05 settembre, 2014

Honduras: Uccidono dirigente contadina ed elemento di spicco della Resistenza

Inarrestabile ondata di omicidi di militanti di organizzazioni sociali e popolari


Managua, 4 settembre (Rel-UITA | LINyM)-. Lo scorso 27 agosto è stata brutalmente assassinata Margarita Murillo, dirigente contadina e membro della Direzione nazionale della Resistenza honduregna. Murillo era anche fondatrice del partito Libertà e Rifondazione, Libre.

Secondo quanto riportato dalle figlie, Margarita stava lavorando in un terreno che si trova nei pressi del villaggio El Planón, Villanueva, nella provincia settentrionale di Cortés, quando sono sopraggiunti degli uomini armati e incappucciati che l'hanno assassinata a sangue freddo.

Margarita Murillo era anche stata una storica dirigente della Centrale nazionale dei lavoratori agricoli e del movimento contadino honduregno, al quale è rimasta profondamente legata per più di quarant'anni e con cui aveva condotto importanti battaglie per il diritto alla terra.


Subito dopo avere ricevuto la conferma dell’accaduto, il parlamento honduregno ha osservato un minuto di silenzio su richiesta del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla Violenza contro le donne, Alda Facio, la quale si trovava nell'emiciclo per una presentazione sul tema della discriminazione di genere.

Durante la sessione, il deputato Rafael Alegría ha segnalato che la zona rurale è nuovamente in lutto. Ha ricordato che circa 200 contadini sono stati assassinati e che circa 700 contadine sono sotto processo nei tribunali, per il semplice fatto di esigere una più equa redistribuzione della terra.

A questo proposito, da cinque mesi varie organizzazioni contadine hanno presentato un progetto di legge di Riforma Agraria Integrale. Per il momento, la Commissione Agricoltura, dominata dal partito di governo, non lo ha minimamente preso in considerazione.

Minacce di violenza e persecuzioni selvagge
La criminalizzazione della protesta e della lotta sociale

Margarita Murillo si trovava nell'occhio del ciclone già da tempo. Il 26 luglio, un gruppo di militari aveva fatto irruzione nella casa in cui viveva, nella comunità Marañón, a sud di San Pedro Sula, ed aveva sequestrato suo figlio Samuel, di 23 anni. Dopo un mese e mezzo non si hanno ancora sue notizie.

Suo marito Oscar era stato invece ferito da un colpo di arma da fuoco alla gamba, durante la feroce repressione scatenata da militari contro le organizzazioni contadine che protestavano nella località di Choloma.

Di fronte a questo nuovo attacco mortale, il Coordinamento indigeno del potere popolare dell'Honduras, Cinph, ha emesso un comunicato nel quale condanna l'omicidio di Margarita Murillo e pretende dal governo “un'indagine veloce ed esaustiva” e la giusta punizione “per i responsabili materiali e intellettuali di questo orribile crimine”.

Intanto, il Forum Sociale Valle de Sula ha condannato “il crimine commesso contro la nostra compagna di lotta e la forma vile e codarda con la quale hanno agito i sicari”.

Ha anche assicurato che questo crimine è frutto dell'ondata di violenza e insicurezza scatenata sia da gruppi del crimine organizzato e dalla delinquenza comune, che dalle autorità di polizia e dal regime di turno, “che ha militarizzato il Paese e criminalizzato la lotta popolare, nel tentativo di neutralizzare ogni tipo opposizione ai propri interessi dittatoriali”.

Di fronte all'ondata di violenza che ha investito l’Honduras e allo scarso interesse mostrato dalle autorità, il Forum Sociale ha chiesto alle autorità di porre fine d’immediato alle “politiche di criminalizzazione, militarizzazione e intolleranza nei confronti delle lotte popolari”, portate avanti con grande sacrificio da vari settori della società honduregna.

Ha infine chiesto che si adottino misure urgenti per garantire il rispetto illimitato dei diritti umani delle persone senza distinzione di nessun tipo. “Sotto l'attuale sistema di impunità che impera nel Paese, ogni tipo di violenza, violazione e omicidio viene giustificato come risultato dell’inarrestabile criminalità comune e non come frutto di una politica di Stato. Tutto ciò deve finire immediatamente!”, conclude il comunicato.

Traduzione: Giampaolo Rocchi


Fonte: Rel-UITA

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