03 novembre, 2009

HONDURAS: CHI HA VINTO, CHI HA PERSO E CHI GUFA


di Fulvio Grimaldi

Mi corre l’uzzolo di tornare sulla questione “Honduras chi ha vinto, chi ha perso”, per rispondere ad alcuni miei interlocutori e, in particolare, a chi mi è saltato addosso con la grinta di un grillo parlante caricato a mortaretti, rappresentandomi come un patetico illuso che, abbacinato dalle masse e dalla loro lotta, per lui un po’ meschinella per la verità, cieco come una talpa sbatte il grugno contro il “trionfo totale dei golpisti e degli Usa” senza rendersene conto (vedi commenti al post “Honduras, vittoria tattica…”). Da quel mio post sulla “vittoria tattica” del movimento popolare riunitosi nelle sue molteplici articolazioni in un “Frente de Resistencia contra el golpe de Estado”, e dalle reazioni che tale post ha suscitato, sono successe altre cose in Honduras. Collaboratori del lumpendiktator Roberto Micheletti hanno dichiarato che il ritorno di Mel Zelaya al suo posto di presidente della repubblica, concordato con l’emissario della neocon Hillary Clinton, Thomas Shannon, in cambio di un “governo di riconciliazione nazionale”, ma sottoposto all’approvazione del Congresso - golpista quanto Micheletti, le Dieci Famiglie e i militari - sentito il golpista Tribunale Supremo di Giustizia, era da escludersi. Motivo? Il Congresso non è in seduta, e non lo sarà fino a dopo le elezioni del 29 novembre, visto che i deputati sono in giro, impegnati nella campagna elettorale. In questo momento, dunque, siamo di nuovo allo stallo. Vediamo cosa dirà Shannon che, per conto di Clinton e Obama, doveva ripittare con vernice democratica la sfigurata faccia della, a loro pur cara, camarilla fascista del colpo di Stato. Vediamo cosa dirà e farà la gente ...continua...

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