24 febbraio, 2012

HONDURAS: DICHIARAZIONE+INCENDIO/MASSACRO+DENUNCIA

DICHIARAZIONE INCONTRO INTERNAZIONALE
PER I DIRITTI UMANI IN SOLIDARIETÀ CON L’HONDURAS

Tocoa, Bajo Aguan, Colon, Honduras - dal 16 al 20 febbraio 2012

Col dolore nel cuore indignato per gli ultimi avvenimenti accaduti a Comayagua, Comayaguela, ed El Progreso, in cui gli incendi, che hanno posto fine alle vite ed ai sistemi di lavoro di centinaia di persone, ci fanno pensare a piani di orrore contro il popolo, ci siamo riuniti a Tocoa, sotto il sole che annuncia un'estate ardente, con l'inesauribile coraggio della ribellione e della solidarietà: oltre mille persone da nord a sud, includendo molti paesi della Nostra America e attivisti d'Europa, Stati Uniti e Australia. Sono giunti al nostro Incontro centinaia di saluti di persone e d’organizzazioni di tutto il continente, per rendere presente la loro solidarietà.
Alla presenza di un’ampia diversità di movimenti sociali, iniziative organizzative, culturali, artistiche e politiche nazionali, che si sono mobilitate da differenti località del paese, per fare propria la convocazione e gli obiettivi dell'Incontro Internazionale per i Diritti Umani in Solidarietà con l’Honduras, per quattro giorni si  sono realizzati eventi di discussione, denuncia, scambio, dibattito e proposte, che rendiamo pubbliche attraverso questa Dichiarazione.
Diamo inizio alle nostre parole facendo largo alla MEMORIA viva delle donne e degli uomini che hanno lottato e offerto le loro vite, e che oggi sono già parte del nostro cammino verso la giustizia... Ad esse ed essi, il nostro omaggio. Ai loro familiari, amici e compagni diciamo che non li dimentichiamo, che le loro parole vivono nelle nostre lotte, che continuano con tutte le voci e tutte le nostre mani.
L’Assemblea abbraccia ogni bambina ed ogni bambino degli insediamenti contadini di questa zona, che nel loro seminario hanno affermato di voler vivere senza paura, avere case sicure con molto cibo, scuole dipinte e giocare tanto, tanto, tanto. Ci IMPEGNAMO a continuare la lotta per l'infanzia di questo paese e del mondo.
Dal seminario su “Corpi, lotte e resistenze delle donne”, si richiede con forza d’appoggiare il crescente movimento delle donne che in questa zona, in questo paese ed in tutto il mondo lotta contro tutte le forme di violenza ed aggressione contro le donne in quanto tali, fuori e dentro le organizzazioni e le mura domestiche. S’incoraggia la loro partecipazione in tutti gli spazi e movimenti come soggetti protagonisti, con risorse finanziarie ed il potere di prendere decisioni e non solo come cuoche e madri di famiglia. 
Ancora una volta, e con potente voce collettiva, DENUNCIAMO al mondo la crescente ed inarrestabile violazione dei Diritti Umani in Honduras, espressasi in tutta la sua crudezza attraverso le e i portavoce di una gran quantità d’organizzazioni di difesa della vita e della giustizia. In particolare abbiamo ascoltato molteplici testimonianze di donne e uomini, di bambine e bambini della zona del Bajo Aguán. La guerra contro il popolo dell’Honduras, che si è scatenata con furore a partire dal Colpo di Stato, si manifesta con assassini, persecuzione, criminalizazzione di azioni organizzative, sequestri, aggressioni sessuali contro le donne, clima di terrore intenzionalmente rivolto contro bambine e bambini che vivono negli insediamenti e comunità contadine in lotta, attentati contro mezzi di comunicazione popolare, incarceramento, esilio, ed ultimamente attentati incendiari contro varie popolazioni del paese. In maniera particolare vogliamo DENUNCIARE e porre in all'erta rispetto all'enorme pericolo, viste le minacce dirette, di sgombero forzato contro la comunità di Rigores, e la crescente e rafforzata militarizzazione che vive la comunità di Guadalupe Carney.
Ci dichiariamo in SOLIDARIETA’ ATTIVA con le vittime della repressione nel paese, e intendiamo dire che sono vittime nella misura in cui i danni contro le loro vite hanno dei responsabili, perciò reclamiamo GIUSTIZIA. Nel Bajo Aguàn ed in molti luoghi dell’Honduras uno di questi  responsabili si chiama Miguel Facussé Barjum.
INTENDIAMO che questa situazione, che va deteriorandosi di giorno in giorno, si spiega solamente con l'interesse del sistema capitalistico, patriarcale e razzista, di sottomettere i popoli, spogliarli dei loro beni naturali e culturali e metterli al servizio delle nazioni del nord e delle sue multinazionali. Per rendere possibile questo saccheggio, lo si accompagna con un processo di militarizzazione, che in  Honduras si fa sempre più presente attraverso l'occupazione militare straniera, che garantisce il colonialismo, l'oppressione e la violazione dei Diritti Umani, che qui viviamo con grande asprezza e brutalità. 
RIBADIAMO la nostra volontà locale, nazionale ed internazionale a continuare la lotta contro i domini ed i colonialismi, attraverso tutte le forme organizzative cui diamo impulso per rifondare questa Madre Patria. In questa lotta, in modo fondamentale, i popoli indigeni e neri del paese c’incoraggiano col loro pensiero e la loro forza a fermare il saccheggio di terre, territori, acqua, boschi, furto di beni culturali ed altri beni della natura.
CONSIDERIAMO RESPONSABILI gli organismi finanziari internazionali, alleati dell'oligarchia golpista, di promuovere il saccheggio e la privatizzazione delle forme di vita del nostro paese.

