07 giugno, 2012

Azione Urgente Lo stato honduregno discrimina le vittime della DEA



Il COFADEH (Comitè de Detenidos Desaparecidos en Honduras), esprime una profonda preoccupazione per l'abbandono da parte dello stato hondureño delle vittime che la Drug Enforcement Administracion DEA e i suoi agenti di sicurezza, con l'operativo antidroga provocò l'11 di Marzo del 2012 nella comuinidad de Paptalaya en Ahuas, Departemento de Gracias de Dios.

L'attacco fu diretto a civili disarmati che viaggiavano nel fiume Patuca e 16 famiglie ne soffrirono le conseguenze: quattro persone morirono delle quali due donne in cinta e un bambino di 14 anni; quattro furono i feriti tra questi un bambino di 14 anni, tre le abitazioni rastrellate, tre le vittime di trattamenti inumani e degradanti, e dieci i bambini orfani.

L'operativo messo in atto da forze multinazionali, in accordo con il Ministro della difesa honduregno Marlon Pascua non si avvaleva delle forze armate nazionali (1) e ha provocato un costo umano molto alto per la popolazione di Ahuas, e per la società hondureña.

Il COFADEH fa un appello urgente alla comunità internazionale dei Diritti Umani e al mondo democratico, perché si mobiliti urgentemente per impedire che si violentino nuovamente i diritti delle vittime di questa tragedia.

L'indifferenza e la codardia delle autorità statali nell'affrontare le conseguenze dei loro atti fuori legge, hanno provocato che; le persone ferite non siano ancora state sottoposte ad un adeguata assistenza medica e che i loro parenti siano stati criminalizzati, per denunciare i fatti.
il bambino Wilmer Lucas Walter (14 anni) e il giovane Lucio Adan Nelson Queen (22 anni) che viaggiavano nel imbarcazione colpita dagli agenti della DEA e da agenti honduregni, si trovano ricoverati dal 11 di marzo nell'ospedale regionale e ancora non sono stati operati chirurgicamente, come la gravità delle ferite riportate richiederebbe.

Wilmer corre il rischio di perdere la mano sinistra por la mancanza di assistenza e Lucio è sempre più debole e a rischio di infezioni, nell'attesa di un intervento ortopedico al braccio destro.

In mezzo alla "guerra al narcotraffico", la principale vittima è la popolazione indigena misquitos, le  donne e i bambini; e il principale responsabile di questi fatti è lo stato. Nonostante questo; Porfirio Lobo Sosa (Presidente de la repubblica honduregna n.d.t.), e l' esecutivo del regime attuale, , non ha emanato un comunicato ufficiale sui fatti del 11 di maggio, evidenziarono l'ignoranza nella conferenza stampa di Venerdì 1 di giugno nella sede presidenziale, dove si ironizzò con commenti discriminatori nei confronti della popolazione indigena Misquita. Lobo oltre a porre in dubbio i fatti, risultati fatali, insinua irresponsabilmente che la popolazione attaccata è narcotrafficante per il semplice fatto di navigare il Rio Patuca di notte, quando nella zona mancano trasporti pubblici, e gli abitanti viaggiano nel fiume di notte per evitare il sole, a causa della mancanza di ponti e strade in un territorio abbandonato dallo Stato.

Anche gli stati uniti, l'altro stato coinvolto, negano la  responsabilità. Lisa Kubiske (2), ambasciatora statunitense in Tegucigalpa, ha dichiarato che l'equipe della DEA che operò nella Mosquitia lo fece per difendersi e secondo quello che è il suo mandato nella lotta contro il traffico di droga, anche se il suo governo e quello di Porfirio Lobo non hanno realizzato una indagine seria e approfondita sui fatti del 11 di Maggio.

Ahuas si trova militarizzata, la popolazione e i familiari delle vittime sono intimiditi. Non è un caso il razzismo e la discriminazione verso le vittime del 11 di Maggio, in questo senso va visto il rifiuto statale nei confronti della popolazione indigena, come una forma per negare i loro diritti, che storicamente si converte in esclusione sociale.

