20 novembre, 2013

Honduras, elezioni presidenziali in una crisi dei diritti umani

GIUSTIZIA|
Domenica 24 si svolgeranno le elezioni presidenziali in Honduras, un paese che presenta una drammatica situazione socio-economica e nel quale sono in corso da anni gravi violazioni dei diritti umani.
L’Honduras è uno dei paesi più poveri del continente americano: il 39 per cento della popolazione vive in condizioni di povertà estrema. Secondo le Nazioni Unite, nel 2011 l’Honduras è risultato il paese col più alto tasso di omicidi nel mondo (91,6 ogni 100.000 abitanti). Solo nel 20 per cento dei casi vengono aperte le indagini.
Il paese ha conosciuto negli ultimi anni una profonda crisi politica, col colpo di stato che nel giugno 2009 ha deposto il presidente Manuel Zelaya e la successiva elezione di Porfirio Lobo (chiamato, con un gioco di parole, “il lupo”) nel gennaio 2010. Nel periodo successivo al colpo di stato la polizia e l’esercito si resero responsabili di arresti di massa e torture, rimasti impuniti. Il candidato del partito di governo sostiene la necessità di un’ulteriore militarizzazione del paese.
Amnesty International ha documentato persecuzioni, intimidazioni e aggressioni ai danni di nativi, avvocati, giornalisti nonché una profonda omofobia.
Solo a luglio, nell’arco di 10 giorni, sono stati uccisi tre difensori dei diritti umani: la giudice Mireya Efigenia, l’attivista transgender Herwin Alexis Ramírez Chamorro e il leader nativo Tomás García, esponente del Consiglio civico delle organizzazioni indigene popolari (Copinh), tra i movimenti più perseguitati dalle autorità.
In una lettera ai candidati alla presidenza della repubblica, Amnesty International ha chiesto d’impegnarsi per porre fine alla violenza dilagante e all’impunità che caratterizza le violazioni dei diritti umani.
Il presidente eletto avrà l’opportunità di girare pagina nella storia dell’Honduras. Perché ciò accada, Amnesty International chiede l’immediata adozione di un piano sui diritti umani che possa rafforzare lo stato di diritto, garantire sicurezza agli attivisti, processi per gli autori delle violazioni e giustizia alle vittime.

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