L'Assemblea di questo evento si convoca a proseguire la lotta e ad esigere:
 
- La soluzione definitiva del conflitto agrario nel Bajo Aguàn senza negoziazioni indegne di compravendita della terra, che appartiene a contadini e contadine
- Libertà immediata per nostro fratello José Isabel Morales, recluso ingiustamente nel carcere di La Ceiba.
- Esigiamo l'archiviazione degli oltre 500 casi di persone processate a causa della lotta per la terra
- Esigiamo la smilitarizzazione totale ed immediata della zona dell'Aguán e di tutto il territorio nazionale
- Carcere e castigo per gli assassini ed aggressori del popolo honduregno, che lotta per la sua vita, la giustizia e la libertà per tutte e tutti.
- Sosteniamo  il consolidamento dell'Osservatorio Permanente Internazionale dei Diritti Umani nell'Aguán, affinché, con le proposte fatte in questo incontro, continui insieme a tutte e tutti la lotta per la vita degna in questa zona.
- Esigiamo l'inchiesta immediata e la punizione dei responsabili dei massacri a Comayagua contro le persone che erano state private di libertà.
 
Questa Assemblea contraccambia, con uguale forza e convinzione, la solidarietà a tutti i popoli del mondo, che lottano contro la morte che il capitalismo tenta d’imporre da tutte le parti, ed afferma in modo particolare:
 
- Libertà per i cinque anti-terroristi cubani incarcerati nelle prigioni dell'impero.
- Esigiamo il ritiro delle truppe militari da Haiti.
- Solidarizziamo coi popoli indigeni di Panama in lotta per l'autonomia delle loro popolazioni e territori.
- Appoggiamo la lotta per la terra dei popoli indigeni e di donne e uomini contadini in tutto il Mesoamerica ed in tutta Abya Yala.
- Ripudiamo il capitalismo verde ed esigiamo giustizia climatica nel mondo
- Salutiamo i popoli del mondo, che con il loro grido indignato e dalle viscere del primo mondo capitalista, denunciano oggi questo sistema predatorio che condanna la maggioranza alla miseria.
- Come popolo honduregno continuiamo ad autoconvocarci in questo processo di rifondazione, che si consolida con questi eventi, in cui la parola e la solidarietà regnano sul silenzio della morte.
- Ci convochiamo a rafforzare la solidarietà con tutti i popoli, appoggiando l'evento internazionale che si realizzerà ad Haiti il prossimo luglio, dove le nostre giornate proseguiranno a partire da quest’anno.
 
Gli accordi approvati nell’assemblea plenaria dell'incontro sono:
 
- Creare comitati di solidarietà col popolo honduregno nei paesi, città o comunità di coloro che hanno partecipato all'incontro
- Creare il giorno internazionale di solidarietà col popolo honduregno, che sia il 28 giugno. In quel giorno realizzare attività in tutto il mondo di fronte alle ambasciate.
- Creare reti comunali, nazionali ed internazionali per i Diritti Umani
- Promuovere una campagna comunale, nazionale ed internazionale per i Diritti Umani nell’ambito della non-violenza attiva
-  Creare una catena internazionale di radio comunitarie per denunciare le violazioni dei Diritti Umani
- Creare una commissione di honduregni ed honduregne che siano ambasciatori per denunciare le violazioni dei Diritti Umani in altri paesi, potenziali vittime della repressione e militarizzazione
-  Creare un dossier d’informazione sulle violazioni dei Diritti Umani, tradotto in tutte le lingue,
- Che la stampa alternativa raccolga tutte le testimonianze possibili delle vittime di violazioni dei Diritti Umani e che le faccia conoscere in tutto il mondo
- Creare la scuola popolare dei Diritti Umani con parità di genere
- Dar seguito nazionale ed internazionale a questi accordi
- Appoggiare l'Osservatorio dei Diritti Umani del Bajo Aguàn e l'Osservatorio dei Diritti Umani dei popoli indigeni e neri dell’Honduras
- Fare una campagna di mobilitazione internazionale per la libertà d’Isabel Morales
- Creare condizioni in ogni paese per i rifugiati e rifugiate honduregne
-  Divulgare materiali su misure di sicurezza per le persone che difendono i Diritti Umani
-  Creare reti di difesa e protezione comunitaria
-  Rafforzare l'Osservatorio Permanente dei Diritti Umani dell’Aguàn
-  Contribuire all'installazione di radio comunitarie nei territori dell'Aguán
 
