01 settembre, 2008
Sacco e VanCinque
• Il caso dei Cinque ed i due italiani innocenti giustiziatinegli USA il 23 agosto 1927
Roberto Ruiz Bass Werner*
(Prensa Latina) Cinque giovani cubani a Miami sono accusati di mettere in pericolo la sicurezza nazionale statunitense. Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due immigranti italiani, lavoratori ed anarchici, accusati di assassinio, giudicati, condannati e giustiziati nel 1927 dalla giustizia nordamericana, si sono trasformati in un paradigma di condotta impropria da parte dei giudici e dei pubblici ministeri che non solo hanno distorto i fatti, ma hanno anche promosso dei sentimenti anti-italiani ed anti-inmigranti per condizionare la giuria. Malgrado cittadini della taglia di Upton Sinclair, Bertrand Russell, John Dos Passos, George Bernard Shaw e H.G. Wells hanno manifestato il loro appoggio, né il calzolaio né il pescivendolo italiani hanno potuto evitare la sedia elettrica. La loro esecuzione generò proteste massicce a New York, Londra, Amsterdam e Tokyo, scioperi attraverso tutto il Sud-America e tumulti a Parigi, Ginevra, Germania e Johannesburg. Le parole finali di Sacco furono "Evviva l'anarchia!" e "Addio, cara madre". Gentilmente Vanzetti, nei suoi ultimi momenti, ringraziò le guardie con una stretta di mano…
Il 23 agosto 1977, cinquanta anni dopo la loro esecuzione, il Governatore del Massachusetts, M. Dukakis, pubblicò un proclama dichiarando che Sacco e Vanzetti erano stati trattati ingiustamente e che "qualunque calunnia dovrà essere rimossa dai loro nomi". Questo processo ingiusto e truccato scosse la coscienza politica degli USA e generò un'enorme quantità di film, documentari, canzoni (Here's to you) e ballate popolari.
Siamo a pochi giorni dal decimo anniversario dell'avvenimento che ci sembra più simile al caso "Sacco e Vanzetti" nel nuovo millennio: la cattura di Cinque giovani cubani a Miami, il 12 settembre 1998, accusati di mettere in pericolo la sicurezza nazionale statunitense.
Questi giovani si erano proposti redigere un dossier sui piani terroristici dei gruppi anticubani che operano dalla Florida e che, dal 1959, hanno causato la morte di più di tre mila cittadini.
Nella decade scorsa, più di 170 azioni terroriste, includendo piani per di assassinare il presidente Castro, sono state bloccate, in parte grazie al lavoro dei Cinque ragazzi arrestati e sottomessi ad un giudizio che è stato fatto dieci anni fa, pieno di irregolarità e pregiudizi anticubani, in un contesto che ricorda l'ambiente delle deportazioni degli anni 20.
Gerardo Hernández, Fernando González, Antonio Guerrero, René González e Ramon Labañino hanno ricevuto delle condanne individuali assolutamente sproporzionate, che vanno da decine di anni di prigione fino a due ergastoli più quindici anni! Non invano, il Governo cubano considera che i suoi cittadini sono stati sottomessi ad un giudizio "… progettato per soddisfare la sete di vendetta" di settori estremisti della comunità cubana nel paese del nord.
Che cosa succede in quel paese strano, tanto contraddittorio e complesso, ma sempre considerato come culla della democrazia multirazziale del continente? Che fattori spiegano la debolezza manifestata dalla sua opinione pubblica, apparentemente ancora assopita per gli effetti dell’11 settembre? Sarà che, ignorando le suppliche di decine di intellettuali; le domande di parlamentari e leader politici di tutto il pianeta, il clamore di milioni di cubani e latinoamericani che li considerano eroi della lotta contro il terrorismo… la giustizia nordamericana continua a sbagliarsi?
Che ballate intoneremo allora per i Cinque? Che film gli dedicheremo? Sarà che Sacco e Vanzetti sono morti in vano?
