30 ottobre, 2007

Evo Morales nello specchio dei movimenti italiani

da Carta.org

Enzo Mangini
[29 Ottobre 2007]

Il presidente boliviano incontra i rappresentanti di alcuni movimenti sociali italiani. Alla ricerca di un terreno comune per relazioni più giuste tra nord e sud del mondo.
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24 ottobre, 2007

Guatemala. Altre vite spezzate dall’oro

di Flaviano Bianchini
Conobbi Fedelino Lopéz e Emilio García più di un anno fa. Entrambi facevano parte dell’associazione delle comunità per lo sviluppo integrale dell’area Chortí: COMUNDICH. I Chortí sono una delle 22 etnie Maya del Guatemala. Vivono nel sud-est. Vicino alla frontiera con l’Honduras, in una delle zone più povere del Paese. L’area Chortí è conosciuta solo per il clima caratterizzato da un caldo torrido d’inverno e da un caldo ancora più torrido d’estate. La terra da quelle parti non rende tanto. Per farle produrre un po’ di mais bisogna lavorarla a lungo ed escogitare i più svariati sistemi di irrigazione per sfruttare al massimo l’acqua che scende dalle montagne della Sierra de las Minas.

Qualche anno fa, però, arrivarono dei signori eleganti a promettere un futuro di prosperità all’area Chortí. Avevano scoperto giacimenti d’oro sotto le loro terre. Al principio la cosa appariva promettente ma ben presto rivelò la sua indole subdola. Le miniere d’oro sono in mano a grandi multinazionali straniere e solo una minuscola, infinitesimale parte dei guadagni resta in Guatemala. Di questa una parte ancora più piccola resta alle comunità interessate. Un quasi nulla. In compenso nell’area Chortí arrivarono le voci di paesi senza acqua e senza vita per colpa delle miniere d’oro a cielo aperto.

Io stesso fui da quelle parti insieme a Carlos Amador a raccontare il caso della Valle de Siria in Honduras dove la miniera San Martín, ora finalmente costretta a chiudere i battenti, in soli 7 anni prosciugò l’acqua di 19 dei 24 fiumi dell’intera vallata. E a portare la testimonianza di Nuova Palo Ralo (sempre nella Valle de Siria, in Honduras) dove 8 bambini su 10 muoiono prima di compiere un anno. E quella di El Pedernal dove il 98% della popolazione ha sofferto di malattie alla pelle nel 2004, e dove l’osteoporosi infantile rappresenta ormai una malattia “endemica”. O il caso di Sipakapa, nell’occidente del Guatemala, dove la miniera Marlin consuma ogni giorno l’acqua che consumerebbero 200.000 guatemaltechi in una zona dove non ne vivono neanche 50.000.

E fu così che nacque COMUNDICH. Un gruppo di indigeni Chortí, tra cui Fedelino Lopéz ed Emilio García, si riunirono e diedero vita a questa associazione che prevedeva lo sviluppo integrale dell’area Chortí. Cioè uno sviluppo rispettoso dell’ambiente e della natura. Uno sviluppo che non porti necessariamente al prosciugamento di tutte le fonti acquifere già scarse in quella zona. COMUNDICH è nata da indigeni Chortí. Da gente che per tutta la vita ha dovuto fare i conti con la scarsezza di acqua. Gente che chiude il rubinetto quando si lava i denti non per virtù, ma per necessità. Gente che, per necessità, ha imparato a rispettare ed amare l’acqua come un siberiano ama il sole. E pertanto gente disposta a tutto per evitare che un’impresa straniera usasse la “loro” acqua per estrarre un po’ di “quell’inutile metallo giallo che rende pazzi gli uomini bianchi.” [1]

Gente disposta a tutto. A sacrificare la loro vita per salvare i “loro” fiumi e la “loro” acqua e la “loro” gente. Ed è proprio quello che è successo. Lo scorso 16 settembre Fedelino Lopéz ed Emilio García hanno pagato con la loro vita il loro sogno di una regione Chortí basata sullo sviluppo integrale. Sicari armati al soldo dalle multinazionali dell’oro sono entrati in casa loro e li hanno uccisi con un colpo alla nuca. Perché i vigliacchi non hanno avuto neanche il coraggio di guardarli negli occhi mentre li uccidevano.

