22 giugno, 2010

Honduras Scorre ancora sangue nel Bajo Aguán

Pattuglie strapiene di poliziotti e guardie private del produttore palmero Miguel Facussé hanno attaccato, armi in pugno, la finca La Aurora, dove migliaia di membri del MUCA si sono insediati come previsto dall'accordo firmato con il governo.

Una volta ancora scorre sangue nel Bajo Aguán, dove migliaia di famiglie contadine organizzate nel Movimento Contadino Unificato dell'Aguán, MUCA, continuano a lottare affinché si rispetti il loro diritto di accesso alla terra, e si compia l'accordo firmato lo scorso aprile con il presidente Porfirio Lobo e l'Istituto Nazionale Agrario, INA.

La nuova vittima, la settima da quando il MUCA ha ripreso il processo di recupero delle terre in dicembre 2009, si chiama Óscar Yovani Ramírez, un ragazzo di 17 anni il cui corpo è stato trovato dopo il violento attacco nell'insediamento sorto all'interno de La Aurora.

"Alle 8:30 della mattina di domenica 20 giugno sono arrivate due pattuglie della polizia con gente armata. Alcuni erano poliziotti e altri guardie private di Miguel Facussé - ha detto a Sirel e alla Lista Informativa "Nicaragua y más" il dirigente del MUCA, Yony Rivas -.

Sono entrati con la forza nella proprietà e hanno iniziato a sparare. Hanno assassinato il giovane Óscar Yovani Ramírez e arrestato cinque compagni, accusandoli di associazione per delinquere e porto illegale di armi.

In questo momento sono detenuti nel commissariato di Tocoa ed il nostro avvocato ci ha avvisato che sono stati picchiati e torturati", ha denunciato Rivas.

Ancora poco chiara la dinamica dell'uccisione del membro del MUCA. Secondo questa organizzazione, il giovane sarebbe stato ucciso prima dell'attacco e il suo corpo abbandonato sul posto durante la sparatoria che ha provocato anche vari feriti.

Flagrante violazione dell'accordo

In base all'accordo firmato tra il MUCA ed il governo di Porfirio Lobo, più di 2.500 famiglie contadine sono già state beneficiate con i primi 3 mila ettari coltivati con palma africana - di un totale di 11 mila tra coltivati ed incolti - e si sono riconcentrate in cinque proprietà, tra le quali figura La Aurora.

Secondo il MUCA, questo nuovo attacco e questo sangue versato sono parte di una strategia promossa dall'imprenditore e produttore palmero Miguel Facussé, il quale ha ripetutamente respinto e cercato di delegittimare pubblicamente l'accordo firmato tra le 24 organizzazioni che formano il MUCA ed il governo.

"Stiamo responsabilizzando l'imprenditore Miguel Facussé, il presidente Porfirio Lobo e il suo ministro della Sicurezza, Óscar Álvarez, per quanto è accaduto.

Questa proprietà - ha spiegato Yony Rivas - fa parte dei 3 mila ettari che ci sono stati consegnati. Né la Polizia, né le guardie private possono entrare e ancora meno lo possono fare sparando, assassinando e arrestando i nostri compagni con false accuse".

Il dirigente contadino ha inoltre avvertito che la repressione militare e la continua persecuzione contro i membri del MUCA, sono dovute anche alla pretesa di Miguel Facussé di volere vendere allo Stato circa 3 mila ettari ad un prezzo sproporzionato.

"Vuole vendere la terra a 13.200 dollari l'ettaro. Tutto ciò è assurdo, poiché il prezzo di mercato per ettaro coltivato con palma oscilla tra i 4.200 e i 4.700 dollari.
È per questo che stiamo realizzando uno studio agronomico e finanziario per determinare il vero valore delle terre che dovremo pagare allo Stato", ha detto Rivas.

Inoltre, buona parte di queste terre sono inondabili, in uno stato di abbandono, coperte da lagune, destinate all'installazione di tralicci e con quasi 80 mila piante di palma africana morte.

"La gente è indignata per quanto accaduto. Presenteremo la denuncia alle autorità e abbiamo telefonato al ministro dell'INA affinché faccia sentire la sua voce.
Sono già sette i compagni caduti durante la nostra lotta - ha ricordato il dirigente del MUCA - e nel Bajo Aguán si continuano a violare i diritti umani ed il diritto che abbiamo alla terra e alla vita.
Il governo, la polizia, l'esercito e i latifondisti continuano a violare i nostri diritti. Chiediamo alle organizzazioni nazionali ed internazionali di fare sentire la propria voce, di esprimere la loro solidarietà con la nostra lotta, di denunciare ciò che sta accadendo e di fare pressione affinché si rispetti l'accordo firmato.

Resteremo qui e per nessun motivo abbandoneremo la lotta per il recupero delle nostre terre", ha concluso Yony Rivas.

© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

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