12 luglio, 2010
Honduras Scoprire come si manipola la democrazia violando i diritti
La Commissione Vera muove i primi passi
Il 28 giugno 2010, ad un anno dal golpe civile-militare che rovesciò il presidente Manuel Zelaya, si è insediata la Commissione Vera, composta da diverse personalità con una lunga traiettoria nel campo della difesa dei diritti umani a livello nazionale ed internazionale.
I commissari e il gruppo tecnico che si mobiliterà all'interno e all'esterno del paese, avranno il delicato compito di indagare a fondo sui crimini commessi contro la popolazione honduregna, a seguito del colpo di stato.
"L'insediamento della Commissione Vera è un atto politico e un colpo politico alla Commissione della Verità e Riconciliazione del governo. Ora però viene la parte più difficile. Bisogna far partire il progetto per renderlo operativo, e non sarà facile", ha detto alla Lista Informativa "Nicaragua y más", la coordinatrice nazionale del Comitato dei familiari dei detenuti scomparsi in Honduras (Cofadeh), Bertha Oliva.
Dopo lunghe e interminabili riunioni, i commissari e la Piattaforma per i Diritti Umani, promotrice dell'iniziativa, hanno deciso di creare una segreteria generale a Tegucigalpa e una regionale a San Pedro Sula, nel nord del paese. Responsabili di questi due uffici saranno due coordinatori.
Allo stesso tempo, la religiosa ed attivista dei diritti umani di origine ecuadoriana, Elsie Monge, è stata scelta come coordinatrice della Commissione Vera.
Il team tecnico sarà formato da giuristi, sociologi, psicologi e ricercatori che si mobiliteranno in tutto il paese e a livello internazionale.
Oltre alla raccolta, analisi, elaborazione e sistematizzazione di tutte le denunce di violazioni dei diritti umani commessi dopo il 28 giugno 2009 e fino alla chiusura della relazione finale prevista per la fine del 2011, la Piattaforma dei Diritti Umani vuole condurre uno studio comparativo di tutti i colpi di Stato avvenuti in Honduras a partire dagli anni '60.
"Vogliamo identificare i differenti attori politici di questi colpi di Stato - ha proseguito Oliva - ed effettuare uno studio tecnico-giuridico che ci dia elementi per fornire serie proposte alle istanze nazionali e internazionali".
Le stesse facce di sempre
Ricercatori e sociologi dovrebbero mettere a disposizione degli avvocati i risultati di questo studio.
"Avremo bisogno di avvocati costituzionalisti seri e preparati, con profonde conoscenze sul tema per potere individuare in che modo è stata violata la Costituzione. Con le capacità - ha continuato a sostenere l'attivista - di vedere il diritto alla luce dei diritti umani.
Dovranno essere in grado di vedere i mali, le perversità, realizzate come conseguenza dei colpi di Stato e dell'abitudine di volere interpretare ciò che è lo stato di diritto in Honduras.
Siamo interessati a capire come si manipola la democrazia, violando di diritti. I diritti umani devono essere l'asse centrale dello studio e non solo un elemento trasversale, altrimenti verrebbero invisibilizzati e sarebbero manipolabili ", ha detto Oliva.
Secondo la coordinatrice del Cofadeh, alla fine di questo studio comparativo è molto probabile che "gli stessi nomi di sempre e le stesse famiglie del passato" risulteranno legate al golpe del 2009.
"L'Honduras è un paese prigioniero del proprio passato e in mano alle stesse famiglie. Non esiste nessuno stato di diritto per la popolazione", ha detto.
Educare alla memoria: un lavoro pericoloso
Secondo la Piattaforma dei Diritti Umani, la Commissione Vera persegue anche l'importante obiettivo di educare alla memoria storica, "perché in Honduras si è cercato di obbligare il popolo a dimenticare. Con l'installazione della Commissione cerchiamo l'applicazione della giustizia, ma anche di curare i danni psicologici lasciati dalla repressione e dalla violazione dei diritti umani", ha detto Oliva.
Il duro lavoro che attende i membri del gruppo tecnico comporta anche seri rischi personali. Ecco perché la Piattaforma è alla ricerca di sostegno internazionale per fornire protezione ai membri del gruppo tecnico e ai testimoni.
"Il lavoro che svilupperà la Commissione Vera è diverso da quello svolto da altre commissioni in altri paesi. In Honduras - ha spiegato Oliva - la repressione esiste ancora e il governo non ha dimostrato la volontà politica di fermarla. In questo senso, i testimoni e il personale della Commissione non sono sicuri e ci muoveremo a livello internazionale per fornire loro protezione".
Un anno e mezzo per la relazione finale
Secondo i piani delle organizzazioni che compongono la Piattaforma, il 30 luglio potrebbe essere la data in cui la Commissione Vera comincerà il suo lavoro. Si prevede che entro il 28 Giugno 2011 si renda pubblica una prima fase dell'indagine e che entro la fine dello stesso anno si presentino i risultati finali.
"Per quanto possa essere dolorosa, senza verità non ci sarà mai giustizia. Ecco perché abbiamo bisogno di persone il cui unico impegno sia quello dei diritti umani", ha detto l'attivista del Cofadeh-.
Abbiamo anche bisogno di una logistica forte, di una strategia di comunicazione, di aiuti finanziari e di mobilitazione in tutto il paese e a livello internazionale, per raccogliere le testimonianze. Non sarà facile, ma quando c'è la decisione non ci sono ostacoli, e se ce ne sono, si superano. Perchè siamo vincitori e vincitrici degli ostacoli e della morte ", ha concluso Bertha Oliva.
© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org - Traduzione a cura di www.cantiere.org)
Il 28 giugno 2010, ad un anno dal golpe civile-militare che rovesciò il presidente Manuel Zelaya, si è insediata la Commissione Vera, composta da diverse personalità con una lunga traiettoria nel campo della difesa dei diritti umani a livello nazionale ed internazionale.
I commissari e il gruppo tecnico che si mobiliterà all'interno e all'esterno del paese, avranno il delicato compito di indagare a fondo sui crimini commessi contro la popolazione honduregna, a seguito del colpo di stato.
"L'insediamento della Commissione Vera è un atto politico e un colpo politico alla Commissione della Verità e Riconciliazione del governo. Ora però viene la parte più difficile. Bisogna far partire il progetto per renderlo operativo, e non sarà facile", ha detto alla Lista Informativa "Nicaragua y más", la coordinatrice nazionale del Comitato dei familiari dei detenuti scomparsi in Honduras (Cofadeh), Bertha Oliva.
Dopo lunghe e interminabili riunioni, i commissari e la Piattaforma per i Diritti Umani, promotrice dell'iniziativa, hanno deciso di creare una segreteria generale a Tegucigalpa e una regionale a San Pedro Sula, nel nord del paese. Responsabili di questi due uffici saranno due coordinatori.
Allo stesso tempo, la religiosa ed attivista dei diritti umani di origine ecuadoriana, Elsie Monge, è stata scelta come coordinatrice della Commissione Vera.
Il team tecnico sarà formato da giuristi, sociologi, psicologi e ricercatori che si mobiliteranno in tutto il paese e a livello internazionale.
Oltre alla raccolta, analisi, elaborazione e sistematizzazione di tutte le denunce di violazioni dei diritti umani commessi dopo il 28 giugno 2009 e fino alla chiusura della relazione finale prevista per la fine del 2011, la Piattaforma dei Diritti Umani vuole condurre uno studio comparativo di tutti i colpi di Stato avvenuti in Honduras a partire dagli anni '60.
"Vogliamo identificare i differenti attori politici di questi colpi di Stato - ha proseguito Oliva - ed effettuare uno studio tecnico-giuridico che ci dia elementi per fornire serie proposte alle istanze nazionali e internazionali".
Le stesse facce di sempre
Ricercatori e sociologi dovrebbero mettere a disposizione degli avvocati i risultati di questo studio.
"Avremo bisogno di avvocati costituzionalisti seri e preparati, con profonde conoscenze sul tema per potere individuare in che modo è stata violata la Costituzione. Con le capacità - ha continuato a sostenere l'attivista - di vedere il diritto alla luce dei diritti umani.
Dovranno essere in grado di vedere i mali, le perversità, realizzate come conseguenza dei colpi di Stato e dell'abitudine di volere interpretare ciò che è lo stato di diritto in Honduras.
Siamo interessati a capire come si manipola la democrazia, violando di diritti. I diritti umani devono essere l'asse centrale dello studio e non solo un elemento trasversale, altrimenti verrebbero invisibilizzati e sarebbero manipolabili ", ha detto Oliva.
Secondo la coordinatrice del Cofadeh, alla fine di questo studio comparativo è molto probabile che "gli stessi nomi di sempre e le stesse famiglie del passato" risulteranno legate al golpe del 2009.
"L'Honduras è un paese prigioniero del proprio passato e in mano alle stesse famiglie. Non esiste nessuno stato di diritto per la popolazione", ha detto.
Educare alla memoria: un lavoro pericoloso
Secondo la Piattaforma dei Diritti Umani, la Commissione Vera persegue anche l'importante obiettivo di educare alla memoria storica, "perché in Honduras si è cercato di obbligare il popolo a dimenticare. Con l'installazione della Commissione cerchiamo l'applicazione della giustizia, ma anche di curare i danni psicologici lasciati dalla repressione e dalla violazione dei diritti umani", ha detto Oliva.
Il duro lavoro che attende i membri del gruppo tecnico comporta anche seri rischi personali. Ecco perché la Piattaforma è alla ricerca di sostegno internazionale per fornire protezione ai membri del gruppo tecnico e ai testimoni.
"Il lavoro che svilupperà la Commissione Vera è diverso da quello svolto da altre commissioni in altri paesi. In Honduras - ha spiegato Oliva - la repressione esiste ancora e il governo non ha dimostrato la volontà politica di fermarla. In questo senso, i testimoni e il personale della Commissione non sono sicuri e ci muoveremo a livello internazionale per fornire loro protezione".
Un anno e mezzo per la relazione finale
Secondo i piani delle organizzazioni che compongono la Piattaforma, il 30 luglio potrebbe essere la data in cui la Commissione Vera comincerà il suo lavoro. Si prevede che entro il 28 Giugno 2011 si renda pubblica una prima fase dell'indagine e che entro la fine dello stesso anno si presentino i risultati finali.
"Per quanto possa essere dolorosa, senza verità non ci sarà mai giustizia. Ecco perché abbiamo bisogno di persone il cui unico impegno sia quello dei diritti umani", ha detto l'attivista del Cofadeh-.
Abbiamo anche bisogno di una logistica forte, di una strategia di comunicazione, di aiuti finanziari e di mobilitazione in tutto il paese e a livello internazionale, per raccogliere le testimonianze. Non sarà facile, ma quando c'è la decisione non ci sono ostacoli, e se ce ne sono, si superano. Perchè siamo vincitori e vincitrici degli ostacoli e della morte ", ha concluso Bertha Oliva.
© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org - Traduzione a cura di www.cantiere.org)
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