24 aprile, 2011
Copinh: dove portano i negoziati per un nuovo accordo?
Posizione di Copinh rispetto ai negoziati auspicati da Chávez e Santos
17 aprile 2011
Data l'informazione di negoziati volti ad un accordo, col proposito di riammettere lo stato dell’Honduras nell'Organizzazione degli Stati Americani, esprimiamo la seguente posizione.
Come parte del popolo honduregno in Resistenza, ci ha sorpresi la riunione del presidente Hugo Chávez col signor Juan Manuel Santos ed il prosecutore del colpo di stato in Honduras Porfirio Lobo Sosa, riunione avvenuta mentre esiste un contesto caratterizzato da un’intensa repressione contro il popolo. Non dimentichiamo fatti quali l'assassinio di centinaia di persone in lotta contro il golpe; elementi dell'esercito e della polizia a sparare proiettili veri contro manifestanti nel Bajo Aguán; assassinio dell'insegnante Ilse Velásquez in una violenta repressione di una manifestazione pacifica in difesa dell'educazione pubblica, repressioni diventate ormai abitudine di questa dittatura, accompagnate da uso di gas tossici, pallottole di gomma, armi di grosso calibro e arresti di giovani; persecuzione contro radio comunitarie e coloro che vi lavorano, come il caso di compagni e compagne della radio comunitaria La Voz de Zacate Grande, vittime di persecuzione giudiziaria, ed il tentativo d’incendio nella casa dei responsabili della radio Garífuna di Triunfo de la Cruz; licenziamenti in massa di docenti che hanno manifestato in difesa dell'educazione pubblica; incremento dei femminicidi e morti brutali di persone di diversità sessuale. Tutto questo sommato alla crescente invasione militare nordamericana attraverso l'incremento di truppe nelle basi militari di Palmerola, Olancho, Karatasca ed altri territori della Moskita, e la costruzione della nuova base nell'isola di Guanaja, nel dipartimento di Isole della Bahìa.
Come organizzazione, nutriamo profondi sospetti e non riconosciamo un accordo auspicato da Juan Manuel Santos, colui che ha fomentato crimini contro i nostri fratelli e sorelle dei movimenti sociali in Colombia, come parte della politica di “sicurezza democratica”. Valutiamo che questi negoziati corrispondano alla strategia del dipartimento di stato nordamericano, come quelli di San José o quelli che portarono al fallito accordo del dialogo Guaymuras.
Avvertiamo che nessun accordo deve essere convalidato dal popolo honduregno in Resistenza, se esso non pone termine all'impunità che regna in questo paese, dove i responsabili degli assassini, della repressione e del golpe sono gli stessi che stanno al potere e mantengono il popolo honduregno sottomesso alle manovre dell'imperialismo e dell'oligarchia.
Facciamo un appello al popolo honduregno a respingere qualunque manovra che pretenda riammettere lo stato dell’Honduras nell'O.E.A, fintantoché restino al potere i prosecutori del colpo di stato, finché continuino la repressione, la militarizzazione e l'impunità. È nella lotta per la Rifondazione del paese, che devono accanirsi i nostri sforzi ed azioni.
Invitiamo la solidarietà internazionale ad accompagnarci nella lotta per farla finita col golpe, la repressione, l'impunità e nel nostro processo d’emancipazione, e l’invitiamo a partecipare alle iniziative, affinché il regime golpista non sia riconosciuto da nessun paese democratico e non rientri nell'O.E.A, fino a quando non siano avviati i processi contro i golpisti, i violatori dei diritti umani e non si restituisca la democrazia mediante la convocazione dell'assemblea nazionale costituente popolare e democratica.
Non ci può essere riconciliazione e pace finché nel paese continuano a regnare l'impunità, la persecuzione e si criminalizza la lotta sociale, mentre l'oligarchia accaparra i beni naturali e potenzia il suo modello economico escludente, privatizzante e sfruttatore, che realizza in modo illegale ed illegittimo.
Infine il COPINH, modesta organizzazione componente del popolo honduregno in resistenza, lamenta il fatto che questi negoziati siano realizzati senza consultazione e che, rinnegando gli accordi dell'Assemblea Nazionale del 26 febbraio, pretendano di trascinare il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare a riconoscere un regime criminale e a partecipare ad un circo elettorale, in cui semplicemente le stesse cose verranno ingrandite.
Il COPINH rivolge un appello alla dirigenza del FNRP, al suo coordinatore e vice-coordinatore, affinchè convochino al più presto possibile un'assemblea ampia, trasparente e democratica per affrontare questo tema.
E’ il popolo honduregno a decidere il proprio destino e noi, uomini e donne parte di esso, saremo presenti nelle battaglie fino ad ottenere la Rifondazione dell’Honduras.
Con la forza ancestrale di Lempira Mota e di Etempica si alzano le nostre voci piene da Vita, Giustizia, Libertà, Dignità e Pace.
La Esperanza, Intibucá, 17 aprile 2011
Traduzione a cura di Adelina Bottero
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