30 dicembre, 2008
BASTA CON LA DISINFORMAZIONE DELLA RAI!
Di fronte alle incredibili manipolazioni sulla tragedia in atto a Gaza operate dal cosiddetto “servizio pubblico”, in particolare dall’inviato CLAUDIO PAGLIARA, non è più possibile tacere. Pagliara non si comporta da giornalista, ma da zelante propagandista del governo israeliano.
QUELLO CHE PAGLIARA E
Tutto il mondo sa che Hamas non ha “rotto la tregua con Israele”, come ripete ossessivamente Claudio Pagliara, ma che la ripresa del lancio di missili artigianali è avvenuta allo scadere della tregua, dopo che Israele ha violato per tutti i sei mesi della tregua stessa le condizioni concordate. Israele non ha aperto i confini di Gaza al passaggio di viveri e medicinali, riducendo alla fame un milione e mezzo di persone e provocando il collasso degli ospedali e la morte di almeno 275 malati gravi. Israele ha continuato le incursioni militari all’interno della striscia di Gaza, uccidendo almeno 25 Palestinesi. In Cisgiordania e a Gerusalemme, Israele ha continuato i rastrellamenti, le uccisioni, gli arresti arbitrari, la demolizione di case, la distruzione di uliveti e piantagioni, la moltiplicazione dei posti di blocco e la costruzione dei Muri dell’Apartheid, che isolano le città e i villaggi palestinesi, trasformandoli in tante prigioni a cielo aperto. Tutte queste cose, e molte altre, Pagliara e
Pagliara e
Claudio Pagliara e
CLAUDIO PAGLIARA SE NE DEVE ANDARE!!!
ROMA, LUNEDI 29 dicembre, ore 16.30
SIT IN alla RAI (viale Mazzini)
ROMA, SABATO 3 GENNAIO
CORTEO APPUNTAMENTO ALLE 16.30
A PIAZZA DELLA REPUBBLICA
Campagna 2008 Anno della Palestina
28 dicembre, 2008
Fermiamo il massacro di Gaza!
(28 dicembre 2008)
E’ partito sabato mattina l’attacco dell’esercito di occupazione israeliano sulla inerme popolazione civile palestinese già stremata da un lungo embargo che ha reso insufficienti e privi di strumenti adeguati gli ospedali della Striscia di Gaza. A poche ore dai primi raid aerei israeliani sulla Striscia si contano già 155 morti e 270 feriti gravissimi, un bilancio destinato purtroppo a crescere. Tra le vittime, dicono i mezzi d’informazione ufficiale, tante donne e tanti bambini, i cui corpi stanno arrivando a brandelli negli ospedali; secondo le fonti sanitarie di Gaza occorrerà trasferire i feriti più gravi in Egitto e non c’è un sufficiente numero di elicotteri per trasportarli.
I morti e i feriti di Gaza sono l’ennesima testimonianza della pulizia etnica che lo Stato israeliano da 60 anni sta portando avanti attraverso una guerra di occupazione, di apartheid, di violenza militare sull’intera popolazione palestinese. Il pretesto dell’attacco “difensivo” dai missili qassam, che il primo ministro Olmert si è affrettato a propinare questa mattina ai ministri degli esteri di tutto il mondo, vuole distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dal fatto che a Gaza un milione e mezzo di persone sta rischiando la morte da quasi due anni di embargo, che ogni giorno produce vittime.
Complici del terrorismo di Stato israeliano, l’appoggio militare statunitense e il silenzio dei governi europei, che lasciano che in Medio Oriente prosegua a compiersi indisturbato il tentativo di cancellare la Palestina dalle cartine geografiche, e con essa il suo popolo. E’ ormai evidente come alla condanna da parte della comunità internazionale dei crimini del nazifascismo non si accompagni ugualmente la condanna della storia e dell’attualità del progetto aberrante di cancellare il popolo palestinese.