Di conseguenza il Cofadeh sollecita la comunità internazionale e nazionale a:

Esigere che lo stato honduregno prenda le misure necessarie per proteggere e garantire la vita dei sopravvisuti.
Esigere che Wilmer Lucas Walter (14) y el joven Lucio Adan Nelson Queen ricevano il trattamento adeguato con la velocità che il caso merita negli ospedali statali, perché la loro situazione adesso è tanto grave quanto invisibile; e ha bisogno di volontà politica per essere risolta.
Esortare entrambi i governi ad indagare in modo imparziale ed esaustivo i fatti del 11 maggio 2012, arrivando a sanzionare secondo il diritto, i responsabili nazionali e stranieri, materiali e intellettuali e al il rimborso integrale dei danni subiti.
Un indagine immediata, efficiente, indipendente e imparziale rispetto alle violazioni dei diritti umani nei confronti delle persone detenute e in particolar modo riguardo alla tortura inflitta, questa deve includere:
- Chi era incaricato dell'operazione?
- Qual'era la linea di comando?
- Quali erano le regole di ingaggio degli agenti dello stato honduregno e statunitensi rispetto all'uso delle forza, e in particolare  riguardo l'uso delle armi da guerra?
- Chi diede l'ordine di aprire il fuoco e con che criterio?
Ricordare allo Stato di Honduras il suo obbligo di promuovere e far rispettare i diritti e impegni contenuti negli strumenti internazionali dei diritti umani che ha ratificato, che includono diritti di prima e di seconda generazione. Oltre che i diritti speciali delle popolazioni indigene.

Testo in spagnolo da sottoscrivere e inviare agli indirizzi sotto elencati:


ACCION URGENTE
Estado de Honduras discrimina a víctimas de la DEA
 
El Comité de Familiares de Detenidos Desaparecidos en Honduras COFADEH, expresa su total repudio y extrema preocupación por el abandono del Estado de Honduras a las víctimas de la Drug Enforcement Administration DEA y de sus agentes de seguridad, como resultado del operativo antidrogas, efectuado el 11 de mayo de 2012 en la comunidad de Paptalaya, en Ahuas, Departamento de Gracias a Dios.

El ataque fue dirigido a civiles desarmados que viajaban por el rio Patuca, dejando como consecuencia 16 familias afectadas: cuatro personas muertas entre estas dos mujeres embarazadas y un niño de 14 años; cuatro heridos, uno de ellos también niño de 14 años, tres viviendas allanadas, tres víctimas de tratos crueles inhumanos y degradantes, y 10 niños huérfanos. 
 
El operativo ejecutado por una fuerza  multinacional, que de acuerdo al Ministro hondureño de Defensa Marlon Pascua no integró las Fuerzas Armadas nacionales[1], ha tenido un costo humano muy alto para la población de Ahuas, y para la sociedad hondureña.
 
El Cofadeh hace un urgente llamado a la comunidad internacional de Derechos Humanos y al mundo democrático, a actuar enérgicamente para impedir que a las víctimas se les violenten nuevamente sus derechos.
 
La indiferencia o cobardía de las autoridades estatales para enfrentar las consecuencias de sus actos fuera de la ley ha provocado que las personas que resultaron heridas no hayan recibido hasta ahora la atención médica adecuada y sus parientes sean criminalizados por difundir la denuncia.
 
El niño WILMER LUCAS WALTER (14) y el joven  LUCIO ADAN NELSON QUEEN (22), que viajaban en el Pipante  tiroteado  por la DEA y Agentes hondureños, se encuentran hospitalizados desde el 11 de mayo en centros hospitalarios regionales y aún no han sido intervenidos quirúrgicamente como la gravedad de sus heridas lo requieren.
 
Wilmer corre el riesgo de perder su mano izquierda por negligencia en la falta de atención y  Lucio se está infectando y debilitando, en espera de una intervención ortopédica en su brazo derecho.
 
En medio de la llamada “guerra contra el narcotráfico”, las principales víctimas son pobladores indígenas misquitos, entre ellos, niños y  mujeres; el responsable principal de estos gravísimos hechos es el Estado.
 
