09 aprile, 2009
Garigliano: Gravissimo Allarme Nucleare.
Guido Pollice - Antonio D’Acunto
La Sogin - Società Gestione Impianti Nucleari - ha indetto il bando di gara per “la realizzazione di un deposito per lo stoccaggio temporaneo di rifiuti radioattivi presso la centrale nucleare”.
L’associazione VAS ed il Comitato per il No al Nucleare chiedono l’intervento ad horas dei Presidenti delle Regioni Campania e Lazio e delle Province di Caserta e di Latina, dei Sindaci del Comprensorio del Basso Volturno, dei Parlamentari tutti della Campania e del Lazio, delle Associazioni di categoria produttive, agricole e turistiche perchè venga fatta piena luce su che cosa è avvenuto in questi anni e su quanto si vuole realizzare nella Centrale del Garigliano.
La gara, dell’importo di 7.193.150 Euro (che pagheremo come tutto il mantenimento della Sogin sulla bolletta ENEL) si può ipotizzare che sarà motivata per “l’ineludibile esigenza di assumere iniziative straordinarie volte a realizzare lo smaltimento dei rifiuti radioattivi dislocati nelle centrali nucleari presenti sul territorio delle regioni Lazio, Campania, Emilia Romagna, Basilicata e Piemonte in condizioni di massima sicurezza.” Questo dopo che si è “ritenuto che l’attuale contesto di rischio derivante dalla presenza sul territorio di tali rifiuti è caratterizzato da profili di maggiore gravità in relazione alla situazione di diffusa crisi internazionale “ e “altresì che i recenti eventi alluvionali hanno comportato la sopravvenuta inadeguatezza di talune strutture destinate alla conservazione in condizioni di sicurezza di detti rifiuti radioattivi, con conseguente aumento del rischio per la pubblica e privata incolumità”.
Queste cose le dice ufficialmente nel suo decreto il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi; il Commissario delegato, generale Jean, già nella Ordinanza del 15 dicembre 2006 aggiunge “considerato che sono tuttora in corso gli interventi di natura emergenziali necessari a garantire la messa in sicurezza nucleare e fisica dei rifiuti radioattivi”. La centrale del Garigliano è stata chiusa l’otto agosto del 1978; per più di TRENTA ANNI siamo stati e siamo con questo livello di rischio e, per affermare a livello di Presidente del Consiglio e di Commissario Delegato queste cose, è da ritenere che chi sa quante volte si è avuto contaminazione senza che nessuno sapesse niente! La prima cosa che occorre sapere è la verità su ciò che è stato e su ciò che si vuole fare. NON PUO’ ESSERVI FIDUCIA ALCUNA O RICHIAMO A INESISTENTE SEGRETO MILITARE O DI STATO! Né può essere una struttura tecnica come la Sogin, estremamente interessata al nucleare su ogni piano, a partire dalla sua stessa sopravvivenza economica, a gestire scelte di così fondamentale importanza per il Paese.
Se è troppo facile chiarire che non si tratta di uno stoccaggio provvisorio, ma della durata di secoli, molti e gravissimi sono invece i punti oscuri di questo Bando e del precedente iter autorizzativo, che poi non è tale perché la decisione è stata presa in via commissariale in opposizione al diniego del Comune di Sessa Aurunca su cui insiste la centrale nucleare. Perché non si opera solamente per rendere sicuro l’attuale deposito di rifiuti radioattivi della centrale del Garigliano? Nell’attuale deposito stanno veramente solo i rifiuti radioattivi della dismessa centrale o ben altro, di nascosto ivi traslocato? Poichè nell’iter autorizzativo si parla di “zona ove è ubicata la centrale” e della necessità di “andare in deroga al vigente piano di fabbricazione che fa divieto ogni nuova costruzione” in essa, si intende ampliare l’area nucleare rispetto alla precedente centrale e se sì perché? Mentre nel disposto dell’iter autorizzativo si precisa che che si tratta di deposito temporaneo “di rifiuti radioattivi già presenti nel sito della centrale” (non viene però specificato proveniente dalla centrale stessa), nel bando ciò non viene affatto indicato.Nel deposito nuovo si vogliono allocare i rifiuti della sola centrale? Di tutte le vecchie centrali? Di provenienza militare? In prospettiva, del piano nucleare proposto da Berlusconi, facendo apparire che non esiste più il problema dello smaltimento di tutto ciò che sarà radioattivato? Il Garigliano aveva la potenza di 160 MWe e cioè di UN DECIMO DI UNA SOLA delle QUATTRO CENTRALI BERLUSCONIANE e ha questi immani problemi.
Nessuno deve fare il doppio gioco: a livello nazionale il consenso, a volte anche servile, a livello locale la falsa e demagogica opposizione. Di qui la nostra iniziativa perché tutti i soggetti istituzionali interessati agiscano per la piena trasparenza e per la sola esclusiva messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi che da mezzo secolo a trenta anni fa sono stati prodotti nella centrale del Garigliano.
