22 novembre, 2009
Appello internazionale per denunciare e disconoscere la farsa elettorale in Honduras
Le organizzazioni sociali, politiche e solidali e le persone che
firmano a titolo personale dichiarano:
1. Il colpo di Stato in Honduras, con la partecipazione complice degli Stati
Uniti d'America, materializzato da Micheletti e dal suo regime di fatto, ha
portato l'assassinio di 21 persone, 4.234 denuncie per violazioni delle libertà
fondamentali, 7 attentati, 95 minacce di morte, 133 casi di tortura, 394 persone
con lesioni e 211 ferite a causa della repressione, 1.987 arresti illegali, 2 tentativi di sequestro e 114 prigionieri politici accusati di sedizione. E ogni giorno questi numeri continuano ad aumentare.
2. I golpisti si mantengono al potere dimostrando con questo gesto il loro
profondo disprezzo per la democrazia e di non riconoscere il diritto sovrano dei
popoli di esprimere la propria volontà attraverso del voto.
Il tempo ha dimostrato che le manovre del governo statunitense e quelle
dell’Organizzazione degli Stati americani, sottomessa agli interessi del primo,
non pretendevano di difendere la democrazia, bensì semplicemente dilatare,
ostruire ed infine appoggiare coloro che pretendono di portare a termine una
farsa elettorale.
3. Dopo il 30 ottobre, gli Stati Uniti d'America hanno manovrato e reso possibile
l’accordo tra il governo presidiato da Manuel Zelaya Rosales e i golpisti, il
cosiddetto Accordo Tegucigalpa/San José, che legittimerebbe le elezioni del 29
novembre evitando che il movimento popolare arrivi a partecipare a queste con i
propri candidati.
I golpisti non hanno rispettato l’accordo. Il presidente costituzionale è ancora
rinchiuso nell’ambasciata di Brasile, la repressione continua. In un gesto di
cinismo senza limiti, gli Stati Uniti si sono affrettati a dichiarare il loro
riconoscimento delle elezioni. Il presidente Manuel Zelaya Rosales ha
denunciato il clima di totale impunità all'interno del quale si realizzeranno le
elezioni del 29 novembre. Allo stesso tempo il Fronte nazionale di resistenza
assieme ad altre forze democratiche ha annunciato che non andrà alle urne e
che boicotterà la farsa elettorale.
4. La maggioranza dei mezzi di comunicazione, al servizio dell’oligarchia,
degli imperialismi e delle imprese trans-nazionali, hanno già dato per terminata
la crisi e vogliono legittimare le elezioni del 29 de novembre del 2009.
Nonostante questo sforzo coordinato e mediatico di annunciare la fine della
crisi, la lotta del popolo honduregno continua e reitera le sue petizioni:
1) Il ritorno incondizionato del presidente Manuel Zelaya Rosales alla
presidenza della Repubblica dell’Honduras, ripristinando la situazione esistente
prima del 28 giugno 2009.
2) Disconoscimento del processo elettorale del 29 novembre 2009
3) La convocazione di un'Assemblea costituente, ancora di più dopo la rottura
del ordine costituzionale da parte della casta politica oligarca.
4) La condanna e punizione per i golpisti ed i loro complici.
Inoltre, sommandoci a queste petizioni legittime del popolo honduregno, chiediamo ai governi e alle istituzioni internazionali di non riconoscere le elezioni del 29 novembre, di non inviare nessun tipo di commissione o missione di osservatori internazionale e di mantenere la pressione politica, economica e finanziaria contro la dittatura civica-militare imposta dall’oligarchia e dall'imperialismo, di disconoscere le autorità false che pretendono di presentarsi come rappresentanti del popolo honduregno.
