01 marzo, 2007

Minacce di morte e atti di persecuzione nei confronti di CIEPAC

Oggi, 26 febbraio 2007, tra le 9:20 e le 9:30, da sopra la porta della nostra sede è stato gettato un messaggio manoscritto su un foglio di quaderno, ripiegato in modo strano (a ventaglio), con il seguente testo: "Goditi il tuo ultimo giorno. Ti ammazzeremo ti sto cercando e ormai ti abbiamo trovato" (sic).
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Il 17 gennaio 2007 CIEPAC denuncia pubblicamente episodi di persecuzione e di pedinamento riscontrati negli ultimi mesi, in particolare denuncia il tentativo di violazione dei propri uffici, avvenuto il giorno 31 dicembre 2006. Dal momento della denuncia in poi, gli episodi di persecuzione e pedinamento s’intensificano, specialmente nei pressi del domicilio degli appartenenti alla nostra organizzazione.
Il 3 febbraio una compagna dell’equipe di CIEPAC si accorge che sulla porta di ingresso di casa sua è stato inciso il suo nome (apparentemente con un oggetto metallico) e provvede immediatamente a cancellarlo. Il 13 febbraio, di fronte alla stessa casa, nota un individuo (con baffi, di statura media, carnagione scura, sui 40 anni) con la tipica uniforme blu della Polizia Settoriale, recentemente rinominata "Polizia Preventiva". Osservandola arrivare e aprire la porta, il tipo in uniforme le si avvicina chiedendole di lasciarlo entrare per vedere come era montato il portone al suo interno, adducendo il pretesto che ne stava costruendo uno e apprezzava in particolare quel modello, scorrevole e non tanto alto. Ricevuta risposta negativa dalla nostra compagna, il soggetto dice "Non fa niente, l’ho già visto da fuori", e se ne va.
Il 24 febbraio, intorno all’1:30 di notte, uscendo da casa di un’altra compagna, dopo una cena dell’equipe di CIEPAC, alcuni compagni dell’organizzazione vengono perquisiti da agenti della Polizia Settoriale. Al momento di salire in auto, vengono intercettati da sei agenti in uniforme, due dei quali incappucciati, con armi di alto calibro, a bordo del mezzo identificato come PS-344. Mentre vengono richiesti a due compagni i rispettivi documenti di identità, uno degli agenti aggredisce fisicamente un altro compagno, costrigendolo con violenza ad appoggiarsi al veicolo per essere perquisito. Accertatisi dal libretto di circolazione di uno dei veicoli, della nostra appartenenza ad un’organizzazione non governativa, l’atteggiamento degli agenti passa da un tono aggressivo al tentativo di giustificazione, adducendo un’ipotetica "operazione di sicurezza". Le contraddizioni rispetto ai fini dell’operazione sono del tutto evidenti, così come la violenza utilizzata.
In questo clima di episodi intimidatori, la minaccia di morte ricevuta oggi rappresenta un attacco ancor più grave e directo all’integrità fisica ed emotiva dei membri di CIEPAC. Ribadiamo che CIEPAC continuerá il suo lavoro di accompagnamento alle lotte degne e giuste che cercano di costruire alternative al modello neoliberale. Manterremoe rafforzeremo le nostre misure di sicurezza, in coordinamento con la società civile nazionale ed internazionale. Esortiamo i gruppi organizzati a noi affini, nazionali ed internazionali, a mantenersi informati su ciò che potrebbe accadere nei prossimi giorni, ad esprimere la propria solidarietà ai movimenti sociali del Messico e a denunciare le costanti violazioni dei diritti umani.

Distintamente,
L’equipe di CIEPAC
Responsabile Comunicazione:Miguel Ángel Rodríguez Miranda
26 febbraio 2007; San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, México

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