23 dicembre, 2010
Honduras R-esiste!
appello alla solidarietá con il popolo dell'Honduras... che RESISTE!
http://www.youtube.com/watch?v=ivObujedpX4
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HONDURAS: Esigiamo che cessi la repressione contro i contadini!
Esigiamo che cessi la repressione contro i contadini!
Giovedì 16 Dicembre 2010
Richiediamo si condanni il regime assassino di Porfirio Lobo!
1. Denunciamo l'offensiva militare che sta compiendo il regime di fatto di Porfirio Lobo, contro comunità contadine nella regione del Bajo Aguán nel dipartimento di Colòn e in Zacate Grande sulla costa del Pacifico.
2. Entrambe le azioni si realizzano in modo coordinato con l'obiettivo di preservare gli interessi economici di Miguel Facussé e di altri proprietari terrieri o impresari, che ancora una volta tentano di confiscare al popolo povero le terre su cui lavora. La situazione si ripete approfittando della mancanza di difesa in cui ci troviamo, dopo il colpo di stato che installò la dittatura dell'oligarchia.
3. Nel caso di Zacate Grande, la comunità fu attaccata da militari e poliziotti che, senza giustificazione alcuna, lanciarono gas lacrimogeni e catturarono 16 persone, compresi dei corrispondenti della Radio comunitaria Zacate Grande, che da mesi sta subendo un costante assedio. Il sanguinario sgombero fu denunciato da organizzazioni di diritti umani che attestarono la partecipazione nella repressione di guardie della sicurezza della multinazionale bancaria HSBC.
4. Nel Bajo Aguán, la situazione è critica. Centinaia di militari e poliziotti con armi da guerra hanno occupato Guadalupe Carney, pestando selvaggiamente vari abitanti, arrestando decine di persone e seminando il terrore. Le azioni includono il tentativo di distruggere Radio Orchidea e rubare le sue attrezzature. Elicotteri armati d’artiglieria, mitragliatrici, carri armati ed altre armi pesanti sono usate contro la comunità, che permane circondata ed in stato di assedio.
5. L'aumento della repressione contro la popolazione civile disarmata che reclama i propri legittimi diritti, avviene nella totale impunità e con la complicità dei mezzi d’informazione, proprietà del grande capitale, che stanno occultando il grande tormento inflitto alla popolazione indifesa.
6. Accusiamo Miguel Facussé, Porfirio Lobo e Óscar Álvarez come principali responsabili dei crimini che si stanno commettendo contro i nostri fratelli in Silín e Zacate Grande.
7. Esigiamo l'immediata liberazione dei detenuti in entrambi i fatti di violenza e la restituzione dei desaparecidos, vivi e senza danni alla salute.
8. Facciamo un appello ai governi del mondo e agli organismi internazionali dei diritti umani, affinchè prestino attenzione a ciò che sta accadendo in Honduras, dove la vita e l'integrità umana sono sistematicamente oltraggiate.
Resistiamo e Vinceremo!
Fronte Nazionale di Resistenza Popolare
Tradotto da Adelina Bottero
16 dicembre, 2010
Honduras-Ultima Ora Militari e poliziotti invadono la comunità Guadalupe Carney
Ecco la politica di "dialogo e riconciliazione" di Porfirio Lobo
Militari nella Guadalupe Carney (Foto Orbin Adalid Felipe Rojas)
Durante le prime ore della mattinata di ieri, 15 dicembre, circa 600 tra militari e poliziotti hanno circondato e poi militarizzato la comunità Guadalupe Carney, Trujillo, principale punto di riferimento per il Movimento Contadino dell'Aguán, Mca, e dove da dieci giorni si manteneva un blocco stradale indefinito sulla Litorale Atlantica. Membri della comunità hanno informato che vari elicotteri hanno sorvolato la zona per tutto il giorno e si registra anche la presenza di due blindati lancia acqua. La popolazione ha denunciato la scomparsa di almeno quattro persone e teme un aumento della repressione. "Hanno militarizzato la comunità e ci sono elicotteri che sorvolano la zona. I fianchi delle colline circostanti sono pieni di militari. Apparentemente stanno cercando armi e hanno sequestrato i machete ai contadini - ha detto visibilmente preoccupato il dirigente del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, Fnrp, Wilfredo Paz -.
