25 luglio, 2009
da Manitese
Mani Tese esprime una dura condanna per il colpo di Stato del 28 giugno in Honduras che ha portato alla destituzione illegittima del presidente Manuel Zelaya ad opera di un gruppo di militari sostenuti dal Parlamento nazionale.
In seguito alla decisione di Zelaya di convocare un referendum consultivo per istituire un’Assemblea Costituente che potesse modificare la Costituzione del 1982, la notte del 28 giugno circa duecento soldati armati hanno circondato la casa presidenziale e prelevato con la forza il presidente Zelaya, obbligandolo a salire su un aereo diretto in Costa Rica ed affidando ad interim la guida del Paese al presidente del Parlamento, Roberto Micheletti.
Mani Tese, non riconoscendo il governo di fatto imposto contro la volontà del popolo honduregno, chiede il rientro in Honduras del presidente democraticamente eletto Manuel Zelaya ed il ripristino immediato dell’ordine costituzionale.
Mani Tese, inoltre, esprime solidarietà alla popolazione dell’Honduras, vittima in questi giorni di gravi violazioni dei diritti umani e privata dei più elementari diritti civili, come denunciato dalla Commissione Interamericana per i Diritti Umani. Condanna la decisione dell’esercito di reprimere nel sangue le manifestazioni pacifiche che chiedono la restaurazione di un regime democratico e responsabilizza il regime dittatoriale di Micheletti della morte di tre manifestanti negli scontri dei giorni scorsi.
In una fase in cui l’integrazione regionale sta creando le basi per permettere ai paesi latinoamericani di svincolarsi da politiche economiche e commerciali che impediscono il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni locali, il golpe di Micheletti è un preoccupante ritorno al passato contro il quale si sono schierati l’Organizzazione degli Stati Americani, le Nazioni Unite, l’Unione Europea ed il governo di Barack Obama.
Auspichiamo che la comunità internazionale continui a mantenere alta l’attenzione sull’Honduras almeno fin quando l’ordine costituzionale non verrà ripristinato.
In seguito alla decisione di Zelaya di convocare un referendum consultivo per istituire un’Assemblea Costituente che potesse modificare la Costituzione del 1982, la notte del 28 giugno circa duecento soldati armati hanno circondato la casa presidenziale e prelevato con la forza il presidente Zelaya, obbligandolo a salire su un aereo diretto in Costa Rica ed affidando ad interim la guida del Paese al presidente del Parlamento, Roberto Micheletti.
Mani Tese, non riconoscendo il governo di fatto imposto contro la volontà del popolo honduregno, chiede il rientro in Honduras del presidente democraticamente eletto Manuel Zelaya ed il ripristino immediato dell’ordine costituzionale.
Mani Tese, inoltre, esprime solidarietà alla popolazione dell’Honduras, vittima in questi giorni di gravi violazioni dei diritti umani e privata dei più elementari diritti civili, come denunciato dalla Commissione Interamericana per i Diritti Umani. Condanna la decisione dell’esercito di reprimere nel sangue le manifestazioni pacifiche che chiedono la restaurazione di un regime democratico e responsabilizza il regime dittatoriale di Micheletti della morte di tre manifestanti negli scontri dei giorni scorsi.
In una fase in cui l’integrazione regionale sta creando le basi per permettere ai paesi latinoamericani di svincolarsi da politiche economiche e commerciali che impediscono il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni locali, il golpe di Micheletti è un preoccupante ritorno al passato contro il quale si sono schierati l’Organizzazione degli Stati Americani, le Nazioni Unite, l’Unione Europea ed il governo di Barack Obama.
Auspichiamo che la comunità internazionale continui a mantenere alta l’attenzione sull’Honduras almeno fin quando l’ordine costituzionale non verrà ripristinato.
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