10 giugno, 2008
10 guerre, 10 menzogne mediatiche
Piccolo inventario della disinformazione
di Michel Collon – www.michelcollon.info
19/05/2008
Contro Venezuela ed Ecuador, Bush recupera la strategia delle “armi di distruzione di massa”.
Tutte le guerre devono essere precedute da una grande menzogna mediatica. Attualmente, Bush minaccia Venezuela ed Ecuador. Domani l’Iran? E dopo? A chi toccherà in quel momento.
Con il presidente Uribe, narcotrafficante e sterminatore di indios (quattro milioni di emarginati) nel ruolo di marionetta. Uribe pretende di aver trovato nell’indistruttibile computer di Raul Reyes (FARC) le prove dell’appoggio di Chavez al “terrorismo” e alla militarizzazione della regione.
Periodici come Le Monde fanno eco a questa campagna di propaganda per la prossima guerra di Bush. Ricordiamo semplicemente quante volte gli stessi Stati Uniti e gli stessi mezzi di comunicazione ci hanno già manipolato. “Ci giustificano” ogni grande guerra con ciò che più tardi (troppo tardi) apparirà come un’informazione falsa. Un rapido inventario…
1. Vietnam (1964-1975):
Menzogna mediatica: il 2 e il 3 agosto il Vietnam del Nord ha attaccato due imbarcazioni statunitensi nel Golfo del Tonchino.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: l’attacco non è mai esistito. E’ stato un’invenzione della Casa Bianca.
Obiettivo reale: impedire l’indipendenza del Vietnam e mantenere la dominazione statunitense sulla regione.
Conseguenze: milioni di vittime, malformazioni genetiche (agente arancio), enormi problemi sociali.
2. Granada (1983):
Menzogna mediatica: si accusa la piccola isola dei Caraibi di costruire una base militare sovietica e di mettere in pericolo la vita di medici statunitensi.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: totalmente falso. Il presidente Reagan ha costruito il pretesto da cima a fondo.
Obiettivo reale: impedire le riforme sociali e democratiche del Primo Ministro Bishop (che è stato assassinato).
Conseguenze: repressione brutale e ristabilimento dell’influenza di Washington.
3. Panama (1989):
Menzogna mediatica: l’invasione aveva come pretesto la cattura del presidente Noriega per traffico di droga.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: Noriega era un prodotto della CIA ma reclamava la sovranità del canale al momento della cessazione della concessione agli USA. Intollerabile per gli Stati Uniti.
Obiettivo reale: conservare il controllo statunitense su questa via di comunicazione strategica.
Conseguenze: i bombardamenti statunitensi hanno ucciso tra i 2.000 e i 4.000 civili, ignorati dai mezzi di comunicazione.
4. Iraq (1991):
Menzogna mediatica: gli iracheni hanno rubato le incubatrici del reparto maternità di Kuwait City.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: invenzione totale di un’agenzia pubblicitaria pagata dall’emiro del Kuwait, Hill & Knowlton.
Obiettivo reale: impedire che il Medio Oriente resistesse ad Israele e riuscisse a rendersi indipendente dagli USA.
Conseguenze: innumerevoli vittime della guerra e dopo un vasto embargo anche sui medicinali.
5. Somalia (1993):
Menzogna mediatica: Kouchner “sale sulla scena” come eroe di un intervento umanitario.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: quattro società statunitensi avevano comperato un quarto del sottosuolo somalo, ricco di petrolio.
Obiettivo reale: controllare una regione militarmente strategica.
Conseguenze: non riuscendo a controllarla, gli Stati Uniti sottoporranno la regione ad un caos interminabile.
6. Bosnia:
Menzogna mediatica: l’impresa statunitense Ruder Finn e Bernard Kouchner mettono in scena presunti campi serbi di sterminio.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: Ruder Finn e Kouchner mentivano. Erano campi di prigionieri per scambi. Il presidente musulmano Izetbegovic lo ha riconosciuto.
Obiettivo reale: spezzare la Jugoslavia, troppo a sinistra, eliminare il suo sistema sociale, sottomettere la zona alle multinazionali, e controllare il Danubio e le rotte strategiche dei Balcani.
Conseguenze: quattro anni di una guerra atroce per tutte le nazionalità (musulmani, serbi, croati), provocata da Berlino e prolungata da Washington.