Sapevamo che sarebbero arrivati per impedirci di continuare il blocco stradale di fronte alla comunità e quindi abbiamo parlato con alcuni funzionari del governo. Insieme abbiamo deciso di sospendere il blocco e di riunirci in mattinata, per analizzare le nostre richieste e cercare una via d'uscita a questa difficile situazione.
Tuttavia - ha continuato Paz -, alle 5 di mattina sono arrivati più di 600 uniformati, con due blindati lancia acqua. Hanno circondato la zona e hanno invaso la comunità. La tensione è molto alta. Per il momento non c'è stata una forte violenza fisica, solo alcune contusioni dovute alla colluttazione, ma esiste un alto grado di persecuzione. I poliziotti filmavano e facevano foto alle persone, le perquisivano e hanno anche circondato la radio comunitaria "Orquidea". Alla fine abbiamo dovuto sospendere la programmazione e chiuderla", ha spiegato il dirigente del Fnrp.
Sapevamo che sarebbero arrivati per impedirci di continuare il blocco stradale di fronte alla comunità e quindi abbiamo parlato con alcuni funzionari del governo. Insieme abbiamo deciso di sospendere il blocco e di riunirci in mattinata, per analizzare le nostre richieste e cercare una via d'uscita a questa difficile situazione.
Tuttavia - ha continuato Paz -, alle 5 di mattina sono arrivati più di 600 uniformati, con due blindati lancia acqua. Hanno circondato la zona e hanno invaso la comunità. La tensione è molto alta. Per il momento non c'è stata una forte violenza fisica, solo alcune contusioni dovute alla colluttazione, ma esiste un alto grado di persecuzione. I poliziotti filmavano e facevano foto alle persone, le perquisivano e hanno anche circondato la radio comunitaria "Orquidea". Alla fine abbiamo dovuto sospendere la programmazione e chiuderla", ha spiegato il dirigente del Fnrp.
Poche ore dopo questa intervista, gli stessi membri del Mca hanno denunciato la sparizione di quattro membri della comunità.
Il difensore dei diritti umani Juan Almendarez Bonilla ha infatti riportato che Yanira Mercado, Eduviges Villafranca, Selvin Pérez y Omar Rodrigues Paz sono stati sequestrati e poi fatti sparire senza, per il momento, lasciare traccia.
Ha inoltre aggiunto che la moglie e i figli del dirigente contadino César Murillo sono bloccati in casa, in quanto l'esercito l'ha circondata e non permette a nessuno di entrare, né di uscire.
Secondo il dirigente del Mca, José Santos Cruz, l'atteggiamento del governo e dei corpi repressivi dello Stato è assurdo e irresponsabile.
"Stiamo chiedendo che cessi la militarizzazione, la repressione contro le famiglie contadine e che si risolvano i conflitti agrari, che ci ridiano le terre che i latifondisti hanno usurpato. Lo stiamo facendo in modo pacifico, ma il mese scorso hanno assassinato cinque compagni del Mca. E ora la loro risposta è stata una maggiore militarizzazione e repressione.
Di fronte a questi fatti, le organizzazioni contadine non resteranno in silenzio e non rinunceranno ai loro diritti. Continueremo a lottare fino a quando non ci daranno una risposta concreta. I blocchi stradali continueranno", ha affermato Cruz.
Wilfredo Paz si mostra preoccupato per ciò che potrebbe accadere nelle prossime ore.
"La comunità è stata sequestrata. Cercano i 'guerriglieri'. È evidente che siamo nuovamente di fronte a una vera e propria campagna repressiva che sta violando i diritti umani delle famiglie contadine. La Guadalupe Carney è proprietà di queste famiglie ed è stata invasa militarmente senza nessun mandato giudiziario, senza nulla, solo con il potere delle armi.