No obstante, el ejecutivo del régimen actual, Porfirio Lobo Sosa, no ha brindado un informe oficial de lo sucedido el 11 de mayo, por el contrario manifestó su ignorancia sobre los hechos en rueda de prensa el viernes 1 de junio en casa Presidencial e ironizó con comentarios discriminatorios contra la población Indígena Misquita. Lobo no solamente pone en duda lo ocurrido y sus fatales resultados, sino también insinúa en forma irresponsable que los pobladores atacados son narcotraficantes por navegar el Río Patuca en horas de la madrugada, cuando esta zona carece de transporte público, y los pobladores viajan por el agua huyendo al sol al carecer de puentes y carreteras en un territorio abandonado por el Estado.  

Estados Unidos, el segundo Estado involucrado, también evade responsabilidad. Lisa Kubiske[2], su Embajadora en Tegucigalpa, ha declarado que el equipo de la DEA que actuó en la Mosquitia lo hizo en defensa propia y porque, además, era su deber en la lucha contra el tráfico de drogas. Aun cuando su gobierno ni el de Porfirio Lobo han realizado una investigación seria y profunda de los hechos del 11 de mayo, la diplomática prejuzgó.

Ahuas se encuentra militarizada, la población y las familias dolientes intimidadas. No es casual el  racismo y la discriminación hacia las víctimas del 11 de mayo, en este caso se inscribe el rechazo estatal hacia los pueblos indígenas como una forma de negar su capacidad y derechos que se convierte históricamente en exclusión social. 
 
En consecuencia, el Cofadeh solicita a la comunidad internacional y nacional:

Exigir al Estado de Honduras que tome las medidas necesarias para proteger y garantizar la vida de los sobrevivientes.
Exigir que Wilmer Lucas Walter (14) y el joven  Lucio Adan Nelson Queen reciban el tratamiento adecuado con la celeridad que el caso amerita en los hospitales del Estado, pues su situación ahora es tan grave como invisibilizada; requiere de voluntad política para resolverla.
Exhortar a ambos gobiernos a investigar en forma imparcial y exhaustiva los hechos del 11 de mayo de 2012, que desemboque tanto en la sanción de los responsables, nacionales y extranjeros, materiales e intelectuales conforme a derecho, como en la reparación integral de los daños.
Una investigación expedita, eficiente, independiente e imparcial respecto de la violación a los derechos de las personas detenidas y especialmente respecto de la tortura infringida, la cual debe incluir:
·         ¿Quién estaba a cargo del operativo?
·         ¿Cuál fue la línea de mando?
·         ¿Cuáles fueron los lineamientos de las agentes estatales de Honduras y EE.UU acerca del uso de la fuerza, y en particular sobre el uso de sus armas de guerra?
·         ¿Quién dio la orden de abrir fuego y con qué criterios?
Recordarle al Estado de Honduras su obligación de promover y hacer respetar los derechos y obligaciones contenidos en los instrumentos internacionales de derechos humanos que ha ratificado, lo que incluye derechos de primera y segunda generación. Además, de los derechos especiales de los pueblos indígenas
 
Favor dirigir  sus llamamientos a:
 
Porfirio Lobo Sosa
Casa Presidencial
Tel (504) 2221-4558, 2221-4560, 2221-4562
Fax (504) 2290-5000, 2221-4545

Juan Orlando Hernández
Congreso Nacional
Tel (504) 2269-3181
Fax 2269-3000
 
Jorge Alberto Rivera Avilés
Presidente de la Corte Suprema de Justicia
Tel (504) 2269-3000  2269-3069 2269-3981
 
Luis Alberto Rubí
Fiscal General de la República.
Fax (504) 2221-5667
Tel (504) 2221-5670  221-3099
          suazog@mp.hn
 
[1] “esta no es una operación de las Fuerzas Armadas, no es coordinada por las Fuerzas Armadas, creo que es importante que esto se reconozca de una vez por todas, no es algo que nosotros hemos dirigido o hemos coordinado” (procesodigital.hn, 03/06/2012)
[2] “se trata de una tragedia, pero en este caso, según lo que yo entiendo, estaban actuando en autodefensa y ese es su deber, porque la lucha contra la droga es importante”.

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