E tutto questo in piena campagna elettorale per il secondo turno, dove la sfida tra il Generale Otto Perez Molina e Alvaro Colón gira intorno alle concessioni minerarie e al tema sicurezza.

Quello di Fedelino Lopéz ed Emilio García non è un caso isolato. Dall’inizio dell’anno Amnesty International ha segnalato oltre 180 casi di attacchi contro attivisti dei diritti umani con un’ impennata negli ultimi caldi mesi di campagna elettorale. E gran parte di questi attacchi ha colpito organizzazioni e persone che hanno a che vedere con il tema minerario.

Proprio mentre Fedelino Lopéz ed Emilio García venivano codardamente giustiziati iniziava il processo per diffamazione contro l’organizzazione MadreSelva e contro il sottoscritto per aver dimostrato con prove scientifiche la contaminazione provocata dalla miniera Marlin a Sipakapa, nell’occidente del Paese. Durante la stessa settimana veniva ucciso un leader del sindacato di Izabal anche lui contrario all’attività mineraria e riceveva minacce un associazione femminista del lago di Atitlán anch’essa in opposizione col settore minerario. Per non considerare poi l’ennesima distruzione delle antenne di Radio Nuevo Mundo, il furto ai danni di una associazione che assiste i malati di AIDS/HIV e addirittura le minacce a chi si occupa degli aiuti post-uragano Stan.

Il mio ricordo di Fedelino Lopéz ed Emilio García è quello di due ragazzi giovani e semplici. Due attivisti intelligenti e determinati. Due persone fantastiche che litigavano per pagare la cena con i loro pochi e sudati risparmi ad un ricco attivista italiano.

E ora quello che resta sono solo sette bambini orfani da aggiungere ad un elenco già lunghissimo…

1]Alce Nero. Stregone Lakota.

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17 ottobre, 2007

Fuori dal Nicaragua Union Fenosa

da icoloridelmais.blogspot.com
Una sessione del Tribunale permanente dei popoli, riunito a Managua il 12 e 13 ottobre, ha condannato Unión Fenosa. L'azienda spagnola, che nel 1999 ha acquisito per 115 milioni di dollari il controllo del servizio di distribuzione dell'energia elettrica in Nicaragua, è responsabile di continui black-out, aumento delle tariffe, mancati investimenti.
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15 ottobre, 2007

GUATEMALA: Il governo deve garantire verità e giustizia!

Con il passare dei giorni attorno all'omicidio di Marco Tulio Ramírez cominciano a trapelare elementi che, pur non essendo ancora sufficienti a determinare delle responsabilità dirette, iniziano a far luce sui motivi del crimine ed indicano gli ambienti in cui la polizia dovrebbe sviluppare e far convergere le proprie indagini.
Nel frattempo si chiede al governo del Guatemala di intervenire direttamente.
( INVIA un messaggio di solidarietà dall'indirizzo web che trovi in fondo)

Si sa, per esempio, che la casa in cui Marco Tulio e la sua famiglia vivevano si trova all'interno di un terreno di proprietà della Compañía de Desarrollo Bananero de Guatemala SA (nome commerciale di Bandegua), succursale guatemalteca della multinazionale bananera Del Monte Fresh Produce. Si sa anche che questo terreno è completamente recintato e protetto da guardie armate dell'impresa di vigilanza privata SERPROP.
Per poter circolare in macchina all'interno della proprietà è necessaria un'autorizzazione che deve essere esibita all'entrata ed all'uscita e l'intero terreno è continuamente pattugliato da guardie armate.
L'indagine dovrà chiarire se nell'omicidio di Marco Tulio tutto questo costoso ed imponente apparato di sicurezza pagato dall'impresa Bandegua-Del Monte ha fallito o se, invece, ha funzionato perfettamente proteggendo gli assassini.

