25 gennaio, 2013
Spagna-Venezuela La falsa foto di Chávez morente conferma il vero golpismo di media come El País contro l’America latina
Il giornale ritirato dalle
edicole
La patetica dimostrazione di una
stampa sull'orlo dell'estinzione
Di Gennaro Carotenuto
Questa volta hanno dovuto ammettere
il falso. Hanno dovuto ammettere di non aver fatto alcuna verifica. Hanno dovuto
ammettere di aver mancato a qualunque etica professionale. Hanno dovuto
ammettere che a tanto arriva la miseria umana dei disinformatori di professione
che da anni questo sito denuncia.
«El País» di Madrid, giornale da
sempre in prima fila in tutte le campagne di diffamazione contro i governi
progressisti e integrazionisti latinoamericani, ha pubblicato in prima pagina
una falsa foto del Presidente venezuelano Hugo Chávez intubato. Solo dopo alcune
ore e a giornale stampato in distribuzione ha dovuto ritirarla dalle edicole
ammettendo il falso.
Infatti solo dopo che la polemica era
scoppiata in America, e il falso svelato davanti al mondo, il quotidiano
madrileno ha dovuto fare macchina indietro, ritirare la foto dall’edizione
Internet, bloccare la distribuzione del cartaceo (che oggi infatti non è in
edicola in vari luoghi della Spagna) e ammettere tanto il falso come di non aver
verificato né l’origine della foto, né quando fu scattata. Questa proverrebbe da
un video presente su Youtube fin dal 2008. L’operazione di sicariato mediatico
sotto i nostri occhi oscura inoltre, ma non cancella, l’altra parte dell’infamia
orchestrata nel giornale di Suanzes: la scelta di sbattere in prima pagina la
foto di un uomo in fin di vita.
Qualcuno potrà spacciare il caso per
un infortunio, lo fa El País stesso, ma la filigrana della jpg e quella prima
pagina che è già un oggetto da collezione per la storia del cattivo giornalismo,
malcela la soddisfazione per il presunto scoop che il quotidiano madrileno ha
provato a imporre all’opinione pubblica nella presunzione di farla franca come
sempre.
Per chi ha in questi anni studiato
con attenzione la continua overdose di disinformazione al preciso scopo di
destabilizzare i governi democraticamente eletti del Venezuela, della Bolivia,
dell’Ecuador, dell’Argentina e di altri paesi latinoamericani che hanno osato
distanziarsi dall’ortodossia neoliberale e dal fare da passacarte per gli
interessi di multinazionali iberiche come Repsol, Unión Fenosa, BBVA, Santander,
Telefónica eccetera, quella di stanotte è solo l’ennesima conferma che i
giornali mainstream sono in crisi (Il «grupo Prisa», del quale «El País» fa
parte, ha licenziato in ottobre un terzo dei dipendenti) perché hanno scelto di
asservirsi a interessi alieni a quelli dei loro lettori. La crisi dei giornali
non è economica, è innanzitutto etica. Solo profonde riforme dei sistemi
mediatici, che redistribuiscano il potere d’informare democratizzandolo, sul
modello della Ley de medios argentina, la più avanzata al mondo, possono ancora
salvare quel che resta della credibilità del “quarto potere”.
«El País» è oggi il passacarte di
interessi che nulla hanno a che vedere con il diritto dell’opinione pubblica a
essere opportunamente informata. «El País», dove chi scrive ha lavorato, che nel
1978 contribuì a sventare il golpe Tejero a Madrid, ma che l’11 marzo 2004 coprì
bellamente la disinformazione orchestrata dal governo Aznar sulle stragi di
Atocha (accettando per giorni di coprire le responsabilità dell’integralismo
islamista per meri interessi di bottega), è oggi, e l’episodio grottesco della
foto di Chávez lo prova per l’ennesima volta, un media golpista tra i
tanti.
Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it
Altre informazioni:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.