7. Jugoslavia (1999):
Menzogna mediatica: i serbi attuano un genocidio degli albanesi del Kosovo.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: invenzione pura e semplice della NATO, come ha riconosciuto Jamie Shea, il suo portavoce ufficiale.
Obiettivo reale: imporre il dominio della NATO sui Balcani, e la sua trasformazione in polizia del mondo. Installazione di una base militare statunitense nel Kosovo.
Conseguenze: duemila vittime dei bombardamenti della NATO. Pulizia etnica del Kosovo da parte dell’UCK, protetta dalla NATO.
8. Afghanistan (2001)
Menzogna mediatica: Bush pretende di vendicare l’11 settembre e di catturare Bin Laden.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: non esiste alcuna prova dell’esistenza della rete (Al Qaeda, ndt). In ogni caso, i talebani avevano proposto di estradare Bin Laden.
Obiettivo reale: controllare militarmente il centro strategico dell’Asia, costruire un oleodotto che permetta il controllo della fornitura energetica del sud dell’Asia.
Conseguenze: una vasta occupazione e un grande incremento della produzione e del traffico di oppio.
9. Iraq (2003):
Menzogna mediatica: Saddam era in possesso di pericolose armi di distruzione di massa, ha affermato Colin Powell all’ONU, prove alla mano.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: la Casa Bianca ha ordinato ai suoi servizi di falsificare o fabbricare le prove (affare Libby).
Obiettivo reale: controllare tutto il petrolio e ricattare i suoi rivali: Europa, Giappone, Cina…
Conseguenze: l’Iraq sprofondato nella crudeltà, le donne condannate alla sottomissione e all’oscurantismo.
10. Venezuela-Ecuador (2008?):
Menzogna mediatica: Chavez appoggia il terrorismo, importa armi, è un dittatore (però, il pretesto definitivo non è stato ancora scelto).
Ciò che già sappiamo: si sono sperimentate varie menzogne mediatiche: Chavez spara contro il suo popolo, Chavez è antisemita, Chavez è militarista… E la demonizzazione continua.
Obiettivo reale: le multinazionali statunitensi vogliono il controllo del petrolio e delle altre risorse di tutta l’America Latina. Hanno paura della liberazione sociale e democratica del continente.
Conseguenze: Washington sta scatenando una guerra globale contro il continente: colpi di Stato, sabotaggi economici, ricatti, installazione di basi militari vicino alle ricchezze naturali.
In sintesi, tutte le guerre vanno precedute e “giustificate” con un grande menzogna mediatica. E il nostro inventario è ben lontano dalla completezza!
Per impedire le guerre è imprescindibile smascherare queste menzogne mediatiche quanto prima e nel modo più ampio possibile. Grazie per la diffusione di questo testo e, se possibile, della sua traduzione (comunicandoci questa traduzione). Nella guerra dell’informazione la vera forza è nostra!
Sulle menzogne mediatiche:
Attualmente molti pretesti per le guerre e menzogne mediatiche sono emersi alla luce. Altri, al contrario, continuano a circolare. Ad esempio, sulla Bosnia e la Jugoslavia esponiamo le prove della disinformazione nei libri Poker menteur e Monopoli.
Un resumen en nuestros dos test-médias.
Debate público con Jamie Shea, portavoz de la OTAN (en DVD) :nessa.kovic@skynet.be
Sobre las mentiras mediáticas con respecto a Venezuela y Colombia :
Washington y Bogotá contra Hugo Chávez, Salim Lamrani ¿«Chávez narcotraficante» ? Washington orquestó la satanización, ¿antes de atacar?
USAID en Bolivia y Venezuela: la subversión silenciosa, Eva Golinger. El tra bajo silenzioso de la CIA en Bolivia y Venezuela
Los pies de Greta Garbo, Thierry Deronne. Las mentiras de Le Monde con respecto a Venezuela
Portrait du présidente Uribe, Hernando Calvo Ospina.
Bruit de bottes et rideau de fumée en Amérique latine , Jean-Luc Mélenchon
Misère du journalisme face au Venezuela , entrevista de Maurice Lemoine
Chavez – Juan Carlos : les phrases censurées par Le Monde et autres médias européens , Romain Migus
Texto original en francés :http ://www.michelcollon.info/articles.php ?dateaccess=2008-05-16%2013 :39 :26&log=articles
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
di Michel Collon – www.michelcollon.info
19/05/2008
Contro Venezuela ed Ecuador, Bush recupera la strategia delle “armi di distruzione di massa”.