Marco Tulio Ramírez, che era Segretario di Cultura e Sport del Comitato Esecutivo Centrale del Sindicato de Trabajadores Bananeros de Izabal (SITRABI) e Segretario generale del Comitato Subzonale della Finca Yuma, aveva una vasta esperienza sindacale ed era uno dei leader locali.
L'impresa Bandegua-Del Monte, proprietaria della Finca Yuma, l'accusava di sabotare la produzione e di convincere i lavoratori a commettere atti illegali contro l'impresa, come per esempio scioperare.
Marco Tulio veniva quindi permanentemente minacciato di essere licenziato ed era vittima delle persecuzioni da parte dell'impresa Bandegua-Del Monte. Aveva anche accettato di partecipare come rappresentante di lista per il partito Unión Nacional de la Esperanza (UNE), del socialdemocratico Álvaro Colom, durante le recenti elezioni presidenziali che si concluderanno il prossimo 4 novembre con il ballottaggio tra Colom e il candidato dell'estrema destra nazionale.
Bandegua-Del Monte ha assoldato i sicari?
Gli antecedenti di questa impresa la fanno figurare come una sorte di esercito privato fascista che, tra l'altro, produce banane.
Oltre al suo permanente e forte sostegno ai gruppi solidaristas che si sono installati in Centroamerica insieme ad altre multinazionali, Bandegua-Del Monte venne accusata da una Missione delle Nazioni Unite di aver perpetrato "le peggiori violazioni ai diritti umani commesse negli ultimi anni nel paese".
Questa dichiarazione si rifà ad un'azione armata compiuta nel 1999 quando Bandegua licenziò a Izabal circa mille lavoratori sindacalizzati, i quali vennero espulsi dalle loro case e tenuti a bada dal suo esercito privato.
Una volta che i lavoratori vennero obbligati ad abbandonare il lavoro e le case, Bandegua utilizzò dei prestanomi locali per ricominciare l'attività e contrattò nuovi lavoratori con salari più bassi e meno benefici.
Nel 2000, una campagna internazionale della UITA riuscì a riformare il SITRABI nella regione ed a firmare un Contratto Aziendale per tutti i lavoratori della zona. Nonostante questo, le relazioni con l'impresa sono rimaste molto conflittuali e vari ex dirigenti sindacali sono stati allontanati.
Durante lo stesso periodo, altri dirigenti del SITRABI sono stati vittime di una campagna di terrore, mediante continue minacce di morte che furono denunciate presso il Pubblico Ministero, senza che però si arrivasse mai a scoprire i colpevoli.
Durante la notte del 26 novembre 2006, Cesar Humberto Guerra López, Segretario de Conflictos del Comitato Esecutivo Centrale del SITRABI, venne intercettato da alcuni sconosciuti mentre viaggiava in un'auto del sindacato e vennero sparati vari colpi d'arma da fuoco e lanciate pietre contro la macchina. Le indagini non hanno mai prodotto alcun risultato.
Lo scorso 20 luglio, come è già stato denunciato (vedi articolo relazionato su http://www.rel-uita.org/sindicatos/militares_irrumpen_sede_sindical.htm ), cinque soldati hanno fatto irruzione nella sede del sindacato, perquisendo i locali ed interrogando José Antonio Cartagena e Selfa Sandoval Carranza, gli unici presenti in quel momento.
I soldati hanno detto di voler conoscere il nome del presidente del SITRABI, il numero degli affiliati, la composizione del Comitato Esecutivo ed in che cosa consistesse il lavoro dell'organizzazione. Si sa anche che i soldati erano arrivati con un veicolo militare, la cui targa venne riportata nella denuncia presentata dal sindacato e durante l'udienza che il SITRABI ottenne con il Ministro della Difesa.
Anche in questo caso le indagini della polizia e quelle promesse dal Ministro non hanno portato ad alcun risultato.
L'impunità è arrivata a un punto tale che durante la notte dello scorso 28 settembre, cinque giorni dopo l'omicidio di Marco Tulio, persone sconosciute armate con fucili AK47 hanno girato per tre ore e con un atteggiamento minaccioso per le strade del terreno dove sorgono le case dei lavoratori bananeros della Finca Yuma. Quello stesso terreno permanentemente vigilato e recintato di proprietà della Del Monte Fresh.
Nonostante le ripetute chiamate, né la polizia, né i rappresentati dell'impresa si sono presentati sul posto e questa è un'ulteriore dimostrazione del comportamento fascista che incoraggia i responsabili di queste azioni crudeli ed intimidatorie. La vergognosa impunità di cui godono questi codardi è la vera forza che permette loro di provocare e prendere in giro una famiglia ed una comunità immersa nel dolore.