Non c'è dubbio che dietro a questo nuovo tentativo di criminalizzarci c'è la mano di Miguel Facussé e degli altri proprietari terrieri. Il governo sta eseguendo i loro ordini", ha concluso Wilfredo Paz.
Sequestrano famiglie contadine
Secondo la Red Morazánica de Información, un autobus sul quale viaggiavano circa 60 persone, tra bambini, giovani ed adulti, dell'impresa contadine "Los Marañones" del Movimento Unificato Contadino dell'Aguán, Muca, è stato fermato e sequestrato da guardie private dei proprietari terrieri della zona, in presenza di poliziotti che non sono intervenuti. Dopo alcune ore e grazie all'intervento di avvocati e mezzi di comunicazione locali, le persone sono state liberate non prima comunque di essere perquisite e identificate.
Note:
© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )
10 dicembre, 2010
L’ Honduras dei golpisti riammesso nel Parlamento Latinoamericano
Annalisa Melandri
Con 135 voti a favore e 53 contrari e nonostante la forte e ferma opposizione del Venezuela e di tutti i paesi dell’ ALBA, (Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America), ma soprattutto nonostante le continue violazioni dei diritti umani che avvengono ancora in Honduras dopo il colpo di Stato del giugno del 2009 contro il governo di Manuel Zelaya, (legittimato dalle elezioni farsa del novembre dello stesso anno) il paese centroamericano viene riammesso, sebbene con riserva, nel Parlatino, il Parlamento Latinoamericano che ha sede a Panamá. (continua...)
Con 135 voti a favore e 53 contrari e nonostante la forte e ferma opposizione del Venezuela e di tutti i paesi dell’ ALBA, (Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America), ma soprattutto nonostante le continue violazioni dei diritti umani che avvengono ancora in Honduras dopo il colpo di Stato del giugno del 2009 contro il governo di Manuel Zelaya, (legittimato dalle elezioni farsa del novembre dello stesso anno) il paese centroamericano viene riammesso, sebbene con riserva, nel Parlatino, il Parlamento Latinoamericano che ha sede a Panamá. (continua...)
07 dicembre, 2010
Appello INTERNAZIONALE del COFADEH
Il Comitato dei Familiari dei Detenuti Desaparecidos in Honduras (COFADEH) richiama con urgenza il mondo a focalizzare di nuovo il suo sguardo verso il nostro paese, per i seguenti avvenimenti e motivi:
La normalità che sperate si costruisca col dialogo e la riconciliazione avviene ogni giorno con più morti e ulteriore radicamento dei golpisti violenti al potere, in progressiva combutta col narcotraffico ed il crimine organizzato. Quanto tempo aspettate ancora?
La disuguaglianza e la povertà hanno squilibrato la governabilità dell’Honduras; il loro potere destabilizzante ha accresciuto il panico dei piccoli settori privilegiati, che hanno posto gli altri in situazione di totale vulnerabilità.
L'istituzionalità statale successiva al golpe del giugno 2009 funziona come elemento di dominazione e sottomissione assoluta, rispettivamente delle elite violente sulla cittadinanza non soggiogata.
Il controllo dei poteri dello Stato, senza contrappesi, i mezzi d’informazione corporativi, le chiese e gli apparati repressivi - regolari ed irregolari - hanno instaurato una forma di terrorismo statale.
Di questa struttura terroristica che viola diritti umani e criminalizza la dissidenza è corresponsabile un gruppo di stati formato, in particolare, dagli Stati Uniti, dalla Colombia e almeno da due stati europei, e da organismi come la Banca Mondiale ed il FMI, che forniscono risorse al regime di fatto.
Le libere operazioni del narcotraffico ed altre forme di crimine organizzato negli ambiti militari e polizieschi, causano morti violente di bambini, giovani, uomini adulti e donne, con un tasso superiore a 70 ogni 100.000 abitanti.
I poteri di fatto di agroindustriali e banditi hanno assunto il controllo sulle forze armate e si sono posti al comando delle decisioni strategiche del paese, compreso il bilancio nazionale, aumentandosi ieri per la difesa e la sicurezza oltre 2000 milioni di lempiras, passando al di sopra dell’educazione e della salute.