Tutte le guerre devono essere precedute da una grande menzogna mediatica. Attualmente, Bush minaccia Venezuela ed Ecuador. Domani l’Iran? E dopo? A chi toccherà in quel momento.
Con il presidente Uribe, narcotrafficante e sterminatore di indios (quattro milioni di emarginati) nel ruolo di marionetta. Uribe pretende di aver trovato nell’indistruttibile computer di Raul Reyes (FARC) le prove dell’appoggio di Chavez al “terrorismo” e alla militarizzazione della regione.
Periodici come Le Monde fanno eco a questa campagna di propaganda per la prossima guerra di Bush. Ricordiamo semplicemente quante volte gli stessi Stati Uniti e gli stessi mezzi di comunicazione ci hanno già manipolato. “Ci giustificano” ogni grande guerra con ciò che più tardi (troppo tardi) apparirà come un’informazione falsa. Un rapido inventario…
1. Vietnam (1964-1975):
Menzogna mediatica: il 2 e il 3 agosto il Vietnam del Nord ha attaccato due imbarcazioni statunitensi nel Golfo del Tonchino.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: l’attacco non è mai esistito. E’ stato un’invenzione della Casa Bianca.
Obiettivo reale: impedire l’indipendenza del Vietnam e mantenere la dominazione statunitense sulla regione.
Conseguenze: milioni di vittime, malformazioni genetiche (agente arancio), enormi problemi sociali.
2. Granada (1983):
Menzogna mediatica: si accusa la piccola isola dei Caraibi di costruire una base militare sovietica e di mettere in pericolo la vita di medici statunitensi.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: totalmente falso. Il presidente Reagan ha costruito il pretesto da cima a fondo.
Obiettivo reale: impedire le riforme sociali e democratiche del Primo Ministro Bishop (che è stato assassinato).
Conseguenze: repressione brutale e ristabilimento dell’influenza di Washington.
3. Panama (1989):
Menzogna mediatica: l’invasione aveva come pretesto la cattura del presidente Noriega per traffico di droga.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: Noriega era un prodotto della CIA ma reclamava la sovranità del canale al momento della cessazione della concessione agli USA. Intollerabile per gli Stati Uniti.
Obiettivo reale: conservare il controllo statunitense su questa via di comunicazione strategica.
Conseguenze: i bombardamenti statunitensi hanno ucciso tra i 2.000 e i 4.000 civili, ignorati dai mezzi di comunicazione.
4. Iraq (1991):
Menzogna mediatica: gli iracheni hanno rubato le incubatrici del reparto maternità di Kuwait City.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: invenzione totale di un’agenzia pubblicitaria pagata dall’emiro del Kuwait, Hill & Knowlton.
Obiettivo reale: impedire che il Medio Oriente resistesse ad Israele e riuscisse a rendersi indipendente dagli USA.
Conseguenze: innumerevoli vittime della guerra e dopo un vasto embargo anche sui medicinali.
5. Somalia (1993):
Menzogna mediatica: Kouchner “sale sulla scena” come eroe di un intervento umanitario.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: quattro società statunitensi avevano comperato un quarto del sottosuolo somalo, ricco di petrolio.
Obiettivo reale: controllare una regione militarmente strategica.
Conseguenze: non riuscendo a controllarla, gli Stati Uniti sottoporranno la regione ad un caos interminabile.
6. Bosnia:
Menzogna mediatica: l’impresa statunitense Ruder Finn e Bernard Kouchner mettono in scena presunti campi serbi di sterminio.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: Ruder Finn e Kouchner mentivano. Erano campi di prigionieri per scambi. Il presidente musulmano Izetbegovic lo ha riconosciuto.
Obiettivo reale: spezzare la Jugoslavia, troppo a sinistra, eliminare il suo sistema sociale, sottomettere la zona alle multinazionali, e controllare il Danubio e le rotte strategiche dei Balcani.
Conseguenze: quattro anni di una guerra atroce per tutte le nazionalità (musulmani, serbi, croati), provocata da Berlino e prolungata da Washington.
