica, ricostruzione, così come la cancellazione del debito estero illegittimo che lo soffoca
4)La cancellazione di progetti di infrastruttura e megaprogetti che violano il pieno diritto della popolazione latinoamericana e dei caraibi alle proprie risorse e territori ancestrali
5)La fine del Plan Colombia e dell’IniciativaMerida che aumentano l’ingerenza militare nordamericana e contribuiscono alla militarizzazione dei nostri paesi
6)L’annullamento di tutte le leggi antiterrorismo che attentano contro i popoli e criminalizzano la protesta sociale
7)Il pieno rispetto dei diritti delle donne e la fine immediata della violenza sessuale, la prostituzione e la tratta di donne che si trovano in territori di conflitto o in basi militari
8)Il ritiro delle truppe nordamericane e di ogni tentativo di militarizzazione della tripla frontiera, rispetto dei territori e della sovranità dei popoli del sud, allo stesso tempo esigiamo la chiusura della base militare statunitense SotoCano conosciuta come Palmerola e il ritiro di tutti i militari americani sul suolo hondureño
9)Il rimpiazzo del modello militarizzato della guerra al narcotraffico con misure di partecipazione cittadina, salute comunitaria etc…
10)Il pieno rispetto dei diritti dei migranti e la cancellazione del “muro della vergogna” tra Stati Uniti e Messico
11)Il rispetto del diritto ad avere, gestire e utilizzare i nostri mezzi di comunicazione, facciamo un invito a rinforzare e creare reti di mezzi propri, indigeni, popolari, comunitari, e alternativi, così come a recuperare spazi pubblici per la comunicazione diretta
12)Accesso ad informazioni immediate e precise su quanta parte del bilancio nazionale è dedicato a finanziare la militarizzazione, per poter “disarmare” questi bilanci ed esigere che le risorse siano utilizzate per il benessere di tutta la popolazione
13)L’eliminazione dell’embargo a Cuba soprattutto ora che sta soffrendo, insieme ai fratelli di Haiti, le conseguenze degli uragani Gustav e Ike
14) La fine della violenza secessionista e dell’intervento del governo degli Stati Uniti in Bolivia

Noi, partecipanti del II incontro contro la militarizzazione
-salutiamo la decisione del popolo e del governo ecuadoriani di chiudere definitivamente la base militare di Manta nel 2009
-esprimiamo la nostra solidarietà al popolo boliviano e alla sua lotta per l’integrità del suo territorio e la sua sovranità
-salutiamo la costruzione dell’AlternativaBolivariana per le Americhe (ALBA) sulla base del rispetto senza restrizioni dei diritti umani e delle relazioni di equità. Visto quanto sopra, riaffermiamo il nostro impegno a lottare per un mondo e un continente de militarizzato, disarmato, libero da guerra, miseria e violenza. Questi giorni ci hanno permesso di approfondire la conoscenza della realtà comune che affrontiamo, così come di identificare e formulare le linee di azione strategica che, come movimenti popolari, ci permettano di affrontare l’aggressione permanente e la criminalizzazione che soffrono i nostri popoli e i nostri movimenti. Questo rimane evidente nel nostro Piano di azione continentale contro la militarizzazione, per mezzo di campagne e azioni a livelli di base in prospettiva nazionale e continentale, avremo la possibilità di raggiungere un giorno lontano il sogno di vivere liberi da violenza, esclusioni e guerra. “Perché tacciano le armi, che parlino i popoli!”

“Con la forza ancestrale di Isealca e Lempira, si elevano le nostre voci di vita, giustizia, dignità libertà e pace!” Honduras, 08/10/2008

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