Libertà per il popolo honduregno
Barcellona, novembre del 2009
Firmanti:
Assemblea de Solidaritat amb el Poble Hondureny de Catalunya
Collettivo Italia-Centro America
Associazione Italia Nicaragua
Per aderire: asp.hondureny@gmail.com
firmano a titolo personale dichiarano:
1. Il colpo di Stato in Honduras, con la partecipazione complice degli Stati
Uniti d'America, materializzato da Micheletti e dal suo regime di fatto, ha
portato l'assassinio di 21 persone, 4.234 denuncie per violazioni delle libertà
fondamentali, 7 attentati, 95 minacce di morte, 133 casi di tortura, 394 persone
con lesioni e 211 ferite a causa della repressione, 1.987 arresti illegali, 2 tentativi di sequestro e 114 prigionieri politici accusati di sedizione. E ogni giorno questi numeri continuano ad aumentare.
2. I golpisti si mantengono al potere dimostrando con questo gesto il loro
profondo disprezzo per la democrazia e di non riconoscere il diritto sovrano dei
popoli di esprimere la propria volontà attraverso del voto.
Il tempo ha dimostrato che le manovre del governo statunitense e quelle
dell’Organizzazione degli Stati americani, sottomessa agli interessi del primo,
non pretendevano di difendere la democrazia, bensì semplicemente dilatare,
ostruire ed infine appoggiare coloro che pretendono di portare a termine una
farsa elettorale.
3. Dopo il 30 ottobre, gli Stati Uniti d'America hanno manovrato e reso possibile
l’accordo tra il governo presidiato da Manuel Zelaya Rosales e i golpisti, il
cosiddetto Accordo Tegucigalpa/San José, che legittimerebbe le elezioni del 29
novembre evitando che il movimento popolare arrivi a partecipare a queste con i
propri candidati.
I golpisti non hanno rispettato l’accordo. Il presidente costituzionale è ancora
rinchiuso nell’ambasciata di Brasile, la repressione continua. In un gesto di
cinismo senza limiti, gli Stati Uniti si sono affrettati a dichiarare il loro
riconoscimento delle elezioni. Il presidente Manuel Zelaya Rosales ha
denunciato il clima di totale impunità all'interno del quale si realizzeranno le
elezioni del 29 novembre. Allo stesso tempo il Fronte nazionale di resistenza
assieme ad altre forze democratiche ha annunciato che non andrà alle urne e
che boicotterà la farsa elettorale.
4. La maggioranza dei mezzi di comunicazione, al servizio dell’oligarchia,
degli imperialismi e delle imprese trans-nazionali, hanno già dato per terminata
la crisi e vogliono legittimare le elezioni del 29 de novembre del 2009.
Nonostante questo sforzo coordinato e mediatico di annunciare la fine della
crisi, la lotta del popolo honduregno continua e reitera le sue petizioni:
1) Il ritorno incondizionato del presidente Manuel Zelaya Rosales alla
presidenza della Repubblica dell’Honduras, ripristinando la situazione esistente
prima del 28 giugno 2009.
2) Disconoscimento del processo elettorale del 29 novembre 2009
3) La convocazione di un'Assemblea costituente, ancora di più dopo la rottura
del ordine costituzionale da parte della casta politica oligarca.
4) La condanna e punizione per i golpisti ed i loro complici.
Inoltre, sommandoci a queste petizioni legittime del popolo honduregno, chiediamo ai governi e alle istituzioni internazionali di non riconoscere le elezioni del 29 novembre, di non inviare nessun tipo di commissione o missione di osservatori internazionale e di mantenere la pressione politica, economica e finanziaria contro la dittatura civica-militare imposta dall’oligarchia e dall'imperialismo, di disconoscere le autorità false che pretendono di presentarsi come rappresentanti del popolo honduregno.
Libertà per il popolo honduregno
Barcellona, novembre del 2009
Firmanti:
Assemblea de Solidaritat amb el Poble Hondureny de Catalunya
Collettivo Italia-Centro America
Associazione Italia Nicaragua
Per aderire: asp.hondureny@gmail.com
Etichette: Honduras
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