L'impunità è totale, non si percepisce Stato di Diritto, perché non esiste per le vittime vinte e, in modo assai deplorevole, la comunità internazionale sta solamente in attesa, aspetta inutilmente che “la normalità precedente al golpe ritorni di nuovo”.
L'elite regge il potere con la forza ed emana leggi che consolidano i suoi ristretti gruppi economici e criminalizza le lotte sociali a favore del popolo. Utilizza civili e militari come aggressivi portavoce.
Le leggi di confisca dei beni del crimine organizzato sono un modo per lavare le operazioni illecite di uno Stato distrutto con bilancio insanguinato e le leggi antiterroristiche - d’intromissione nelle finanze delle associazioni civili e d’intercettazioni telefoniche - sono l'altra espressione del terrorismo di stato.
La militarizzazione sproporzionata delle zone produttive del Fiume Aguán, nel nord del paese, dopo il massacro obbrobrioso di contadini nel settore di El Tumbador, costituisce un'altra strategia violenta per criminalizzare le lotte contadine e per sperimentare un nuovo corso di sicurezza nazionale devastatrice.
Per tutto ciò, il Cofadeh fa appello alla comunità internazionale ad intervenire senza ulteriori dilazioni nelle questioni proprie dell’Honduras; si tratta di evitare altre morti di esseri umani, violazioni di altri diritti e perdita della pace. Vi vogliamo qui, ora. Non come paramilitari né spie, bensì come scudi umani di fronte alla barbarie. Internazionalisti per rifare l’Honduras insieme alla resistenza nazionale.
Per i fatti e per gli autori, né oblio né perdono
Tegucigalpa, 3 dicembre 2010
COFADEH - Barrio La Plazuela, Avenida Cervantes, Casa n° 1301
Casella Postale 1243 E-mail: mail@cofadeh.org
Tel / Fax: (504) 220- 5280 / 220- 7147 Sito Web: www.cofadeh.org
Tradotto da Adelina Bottero
La normalità che sperate si costruisca col dialogo e la riconciliazione avviene ogni giorno con più morti e ulteriore radicamento dei golpisti violenti al potere, in progressiva combutta col narcotraffico ed il crimine organizzato. Quanto tempo aspettate ancora?
La disuguaglianza e la povertà hanno squilibrato la governabilità dell’Honduras; il loro potere destabilizzante ha accresciuto il panico dei piccoli settori privilegiati, che hanno posto gli altri in situazione di totale vulnerabilità.
L'istituzionalità statale successiva al golpe del giugno 2009 funziona come elemento di dominazione e sottomissione assoluta, rispettivamente delle elite violente sulla cittadinanza non soggiogata.
Il controllo dei poteri dello Stato, senza contrappesi, i mezzi d’informazione corporativi, le chiese e gli apparati repressivi - regolari ed irregolari - hanno instaurato una forma di terrorismo statale.
Di questa struttura terroristica che viola diritti umani e criminalizza la dissidenza è corresponsabile un gruppo di stati formato, in particolare, dagli Stati Uniti, dalla Colombia e almeno da due stati europei, e da organismi come la Banca Mondiale ed il FMI, che forniscono risorse al regime di fatto.
Le libere operazioni del narcotraffico ed altre forme di crimine organizzato negli ambiti militari e polizieschi, causano morti violente di bambini, giovani, uomini adulti e donne, con un tasso superiore a 70 ogni 100.000 abitanti.
I poteri di fatto di agroindustriali e banditi hanno assunto il controllo sulle forze armate e si sono posti al comando delle decisioni strategiche del paese, compreso il bilancio nazionale, aumentandosi ieri per la difesa e la sicurezza oltre 2000 milioni di lempiras, passando al di sopra dell’educazione e della salute.
L'impunità è totale, non si percepisce Stato di Diritto, perché non esiste per le vittime vinte e, in modo assai deplorevole, la comunità internazionale sta solamente in attesa, aspetta inutilmente che “la normalità precedente al golpe ritorni di nuovo”.