NON C’E’ TEMPO DA PERDERE!!! FERMATE IL MASSACRO DI GAZA!!!
ROMA, DOMENICA 28 DICEMBRE
MANIFESTAZIONE A PIAZZA NAVONA ALLE ORE 16,00
PISA, DOMENICA 28 DICEMBRE
MANIFESTAZIONE ORE 11.30 DAVANTI AL COMUNE
BOLOGNA, LUNEDI 29 DICEMBRE
ORE 16.00 MANIFESTAZIONE A PIAZZA NETTUNO
per
- L’IMMEDIATO STOP ALL’ATTACCO MILITARE SULLA STRISCIA DI GAZA
- LA FINE DELL’EMBARGO CONTRO LA POPOLAZIONE PALESTINESE DI GAZA
- IL CONGELAMENTO DI TUTTI GLI ACCORDI POLITICI ECONOMICI E MILITARI TRA L’ITALIA E ISRAELE
- LA FINE DELL’OCCUPAZIONE ISRAELIANA DELLA PALESTINA
VITA, TERRA E LIBERTA’ PER IL POPOLO PALESTINESE
Comunità Palestinese Roma e Lazio, Comitato “Con la Palestina nel Cuore”, Mezzaluna Rossa Palestinese in Italia, Forum Palestina, RdB, Cobas, Collettivo Antagonista Primavalle, Corrispondenze Metropolitane, Circolo Comunista Stefano Chiarini, Compagne e Compagni di Roma
Etichette: Palestina
24 dicembre, 2008
Auguri da un Muro: a Ramallah
Volentieri ve la inoltro, con i miei sinceri auguri di buone feste ed un proficuo anno 2009″:
così ci scrive Yousef Salman, Delegato della Mezza Luna Rossa Palestinese in Italia.
Seguirebbero a non finire le testimonianze di tanti piccoli, minori, “terroristi” in erba con kefia in testa o al collo e sasso in mano. Peccato che quei piccoli terroristi, sono cresciuti in decenni e si sono fatti uomini adulti e ne nascono altri, anche nella notte del 24 dicembre. Da queste parti, i muri non sono stati abbattuti anzi, se ne sono edificati di nuovi e alti, sradicando olivi. Rametti di pianta vitale in Palestina, i cui frutti sono a noi ben noti anche nelle nostre case e benedetti, per altre Feste e nel mese pasquale, quello della Resurrezione, che per alcuni non ha calendario di Avvento ed Evento.
Dal sito Pressante, riporto la parte finale di “A letter from Gaza”: “Sono alla fine tornato a casa poche ore fa dopo aver aspettato per molto tempo per trovare un mezzo di trasporto. Ma quando alla fine sono riuscito tornare a Rafah sono crollato per un riposo di un’ora. Il mio sonno è stato spezzato: mi sono svegliato terrorizzato da quello che seppi poi essere il bombardamento da parte degli F-16. Sono corso dal mio letto per tutta la nostra casa buia e non vedendo nessuno della mia famiglia all’interno, sono corso scalzo per strada. Molte persone erano per strada, i giovani uomini correvano. Non capii, non sapevo cosa stessi facendo, a parte correre senza sapere dove ero diretto. Molta gente aveva chiuso le finestre e abbassato le persiane visto che al momento c’è un freddo gelido. Sono stato contento di non essermi ferito con i vetri rotti e le macerie sulle strade. Sono tornato a casa per scrivere questa lettera sul mio portatile. Ma ho deciso che tornare a dormire non è una buona idea, non importa quanto io sia esausto. Se devo morire (e non lo desidero) voglio essere sveglio per sapere che sto morendo e per colpa di chi. Non addormentato” .
Forse è sfuggito, presi come siamo da una pagina attuale, già lanciata il
23 giugno 2007 dal Corriere della Sera- Fini cambia tutto anche per noi-
quello che è accaduto a Gerusalemme il 15 dicembre.
