06 giugno, 2011

Comunicato stampa n.1 Veglia per la Memoria e la Giustizia

Cattedrale Metropolitana, San Salvador, 4 giugno 2011

Dal colpo di stato, in Honduras la situazione dei diritti umani si è aggravata, giacché il clima d’impunità, la crescente militarizzazione e l’accerchiamento mediatico hanno lasciato la popolazione honduregna in generale, ed in particolare il movimento di Resistenza Popolare, tragicamente senza difese.
Da gennaio ad oggi, 115 donne sono state assassinate in atti di femminicidio, come registrato da organizzazioni femministe. Nella zona del Bajo Aguán, noto a causa della lotta per la terra, gli sgomberi violenti sono quotidiani, ogni settimana si compiono omicidi e le sparizioni forzate sono frequenti, come il recente caso di Olbin Gallegos e Secundino Gómez. Il Comitato dei Familiari dei Desaparecidos dell’Honduras (COFADEH), organizzazione con sede nella capitale honduregna, dal gennaio 2010 al gennaio 2011 ha registrato i seguenti dati, in base alle denunce ricevute: 431 detenzioni illegali, 28 omicidi per abuso d’autorità, 57 omicidi politici, 34 omicidi per conflitti riguardanti la terra, 96 feriti e pestati, 26 torturati, 10 giornalisti assassinati (passati a 12 in aprile), 22 minacce contro giornalisti e addetti all’informazione, 2 radio comunitarie chiuse. La Commissione Interamericana dei Diritti Umani ha stabilito misure di sicurezza per 160 persone.
La brutalità poliziesca e la criminalizzazione giuridica della lotta popolare sono quotidiane. Lo smantellamento di organizzazioni sociali attraverso mezzi legalizzati dal golpismo e l’aggressione contro i loro dirigenti è fatto comune, come sta avvenendo contro alcuni dei più belligeranti attivisti dell’ordine nazionale degli insegnanti, in sciopero della fame da oltre un mese. Uno dei settori aggrediti più violentemente è la comunità LGBTI: dal giugno 2009 al gennaio di quest’anno sono stati assassinati 31 transessuali, nella lotta contro il golpismo hanno perso dirigenti ed attivisti. Il paese intero è stato messo in vendita: nella recente attività imprenditoriale denominata Honduras open for business sono stati concessi fiumi, terre, boschi e miniere ad oltre 200 impresari capitalisti. Sono le comunità indigene per prime a subire l'impatto di questi megaprogetti turistici, energetici e del settore minerario ed a lottare contro di essi. In quelle comunità si sono perpetrati assassini, pestaggi, arresti e continue persecuzioni.
La situazione di miseria e violenza si è acutizzata, per questo la Resistenza continua a lottare per la giustizia e contro l'impunità. Il discorso di una riconciliazione ufficiale, senza che sia fatta giustizia verso donne e uomini ammazzati dal golpismo e senza che siano processati coloro che continuano a governare nell'attuale regime successore del golpe, non è possibile. 
Condanniamo l'OEA per la legalizzazione del colpo di stato in Honduras
Non dimentichiamo
Non perdoniamo
Non ci riconciliamo
 
Campo Dignità contro l'Impunità, per i Diritti Umani e la Dignità del Popolo Honduregno
 
Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras COPINH
Empresa Asociativa Unidos Venceremos del Aguan
Movimiento  Campesino del Aguan MCA
Movimiento Unificado  Campesino del Aguan   MUCA
Juventud  Popular Morazanista JPM
Colectivo  Insurrección Autónoma
Asociación de Pobladores de la Península de Zacate Grande


Tradotto da Adelina Bottero

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