I POPOLI UNITI, NON SARANNO MAI VINTI
PER FAR TACERE LE ARMI, PARLINO I POPOLI
 
Tocoa, Colòn, 19 febbraio 2012
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Incontro Internazionale dei Diritti Umani in Solidarietà con l’Honduras  DENUNCIA URGENTE

Attraverso questo mezzo vogliamo denunciare che oggi, 19 febbraio, verso le tre del pomeriggio, la Brigata Internazionale di Solidarietà che si stava mobilitando per realizzare un'attività di questo incontro, dalla città di Tocoa alla volta dell'impresa contadina Rigores, fu fermata da un gruppo di tredici membri dell'esercito honduregno. La delegazione era composta da sei veicoli, con a bordo un consistente numero d’internazionalisti partecipanti a quest’attività, brigatisti volontari d’osservazione dei diritti umani ed un gruppo numeroso di compagne e compagni degli insediamenti.
Nell’operazione sequestrarono i documenti a tutte le persone e fecero scendere il compagno che era alla guida accusandolo di essere un delinquente; quando i giornalisti internazionali stavano scattando foto della scena, uno dei membri dell'esercito minacciò di toglier loro gli strumenti di lavoro. I militari erano fortemente armati con fucili d’assalto M-16 e procedettero a sequestrare il documento del conducente dell'unità di trasporto. Facendo scendere i membri dalla brigata, i militari li mettevano a mani in alto e contro l'unità, perquisendoli minuziosamente. La detenzione durò circa 20 minuti. L'azione fu diretta chiaramente contro i compagni di Marañones e, come manifestato dagli agenti, ebbe lo scopo di trattenere illegalmente l'autista, il compagno Gerardo Argueta, coordinatore dell’insediamento Marañones e del MUCA margine sinistro, che ha già ricevuto serie minacce.
Da questa piattaforma, riunita per la difesa dei diritti umani, allertiamo l'opinione pubblica nazionale ed internazionale su questo fatto e su quelli che possono seguire. Ha richiamato l'attenzione il fatto che, durante questi giorni, siano diminuiti gli operativi militari, ma non mettiamo in dubbio che con la partenza degli internazionalisti la repressione contro i nostri compagni e compagne probabilmente aumenterà. Questo messaggio serva anche per mettere in evidenza la farsa racchiusa nella presunta soluzione al conflitto dell'Aguàn, tanto reclamizzata dal regime.
Ci teniamo in all'erta ed in continua lotta.
Tocoa, Colòn, 19 febbraio 2012

 Tradotto da Adelina Bottero 
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Incendio-massacro nel carcere di Comayagua

Nella notte tra il 14 ed il 15 febbraio un incendio di enormi proporzioni ha devastato il carcere di Comayagua, nel centro-ovest dell’Honduras. Degli 852 reclusi quasi la metà sono morti, molti altri ustionati e feriti. Col passare delle ore il numero di chi non riesce a sopravvivere aumenta. Non vi sono ancora stime definitive. Il regime ha risposto con spari e bombe lacrimogene alle centinaia di famigliari angosciati in cerca di notizie dei loro cari.
Segue un sunto di informazioni, dichiarazioni, commenti.
Red Morazánica de Información  -  www.resistenciahonduras.net

Tegucigalpa, 15 Febbraio 2012
 
 (...) Dal luogo dei fatti sono state diffuse le immagini strazianti dei corpi riarsi dei reclusi, morti abbracciati alle sbarre delle celle in un disperato tentativo di sfuggire alle fiamme. Appare in tutta evidenza l’inettitudine delle autorità penitenziarie a gestire situazioni di disastro. Secondo la versione di un carcerato che riuscì a salvarsi la vita rompendo il soffitto, la guardia incaricata delle celle non ebbe reazioni dinnanzi alle grida dei detenuti che chiedevano aiuto, al contrario gettò via le chiavi delle celle lasciandoli al loro destino. (…)

La Nostra Parola, Editoriale di Radio Progresso

http://voselsoberano.com/v1/index.php?option=com_content&view=article&id=13392:una-tragedia-advertida&catid=2:opinion

