16 dicembre, 2009

Dichiarazione di Siguatepeque

Fronte Nazionale di Resistenza

La Resistenza honduregna ha saputo piantarsi saldamente con dignità di fronte all’assalto dei nemici della libertà e della democrazia. Nel corso di quasi sei mesi di lotta continua e pacifica, ma travolgente, abbiamo stabilito che non accettiamo altra soluzione alla crisi che il ristabilimento dell'ordine istituzionale, la condanna dei violatori dei diritti umani e l'installazione dell'Assemblea Nazionale Costituente. Non sollecitiamo, da sottomessi, un favore agli usurpatori, siamo coscienti della nostra autorità e delle nostre capacità. Siamo un potere reale, costituito in tutto il paese da organizzazioni di base, in cui si pratica democrazia vera e siamo legittimati dal sacrificio di un popolo armato della coscienza sociale, forgiata nelle lotte del movimento popolare, nella spiritualità dei poveri e nell'esempio di uomini e donne che hanno dato la loro vita per trasformare il paese.

I nemici del popolo; l'oligarchia sfruttatrice che si è arricchita sulla miseria dei lavoratori ed il furto delle loro risorse; le imprese multinazionali che hanno saccheggiato il paese e truffato lo Stato; i dirigenti di cupole ecclesiastiche, mercanti della fede e profittatori dell'ignoranza; i militari e poliziotti sempre pronti ad assassinare, violentare e disonorare il popolo per denaro; la falange dei servili, che per alienazione o interesse sono custodi delle ricchezze rubate da altri; tutti costoro, che per molti anni hanno usato una debole democrazia rappresentativa come metodo per convalidare il loro potere politico ed il loro sistema economico di sfruttamento ed emarginazione, hanno finito per mettere a nudo la loro natura genocida e totalitaria, ed hanno chiuso anche quei piccoli spazi di partecipazione che permettevano, per la prima volta da quando il progetto di Morazan fu impedito, che un leader inaspettato mettesse in discussione l'egemonia dei milionari e si azzardasse all'imperdonabile peccato di dare al popolo l'opportunità di parlare e decidere.

La crisi sociale e politica attuale è l'acutizzazione del conflitto che da anni si andava estendendo, poiché fronteggiava gli interessi meschini dei gruppi imprenditoriali oligarchici contrapposti alle necessità ed ai diritti dei settori popolari. Contadini, operai, indigeni, neri, gruppi LGTTB (n.d.t.: lesbiche, gay, transessuali, travestiti, bisessuali), artisti, abitanti dei quartieri urbani marginali, micro-piccoli-medi imprenditori, movimenti ambientalisti, femministi, organizzazioni studentesche, forze politiche progressiste e democratiche, insegnanti, professionisti, gruppi dei diritti umani, giovani, chiese popolari, ed altre associazioni del popolo, hanno percorso un lento, ma deciso cammino verso l’unità, assunta come necessità di fronte all'applicazione di un modello neoliberista, che ha aumentato le contraddizioni di classe, ed a un colpo di stato che ha finalmente rivelato l'intransigenza di una minoranza a distribuire la ricchezza generata dal lavoro di tutti e tutte.

È una battaglia esasperata. La destra conta, per quanto la riguarda, sul controllo dello Stato, l'appoggio dei governi reazionari del mondo, i mezzi di comunicazione di massa ed i corpi repressivi. Ma i processi sociali non si fermano con campagne mediatiche, non possono sovvertirsi con le armi e non possono essere addormentati con le false suppliche di preti e pastori oligarchi. Ed ancor meno si può paralizzare il popolo con simulacri elettorali o appelli a falsi dialoghi nazionali, in cui si chiede la resa della dignità in cambio di una pace falsa, nella quale coesistono la miseria e l'opulenza.

La degenerazione accelerata del blocco golpista è inevitabile, la logica affaristica ed il loro ostentato egoismo li porterà a farsi a pezzi per il bottino dello stato e ad applicare sconsideratamente l’esausto modello economico, che garantisce loro il continuo accumulo di capitali.

Questa classe decadente non comprende l’elevazione morale di un popolo, che ormai non pensa più d’indugiare con le riforme e punta alla rifondazione totale dello Stato. Un popolo che è chiamato ad aumentare i suoi livelli d’organizzazione e coordinazione a livello nazionale, per sconfiggere la dittatura e porre le basi di una democrazia partecipativa, che assicuri il soddisfacimento delle richieste di giustizia sociale e di condanna dei criminali che non hanno rispettato i diritti umani.

È anche una battaglia internazionale. Il golpe fu concepito nell’ambito di un piano di controllo regionale da parte dei poteri economici multinazionali, per frenare e sovvertire i processi di cambiamento sociale latinoamericani, che stanno dimostrando la possibilità di creare società democratiche e giuste, così come stati sovrani. Il colpo di stato in Honduras va di pari passo con il Plan Colombia, la riattivazione della Quarta Flotta, il blocco economico a Cuba, l'assedio al Venezuela, i piani di destabilizzazione in Bolivia ed Ecuador. Il golpe è l'intenzione di ritornare ad un’America Latina proprietà della Texaco, della United Fruit Company, della Bayern, della Esso, della Carguill, dell'Alcoa ed altre ancora.

Ma la Resistenza honduregna non è sola, sappiamo di essere accompagnati dai popoli e dai governi onesti del mondo; siamo fratelli delle organizzazioni popolari, democratiche e rivoluzionarie dell'America Latina. Sono innumerevoli le manifestazioni di solidarietà che abbiamo già ricevuto e gli impegni a mantenerle.

Oggi l’Honduras è uno scenario dove si disputano il nostro futuro e quello di molti popoli. Per questo motivo non deve esserci altra conclusione che la vittoria.

Con la Resistenza andiamo fino al traguardo, fino alla trasformazione della patria, fino all'integrazione centroamericana e latinoamericana, fino alla sovranità totale dei nostri popoli, verso la libertà, l'uguaglianza e la giustizia.

Viva il popolo eroico di Morazán!
Resistiamo e Vinceremo! .

Siguatepeque, 10 dicembre 2009

http://voselsoberano.com/v1/index.php?option=com_content&view=article&id=3130:frente-nacional-de-resistencia-declaracion-de-siguatepeque&catid=1:noticias-generales

Tradotto da Adelina Bottero

Etichette:


Comments:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.





<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?