31 luglio, 2013
HONDURAS: Bertha Cáceres: E’ una lotta forte e pericolosa, ma degna, che rappresenta il retaggio che conserviamo di popolo ribelle
Lo scorso 24 maggio, mentre si stavano recando nella zona del Río Blanco, dove da quasi tre mesi la popolazione indigena di etnia lenca della zona si trova in mobilitazione pacifica contro l’approvazione del progetto idroelettrico Agua Zarca, la dirigente del Copinh (Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras), Bertha Cáceres[1]e il comunicatore Tomás Gomez, furono arrestati – e rilasciati dopo 24 ore – nel corso di un’operazione congiunta di esercito e polizia con l’accusa – falsa — di detenzione illegale di arma da fuoco.
Oltre all’evidente illegittimità della detenzione, effettuata senza ordine di cattura e con la costruzione di prove e testimonianze false contro Bertha, va ricordato che sia la dirigente indigena che altri membri del Copinh sono soggetti dal 2009 alle misure cautelari di protezione emesse dalla Corte Interamericana dei Diritti Umani, a seguito delle numerose minacce di morte che hanno ricevuto fin dal colpo di Stato di quell’anno.
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