A marzo il Consiglio per i diritti umani dell’Onu con sede a Ginevra
aveva assegnato a Richard Falk, un ebreo americano e professore emerito
alla Princeton University, un incarico di sei anni per monitorare la
situazione umanitaria nei Territori palestinesi ma Falk, l’inviato delle
Nazioni Unite, e in quella data, aveva dichiarato che gli israeliani si
comportano con i palestinesi come i nazisti contro gli ebrei (il
predecessore di Richard Falk, il sudafricano John Dugard, aveva
paragonato la situazione di vita dei palestinesi a quella
dell’apartheid) e rifiutandosi di ritirare il controverso paragone, il
ministero degli Esteri israeliano lo aveva avvisato che non gli sarebbe
stato consentito il permesso. Per cui il 15 dicembre, come promesso,
l’ingresso nel Paese gli è stato impedito, all’aeroporto Ben Gurion,
di entrare in Israele. Vano che il Segretario Generale delle Nazioni
Unite Ban Ki-moon ha espresso rammarico per il fatto che Israele ha
negato l’ingresso all’inviato speciale nei Territori palestinesi del
Consiglio per i Diritti Umani Richard Falk.
E oggi, domenica 21 dicembre 2008, Israele ha permesso l’ approdo a Gaza,
nell’enclave palestinese della ‘Ss Dignity’, l’imbarcazione che
dall’estate scorsa periodicamente porta aiuti umanitari alla popolazione
del minuscolo territorio, nelle cui stive si trova latte per il consumo
infantile e una tonnellata di medicinali messi a disposizione dal gruppo
‘Free Gaza’, promotore dell’iniziativa sul quale grava il blocco navale
imposto un anno e mezzo fa dallo Stato ebraico, con a bordo diciassette
attivisti di varie nazionalità, tra cui quattro membri di una fondazione
benefica del Qatar, tre libanesi e due cittadini israeliani, un
giornalista e la pacifista Neta Golan, residente nella città cisgiordana
di Ramallah e fondatrice del Movimento di Solidarietà Internazionale:
nelle stive, latte per il consumo infantile e una tonnellata di
medicinali.
A Bil’in gli abitanti, con pacifisti stranieri e israeliani, hanno
marciato come di consueto da tanti venerdì, contro il muro e la confisca
di terre palestinesi, ostentando le scarpe, lanciate poi contro i
militari e il bilancio è stato di decine di intossicati dai lacrimogeni
e 8 feriti dai proiettili tra cui un giornalista israeliano e uno
palestinese.
Ma le agenzie di stampa fanno sapere che la tregua è rotta, se mai c’è
stata…seguiranno altre rivendicazioni dall’uno e dall’ altro fronte.
Da noi, in Italia, si ri-batte con ottimismo: “Bisogna battere questa
atmosfera di paura. Questa canzone della crisi, questa negatività che
si respira ha diffuso la paura anche tra chi nulla ha da temere. Ed è
questo che può inasprire la crisi”. Parola di Silvio Berlusconi, altro
che Merry CRISIS and a happy new FEAR…
E così dal checkpoint, si fa Natale anche così, disegnandolo su un Muro
e ci mandano gli auguri.
Doriana Goracci
Prossime scadenze del movimento contro la guerra
L'iniziativa sarà preparata in Italia con una assemblea nazionale di tutto il movimento contro la guerra, il 17 gennaio a Roma.
Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus aderisce e parteciperà all'assemblea, e darà il proprio contributo alla sua riuscita oltrechè alla riuscita della importante iniziativa internazionale di inizio aprile.
Il nostro Coordinamento, che in questo stesso periodo è impegnato anche negli appuntamenti legati al X Anniversario della aggressione della NATO contro la Jugoslavia (vedi: http://www.cnj. it/24MARZO99/ 2009/index. htm ), sottolinea come questi vadano visti nell'ambito della più ampia campagna per la abolizione della NATO, che è animata da uno spettro di forze larghissimo in numerosi paesi europei e culminerà il 3-4 aprile 2009 a Strasburgo-Kehl.