L'elite regge il potere con la forza ed emana leggi che consolidano i suoi ristretti gruppi economici e criminalizza le lotte sociali a favore del popolo. Utilizza civili e militari come aggressivi portavoce.
Le leggi di confisca dei beni del crimine organizzato sono un modo per lavare le operazioni illecite di uno Stato distrutto con bilancio insanguinato e le leggi antiterroristiche - d’intromissione nelle finanze delle associazioni civili e d’intercettazioni telefoniche - sono l'altra espressione del terrorismo di stato.
La militarizzazione sproporzionata delle zone produttive del Fiume Aguán, nel nord del paese, dopo il massacro obbrobrioso di contadini nel settore di El Tumbador, costituisce un'altra strategia violenta per criminalizzare le lotte contadine e per sperimentare un nuovo corso di sicurezza nazionale devastatrice.
Per tutto ciò, il Cofadeh fa appello alla comunità internazionale ad intervenire senza ulteriori dilazioni nelle questioni proprie dell’Honduras; si tratta di evitare altre morti di esseri umani, violazioni di altri diritti e perdita della pace. Vi vogliamo qui, ora. Non come paramilitari né spie, bensì come scudi umani di fronte alla barbarie. Internazionalisti per rifare l’Honduras insieme alla resistenza nazionale.
Per i fatti e per gli autori, né oblio né perdono
Tegucigalpa, 3 dicembre 2010
COFADEH - Barrio La Plazuela, Avenida Cervantes, Casa n° 1301
Casella Postale 1243 E-mail: mail@cofadeh.org
Tel / Fax: (504) 220- 5280 / 220- 7147 Sito Web: www.cofadeh.org
Tradotto da Adelina Bottero
01 dicembre, 2010
Honduras Wikileaks: per gli USA è stato un colpo di Stato
Diffusa comunicazione dell'ambasciata USA a Tegucigalpa con Washington
In caldo anche 1.264 comunicazioni dal Nicaragua
Mobilitazione contro il golpe a Tegucigalpa (agosto 2009) © (Foto G. Trucchi)
Il sito web Wikileaks (attualmente oscurato) ha pubblicato un documento "confidenziale" inviato il 24 luglio 2009 dall'ambasciatore nordamericano in Honduras, Hugo Llorens, al Dipartimento di Stato, nel quale si evidenzia il pieno conoscimento di quanto stava accadendo nel paese e dei preparativi del colpo di Stato che ha abbattuto il governo di Manuel Zelaya.
Il lungo documento chiarisce che secondo l'ambasciatore "non c'è dubbio che i militari, la Corte Suprema di Giustizia e il Congresso Nazionale (Parlamento) hanno cospirato il 28 giugno in ciò che ha costituito un colpo di Stato illegale e anticostituzionale contro il Potere Esecutivo, allo stesso tempo che si accetta a prima vista che Zelaya possa aver commesso illegalità e anche violato la Costituzione.
Secondo la nostra prospettiva - continua il documento - non c'è nemmeno dubbio che l'ascesa di Roberto Micheletti al potere sia stata illegittima. Nonostante ciò, è anche evidente che la Costituzione può essere di per sé carente, in termini di offrire procedimenti chiari per affrontare presunti atti illegali commessi dal Presidente e per risolvere conflitti tra i poteri dello Stato", conclude il riassunto iniziale di Llorens.
All'interno del documento, l'ambasciatore statunitense spiega le ragioni di chi difende il colpo di Stato e conclude che "nessuno degli argomenti ha validità sostanziale in virtù della Costituzione. Alcuni sono direttamente falsi. Altri sono pure ipotesi o razionalizzazioni a posteriori di un atto chiaramente illegale".
In essenza, Hugo Llorens ha comunicato al Dipartimento di Stato nordamericano che i militari non avevano l'autorità per espatriare Zelaya, nè il Parlamento l'autorità costituzionale per destituire un Presidente della Repubblica. Ha inoltre scritto che lo stesso Parlamento e il Potere Giudiziario hanno destituito Zelaya in base a un "precipitato processo segreto, ad hoc e illegale di 48 ore" e che la presunta lettera di rinuncia "era un'invenzione che nemmeno è stata la base per l'azione del Congresso il 28 giugno".
