04 dicembre, 2006

Accordo di Associazione tra Unione Europea e Centro America

· Cos’è un Trattato di Libero Commercio (TLC)?

I TLC sono un’idea dei paesi ricchi e delle loro grandi imprese per assicurarsi il controllo delle ricchezze di paesi e i migliori guadagni nel commercio
In un TLC si stabiliscono le quantità e le forme di importazione e esportazione di centinaia di prodotti e servizi tra i paesi che lo firmano. Ma soprattutto, il TLC assicura che si facciano gli scambi che le grandi imprese transnazionali vogliono, oltre ai cambi imposti per mezzo degli Aggiustamenti Strutturali.

I TLC creano anche il loro proprio tribunale con i loro giudici, incaricati di giudicare se si violano questi accordi e stabilire i castighi. Questo tribunale è al di sopra dei giudici e delle leggi nazionali, e persino dei convegni e trattati sui diritti umani, e possono condannare un governo se segue le sue leggi nazionali se queste colpiscono i guadagni delle grandi imprese.

Per ingannarci dicono che:
E’ un accordo tra due o più paesi, nel quale si pongono norme per aprire i loro mercati, in maniera che si obblighino tra di loro a seguire le regole del libero commercio; che l’accordo porterà guadagni e sviluppo, che c’è più di buono che di male, che fanno in modo che un maggior numero di persone abbia migliori condizioni di vita; perchè tutti i paesi hanno le stesse regole del gioco…però che non ci siano frontiere tra i paesi e tutti abbiano le stess opportunità e gli stessi obblighi. Dicono questo, che tutti i paesi avranno le stesse opportunità per competere nel mercato.

· Cos’è l’Accordo di Associazione tra Europa e Centro America?

Formalmente è un pacchetto completo di accordi sulle differenti relazioni tra l’Unione Europea e il Centro America, come Cooperazione e Sviluppo, Dialogo Politico e Commercio. Mentre i primi due aspetti sono già definiti fino al 2013, attualmente si sta negoziando la parte relativa al Commercio, cioè un Trattato di Libero Commercio.

Per l’Unione Europea, il Centro Amercia non è una regione di grande importanza commerciale. Solo lo 0,4% del commercio estero è rivolto alla regione centroamericana e non pare avere prospettive di grande crescita. Gli interessi commerciali si concentrano in alcuni settori: l’accordo può ridurre gli effetti negativi del CAFTA sulle esportazioni europee e la privatizzazione di servizi apre nuove prospettive per le transnazionali europee, soprattutto nei settori delle telecomunicazioni, energia, acqua e servizi di costruzione.
Una differenza grande col CAFTA è che l’accordo con l’Europa ha meno impatto nell’agricoltura. In cambio le conseguenze nel settore dei servizi possono essere notevoli.
L’Unione Europea negozia questi accordi anche in relazione a processi dentro l’OMC per avanzare (per proprio conto) col libero commercio mentre l’OMC non avanza con accordi generali.

Per il Centro America:
L’Unione Europea è il socio commerciale più importante dopo gli USA (il 12% del commercio estero del Centro America è rivolto verso l’ Europa).
Un accordo aprirebbe prospettive commerciali per un piccolo settore di impresari, vale a dire le stesse famiglie che dominano i paesi economicamente e politicamente.

· Cosa ci porta l’accordo di libero commercio tra Unione Europea e Centro America?

Questo Trattato di Libero Commercio, come tutti i progetti nefasti del modello neoliberale, è un insulto alla nostra sovranità nazionale, e significa più povertà, spoliazione delle nostre risorse, invasione di prodotti stranieri, minore accesso ai servizi di base, lesione dell’integrità territoriale, più disoccupazione, più sfruttamento e inquinamento ambientale.
Tra gli elementi chiave per capire la penetrazone dell’Unione Europea e in generale di tutto quello contemplato dal trattato di libero commercio ci sono, tra gli altri:

1) Privatizzazioni: si esige ai governi che privatizzino tutti i loro servizi, beni o imprese, in caso contrario le corporazioni potranno denunciare i governi ad untribunale internazionale indipendente dalle leggi nazionali.
Per esempio le transnazionali europee hanno interesse a privatizzare i beni pubblici che sono diritti elementari, dei popoli come l’acqua, i fiumi, i boschi, l’educazione, la salute, l’energia elettrica e le telecomunicazioni.

2) I dazi: si esige ai paesi poveri o in via di sviluppo che aprano le loro frontiere a prodotti o beni senza che i paesi risquotano imposte, mentre i paesi rcchi le mantengono.
Con questo i governi smettono di ricevere ingressi, e sono obbligati ad aumentare le tasse per la popolazione, indebitarsi in cambio di migliori condizioni, tagliare spese pubbliche e/o vendere più imprese pubbliche per trovare le risorse che le transnazionali non pagano.

3) Trattamento nazionale: cioè le imprese straniere non possono ricevere un trattamento meno favorevole da parte del governo di quello che ricevono le imprese nazionali (appoggio, sussidi, facilitazioni fiscali, promozione, contratti, leggi o regolamenti speciali). Chiedono un trattamento “egualitario” quando non si può comparare un produttore contadino e indigeno con un impresa transnazionale di semi che in più dal suo paese riceve milioni di euro in sussidi. Il “trattamento nazionale” non eguaglia le parti, ma approfondisce le differenze.

4) I sussidi: i paesi ricchi del nord esigono ai governi dell’America latina e dei Caraibi che eliminino i sussidi a qualsiai prodotto, mentre i paesi sviluppati li aumentano destinando attualmente in media mille milioni di dollari al giorno alle loro economie. Vele a dire che le grandi imprese europee venderaano di più i loro prodotti verso il Centro America e i nostri contadini non potranno competere con queste.

5) Quote di importazione: si esige che in un determinato lasso di tempo le transnazionali europee ottengano l’esportazione per vendere in America Latina e nei Caraibi qualsiasi bene o prodotto senza limite di quantità; mentre i paesi europei pongono restrizioni ad alcuni prodotti che vengono dall’estero e che facciano concorrenza alle loro imprese e alla produzine nazionale.

6) Modifiche legislative: si esige ai governi che adeguino le loro costituzioni e leggi locali alle regole che stabiliscono gli accordi commerciali, passando al di sopra delle sovranità nazionali. Include anche che nessun governo possa legiferare a favore dell’esproprio di imprese straniere come è successo dopo le indipendenze dalla colonia in tutta l’America Latina e i Caraibi, o di imprese dopo i processi rivoluzionari nel Continente. Non sarà nemmeno permesso legiferare in dfesa dell’ambiente o a beneficio della salute pubblica se questo colpisce i guadagni delle imprese europee.

7)Libero flusso di capitale: questo implica che le imprese possano esportare i guadagni che ottengono in Centro America senza nessuna restrizione o controllo dei governi e senza pagare imposte. In questa maniera non rmane niente nei nostri paesi.

Nel TLC con l’ Unione Europea sono previste clausole democratiche , di diritti umani o ambientali. Si tratta di condizioni che le parti devono ratificare e implementare. Solitamente queste calusole rimangono senza strumenti per la loro implementazione e per il monitoraggio. In realtà danno un bell’aspetto a ciò che è sporco.
In realtà, le imprese transnazionali europee, così come quelle degli USA, chiudono fabbriche, licenziano lavoratori, costruiscono dighe, appoggiano tutta la politica delle istituzioni finanziarie internazionali come la Banca mondiale, il BID e il FMI, privatizzano i servizi pubblici, l’acqua, l’energia elettrica, telecomunicazioni, banche, saccheggiano i paesi delle loro risorse naturali etc.

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