CNJ-onlus
Per maggiori dettagli sulle prossime scadenze del movimento contro la guerra:
http://it.groups. yahoo.com/ group/jugoinfo/ message/1852
Etichette: Palestina
17 dicembre, 2008
AZIONE URGENTE: Colombia - Brutale attentato contro leader indigena
Allo stesso tempo, lanciamo un appello alla società civile ed alle organizzazioni ed istituzioni italiane chiedendo:
- di inviare lettere di solidarietà firmate indirizzate ad Aida Quilcuè, al CRIC e alla ONIC agli indirizzi mail consejeria@cric-colombia.org, info@cric-colombia.org e mision@onic.org.co con il testo "Expresamos nuestro dolor y cercanìa a la compañera Aida Quilcuè y a los compañeros y compañeras indigenas de Colombia y del Cauca para la continua agresiòn cometida por el estado y las fuerzas armadas en contra de su derecho a la libertad, a la vida y a expresar sus opiniones y su oposicion pacifica al regimen de violencia, terror y impunidad que vive Colombia. Condemnamos la actitud criminal del estado colombiano y pedimos que se haga justicia para todas las victimas del conflicto en Colombia, en particular por cuantos pagaron con la vida su compromiso en defensa de los derechos de los pueblos y de la Madre Tierra".
- di sostenere i Progetti di A Sud in appoggio alle comunità resistenti colombiane
Emergenza NukakCena di solidarietà - 21 dicembre
- di inviare il seguente testo firmato con nome, cognome, organizzazione di appartenenza (se del caso) agli indirizzi:
Ambasciatore colombiano in Italia: eroma@cancilleria.gov.co
Testo della lettera: oggetto:
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07 dicembre, 2008
Acea si beve San Pedro
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Con Africom giungono in Italia altri 1.000 militari USA
E il Pentagono sbugiarda Franco Frattini. Due giorni fa il ministro degli esteri italiano aveva annunciato la concessione agli Stati Uniti dell’utilizzo delle basi di Napoli e Vicenza per l’installazione di due nuovi comandi per le operazioni nel continente africano (Africom), “senza che ciò comporterà l’aumento su base permanente delle truppe Usa in Italia”. Le forze armate statunitensi fanno invece sapere che l’istituzione dei due quartieri generali è già attiva con l’assegnazione a Napoli e Vicenza di 750 militari, a cui se ne affiancheranno presto degli altri.
Intervistato dal quotidiano delle forze armate Usa “Stars and Stripes”, il colonnello Marcus de Oliveira, portavoce del comando dell’esercito statunitense SETAF (Southern European Task Force) con base a Vicenza, ha dichiarato che il personale di stanza nella città veneta “potrebbe aumentare di circa 50 unità, portando così il numero del personale militare operante a 300” .
A Napoli, invece, la Naval Forces Europe è stata ampliata per includere la componente navale di Africom che ha preso il nome di “NAVEUR NAVAF”. “Con uno staff di circa 500 uomini – scrive Stars and Stripes - questo comando potrebbe crescere entro i prossimi due anni di circa 140 unità”. Le finalità del nuovo quartier generale delle forze navali per l’Africa sono state sintetizzate dall’ammiraglio Mark Fitzgerald, comandante di NAVEUR NAVAF. “Focalizzeremo i nostri interventi in Africa costruendo la cooperazione regionale per la sicurezza nel continente”, ha dichiarato Fitzgerald. “Il modello a cui guardiamo è quello che vede attualmente gli stati della regione del Golfo di Guinea operare congiuntamente contro il traffico di droga, l’immigrazione illegale e il traffico di essere umani. La lotta alla pirateria continuerà ad essere un punto centrale per la Us Navy e per Africom”.