L'ambasciatore chiarisce infine che "l'arresto di Zelaya e la sua uscita forzata dal paese violava molteplici garanzie costituzionali", tra cui la proibizione di espatriazione, la presunzione d'innocenza e il diritto al giusto processo.
Perfino rispetto ai presunti delitti commessi dall'ex presidente honduregno l'ambasciatore nordamericano ha seri dubbi. "Nonostante si fosse potuto iniziare una causa contro Zelaya per varie delle presunte violazioni alla Costituzione, non è mai stata fatta un'analisi pubblica e ufficiale delle prove, né un qualcosa che assomigli a un giusto processo", conclude Llorens.
La reazione di Manuel Zelaya
La reazione dell'ex presidente Zelaya non si è fatta attendere. In una lettera fatta circolare poche ore dopo la diffusione del documento, l'ex presidente ha considerato che questa rivelazione indica che "gli Stati Uniti erano coscienti che si trattava di un colpo di Stato e ciò crea difficoltà e imbarazzo all'amministrazione Obama".
Secondo Zelaya, il documento pubblicato da Wikileaks servirà come prova nei casi che si stanno ventilando nella Corte Penale Internazionale (CPI) e la Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) "per creare un precedente e castigare i golpisti. In questo modo - ha continuato Zelaya - si evidenzia la complicità degli Stati Uniti, dato che erano a conoscenza della pianificazione ed esecuzione del colpo di Stato, così come dei fatti accaduti dopo e sono rimasti in silenzio. Svela inoltre la trama ordita contro la democrazia e delegittima il regime attuale (in Honduras)".
L'ex presidente ha anche considerato che il documento conferma l'ingerenza nordamericana in Honduras e obbliga gli Stati Uniti a "fermare la violenza nel paese e a trasformarsi immediatamente in parte della soluzione, promuovendo il castigo per i criminali e la riparazione per le vittime. Nessun'altra cosa è accettabile", segnala Zelaya nella sua lettera.
L'ex presidente, ancora in esilio in Repubblica Dominicana, ha infine attaccato la politica attuale degli Stati Uniti, i quali continuano a "proteggere gli autori intellettuali e materiali del golpe e chi viola i diritti umani".
"Perché Obama e la segretaria Clinton hanno sostenuto le elezioni insieme al dittatore e ora stanno cercando di 'lavare' il colpo di Stato? Perché continuano a mantenere il silenzio quando sanno che la CIA e il Pentagono sono implicati in questo colpo di Stato, (sanno) che continuano le violazioni ai diritti umani, l'assassinio di giornalisti e membri della Resistenza? Perché continuano a promuovere l'oblio su tutti i misfatti commessi dagli assassini convertiti in dittatori", si domanda l'ex presidente.
"La cosa paradossale - ha concluso Zelaya - è che gli Stati Uniti riconoscono il delitto, che sono stato defenestrato, ma stanno zitti di fronte alla persecuzione, ai 187 esiliati e ai premi che danno al dittatore Micheletti".
Il Nicaragua aspetta
Mentre il sito di Wikileaks è stato oscurato e uno dei suoi principali esponenti, Julian Assange, è ricercato dall'Interpol, non si smorza l'eco dei 251 mila documenti della diplomazia nordamericana resi pubblici pochi giorni fa, molti dei quali riferenti a vari capi di Stato latinoamericani.
Intanto, Wikileaks ha fatto sapere di essere in possesso di 1.264 documenti riguardanti comunicazioni tra l'ambasciata nordamericana a Managua e il Dipartimento di Stato. I documenti coprono un periodo che va da aprile 1988 a febbraio 2010. Circa 40 di queste comunicazioni sarebbero segrete, 564 confidenziali e il resto non coperti da restrizioni e dovrebbero essere rivelate nei prossimi mesi.