Guido Pollice, Presidente nazionale VAS
Antonio D’Acunto, Comitato per il No al Nucleare
La Sogin - Società Gestione Impianti Nucleari - ha indetto il bando di gara per “la realizzazione di un deposito per lo stoccaggio temporaneo di rifiuti radioattivi presso la centrale nucleare”.
L’associazione VAS ed il Comitato per il No al Nucleare chiedono l’intervento ad horas dei Presidenti delle Regioni Campania e Lazio e delle Province di Caserta e di Latina, dei Sindaci del Comprensorio del Basso Volturno, dei Parlamentari tutti della Campania e del Lazio, delle Associazioni di categoria produttive, agricole e turistiche perchè venga fatta piena luce su che cosa è avvenuto in questi anni e su quanto si vuole realizzare nella Centrale del Garigliano.
La gara, dell’importo di 7.193.150 Euro (che pagheremo come tutto il mantenimento della Sogin sulla bolletta ENEL) si può ipotizzare che sarà motivata per “l’ineludibile esigenza di assumere iniziative straordinarie volte a realizzare lo smaltimento dei rifiuti radioattivi dislocati nelle centrali nucleari presenti sul territorio delle regioni Lazio, Campania, Emilia Romagna, Basilicata e Piemonte in condizioni di massima sicurezza.” Questo dopo che si è “ritenuto che l’attuale contesto di rischio derivante dalla presenza sul territorio di tali rifiuti è caratterizzato da profili di maggiore gravità in relazione alla situazione di diffusa crisi internazionale “ e “altresì che i recenti eventi alluvionali hanno comportato la sopravvenuta inadeguatezza di talune strutture destinate alla conservazione in condizioni di sicurezza di detti rifiuti radioattivi, con conseguente aumento del rischio per la pubblica e privata incolumità”.
Queste cose le dice ufficialmente nel suo decreto il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi; il Commissario delegato, generale Jean, già nella Ordinanza del 15 dicembre 2006 aggiunge “considerato che sono tuttora in corso gli interventi di natura emergenziali necessari a garantire la messa in sicurezza nucleare e fisica dei rifiuti radioattivi”. La centrale del Garigliano è stata chiusa l’otto agosto del 1978; per più di TRENTA ANNI siamo stati e siamo con questo livello di rischio e, per affermare a livello di Presidente del Consiglio e di Commissario Delegato queste cose, è da ritenere che chi sa quante volte si è avuto contaminazione senza che nessuno sapesse niente! La prima cosa che occorre sapere è la verità su ciò che è stato e su ciò che si vuole fare. NON PUO’ ESSERVI FIDUCIA ALCUNA O RICHIAMO A INESISTENTE SEGRETO MILITARE O DI STATO! Né può essere una struttura tecnica come la Sogin, estremamente interessata al nucleare su ogni piano, a partire dalla sua stessa sopravvivenza economica, a gestire scelte di così fondamentale importanza per il Paese.
Se è troppo facile chiarire che non si tratta di uno stoccaggio provvisorio, ma della durata di secoli, molti e gravissimi sono invece i punti oscuri di questo Bando e del precedente iter autorizzativo, che poi non è tale perché la decisione è stata presa in via commissariale in opposizione al diniego del Comune di Sessa Aurunca su cui insiste la centrale nucleare. Perché non si opera solamente per rendere sicuro l’attuale deposito di rifiuti radioattivi della centrale del Garigliano? Nell’attuale deposito stanno veramente solo i rifiuti radioattivi della dismessa centrale o ben altro, di nascosto ivi traslocato? Poichè nell’iter autorizzativo si parla di “zona ove è ubicata la centrale” e della necessità di “andare in deroga al vigente piano di fabbricazione che fa divieto ogni nuova costruzione” in essa, si intende ampliare l’area nucleare rispetto alla precedente centrale e se sì perché? Mentre nel disposto dell’iter autorizzativo si precisa che che si tratta di deposito temporaneo “di rifiuti radioattivi già presenti nel sito della centrale” (non viene però specificato proveniente dalla centrale stessa), nel bando ciò non viene affatto indicato.Nel deposito nuovo si vogliono allocare i rifiuti della sola centrale? Di tutte le vecchie centrali? Di provenienza militare? In prospettiva, del piano nucleare proposto da Berlusconi, facendo apparire che non esiste più il problema dello smaltimento di tutto ciò che sarà radioattivato? Il Garigliano aveva la potenza di 160 MWe e cioè di UN DECIMO DI UNA SOLA delle QUATTRO CENTRALI BERLUSCONIANE e ha questi immani problemi.
Nessuno deve fare il doppio gioco: a livello nazionale il consenso, a volte anche servile, a livello locale la falsa e demagogica opposizione. Di qui la nostra iniziativa perché tutti i soggetti istituzionali interessati agiscano per la piena trasparenza e per la sola esclusiva messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi che da mezzo secolo a trenta anni fa sono stati prodotti nella centrale del Garigliano.
Guido Pollice, Presidente nazionale VAS
Antonio D’Acunto, Comitato per il No al Nucleare
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