10 giugno, 2012
Honduras-Bajo Aguán Il MUCA costretto a firmare sotto minaccia
Esige una soluzione
integrale a un problema agrario che è strutturale
Yoni Rivas (MUCA), a fianco di
Porfirio Lobo, alza il pugno durante l'inno © (Foto G.
Trucchi)
Tegucigalpa, 5 giugno
(Sirel/Rel-UITA)-. Dopo una lunga e difficile negoziazione con le autorità
agrarie e sotto una forte pressione e minaccia di sgomberi indiscriminati da
parte del Gruppo Dinant, il Movimento unificato contadino dell'Aguan Margine
destro, Muca-Md, ha firmato l'accordo sulle condizioni finanziarie per
l'acquisto delle terre e aziende agricole su cui si sono già stabilite più di
1900 famiglie contadine.
L'accordo prevede
l'acquisto di quattro aziende agricole - La Aurora, La Concepciòn, La
Lempira e La Confianza - per un totale di 2429 ettari che sono in possesso del
Muca-Md da aprile 2010. La combattiva
organizzazione contadina s'è impegnata a pagare circa 16.8 milioni di dollari
alla statale Banca honduregna per la produzione e l'abitazione, Banhprovi, entro
un termine di 15 anni, con un tasso d'interesse del 6 per cento e tre anni di
grazia. Il governo ha inoltre concesso un'area aggiuntiva di 32 ettari per la
costruzione di abitazioni e una garanzia sovrana dello Stato per permettere la
realizzazione dell'operazione.
La firma del Muca-Md
completa in questo modo un accordo più ampio che include anche il Margine
sinistro (Muca-Ms) e il Movimento autentico rivendicatore contadino
dell'Aguan, Marca. In totale, le 32 imprese
contadine che integrano queste organizzazioni e che rappresentano circa 3500
famiglie dislocate in otto aziende agricole, acquisiranno circa 4600 ettari a un
costo totale che supera i 32 milioni di dollari.
Durante le prossime
ore si attende che il Gruppo Dinant, il cui
proprietario è il latifondista e produttore di palma africana Miguel Facussé
Barjum, ritiri la richiesta di sgombero di sette delle otto aziende
agricole presentata il 1 giugno, come misura di pressione affinché il
Muca-Md firmasse l'accordo e l'Istituto nazionale agrario. Ina, pagasse
il totale delle terre.
"Abbiamo trascorso
diverse settimane sotto un'enorme pressione tanto dei proprietari terrieri come
del governo, i quali ci accusavano di essere intransigenti, di non voler
raggiungere un accordo, minacciandoci di sgomberare migliaia di famiglie.
E' stata una lotta contro quei poteri politici,
economici e militari che dominano il Paese e che hanno realizzato il colpo di
Stato. Alla fine abbiamo preso la decisione di firmare l'accordo e
accettare le condizioni finanziarie imposte dall'Ina", ha spiegato Yoni Rivas,
segretario generale del Muca.
Secondo il dirigente
contadino, il governo dovrà ora rispettare tutti i punti contemplati negli
accordi dell'aprile 2010, i quali prevedono la consegna al Muca di un totale di
11 mila ettari di terra, programmi di educazione, salute e
abitazioni.
Durante l'atto
celebrato nella Casa Presidenziale, il capo dell'Esecutivo, Porfirio Lobo, non
solo s'è impegnato pubblicamente a rispettare tali punti, ma ha anche
riconosciuto che in Honduras s'è commesso un errore e v'è stata una
controriforma agraria che bisogna correggere. "Speriamo che la nostra decisione porti un po' di pace alla zona del
Bajo Aguán, tuttavia il conflitto non è risolto, perché il problema agrario in
Honduras ha profonde cause strutturali e ha bisogno di soluzioni integrali
che vanno oltre la nostra regione", ha dichiarato Rivas.
In questo senso, le organizzazioni contadine stanno esigendo la deroga della Legge di modernizzazione agricola, approvata nel 1992 in piena era neoliberista e l'approvazione del disegno di legge di Trasformazione agraria integrale, presentata in Parlamento lo scorso anno. È stata inoltre sottolineata la necessità di indagare a fondo su tutti gli omicidi di contadini - sono 48 durante gli ultimi due anni e mezzo - e le innumerevoli violazioni dei diritti umani che hanno portato lutto e terrore tra le famiglie contadine. Purtroppo, questo tema non è stato inserito nell'accordo, né è stato menzionato durante la cerimonia della firma.
In questo senso, le organizzazioni contadine stanno esigendo la deroga della Legge di modernizzazione agricola, approvata nel 1992 in piena era neoliberista e l'approvazione del disegno di legge di Trasformazione agraria integrale, presentata in Parlamento lo scorso anno. È stata inoltre sottolineata la necessità di indagare a fondo su tutti gli omicidi di contadini - sono 48 durante gli ultimi due anni e mezzo - e le innumerevoli violazioni dei diritti umani che hanno portato lutto e terrore tra le famiglie contadine. Purtroppo, questo tema non è stato inserito nell'accordo, né è stato menzionato durante la cerimonia della firma.
"È qualcosa che non vogliamo, né dobbiamo dimenticare. Esigiamo la fine dell'impunità, perché è una responsabilità dello Stato indagare i fatti e punire i responsabili del bagno di sangue che sta avvenendo nel Bajo Aguán", ha concluso Rivas.
©
(Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di
Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org
)
Traduzione a cura di Giorgio Brambilla,
CICA.
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