02 agosto, 2011

HONDURAS: Le vittime hanno smesso di sperare





Le vittime hanno smesso di sperare  
tratto da defensoresenlinea.com  
  
Venerdi 29 Luglio 2011-Durante questa settimana si sono svolte due azioni esemplari, che ci ravvivano la speranza nel presente e futuro di questa società.  
La manifestazione di 12 famiglie di vittime del golpe martedì scorso di fronte al Ministero Pubblico.  
 E la mobilitazione di migliaia di vittime il giovedì davanti all'Organizzazione delle Nazioni Unite, per il ritardo della giustizia, la negazione della verità e la violazione dell'Accordo di Cartagena.  
Entrambe le azioni hanno in comune un posizionamento politico chiaro contro l'impunità, qusta piaga che ha corroso lo stato honduregno fino ad abbatterlo come un'albero vecchio.  
È sintomatico che la mobilitazione di giovedì non si è conclusa né alla Corte né al Congresso, bensì alla sede dell'ONU.  
L'immagine di Manuel Zelaya ed altri leader sociali entrando nella sede delle Nazioni Unite a Tegucigalpa è lapidaria.  
La consegna all'organizzazione mondiale di un progetto sulla realtà locale è il ritratto dell'instituzionalità nazionale incapace, prostrata,senza opzioni che sorreggersi con vecchie cure e pezze, come abituò questa banda di furbi negli ultimi 30 anni.  
In generale, le mobilitazioni pubbliche di persone questa settimana sono come una grande tavolozza multicolore,che riflette in tutte le sue sfumature i clamori collettivi.  
La popolazione é scesa in strada a gridare che è stufa della corruzione nell'amministrazione della giustizia,che premia i criminali e sanziona le vittime.; e che,inoltre, ha trasformato le risoluzioni di tribunali e corti in determinazioni politiche dettate nell'ombra.  
L'atteggiamento irresponsabile delle procure, tribunali, polizia e magistrati in relazione alle centinaia di casi di morti violente dopo il golpe non ha nome.  
Quello che abbiamo visto in questi due ultimi anni è un evidente pregiudizio e disprezzo per le famiglie di quelli massacrati ed un'adulazione verso gli stivali militari e polizieschi.  
Invece, il popolo ricorre alla sua dignità ed indignazione per inviare un messaggio chiaro.  
Chiediamo giustizia, riparazione dei danni causati e sanzione ai criminali, per non ritornare al passato. Per avere futuro.  Come lezione  dobbiamo segnalare che la resistenza nazionale contro il golpismo é viva, é dentro e fuori dalle case.   
Ed il reclamo popolare ha nuovi temi in agenda: verità, giustizia, riparazione, sanzione ed impunità.  
È anche una lezione chiave che questi nuovi temi che ci riuniscono arrivino fino alla comunità internazionale convertiti in progetti e petiizioni, ma non alle vecchie strutture nazionali devastate dal golpe.  
Fingere che esiste in Honduras uno Stato di Diritto che funziona e risolve è un auto inganno irresponsabile che deve finire.  
Né Stato né Diritto abbiamo dopo l'assalto perpetrato daii delinquenti golpisti, che si rifiutano di fermare il loro circolo di autodistruzione sfrenata.  
Il paese deve prendere il controllo del suo destino in forma progressiva ed inarrestabile, è ora!  
È il momento di appoggiare l'immagine di movimento sociale-popolare che espone la sua proposta politica in forma creativa non violenta, senza scartare nessuna forma di lotta.  
Andiamo bene. Scendere nelle strade con l'agenda dei diritti umani nelle mani, è resuscitare la vita e la libertà di una nazione senza paure né complessi. Una società superiore ai teppisti violenti del 28 di giugno.

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