Con l’istituzione di NAVEUR NAVAF a Napoli, l’Africa Partnership Station (APS), la forza multinazionale che la Marina degli Stati Uniti ha promosso con i paesi dell’Africa occidentale e centrale, passa sotto il controllo del comando di Napoli. Buona parte delle operazioni di rifornimento munizioni, carburante e materiali logistici delle unità impegnate in esercitazioni in ambito APS continueranno però ad essere coordinate dal “Fleet and Industrial Supply Center” (FISC), il centro logistico delle forze navali degli Stati Uniti istituito a Sigonella il 3 marzo 2005. Nella base siciliana è pure presente uno dei reparti di punta della nuova strategia di penetrazione militare nel continente africano, la “Joint Task Force JTF Aztec Silence”, una forza speciale dotata di aerei P-3c Orion per la conduzione di missioni d’intelligence, sorveglianza terrestre, aerea e navale in Africa settentrionale, occidentale e nel Corno d’Africa.
Oltre al Comando terrestre di Vicenza e a quello navale di Napoli, Africom ha attivato un quartier generale delle forze aeree a Ramstein (AFAFRICA) e un comando delle forze del Corpo dei Marines a Boeblingen (MARFORAF). Sempre in Germania, a Stoccarda, ha sede il quartier generale di Africom, destinato però ad essere trasferito nel Sud Europa. A contendersi Africom la base navale Usa di Rota-Cadice in Spagna e ancora una volta la Naval Station di Napoli-Capodichino.
Rete nazionale Disarmiamoli!
Nei fatti, l’obiettivo statunitense è quello di proteggere il flusso di petrolio che dall’Africa rifornisce per il 15% ( la percentuale salirà al 25% nel 2015) la propria comatosa economia nazionale, contrastando nello stesso tempo l’espansionismo cinese in quell’immenso e strategico continente.Assoluto silenzio stampa invece sulle tante manifestazioni, conferenze, convegni e mobilitazioni nel continente africano contro il nuovo proposito colonialista statunitense. Sudafrica, Libia e Nigeria hanno detto no al Pentagono, seguiti da molti altri paesi dell’Unione Africana.Il governo italiano supplisce al diniego dei paesi africani, e dopo le esternazioni razziste di Berlusconi su Barak Obama, le recenti prese di posizione a favore della Russia di Putin e Medvedev, si riallinea velocemente con la nuova leadership statunitense.Le dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano per giustificare questa nuova umiliante concessione all’esercito USA rasentano il ridicolo. Nella conferenza stampa del 3 dicembre 2008 alla Farnesina - disertata dal Segretario di Stato USA Condoleeza Rice - Frattini dichiara che la concessione rientra negli accordi internazionali perché “si tratta di strutture di comando che operano nell’ambito del NATO”. Niente di più falso! Africom, come tutti gli altri comandi con i quali il Pentagono ha diviso l’intero pianeta, sono sotto l’esclusivo controllo dell’esercito USA.Dai Balcani all’Afghanistan, dal Libano all’Iraq il nostro paese è sempre più partecipe alle aggressioni colonialiste occidentali. Ora i nostri territori saranno un retroterra strategico anche per il tentativo statunitense di riconquista del continente africano.La lotta contro le basi militari USA e NATO nel nostro paese deve riprendere con vigore, per contrastare un’escalation di guerra e morte che oggi sconvolge la vita di milioni d’esseri umani nei paesi attaccati, ma che presto si ritorcerà direttamente contro i nostri territori.Trasformiamo la scadenza anti NATO indicata dal Forum sociale internazionale per il prossimo aprile 2009 (si legga l’appello su www.disarmiamoli.org ) in un ricco, articolato e determinato percorso di mobilitazioni contro il crescente militarismo colonialista occidentale.
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01 dicembre, 2008
"60 anni di NATO sono troppi. Basta con la NATO, con la guerra, con le basi militari
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