Affinché cessi questa vergognosa situazione, il governo del Guatemala deve intervenire direttamente e facilitare le indagini che permettano di stabilire le eventuali responsabilità della Del Monte Fresh e del personale di Bandegua in questo omicidio. Come ha sempre fatto nel passato, la UITA continuerà ad esprimere la propria solidarietà ai lavoratori e lavoratrici del SITRABI, la cui lotta esemplare contro la canaglia bananera non è finita.
La memoria di Marco Tulio Ramírez non farà altro che galvanizzarci, gomito a gomito alzando la sua bandiera, continuando la lotta con il suo esempio, trasmettendolo alle generazioni future.
di Gerardo Iglesias e Carlos Amorín © Rel-UITA
ulteriori informazioni su http://www.rel-uita.org/

VEDI FOTO

INVIA IL TUO MESSAGGIO DI SOLIDARIETA' E PARTECIPA ALLA CAMPAGNA INTERNAZIONALE

© (Traduzione Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - gtrucchi@itanica.org - http://www.itanica.org/ )

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12 ottobre, 2007

Cafta, la vittoria del SI in Costa Rica. Cronaca di una frode annunciata

da http://www.icoloridelmais.blogspot.com/
Anche il Costa Rica ha ratificato il Cafta, il Trattato di libero commercio con gli Stati Uniti d'America già in vigore nel resto del Centro America.Nel referendum popolare di domenica scorso il "Sì" ha avuto la meglio, seppur di poco: 51,69 per cento contro 48,31. Sono andati a votare sei cittadini su dieci.Subito dopo la divulgazione dei risultati, ieri (lunedì, ndr), i movimenti popolari del fronte del "No" hanno denunciato frodi elettorali, accusando il Tribunal Superior Electoral di essere "complice diretto del regime dei fratelli Arias (presidente della Repubblica e Primo ministro, ndr) non avendo fatto rispettare la tregua elettorale".Il Movimiento Nacional Patriótico non ha riconosciuto il risultato.
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11 ottobre, 2007

*PRESENTAZIONE VIDEO DOCUMENTARIO*

*PRESENTAZIONE VIDEO DOCUMENTARIO*

Ciao a tutt*!

vi comunichiamo che é possibile prenotare il video documentario
PIRATI AL RESORT - IL SACCHEGGIO DI BAHÌA DE TELA
(IL DVD è sarà di circa 35'. In lingua originale -spagnolo- e sottotitolato in italiano)

Il documentario, girato durante l'estate 2007, con la collaborazione di OFRANEH (Organización Fraternal Negra de Honduras) e l'appoggio del Collettivo Italia-Centro America(CICA), é parte della campagna di controinformazione "L'isola e il mattone", http://lisolaeilmattone.blogspot.com

