15 ottobre, 2007
GUATEMALA: Il governo deve garantire verità e giustizia!
Con il passare dei giorni attorno all'omicidio di Marco Tulio Ramírez cominciano a trapelare elementi che, pur non essendo ancora sufficienti a determinare delle responsabilità dirette, iniziano a far luce sui motivi del crimine ed indicano gli ambienti in cui la polizia dovrebbe sviluppare e far convergere le proprie indagini.
Nel frattempo si chiede al governo del Guatemala di intervenire direttamente.
( INVIA un messaggio di solidarietà dall'indirizzo web che trovi in fondo)
Nel frattempo si chiede al governo del Guatemala di intervenire direttamente.
( INVIA un messaggio di solidarietà dall'indirizzo web che trovi in fondo)
Si sa, per esempio, che la casa in cui Marco Tulio e la sua famiglia vivevano si trova all'interno di un terreno di proprietà della Compañía de Desarrollo Bananero de Guatemala SA (nome commerciale di Bandegua), succursale guatemalteca della multinazionale bananera Del Monte Fresh Produce. Si sa anche che questo terreno è completamente recintato e protetto da guardie armate dell'impresa di vigilanza privata SERPROP.
Per poter circolare in macchina all'interno della proprietà è necessaria un'autorizzazione che deve essere esibita all'entrata ed all'uscita e l'intero terreno è continuamente pattugliato da guardie armate.
L'indagine dovrà chiarire se nell'omicidio di Marco Tulio tutto questo costoso ed imponente apparato di sicurezza pagato dall'impresa Bandegua-Del Monte ha fallito o se, invece, ha funzionato perfettamente proteggendo gli assassini.
Marco Tulio Ramírez, che era Segretario di Cultura e Sport del Comitato Esecutivo Centrale del Sindicato de Trabajadores Bananeros de Izabal (SITRABI) e Segretario generale del Comitato Subzonale della Finca Yuma, aveva una vasta esperienza sindacale ed era uno dei leader locali.
L'impresa Bandegua-Del Monte, proprietaria della Finca Yuma, l'accusava di sabotare la produzione e di convincere i lavoratori a commettere atti illegali contro l'impresa, come per esempio scioperare.
Marco Tulio veniva quindi permanentemente minacciato di essere licenziato ed era vittima delle persecuzioni da parte dell'impresa Bandegua-Del Monte. Aveva anche accettato di partecipare come rappresentante di lista per il partito Unión Nacional de la Esperanza (UNE), del socialdemocratico Álvaro Colom, durante le recenti elezioni presidenziali che si concluderanno il prossimo 4 novembre con il ballottaggio tra Colom e il candidato dell'estrema destra nazionale.
Bandegua-Del Monte ha assoldato i sicari?
Gli antecedenti di questa impresa la fanno figurare come una sorte di esercito privato fascista che, tra l'altro, produce banane.
Oltre al suo permanente e forte sostegno ai gruppi solidaristas che si sono installati in Centroamerica insieme ad altre multinazionali, Bandegua-Del Monte venne accusata da una Missione delle Nazioni Unite di aver perpetrato "le peggiori violazioni ai diritti umani commesse negli ultimi anni nel paese".
Questa dichiarazione si rifà ad un'azione armata compiuta nel 1999 quando Bandegua licenziò a Izabal circa mille lavoratori sindacalizzati, i quali vennero espulsi dalle loro case e tenuti a bada dal suo esercito privato.
Una volta che i lavoratori vennero obbligati ad abbandonare il lavoro e le case, Bandegua utilizzò dei prestanomi locali per ricominciare l'attività e contrattò nuovi lavoratori con salari più bassi e meno benefici.
Nel 2000, una campagna internazionale della UITA riuscì a riformare il SITRABI nella regione ed a firmare un Contratto Aziendale per tutti i lavoratori della zona. Nonostante questo, le relazioni con l'impresa sono rimaste molto conflittuali e vari ex dirigenti sindacali sono stati allontanati.
Durante lo stesso periodo, altri dirigenti del SITRABI sono stati vittime di una campagna di terrore, mediante continue minacce di morte che furono denunciate presso il Pubblico Ministero, senza che però si arrivasse mai a scoprire i colpevoli.
Durante la notte del 26 novembre 2006, Cesar Humberto Guerra López, Segretario de Conflictos del Comitato Esecutivo Centrale del SITRABI, venne intercettato da alcuni sconosciuti mentre viaggiava in un'auto del sindacato e vennero sparati vari colpi d'arma da fuoco e lanciate pietre contro la macchina. Le indagini non hanno mai prodotto alcun risultato.
Lo scorso 20 luglio, come è già stato denunciato (vedi articolo relazionato su http://www.rel-uita.org/sindicatos/militares_irrumpen_sede_sindical.htm ), cinque soldati hanno fatto irruzione nella sede del sindacato, perquisendo i locali ed interrogando José Antonio Cartagena e Selfa Sandoval Carranza, gli unici presenti in quel momento.
I soldati hanno detto di voler conoscere il nome del presidente del SITRABI, il numero degli affiliati, la composizione del Comitato Esecutivo ed in che cosa consistesse il lavoro dell'organizzazione. Si sa anche che i soldati erano arrivati con un veicolo militare, la cui targa venne riportata nella denuncia presentata dal sindacato e durante l'udienza che il SITRABI ottenne con il Ministro della Difesa.
Anche in questo caso le indagini della polizia e quelle promesse dal Ministro non hanno portato ad alcun risultato.
L'impunità è arrivata a un punto tale che durante la notte dello scorso 28 settembre, cinque giorni dopo l'omicidio di Marco Tulio, persone sconosciute armate con fucili AK47 hanno girato per tre ore e con un atteggiamento minaccioso per le strade del terreno dove sorgono le case dei lavoratori bananeros della Finca Yuma. Quello stesso terreno permanentemente vigilato e recintato di proprietà della Del Monte Fresh.
