07 dicembre, 2009

L'ALBA CHE VIENE DIPENDE DA NOI LE NOSTRE FORZE E CONVINZIONI

Erasto Reyes - Fronte Nazionale di Resistenza Contro il Colpo di Stato - Bloque Popular

I fatti del 28 giugno scorso confermano che coloro che si credono padroni dell’Honduras ed i loro alleati transnazionali, non sono disposti a cedere al popolo povero una briciola di libertà, democrazia reale e allargamento della partecipazione popolare nel decidere il presente e il futuro della nazione, in modo da permettere di vivere in condizioni di dignità e giustizia sociale. Pertanto l'accordo Guaymuras ed il suo contenuto non sono altro che il riflesso della trappola e dell’inganno cui venne sottoposto il Presidente Zelaya, imposti da Washington e forgiati in maniera da ossigenare, riproporre e consolidare il colpo di stato.

Siamo di fronte a due esibizioni preordinate: l'accordo Guaymuras e le elezioni. Nel caso delle elezioni, il fine era gonfiare i risultati, ottenendo così dalla comunità internazionale il riconoscimento del governo di fatto e del “nuovo governo”. Questa è la loro scusa per non reinsediare Zelaya come Presidente, giacché la presunta “partecipazione massiccia” alle elezioni ha dato loro un assegno in bianco, ancora una volta si sono presi gioco di uomini e donne assassinati, imprigionati, perseguitati, repressi. In conclusione: è una vergogna avere un gruppo di politici-deputati venditori della patria, servili e retrogradi, nemici della vera integrazione tra i popoli, che vivono congelati nel passato politico, ai quali sicuramente questo popolo e la storia riserveranno una condanna imprescrittibile.

Quanto prima il “governo subentrante” dovrà capire che ha i piedi di fango o è un castello di sabbia: la sua legittimità non viene dalla maggioranza del popolo honduregno, questo non dev’essere un segreto per nessuno, salvo per coloro che sanno che reinsediare Zelaya è come ammettere un delitto e accettarne le conseguenze. In tal senso i piani della Resistenza Popolare puntano maggiormente all'esigenza di un’Assemblea Nazionale Costituente ed, ovviamente, a creare ed incrementare le migliori forme di lotta sempre pacifiche, ma di maggior portata a livello sociale e politico. Il futuro è di lotta, l'oligarchia è destinata ad essere accerchiata dalle forze popolari, che preannunciano un paese che sradichi la miseria, la disoccupazione, la terziarizzazione del lavoro, tante violazioni di diritti umani, lavorativi e sindacali contro donne ed uomini di tutte le età. Non ci sono dubbi nelle nostre convinzioni, questa resistenza sarà la sepoltura del vecchio Honduras, affinché nasca la Patria Nuova cui aspiriamo senza esclusioni di alcun tipo.

Per questo affermiamo e ribadiamo che la cosa migliore che ha partorito l’Honduras del XXI secolo è questo movimento di resistenza nobile, pacifico, giusto, caparbio e testardo, che si afferra alla piena democrazia e all'ampliamento della partecipazione popolare, che condanna l'interventismo e respinge l'ingerenza, da qualunque parte venga.

Nessuno s’immaginava che il popolo honduregno potesse reagire come ha fatto fin’ora. Si è venuto costruendo tale salto di qualità dall'anno 2000, con la creazione di molte istanze quali: il Blocco Popolare, l'Assemblea Popolare Permanente, il Coordinamento di Organizzazioni Popolari di Aguan, il Coordinamento Nazionale di Resistenza Popolare (2003) come spazio nazionale che agglutinava lo scontento popolare, il Movimento Ampio per la Dignità e la Giustizia coi suoi grandi sforzi. Confluimmo insieme a molti altri attivisti sociali e politici, creando anche al Fronte Nazionale di Resistenza Contro il Colpo di Stato dopo quel funereo 28 giugno.

È necessario che la solidarietà internazionale dei popoli, le sue organizzazioni sindacali e sociali, i collettivi, piattaforme, spazi vari, così come i governi nazionali ed autonomi, continuino ad essere saldi, presenti, vigili, continuino a prestare attenzione agli eventi che emergono in Honduras. Speriamo in questo ed altri sforzi, che ci permettano di ricostruire la democrazia per tutto il popolo. Continuate a venire qui a constatare tante villanie e violazioni dei diritti umani, lavorativi e sindacali. Coi progetti di cooperazione cercate di arrivare direttamente al popolo, non passate attraverso il governo.

Inoltre condanniamo quei governi che, tradendo la volontà dei loro popoli, riconoscono le elezioni-farsa del passato 29 novembre. Secondo noi l'astensionismo ha raggiunto il 70 %. Pertanto il loro atteggiamento non è nuovo: lo dimostrano tanto con l’Honduras, quanto verso i loro stessi popoli. In altri termini: è pollame del medesimo cortile.

Questa battaglia è di tutti/e coloro che lottano per la vita, ed in tal senso speriamo continuino ad accompagnare questa resistenza pacifica non-violenta.

L'alba che viene dipende da noi, dalle nostre forze e convinzioni.

Vinceremo.

San Pedro Sula, 3 dicembre 2009

Erasto Reyes - Fronte Nazionale di Resistenza Contro il Colpo di Stato - Bloque Polpular


http://voselsoberano.com/v1/index.php?option=com_content&view=article&id=2967:l-amanecer-que-viene-depende-de-nosotros&catid=2:opinion

Tradotto da Adelina Bottero

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