25 gennaio, 2013
Honduras Da golpista, a funzionario pubblico, a candidato alle presidenziali
Il generale in ritiro Romeo Vásquez lancia la sua
candidatura perché, dice, il Paese ha bisogno di lui
"Lotteremo per portare ordine e sicurezza nel Paese e per combattere la corruzione e l'impunità, affinché possano fluire gli investimenti e si possano creare nuovi posti di lavoro", ha detto Vásquez. "La patria ha bisogno di me. Voglio dirigere i destini dell'Honduras come Presidente, perché sono convinto di poterlo fare avanzare", ha concluso l'ex generale golpista.
La decisione di Vásquez ha suscitato forti reazioni da parte di vari settori della società. Il Blocco Popolare ha pubblicato un comunicato nel quale lo considera responsabile della "brutale violenza contro la popolazione civile durante la dittatura di Roberto Michelletti Bain" e degli oltre "200 omicidi politici e più di 7 mila violazioni dei diritti umani", si legge nel comunicato.
"La candidatura alla presidenza di un delinquente e assassino come Romeo Vásquez, dà un'idea chiara del bisogno immediato che abbiamo di rifondare la patria", conclude il Blocco Popolare. Per domani (oggi per chi legge), 24 gennaio, la Resistenza honduregna ha indetto una manifestazione nazionale, a cui parteciperanno tutti i settori della società "scontenti, indignati e vittime delle politiche repressive imposte dal governo".
© Testo Giorgio
Trucchi - LINyM Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione
Italia-Nicaragua - www.itanica.org
Romeo Vásquez Velásquez (Foto
laprensa.hn)
Managua, 23 gennaio (LINyM)-. L'ex capo dello stato maggiore
congiunto delle Forze armate, Romeo Vásquez
Velásquez, che in giugno del 2009 depose con un colpo di
Stato il presidente legittimo dell'Honduras, Manuel Zelaya Rosales, ha lanciato
la sua candidatura alle presidenziali del prossimo novembre per il partito
Alleanza patriottica honduregna. La sua candidatura è sostenuta da vari settori
delle Forze armate e anche dalla parte più reazionaria della destra
honduregna.
Il generale in ritiro è stato anche uno dei più preziosi
alleati dell'ex presidente illegittimo Roberto Micheletti, ed ha
represso con mano dura le gigantesche mobilitazioni del Fronte nazionale di
resistenza popolare, Fnrp. Per i fatti del 2009, Vásquez Velásquez è stato
denunciato, insieme a tutti i membri della Giunta dei comandanti delle Forze
armate, per una serie infinita di reati, tra cui abuso di autorità ai danni
dell'amministrazione pubblica, espatrio illegale ai danni della sicurezza
nazionale, mancato compimento delle disposizioni giudiziarie che riguardavano il
presidente Zelaya.
Pochi mesi più tardi e dopo un processo lampo, il giudice speciale e presidente della Corte suprema di giustizia, Jorge Rivera, lo stesso che ordinò l'arresto mai eseguito di Zelaya, decise di assolvere tutti gli imputati. In quell'occasione, Rivera disse che "sebbene gli accusati abbiano riconosciuto la propria responsabilità per i fatti che il pm segnala come criminosi, di fronte alla mancanza di dolo non si è potuta accertare, né concettualizzare la commissione del reato". Per questo motivo, Rivera decise l'archiviazione definitiva del caso.
Secondo fonti militari, la decisione di esiliare il presidente Zelaya fu presa in quanto si trattava della "migliore soluzione possibile", all'interno di un momento particolarmente critico che stava vivendo il Paese. "Gli imputati si giustificano dicendo che hanno preso questa decisione a causa del gran pericolo che correva il paese e per proteggere i beni e la vita degli honduregni e degli stranieri residenti", ha spiegato Rivera, giustificando una sentenza che la maggioranza della popolazione ha definito vergognosa.
Dopo questa decisione, che non ha fatto altro che aumentare il senso d'impunità tra la gente e approfondire la rottura dell'ordine costituzionale e democratico nel Paese, l'ex generale Vásquez Velásquez fu "premiato" dal nuovo presidente della Repubblica, Porfirio Lobo, con la carica di direttore dell'ente statale delle Telecomunicazioni (Hondutel). Una carica ricoperta fino a qualche giorno fa, quando dovette rinunciare per lanciare la propria candidatura presidenziale. Attualmente, Hondutel si trova sull'orlo del commissariamento e della privatizzazione.
Pochi mesi più tardi e dopo un processo lampo, il giudice speciale e presidente della Corte suprema di giustizia, Jorge Rivera, lo stesso che ordinò l'arresto mai eseguito di Zelaya, decise di assolvere tutti gli imputati. In quell'occasione, Rivera disse che "sebbene gli accusati abbiano riconosciuto la propria responsabilità per i fatti che il pm segnala come criminosi, di fronte alla mancanza di dolo non si è potuta accertare, né concettualizzare la commissione del reato". Per questo motivo, Rivera decise l'archiviazione definitiva del caso.
Secondo fonti militari, la decisione di esiliare il presidente Zelaya fu presa in quanto si trattava della "migliore soluzione possibile", all'interno di un momento particolarmente critico che stava vivendo il Paese. "Gli imputati si giustificano dicendo che hanno preso questa decisione a causa del gran pericolo che correva il paese e per proteggere i beni e la vita degli honduregni e degli stranieri residenti", ha spiegato Rivera, giustificando una sentenza che la maggioranza della popolazione ha definito vergognosa.
Dopo questa decisione, che non ha fatto altro che aumentare il senso d'impunità tra la gente e approfondire la rottura dell'ordine costituzionale e democratico nel Paese, l'ex generale Vásquez Velásquez fu "premiato" dal nuovo presidente della Repubblica, Porfirio Lobo, con la carica di direttore dell'ente statale delle Telecomunicazioni (Hondutel). Una carica ricoperta fino a qualche giorno fa, quando dovette rinunciare per lanciare la propria candidatura presidenziale. Attualmente, Hondutel si trova sull'orlo del commissariamento e della privatizzazione.
"Lotteremo per portare ordine e sicurezza nel Paese e per combattere la corruzione e l'impunità, affinché possano fluire gli investimenti e si possano creare nuovi posti di lavoro", ha detto Vásquez. "La patria ha bisogno di me. Voglio dirigere i destini dell'Honduras come Presidente, perché sono convinto di poterlo fare avanzare", ha concluso l'ex generale golpista.
La decisione di Vásquez ha suscitato forti reazioni da parte di vari settori della società. Il Blocco Popolare ha pubblicato un comunicato nel quale lo considera responsabile della "brutale violenza contro la popolazione civile durante la dittatura di Roberto Michelletti Bain" e degli oltre "200 omicidi politici e più di 7 mila violazioni dei diritti umani", si legge nel comunicato.
"La candidatura alla presidenza di un delinquente e assassino come Romeo Vásquez, dà un'idea chiara del bisogno immediato che abbiamo di rifondare la patria", conclude il Blocco Popolare. Per domani (oggi per chi legge), 24 gennaio, la Resistenza honduregna ha indetto una manifestazione nazionale, a cui parteciperanno tutti i settori della società "scontenti, indignati e vittime delle politiche repressive imposte dal governo".
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