Nonostante le ripetute chiamate, né la polizia, né i rappresentati dell'impresa si sono presentati sul posto e questa è un'ulteriore dimostrazione del comportamento fascista che incoraggia i responsabili di queste azioni crudeli ed intimidatorie. La vergognosa impunità di cui godono questi codardi è la vera forza che permette loro di provocare e prendere in giro una famiglia ed una comunità immersa nel dolore.
Affinché cessi questa vergognosa situazione, il governo del Guatemala deve intervenire direttamente e facilitare le indagini che permettano di stabilire le eventuali responsabilità della Del Monte Fresh e del personale di Bandegua in questo omicidio. Come ha sempre fatto nel passato, la UITA continuerà ad esprimere la propria solidarietà ai lavoratori e lavoratrici del SITRABI, la cui lotta esemplare contro la canaglia bananera non è finita.
La memoria di Marco Tulio Ramírez non farà altro che galvanizzarci, gomito a gomito alzando la sua bandiera, continuando la lotta con il suo esempio, trasmettendolo alle generazioni future.
di Gerardo Iglesias e Carlos Amorín © Rel-UITA
ulteriori informazioni su http://www.rel-uita.org/
VEDI FOTO
Oltre al suo permanente e forte sostegno ai gruppi solidaristas che si sono installati in Centroamerica insieme ad altre multinazionali, Bandegua-Del Monte venne accusata da una Missione delle Nazioni Unite di aver perpetrato "le peggiori violazioni ai diritti umani commesse negli ultimi anni nel paese".
Questa dichiarazione si rifà ad un'azione armata compiuta nel 1999 quando Bandegua licenziò a Izabal circa mille lavoratori sindacalizzati, i quali vennero espulsi dalle loro case e tenuti a bada dal suo esercito privato.
Una volta che i lavoratori vennero obbligati ad abbandonare il lavoro e le case, Bandegua utilizzò dei prestanomi locali per ricominciare l'attività e contrattò nuovi lavoratori con salari più bassi e meno benefici.
Nel 2000, una campagna internazionale della UITA riuscì a riformare il SITRABI nella regione ed a firmare un Contratto Aziendale per tutti i lavoratori della zona. Nonostante questo, le relazioni con l'impresa sono rimaste molto conflittuali e vari ex dirigenti sindacali sono stati allontanati.
Durante lo stesso periodo, altri dirigenti del SITRABI sono stati vittime di una campagna di terrore, mediante continue minacce di morte che furono denunciate presso il Pubblico Ministero, senza che però si arrivasse mai a scoprire i colpevoli.
Durante la notte del 26 novembre 2006, Cesar Humberto Guerra López, Segretario de Conflictos del Comitato Esecutivo Centrale del SITRABI, venne intercettato da alcuni sconosciuti mentre viaggiava in un'auto del sindacato e vennero sparati vari colpi d'arma da fuoco e lanciate pietre contro la macchina. Le indagini non hanno mai prodotto alcun risultato.
Lo scorso 20 luglio, come è già stato denunciato (vedi articolo relazionato su http://www.rel-uita.org/sindicatos/militares_irrumpen_sede_sindical.htm ), cinque soldati hanno fatto irruzione nella sede del sindacato, perquisendo i locali ed interrogando José Antonio Cartagena e Selfa Sandoval Carranza, gli unici presenti in quel momento.
I soldati hanno detto di voler conoscere il nome del presidente del SITRABI, il numero degli affiliati, la composizione del Comitato Esecutivo ed in che cosa consistesse il lavoro dell'organizzazione. Si sa anche che i soldati erano arrivati con un veicolo militare, la cui targa venne riportata nella denuncia presentata dal sindacato e durante l'udienza che il SITRABI ottenne con il Ministro della Difesa.
Anche in questo caso le indagini della polizia e quelle promesse dal Ministro non hanno portato ad alcun risultato.
L'impunità è arrivata a un punto tale che durante la notte dello scorso 28 settembre, cinque giorni dopo l'omicidio di Marco Tulio, persone sconosciute armate con fucili AK47 hanno girato per tre ore e con un atteggiamento minaccioso per le strade del terreno dove sorgono le case dei lavoratori bananeros della Finca Yuma. Quello stesso terreno permanentemente vigilato e recintato di proprietà della Del Monte Fresh.
Nonostante le ripetute chiamate, né la polizia, né i rappresentati dell'impresa si sono presentati sul posto e questa è un'ulteriore dimostrazione del comportamento fascista che incoraggia i responsabili di queste azioni crudeli ed intimidatorie. La vergognosa impunità di cui godono questi codardi è la vera forza che permette loro di provocare e prendere in giro una famiglia ed una comunità immersa nel dolore.
Affinché cessi questa vergognosa situazione, il governo del Guatemala deve intervenire direttamente e facilitare le indagini che permettano di stabilire le eventuali responsabilità della Del Monte Fresh e del personale di Bandegua in questo omicidio. Come ha sempre fatto nel passato, la UITA continuerà ad esprimere la propria solidarietà ai lavoratori e lavoratrici del SITRABI, la cui lotta esemplare contro la canaglia bananera non è finita.
La memoria di Marco Tulio Ramírez non farà altro che galvanizzarci, gomito a gomito alzando la sua bandiera, continuando la lotta con il suo esempio, trasmettendolo alle generazioni future.
di Gerardo Iglesias e Carlos Amorín © Rel-UITA
ulteriori informazioni su http://www.rel-uita.org/
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© (Traduzione Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - gtrucchi@itanica.org - http://www.itanica.org/ )
Etichette: Centro America y Caribe
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