Una tragedia annunciata  - 16 febbraio 2012

Oggi siamo di fronte alla più grande tragedia conosciuta nella nostra storia penale. Quasi 400 persone private della libertà sono morte soffocate e bruciate dentro le loro celle nel centro penitenziario di Comayagua. (…)
Un’autentica macabra scena di assassinio collettivo da parte dello Stato, un autentico genocidio. Ormai si conferma non soltanto che il sistema penitenziario è collassato da molto tempo, ma anche che lo Stato sta sterminando i compatrioti che, nelle prigioni, si trovano sotto la stretta responsabilità delle autorità pubbliche. (…)

Comunicato del FNRP - LIBRE riguardo all’incendio del Centro Penitenziario di Comayagua

http://voselsoberano.com/v1/index.php?option=com_content&view=article&id=13388%3Acomunicado-del-fnrp-libre-con-respecto-al-incendio-de-la-granja-penal-de-comayagua&catid=1%3Anoticias-generales&Itemid=1

Tegucigalpa, 16 febbraio 2012
(…)
Questo fatto terribile non deve essere considerato un incidente, giacché i fattori che l’hanno provocato - criminalizzazione dei poveri, sovraffollamento carcerario, insufficienti risorse dedicate alle prigioni, disinteresse a risolvere gli arretrati giudiziari - sono considerati normali ed in alcuni casi sono azioni deliberate di coloro che attualmente amministrano lo Stato.
Dobbiamo ricordare che questa è la terza volta, con governi del Partito Nazionale, che un carcere honduregno s’incendia, provocando una gran quantità di morti, con gli antecedenti di totale impunità.
La negligenza criminale dimostrata dal Ministero della Sicurezza, dalle autorità carcerarie e dai responsabili della Centro Penitenziario di Comayagua, riconfermano soltanto il disprezzo totale di questo regime per la vita umana.
Respingiamo qualunque argomentazione del regime che cerca d’incolpare la popolazione penitenziaria stessa per i fatali eventi, poiché è chiaramente dimostrato e documentato attraverso diversi mezzi audiovisivi e dichiarazioni di testimoni oculari, che con condotta genocida si mantennero chiuse le celle, si negò qualsiasi aiuto alle persone che morivano bruciate o intossicate, e si arrivò a sparare con armi da fuoco contro chi cercava di venir fuori dalle fiamme.
Questa volontà criminale e classista, allo stesso modo ha portato le forze repressive ad attaccare i parenti dei carcerati all’esterno del penitenziario, sparando contro di loro e lanciando bombe lacrimogene. (…)


Chi USA la violenza ?


Ollantay Itzamná  -  18 febbraio 2012

(...) Ed i responsabili?
In quest’Honduras, che sopravvive senza Stato né governo, si premia il delitto e si puniscono l'etica e la difesa dei diritti umani.
L'infernale incenerimento collettivo di reclusi vivi nel carcere di Comayagua, fu già collaudato nella prigione di San Pedro Sula, nel 2003, con un saldo di 107 morti, e in quella di El Porvenir, La Ceiba, nel 2005, dove bruciarono 66 reclusi. I colpevoli furono premiati con l'impunità! La stessa cosa succede coi responsabili degli oltre 7000 omicidi annuali, più di 20 al giorno, perché la polizia è diventata l'organizzazione a delinquere più letale, in un paese le cui apparenti istituzioni giuridiche e politiche sono dirette niente meno che da autori e promotori impuniti del colpo di Stato.
I responsabili della sistematica negazione violenta della condizione umana di donne e uomini honduregni nelle carceri e fuori da esse, vanno a spasso impuniti negli spazi della comunità internazionale, e sono ricevuti alla Casa Bianca come esemplari difensori dei diritti umani. Così la comunità internazionale promuove il crimine organizzato in Honduras, come esempio da seguire nei paesi vicini. (…)

Lo stile dei nostri massacri

http://voselsoberano.com/v1/index.php?option=com_content&view=article&id=13389:el-estilo-de-nuestras-masacres&catid=2:opinion

Fabricio Estrada  -  16 febbraio 2012
(…) 400 esseri umani sono stati assassinati secondo lo "stile" poliziesco e dal disprezzo statale, che ha fondato la sua strategia di sicurezza sulla stigmatizzazione e sulla soppressione di ogni umanità nel trattamento verso i reclusi. In un paese militarizzato si eseguono soltanto ordini. L'ordine è "mettere in ordine" tutto ciò che sfida l'egemonia politico-militare, sia che il cittadino o cittadina si trovi in libertà o in galera. I muri perimetrali di questa mentalità criminale abbracciano i 112,492 km2 di un Honduras il cui maggiore corto circuito fu provocato un 28 giugno del 2009. Quel giorno ebbe fine il nostro piccolo simulacro civilizzatore. 
A cura di Adelina Bottero

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