13 luglio, 2009

O muore il colpo di Stato o muoiono le Costituzioni


I paesi dell'America Latina stavano lottando contro la peggiore crisi finanziaria della storia dentro un relativo ordine istituzionale.
Mentre il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, viaggiava a Mosca per affrontare temi vitali sulle armi nucleari e dichiarava che l'unico presidente costituzionale dell'Honduras era Manuel Zelaya, a Washington l'estrema destra ed i falchi manovravano perché questi negoziasse l'umiliante perdono per le illegalità che gli attribuiscono i golpisti.
Era ovvio che quell’azione significava davanti ai suoi e davanti al mondo la sua scomparsa dalla scena politica.
È certo che Zelaya, quando ha annunciato che sarebbe ritornato il 5 luglio, era deciso a mantenere la sua promessa di condividere col suo popolo la brutale repressione golpista.
Con il Presidente viaggiavano Miguel d´Escoto, presidente pro tempore dell'Assemblea Generale dell'ONU, Patricia Rodas, la Ministra degli Esteri dell'Honduras, un giornalista di Telesur ed altri, 9 persone in tutto.
Zelaya ha mantenuto la sua decisione d'atterrare. Mi risulta che volando, mentre si avvicinavano a Tegucigalpa, Zelaya è stato informato da terra sulle immagini trasmesse da TeleSur, che la folla che l'aspettava attorno all'aeroporto era attaccata dai militari con gas lacrimogeni e gli spari dei fucili automatici.
La sua reazione immediata è stata chiedere di riprendere quota per denunciare i fatti attraverso Telesur, chiedendo ai capi delle truppe d’interrompere la repressione. Poi ha informato del loro atterraggio. L'alto comando però ha ordinato di bloccare la pista e in pochi secondi alcuni veicoli da trasporto l'hanno ostruita. Il Jet Falcon è passato tre volte a bassa quota sopra l'aeroporto.
Gli specialisti spiegano che il momento più teso e pericoloso per i piloti per gli aeroplani veloci e di piccola portata come quello che trasportava il Presidente, è quando riducono la velocità per entrare in contatto con la pista. Per questo motivo credo che quel tentativo di ritornare in Honduras sia stato audace e coraggioso.
Se desideravano giudicarlo per presunti delitti costituzionali, perché non gli hanno permesso d'atterrare?
Zelaya sa che era in gioco non solo la Costituzione dell'Honduras, ma anche il diritto dei popoli dell'America Latina a scegliere i loro governanti. Oggi l'Honduras non è solo un paese occupato dai golpisti, ma è anche un paese occupato dalle forze armate degli Stati Uniti.
La base militare di Soto Cano, conosciuta anche come Palmerola, situata a meno di 100 Km. da Tegucigalpa, riattivata nel 1981 con l'amministrazione di Ronald Reagan, fu utilizzata dal colonnello Oliver North per dirigere la guerra sporca contro il Nicaragua.
Il Governo degli Stati Uniti diresse da quel punto gli attacchi contro i rivoluzionari di El Salvador e del Guatemala, che costarono decine di migliaia di vite.
Lì si trova la "Joint Task Force Bravo" degli Stati Uniti, composta da elementi delle tre armi, che occupa l'85 % dell'area della base.
Eva Golinger ha reso noto il suo ruolo in un articolo pubblicato sul sito digitale Rebelión del 2 Luglio, intitolato "La base militare degli Stati Uniti in Honduras al centro del golpe", e spiega che: "La Costituzione dell'Honduras non permette legalmente la presenza militare straniera nel paese. Una “stretta di mano” tra Washington e l'Honduras autorizza l'importante e strategica presenza nella base di centinaia di militari statunitensi, con un accordo “semi-permanente”.
L'accordo fu realizzato nel 1954 come parte degli aiuti militari offerti dagli Stati Uniti all'Honduras… il terzo paese più povero dell'emisfero.
Eva Golinger ha aggiunto che: “… l'accordo che permette la presenza militare degli Stati Uniti nel paese centroamericano può essere annullato senza avviso”.
Soto Cano è anche la sede dell'Accademia dell'Aeronautica dell'Honduras. Parte dei componenti di un’ Unità degli Stati Uniti è composta da soldati dell’Honduras.
Qual'è l'obiettivo della base militare, degli aeroplani, degli elicotteri e della task force degli Stati Uniti in Honduras? Indubbiamente servono unicamente per un utilizzo in America Centrale. La lotta al narcotraffico non richiede questi armamenti.
Se il presidente Manuel Zelaya non è reintegrato nel suo incarico, un'ondata di colpi di Stato minaccerà di spazzare via molti governi dell'America Latina o di metterli alla mercé dei militari d'estrema destra, educati secondo la dottrina della sicurezza della Scuola de las Américas, specializzata nelle torture, la guerra psicologica e il terrore.
L'autorità di molti governi civili in Centro e Sud America verrà indebolita.
Non sono molto distanti quei tempi tenebrosi. I militari golpisti non presterebbero attenzione nemmeno all'amministrazione civile degli Stati Uniti. Potrebbe essere molto negativo per un presidente come Barack Obama, che desidera migliorare l'immagine del suo paese. Il Pentagono ubbidisce formalmente al potere civile. Le legioni, come a Roma, non hanno ancora assunto il comando dell'impero.
Non sarebbe comprensibile che Zelaya ora ammettesse manovre dilatorie che consumerebbero le notevoli forze sociali che lo sostengono e condurrebbero solamente ad un'irreparabile logorio.
Il Presidente illegalmente allontanato non è alla ricerca del potere: difende un principio e, come disse Martí: “Un principio giusto anche dall’estremo di una grotta può più di un esercito”.

Fidel Castro Ruz
10 luglio 2009
Ore 18.15 (Traduzione Gioia Minuti).

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