7. Jugoslavia (1999):
Menzogna mediatica: i serbi attuano un genocidio degli albanesi del Kosovo.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: invenzione pura e semplice della NATO, come ha riconosciuto Jamie Shea, il suo portavoce ufficiale.
Obiettivo reale: imporre il dominio della NATO sui Balcani, e la sua trasformazione in polizia del mondo. Installazione di una base militare statunitense nel Kosovo.
Conseguenze: duemila vittime dei bombardamenti della NATO. Pulizia etnica del Kosovo da parte dell’UCK, protetta dalla NATO.
8. Afghanistan (2001)
Menzogna mediatica: Bush pretende di vendicare l’11 settembre e di catturare Bin Laden.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: non esiste alcuna prova dell’esistenza della rete (Al Qaeda, ndt). In ogni caso, i talebani avevano proposto di estradare Bin Laden.
Obiettivo reale: controllare militarmente il centro strategico dell’Asia, costruire un oleodotto che permetta il controllo della fornitura energetica del sud dell’Asia.
Conseguenze: una vasta occupazione e un grande incremento della produzione e del traffico di oppio.
9. Iraq (2003):
Menzogna mediatica: Saddam era in possesso di pericolose armi di distruzione di massa, ha affermato Colin Powell all’ONU, prove alla mano.
Ciò che abbiamo saputo in seguito: la Casa Bianca ha ordinato ai suoi servizi di falsificare o fabbricare le prove (affare Libby).
Obiettivo reale: controllare tutto il petrolio e ricattare i suoi rivali: Europa, Giappone, Cina…
Conseguenze: l’Iraq sprofondato nella crudeltà, le donne condannate alla sottomissione e all’oscurantismo.
10. Venezuela-Ecuador (2008?):
Menzogna mediatica: Chavez appoggia il terrorismo, importa armi, è un dittatore (però, il pretesto definitivo non è stato ancora scelto).
Ciò che già sappiamo: si sono sperimentate varie menzogne mediatiche: Chavez spara contro il suo popolo, Chavez è antisemita, Chavez è militarista… E la demonizzazione continua.
Obiettivo reale: le multinazionali statunitensi vogliono il controllo del petrolio e delle altre risorse di tutta l’America Latina. Hanno paura della liberazione sociale e democratica del continente.
Conseguenze: Washington sta scatenando una guerra globale contro il continente: colpi di Stato, sabotaggi economici, ricatti, installazione di basi militari vicino alle ricchezze naturali.
In sintesi, tutte le guerre vanno precedute e “giustificate” con un grande menzogna mediatica. E il nostro inventario è ben lontano dalla completezza!
Per impedire le guerre è imprescindibile smascherare queste menzogne mediatiche quanto prima e nel modo più ampio possibile. Grazie per la diffusione di questo testo e, se possibile, della sua traduzione (comunicandoci questa traduzione). Nella guerra dell’informazione la vera forza è nostra!
Sulle menzogne mediatiche:
Attualmente molti pretesti per le guerre e menzogne mediatiche sono emersi alla luce. Altri, al contrario, continuano a circolare. Ad esempio, sulla Bosnia e la Jugoslavia esponiamo le prove della disinformazione nei libri Poker menteur e Monopoli.
Un resumen en nuestros dos test-médias.
Debate público con Jamie Shea, portavoz de la OTAN (en DVD) :nessa.kovic@skynet.be
Sobre las mentiras mediáticas con respecto a Venezuela y Colombia :
Washington y Bogotá contra Hugo Chávez, Salim Lamrani ¿«Chávez narcotraficante» ? Washington orquestó la satanización, ¿antes de atacar?
USAID en Bolivia y Venezuela: la subversión silenciosa, Eva Golinger. El tra bajo silenzioso de la CIA en Bolivia y Venezuela
Los pies de Greta Garbo, Thierry Deronne. Las mentiras de Le Monde con respecto a Venezuela
Portrait du présidente Uribe, Hernando Calvo Ospina.
Bruit de bottes et rideau de fumée en Amérique latine , Jean-Luc Mélenchon
Misère du journalisme face au Venezuela , entrevista de Maurice Lemoine
Chavez – Juan Carlos : les phrases censurées par Le Monde et autres médias européens , Romain Migus
Texto original en francés :http ://www.michelcollon.info/articles.php ?dateaccess=2008-05-16%2013 :39 :26&log=articles
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Etichette: America Latina
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.