23 agosto, 2011
HONDURAS: Il massacro non si ferma nel Bajo Aguán
Il massacro non si ferma nel Bajo Aguán
di Giorgio TRUCCHI - LINYM
Tre contadini assassinati durante questo fine settimana
Lunedì 22 Agosto 2011-L'imponente spiegamento militare ordinato da Porfirio Lobo, col proposito di "mettere ordine nel Bajo Aguán",e gli atroci omicidi di queste ultime ore, non solo rivelano il fallimento del regime davanti al potere dei proprietari terrieri e produttori palmieri della zona,ma evidenziano una volta di più che nel Bajo Aguán non potrà esserci pace se non si risolve il grave conflitto agrario, legato alla mancanza di accesso alla terra
e ad un modello di sviluppo predatore.
Questa domenica (21/8) sono stati brutalmente assassinati Pedro Salgado, vicepresidente del MUCA (Movimiento Unificado Campesino del Aguán) e presidente della cooperativa La Concepción, e sua moglie Reina Mejía.
Sono stati attaccati nella loro casa da sconosciuti ed uccisi da vari colpi di pistola e con il machete.
Il giorno prima (20/8), sconosciuti incappucciati hanno aperto fuoco da una motocicletta contro Secundino Ruíz, presidente della Cooperativa San Isidro, appartenente al MARCA (Movimiento Auténtico Reivindicador Campesino del Aguán) ed Eliseo Pavón, anch' egli dirigente di questo gruppo contadino,che si trovavano a bordo di un veicolo.
Nell'attacco ha perso la vita Ruíz,che godeva di misure di protezione concesse dalla CIDH (Commissione Interamericana di Diritti Umani), mentre Pavón é risultato ferito e si sta rimettendo lentamente.
Secondo informazioni ancora non confermate provenienti dal Bajo Aguán, questa domenica é stato rinvenuto nell'insediamento La Lempira il corpo mutilato di un contadino appartenente al MUCA, che suppostamente era sparito il giorno prima.
Con questa tragica sequela di eventi,che evidenzia l'inutilità della tanto propagandata Operazione "Xatruch II" e della dannosa presenza di più di 1.000 effettivi militari e polizieschi nel Bajo Aguán, sono 39 i contadini organizzati assassinati tra gennaio 2010 ed agosto 2011, 16 dei quali negli ultimi 5 mesi.
Quella nuova militarizzazione della zona - la terza in poco più di un anno- é stata ordinata dal regime di Porfirio Lobo e dal suo ministro di Sicurezza, Óscar Álvarez, per suppostamente "riportare l'ordine nel Bajo Aguán, dopo la morte di 11 persone-tra guardie di sicurezza del proprietario terriero Miguel Facussé, contadini, lavoratori e lavoratrici estranei al conflitto agrario-il passato 14 e 15 di agosto."
Questa tragica situazione,che nuovamente ha portato lutto al popolo honduregno ed ai contadini della Valle dell'Aguán, si incornicia in un conflitto agrario legato alla mancanza di accesso alla terra per migliaia di famiglie contadine, all'accaparramento di territori da parte di pochi proprietari terrieri e produttori palmieri, ed ad un modello di produzione e sviluppo agricolo che privilegia la depredazione del territorio e genera insicurezza alimentare.
Al momento, tutti gli accordi firmati tra il regime e le organizzazioni contadine sono stati trascurati, e nessuno degli omicidi commessi è stato chiarato dalle autorità incaricate dell'investigazione.
Solidarietà
In differenti occasioni, le organizzazioni nazionali di diritti umani hanno chiesto una soluzione immediata alla grave situazione del Bajo Aguán. Allo stesso modo, differenti organizzazioni internazionali hanno conformato una Missione di investigazione sulla situazione dei diritti umani in questa zona del paese.
Dopo aver pubblicato a Luglio la Relazione Finale della Missione, e l'aver presentato davanti alla CIDH e alla Sottocommissione di Diritti umani dell'Europarlamento, le sei organizzazioni(1) che integrano la Missione hanno emesso un pronunciamento a fronte di questa nuova ondata di omicidi.
Oltre a condannare energicamente quanto successo i giorni 14 e 15 di agosto, esigono una "immediata" ed esaustiva investigazione di tutti i crimini commessi nel Bajo Aguán, ed esprimono la loro preoccupazione "per il rischio di nuovi atti di violenza e repressione" nella cornice della nuova militarizzazione.
Ugualmente, hanno reiterato che sarà possibile trovare un'uscita pacifica del conflitto agrario solo "mediante l'avviamento di politiche pubbliche che rispettino e compiano gli obblighi internazionali di diritti umani sottoscritti dall'Honduras", includendo tra gli altri la protezione del diritto alla vita, lo sradicamento dell'impunità, il controllo della sicurezza pubblica e privata, il diritto all'alimentazione e l'accesso alla terra.
Hanno considerato anche necessario ridefinire l'orientazione dello sviluppo rurale vigente, "cambiando da un modello basato nell'agro-commercio e l'accaparramento di terre a politiche che fomentino l'agricoltura contadina sostenibile."
(1) Organizzazioni firmatarie del pronunciamento internazionale sulla situazione Bajo Aguan:
APRODEV(Asociación de Agencias de Desarrollo ligadas al Concejo Mundial de Iglesias)
CIFCA (Iniciativa de Copenhague para América Central y México)
FIAN Internacional (Organización Internacional por el Derecho a la Alimentación)
FIDH (Federación Internacional de Derechos Humanos)
La Vía Campesina Internacional
Rel-UITA (Regional latinoamericana de la Unión Internacional de los Trabajadores de la Alimentación, Agrícolas, Hoteles, Restaurantes, Tabaco y Afines)
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