”Bahia de Tela, costa atlantica dell'Honduras. Il 17 agosto del 2007, Manuel Zelaya, presidente dell'Honduras, poggia la prima pietra del progetto "eco-etno-turistico" "Los Micos Beach and Resort": 4 hotel cinque stelle, 256 ville di lusso, un club ippico, un campo di golf e un centro commerciale proprio nel cuore del Parco Nazionale protetto Janette Kawas e a scapito della popolazione autoctona: i garifuna.
Disastro ambientale, soprusi, omicidi per il controllo di un territorio ricco e incontaminato a due passi dall'Isola dei Famosi... ...Ma la ricompensa sarà grande: qualche posto di lavoro di bassa qualifica e una “riserva etnica” per il mantenimento del folklore locale garifuna, il tutto con
l'appoggio di un'impresa italiana esperta in grandi opere e gli auguri dell'Europa...finalmente l'Honduras si incammina verso Lo Sviluppo...Ma quale?”

Per l'intera produzione non contiamo con nessun appoggio economico, quindi lanciamo questa iniziativa di prevendita che potete trovare sul sito http://www.produzionidalbasso.com/pdb_241.html.
Il nostro obiettivo é di riuscire a coprire le spese di montaggio e della produzione tecnica.

Quando raggiungeremo il numero minimo di copie, vi manderemo una mail con le modalità di pagamento (13 euro + 2 euro di costi di spedizione). Nel momento in cui sarà terminato il lavoro di post-produzione (tempi previsti circa 4 mesi) e avremmo ricevuto conferma del vostro avvenuto pagamento, vi spediremo la copia del DVD.

Più informazioni sul progetto "Bahia de Tela" li potete trovare sul sito di CICA, www.puchica.org

Grazie per il vostro appoggio!

Maribel Arias, Federica Rogantín e Thomas Viehweider
3gatosproducciones@gmail.com

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Cafta, la vittoria del “Sì” in Costa Rica. Cronaca di una frode annunciata

da icoloridelmais.blogspot.com
Anche il Costa Rica ha ratificato il Cafta, il Trattato di libero commercio con gli Stati Uniti d'America già in vigore nel resto del Centro America.
Nel referendum popolare di domenica scorso il "Sì" ha avuto la meglio, seppur di poco: 51,69 per cento contro 48,31. Sono andati a votare sei cittadini su dieci.
Subito dopo la divulgazione dei risultati, ieri (lunedì, ndr), i movimenti popolari del fronte del "No" hanno denunciato frodi elettorali, accusando il Tribunal Superior Electoral di essere "complice diretto del regime dei fratelli Arias (presidente della Repubblica e Primo ministro, ndr) non avendo fatto rispettare la tregua elettorale".
Il Movimiento Nacional Patriótico non ha riconosciuto il risultato.
coninua

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03 ottobre, 2007

ERNESTO e THOMAS


Thomas Sankara. Giovedì 15 ottobre 1987, vittima di un colpo di stato.
Discorso di Sankara all’ONU il 4 ottobre 1984
******************
2007: anno Thomas Sankara Vent’anni dopo il suo assassinio
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Che Guevara. L' 8 ottobre 1967 a La Higuera, il Che cade nelle mani dell'esercito. Il 9 ottobre, un soldato Boliviano esegue l'ordine.

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SEQUESTRATO E TORTURATO FIGLIO DI UN LAVORATORE DELLA COCA COLA

Il 27 settembre 2007, verso le 4:00 del pomeriggio, quando ANDRÉS DAMIÁN FLOREZ RODRIGUEZ, figlio del lavoratore dell'imbottigliatrice della Coca Cola e dirigente del SINALTRAINAL, JOSÉ DOMINGO FLOREZ, stava tornando dalla scuola a casa sua, situata nella Cra 38ª 204-102 del quartiere Los Andes di Floridablanca, Santander, è stato abbordato da tre individui che si stavano spostandoo con un camioncino nero, armati, con radiotrasmittenti e passamontagna, che lo fecero salire a forza e lo gettarono sul fondo dell’auto, lo colpirono e durante il percorso uno di questi chiamò con la radio e disse “abbiamo già preso quel figlio di puttana, che ne facciamo di lui”, e dall’altra parte della radio gli risposero “fategli fare una passeggiata, picchiatelo e lasciategli il messaggio”, colui che parlò per radio disse “di a tuo papà che non ci fermeremo fino a quando lo vedremo squartato”. Dopo lo gettarono giù dall’auto in località El Palenque verso Lebrija, di fronte ad alcune officine meccaniche che ci sono dopo il ponte.