Roberto Ruiz Bass Werner*
(Prensa Latina) Cinque giovani cubani a Miami sono accusati di mettere in pericolo la sicurezza nazionale statunitense. Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due immigranti italiani, lavoratori ed anarchici, accusati di assassinio, giudicati, condannati e giustiziati nel 1927 dalla giustizia nordamericana, si sono trasformati in un paradigma di condotta impropria da parte dei giudici e dei pubblici ministeri che non solo hanno distorto i fatti, ma hanno anche promosso dei sentimenti anti-italiani ed anti-inmigranti per condizionare la giuria. Malgrado cittadini della taglia di Upton Sinclair, Bertrand Russell, John Dos Passos, George Bernard Shaw e H.G. Wells hanno manifestato il loro appoggio, né il calzolaio né il pescivendolo italiani hanno potuto evitare la sedia elettrica. La loro esecuzione generò proteste massicce a New York, Londra, Amsterdam e Tokyo, scioperi attraverso tutto il Sud-America e tumulti a Parigi, Ginevra, Germania e Johannesburg. Le parole finali di Sacco furono "Evviva l'anarchia!" e "Addio, cara madre". Gentilmente Vanzetti, nei suoi ultimi momenti, ringraziò le guardie con una stretta di mano…
Il 23 agosto 1977, cinquanta anni dopo la loro esecuzione, il Governatore del Massachusetts, M. Dukakis, pubblicò un proclama dichiarando che Sacco e Vanzetti erano stati trattati ingiustamente e che "qualunque calunnia dovrà essere rimossa dai loro nomi". Questo processo ingiusto e truccato scosse la coscienza politica degli USA e generò un'enorme quantità di film, documentari, canzoni (Here's to you) e ballate popolari.
Siamo a pochi giorni dal decimo anniversario dell'avvenimento che ci sembra più simile al caso "Sacco e Vanzetti" nel nuovo millennio: la cattura di Cinque giovani cubani a Miami, il 12 settembre 1998, accusati di mettere in pericolo la sicurezza nazionale statunitense.
Questi giovani si erano proposti redigere un dossier sui piani terroristici dei gruppi anticubani che operano dalla Florida e che, dal 1959, hanno causato la morte di più di tre mila cittadini.
Nella decade scorsa, più di 170 azioni terroriste, includendo piani per di assassinare il presidente Castro, sono state bloccate, in parte grazie al lavoro dei Cinque ragazzi arrestati e sottomessi ad un giudizio che è stato fatto dieci anni fa, pieno di irregolarità e pregiudizi anticubani, in un contesto che ricorda l'ambiente delle deportazioni degli anni 20.
Gerardo Hernández, Fernando González, Antonio Guerrero, René González e Ramon Labañino hanno ricevuto delle condanne individuali assolutamente sproporzionate, che vanno da decine di anni di prigione fino a due ergastoli più quindici anni! Non invano, il Governo cubano considera che i suoi cittadini sono stati sottomessi ad un giudizio "… progettato per soddisfare la sete di vendetta" di settori estremisti della comunità cubana nel paese del nord.
Che cosa succede in quel paese strano, tanto contraddittorio e complesso, ma sempre considerato come culla della democrazia multirazziale del continente? Che fattori spiegano la debolezza manifestata dalla sua opinione pubblica, apparentemente ancora assopita per gli effetti dell’11 settembre? Sarà che, ignorando le suppliche di decine di intellettuali; le domande di parlamentari e leader politici di tutto il pianeta, il clamore di milioni di cubani e latinoamericani che li considerano eroi della lotta contro il terrorismo… la giustizia nordamericana continua a sbagliarsi?
Che ballate intoneremo allora per i Cinque? Che film gli dedicheremo? Sarà che Sacco e Vanzetti sono morti in vano?
* Senatore del partito "Possiamo" della Bolivia
Etichette: Centro America y Caribe
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