30 ottobre, 2008

Pubblicata sentenza finale del TPP

di Giorgio Trucchi
Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) ha pubblicato il testo completo della sentenza emessa durante l'udienza centroamericana dello scorso 11 ottobre, durante la quale ha condannato eticamente e moralmente numerose imprese multinazionali che operano nella regione, tra di esse il Grupo Pellas del Nicaragua e la ENEL Green Power, impresa italiana di energia rinnovabile, proprietà dell'impresa statale ENEL, che opera in El Salvador producendo energia geotermica (Leggi sentenza completa su www.itanica.org).

Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) è sorto nel 1979 come successore dei Tribunali Russel sul Vietnam (1966-1967), denominato "Tribunale contro il Crimine del Silenzio" e sulle dittature dell'America Latina (1974-1976) ed ha come compito specifico quello di trasformare in permanente la funzione iniziata dal tribunale fondato dal filosofo inglese.
Il TPP è un tribunale d'opinione e quindi le sue sentenze non sono imperative per i governi e solo può esercitare influenza sull'opinione pubblica.
Come ha segnalato Bertrand Russell, questa apparente debolezza è fonte di forza, in quanto le decisioni del Tribunale non sono condizionate da nessuna Ragione di Stato. L'esistenza stessa del TPP e l'eco che ha tra i Popoli è una evidenza della sua legittimità, perché è espressione della sovranità dei popoli del mondo, che sono l'unica fonte di autorità degli Stati stessi.
Secondo quanto scritto dai giudici all'inizio della sentenza, il TPP si era posto come principale obiettivo di questa udienza Centroamericana "esaminare direttamente le modalità operative e le conseguenze delle attività delle imprese multinazionali nella regione. Al Tribunale - continua il testo - è stata offerta un'occasione privilegiata, che gli permetterà di osservare sul posto dove si sono sviluppati gli eventi, i comportamenti economici che colpiscono profondamente il rispetto dei diritti civili, politici, economici, sociali, culturali ed ambientali degli abitanti dei paesi in cui le multinazionali operano.
In Centroamerica le imprese multinazionali hanno operato nelle ultime decadi attraverso megaprogetti economici, formulati in base a varie modalità, come il Plan Puebla Panamá o il Progetto Mesoamérica. I programmi di interconnessione elettrica, le piattaforme transnazionali di comunicazione e di produzione energetica, la produzione di agrocombustibili, fanno parte della stessa offensiva del capitale multinazionale.
Questi progetti hanno significato una ristrutturazione dei territori, un deterioramento accelerato delle condizioni di vita delle comunità - le quali hanno visto minacciata la loro capacità di riproduzione delle forme di vita -, la perdita dei mezzi di sostentamento più solidi e derivanti dalle loro culture ancestrali, la brutale pauperizzazione di milioni di lavoratori e lavoratrici esposte alla precarietà, alla fame, alla disoccupazione ed alle migrazioni. Hanno significato anche il controllo dei beni comuni e delle risorse strategiche come l'acqua, la biodiversità, le vie di comunicazione, la privatizzazione massiccia delle imprese, degli attivi e delle istituzioni e alla fine, la distruzione programmata di vite quando il corpo umano e sociale e l'ambiente circostante si riducono semplicemente a uno strumento per ottenere il massimo del guadagno finanziario".
La sentenza del TPP ha toccato anche altri temi prima di entrare nello specifico dei casi affrontati.
"Nelle ultime decadi c'è stata un'intensificazione del processo di mercificazione, con un drastico aumento della violenza del sistema giudiziale contro i lavoratori. Allo stesso modo, gli accordi commerciali giocano un ruolo chiave nel consolidamento di queste nuove forme di dominazione, nell'affanno di ampliare le frontiere dell'accumulazione.
Si verifica anche l'offensiva della nuova legislazione internazionale fondata esclusivamente sulle priorità della valorizzazione del capitale multinazionale. Il diritto del capitale è chiaramente gerarchizzato al di sopra dei diritti della cittadinanza e la violenza del capitale multinazionale si traveste attraverso leggi di controllo (terrorismo, brevetti, marche, etc...), che alla fine costituiscono nuove vie di sottomissione e criminalizzazione della protesta sociale".

La sentenza continua poi con l'analisi dei casi presentati, le testimonianze rilasciate e la risoluzione finale.

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