04 giugno, 2007
Marcos invita all'unità dei popoli indigeni dell'America Latina
da La Jornada – 3 giugno 2007
di ULISES GUTIERREZ
Il subcomandante Marcos ha rivolto un appello a tutti i popoli indigeni dell'America, dall'Alaska fino alla Patagonia, in Argentina, ad unirsi per affrontare insieme la disuguaglianza sociale che subiscono.
Nel dodicesimo Incontro Iberoamericano di Scrittori Horas de Junio, il delegato zero ha sottolineato il coraggio ed il valore dei popoli indios in Messico che si confrontano con una società impegnata nel condurre una vita frivola che li margina sempre di più.
"Ci sono storie piene di luce, tesori fatti parole, allegrie che scoppiano e tutto lo macchiano con i loro colori, ma ci sono anche dolori, ferite che non si chiudono, tristezze che solo si alleviano, ma che non si curano assolutamente con le parole".
Durante l'incontro nelle installazioni della Società Sonorense di Storia, Marcos ha letto poesie insieme al poeta nicaraguense Ernesto Cardenal, davanti ad un pubblico di più di 500 persone.
"Uscendo da Vícam, siamo passati a fianco del monte Boca abierta, una delle porte dell'assediato territorio della tribù yaqui, forse la luna aveva pensato bene il suo cammino, perché quando la sua luce mi è arrivata era già a vari quarti dall'orizzonte e la sua luce piena disegnava perfettamente la sagoma del monte che da alcune settimane grida un appello per tutti i popoli indios del continente americano, l'Incontro dei Popoli Indios di ottobre" - ha detto Marcos.
Il leader zapatista si riferisce alla riunione delle comunità indios dell'America che si realizzerà dall'11 al 14 ottobre in Vícam, territorio della tribù yaqui, ubicato nel municipio di Guaymas, in Sonora.
Nel suo intervento Ernesto Cardenal ha riconosciuto la lotta dell'EZLN ed ha menzionato l'influenza del Messico sulla rivoluzione sandinista in Nicaragua. Cardinal ha letto la poesia Las Loras, per esemplificare gli enormi sacrifici di coloro che hanno dato la loro vita per il cambiamento sociale e la giustizia a favore degli emarginati.
"Il mio amico Michel è responsabile militare in Somoto e mi ha raccontato che scoprì un contrabbando di pappagalline che dovevano essere esportate negli Stati Uniti per imparare a parlare inglese".
Nel dodicesimo Incontro Iberoamericano di Scrittori Horas de Junio, il delegato zero ha sottolineato il coraggio ed il valore dei popoli indios in Messico che si confrontano con una società impegnata nel condurre una vita frivola che li margina sempre di più.
"Ci sono storie piene di luce, tesori fatti parole, allegrie che scoppiano e tutto lo macchiano con i loro colori, ma ci sono anche dolori, ferite che non si chiudono, tristezze che solo si alleviano, ma che non si curano assolutamente con le parole".
Durante l'incontro nelle installazioni della Società Sonorense di Storia, Marcos ha letto poesie insieme al poeta nicaraguense Ernesto Cardenal, davanti ad un pubblico di più di 500 persone.
"Uscendo da Vícam, siamo passati a fianco del monte Boca abierta, una delle porte dell'assediato territorio della tribù yaqui, forse la luna aveva pensato bene il suo cammino, perché quando la sua luce mi è arrivata era già a vari quarti dall'orizzonte e la sua luce piena disegnava perfettamente la sagoma del monte che da alcune settimane grida un appello per tutti i popoli indios del continente americano, l'Incontro dei Popoli Indios di ottobre" - ha detto Marcos.
Il leader zapatista si riferisce alla riunione delle comunità indios dell'America che si realizzerà dall'11 al 14 ottobre in Vícam, territorio della tribù yaqui, ubicato nel municipio di Guaymas, in Sonora.
Nel suo intervento Ernesto Cardenal ha riconosciuto la lotta dell'EZLN ed ha menzionato l'influenza del Messico sulla rivoluzione sandinista in Nicaragua. Cardinal ha letto la poesia Las Loras, per esemplificare gli enormi sacrifici di coloro che hanno dato la loro vita per il cambiamento sociale e la giustizia a favore degli emarginati.
"Il mio amico Michel è responsabile militare in Somoto e mi ha raccontato che scoprì un contrabbando di pappagalline che dovevano essere esportate negli Stati Uniti per imparare a parlare inglese".
Etichette: America Latina
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