Questo fatto nuovo contro i lavoratori di Coca Cola affiliati al SINALTRAINAL ed i loro familiari, è avvenuto dopo le minacce di morte ricevute il 10 febbraio, 26 luglio, 9 agosto, 13 agosto, 20 e 25 settembre 2007

È da notare che il giorno 24 settembre 2007, abbiamo comunicato all'impresa Coca Cola che il SINALTRAINAL riprende la campagna mondiale di denuncia e che abbiamo denunciato le imprese transnazionali per le loro politiche violatrici dei Diritti Umani, non cediamo davanti alle minacce ed alla repressione antisindacale che si sta realizzando contro gli affiliati al SINALTRAINAL.

Esigiamo dall'impresa Coca Cola e dallo Stato colombiana la fine della repressione contro i lavoratori, si indaghino i responsabili materiali ed intellettuali di questi fatti, si garantisca il diritto alla vita, di associazione e la libertà sindacale.

Distintamente,

LUIS JAVIER CORREA SUAREZ
Presidente SINALTRAINAL
Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Industria di Alimenti
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Inviare messaggi di protesta ad Álvaro Uribe Vélez, Presidente della Repubblica, Cra. 8 No..7-26, Palacio de Nariño, Santa fe de Bogotá, Fax: (+57 1) 566.20.71,
E-mail: auribe@presidencia.gov.co e alla multinazionale Coca Cola.

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Costarica: fiume umano contro il trattato di libero commercio

da Verosudamerica
La manifestazione popolare più grande che si possa ricordare nella storia del Costarica degli ultimi. Così si è conclusa la campagna elettorale che ha anticipato il referendum del prossimo 7 ottobre. Gli oppositori del TLC, che legherebbe il Costarica agli Stati Uniti, hanno riempito Paseo Colón, il più lungo viale della capitale costaricana. Circa 150'000 persone sono scese in piazza a fianco del "Movimiento Patriótico" per urlare NO al Cafta, a solo pochi giorni dal voto popolare.
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02 ottobre, 2007

IL CAPITALE ITALIANO E I MEGAPROGETTI TURISTICI IN HONDURAS

IL CAPITALE ITALIANO E I MEGAPROGETTI TURISTICI IN HONDURAS
A rischio l'ecosistema della Laguna de los Micos: al via i lavori del complesso "Los Micos Beach & Resort Centre", li fa Astaldi
Giovedì 4 ottobre una conferenza stampa al Senato
I garifuna della Bahia de Tela arrivano in Italia per denunciare il megaprogetto turistico "Los Micos Beach & Resort Centre" e l'interesse del capitale italiano. L'appalto per la prima parte dei lavori, avviati a metà agosto, è stato vinto da Astaldi. Alfredo Lopez, leader dell’Organizzazione fraterna dei popoli negri dell'Honduras (Ofraneh), che rappresenta le 46 comunità di etnia afro-indigena garifuna disseminate lungo tutta la costa caraibica del Paese, è stato invitato in Italia dal Collettivo Italia Centro America (http://www.puchica.org/), nell'ambito della campagna di denuncia contro l'impatto ambientale del progetto turistico, "L'isola e il mattone" (lisolaeilmattone.blogspot.com), e dal Partito della Rifondazione Comunista. Il Collettivo Italia Centro America e Rifondazione Comunista hanno convocato una conferenza stampa giovedì 4 ottobre, alle 14, presso il Senato della Repubblica, Sala delle conferenze stampa - Palazzo Madama, 2 Roma (sono obbligatori giacca e cravatta; le presenze sono da comunicare entro mercoledì 3 ottobre a Mauro Tettoni - mauro.tettoni@senato.it).
Intervengono:
Fabio Amato, responsabile Esteri, Prc-Se
Alfredo Lopez, Ofraneh
Francesco Martone, senatore Prc-Se, commissione
Jose Luis del Rojo, senatore Prc-Se, commissione Esteri
Luca Martinelli, Collettivo Italia Centro America
PER SAPERNE DI PIÙ
“Los Micos Beach & Resort Centre”
Il complesso verrà realizzato nella Bahia de Tela, sulla costa caraibica dell’Honduras, a pochi chilometri dalle isole dei Cayos Cochinos, dove il 20 settembre è iniziata la nuova serie del reality show “L’isola dei famosi”. La regione è abitata dai garifuna, che vivono di pesca in comunità lungo la costa e teme l’impatto sociale e ambientale del turismo di massa. Oggi la Laguna de los Micos è un paradiso di mangrovie, una striscia vergine di spiaggia e vegetazione di oltre 3 km. Il progetto nella Bahia de Tela prevede la realizzazione di quattro hotel di lusso, 256 ville, un campo di golf, un club ippico e un centro commerciale -su una superficie complessiva di oltre 300 ettari. Il tutto verrà realizzato all'interno del Parco nazionale intitolato a Jeanette Kawas (Pnjk) e di una laguna registrata (con il numero 722) nell'elenco delle paludi protette dalla Convezione internazionale di protezione delle paludi (conosciuta come Ramsar). Perciò il riempimento di gran parte della palude per la realizzazione del campo da golf è illegale. Non ci sono state nemmeno le consultazioni con le popolazioni locali, come vorrebbe l'Accordo n. 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro.
Alfredo Lopez
Leader comunitario e poi presidente del Patronato della comunità di Triunfo de la Cruz, Alfredo Lopez ha passato quasi sette anni di carcere, tra il 27 aprile del 1997 e l'ottobre del 2003. Colpevole di voler difendere la terra di Triunfo de la Cruz dalla speculazione turistica del progetto "Mar Bella". Un incarceramento arbitrario e illegale, secondo quanto stabilito dalla Corte interamericana per i diritti umani(Cidh), che il primo marzo del 2006 ha condannato lo Stato di Honduras per il trattamento ricevuto da Alfredo mentre questi era in carcere. Un incarceramento preventivo: Alfredo non è mai stato condannato (anzi: l'accusa di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti a suo carico, montata ad hoc, era decaduta già un anno dopo il suo ingresso in prigione).
Collettivo Italia Centro America
È un collettivo di base che opera sia in Italia che in vari paesi del Centro America a diretto contatto con le realtà di base locali.
Sperando nel vostro interesse e mettendoci a disposizione attraverso honduras@puchica.org per maggiori dettagli, vi mandiamo un saluto fraterno.
Ufficio stampa: Luca Martinelli, tel. 349-86.86.815
Collettivo Italia Centro America http://www.puchica.org/
Per maggiori informazioni sulla campagna di denuncia contro il progetto "Laguna de los Micos Beach & Resort Centre": http://www.lisolaeilmattone.blogspot.com/
ALFREDO LOPEZ È IN ITALIA DAL 2 AL 7 OTTOBRE.
GLI ALTRI APPUNTAMENTI PROGRAMMA:
*mercoledì 3 ottobre alle 19 ROMA: incontro pubblico organizzato dall'Associazione culturale "Ex-Lavanderia" Padiglione 31, Parco S.ta Maria della Pietà, Monte Mario, (ex manicomio di Roma).
* venerdì 5 ottobre alle 20 PADOVA: incontro pubblico organizzato dall'Associazione XENA presso la sede di Missionari Comboniani, via San Giovanni di Verdare, 139- Zona stazione
* sabato 6 ottobre alle 19 MILANO: Csa BARAONDA, Via Amendola, 1 – Rovagnasco di Segrate
(come arrivarci su: http://www.ecn.org/baraonda/dovesiamo.html).

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