21 gennaio, 2010
Terremoto neoliberale ad Haiti
Frei Gilvander Moreira
“Le bande seminano il terrore ad Haiti”, ripetono incessantemente i media, etichettando il popolo hatiano come violento.. Sarà così? Sarà questa natura indomabile la principale responsabile delle sofferenze senza misura che si è abbattuta sul popolo ? Riflettiamo.
Haiti fu invaso brutalmente dalle truppe navali degli Stati Uniti tra il 1915 e il 1934. Innumerevoli dittature furono aiutate e appoggiate da Washington.
Nel 2004, durante un golpe militare, il presidente di Haiti, Jean-Bertrand Aristide, democraticamente eletto, fu sequestrato dagli USA e portato con un aereo in esilio in Africa.
USA, Canada e Francia avevano cospirato apertamente quattro anni per sconfiggere il governo di Aristide, tagliando quesi tutti gli aiuti internazionali e distruggendo l'economia haitiana.
“Il primo governo democratico di Aristide fu sconfitto dopo soli 7 mesi, nel 1991, da militari e squadroni della morte, che successivamente si scoprì essere stati finanziati dalla CIA.
Aristide vuole ritornare al suo paese, cosa che la maggioranza del popolo haitiano rivendica fin d'allora, ma gli Stati Uniti non lo vogliono lì.
E il governo Preval, completamente dipendente da Washington, ha deciso che il partito di Aristide – il maggiore di Haiti – non sarà autorizzato a partecipare alle prossime elezioni (previste originalmente per Febbraio 2010)”, informa Mark Wesbrot (FSP, 19/01/2010, p. A3).
Dopo aver espulso il dittatore Jean-Claude Duvalier, Baby Doc, di Haiti, Jean-Bertrand, sacerdote cattolico e teologo della Liberazione, di umili origini, vinse, con più di due terzi dei voti, le prime elezioni libere realizzate in Haiti (dicembre, 1990), diventando il simbolo delle speranze popolari. Dopo aver preso le prime misure contro la corruzione e le carenze economiche, fu deposto dai militari, sotto il comando del general Raoul Cédras..
L'elezione di Aristide era stata il frutto di un processo di organizzazione popolare che avrebbe portato Haiti alla giustizia sociale e, probabilmente, a una società socialista.
Si sarebbe creata una seconda Cuba in barba allo Zio Sam.
Per questo pivatizzazione neoliberale, golpe militare, ingerenza militare, elemosina ...
Dal 1984, il Fondo Monetario Internazionale ha obbligato Haiti a liberarizzare il suo mercato. Gli scarsi e ultimi servizi pubblici furono privatizzati, negando l'accesso al popolo marginalizzato. Nel 1970, Haiti produceva il 90% degli alimenti che consumava, attualmente importa 55%.
Il riso statounitense sovvenzionato ha ammazzato la produzione locale.
In agosto e settembre 2008, l'aumento enorme dei prezzi degli alimenti ha provocato un aumento dei prezzi in Haiti del 50%, provocando rivolte degli affamati.
La Croce Rossa dice che gli haitiani sono ‘aggressivi’ di fronte alla mancanza di alimenti.
Il 18 gennaio 2010, il segretario-generale dell'ONU, Ban Ki-moon, in visita a Porto Principe, ha udito nelle strade il popolo haitiano gridare “non abbiamo bisogno di aiuto militare; abbiamo bisogno di cibo e ricovero. Stiamo morendo.”
Il Banco Mondiale, il FMI, il Banco Interamericano di Sviluppo e molte imprese multinazionali da decenni hanno cinicamente gettato la società haitiana in un inferno sociale.
La situazione di grande parte del popolo haitiano da molto tempo assomiglia ai milioni di brasiliani che sopravvivono nelle favele e nelle prigioni brasiliane: troppo poveri e troppo negri per partecipare alla Casa Grande , i quartieri nobili delle città.
Senza riforma agraria, con un appoggio illimitato all'agrobusiness, cinquanta milioni di brasiliani sono stati spinti dalla classe dominante nelle attuali “senzalas” (alloggiamenti degli schiavi), le favele brasiliane dove le prigioni sono il “pelourinho”.
Ha ragione Caetano Veloso quando dice " Haiti é qui...”.
Tanto ad Haiti come in Brasile (e America Latina, Africa e Asia), le politiche neoliberali stanno causando il più tenebroso terremoto sociale.
Un terremoto naturale, come quello di 7 gradi della scala Richter che ha colpito Haiti il 12 gennaio 2010, si può imputare alla fatalità, ma il vergognoso e insopportabile impoverimento delle popolazioni urbane e rurali di Haiti, no.
Il Governo brasiliano certamente difende il ripristino della democrazia in Honduras.
Perchè non difendere la democrazia anche per Haiti? Per questo dovrebbe inviare ad Haiti, come minimo, tre mila medici, assistenti sociali e leader popolari (con le infrastrutture per attuarle) e far tornareindietro quasi tutti i 1200 militari che sono lì.
Noi non dimentichiamo: Haiti è stato il primo paese latino americano a conquistare la sua independenza nel 1804, con una insurrezione degli schiavi che sconfisse gli invasori francesi .
Il popolo negro haitiano ha inspirato tutte le lotte per l'indipendenza nella nostra Patria Grande, l'America afrolatindia.
La sete di vita e di libertà del popolo negro di Haiti è stata repressa secolarmente dai vassali di un sistema di morte: il capitalismo neoliberale.
Belo Horizonte, 19/01/2010.
“Le bande seminano il terrore ad Haiti”, ripetono incessantemente i media, etichettando il popolo hatiano come violento.. Sarà così? Sarà questa natura indomabile la principale responsabile delle sofferenze senza misura che si è abbattuta sul popolo ? Riflettiamo.
Haiti fu invaso brutalmente dalle truppe navali degli Stati Uniti tra il 1915 e il 1934. Innumerevoli dittature furono aiutate e appoggiate da Washington.
Nel 2004, durante un golpe militare, il presidente di Haiti, Jean-Bertrand Aristide, democraticamente eletto, fu sequestrato dagli USA e portato con un aereo in esilio in Africa.
USA, Canada e Francia avevano cospirato apertamente quattro anni per sconfiggere il governo di Aristide, tagliando quesi tutti gli aiuti internazionali e distruggendo l'economia haitiana.
“Il primo governo democratico di Aristide fu sconfitto dopo soli 7 mesi, nel 1991, da militari e squadroni della morte, che successivamente si scoprì essere stati finanziati dalla CIA.
Aristide vuole ritornare al suo paese, cosa che la maggioranza del popolo haitiano rivendica fin d'allora, ma gli Stati Uniti non lo vogliono lì.
E il governo Preval, completamente dipendente da Washington, ha deciso che il partito di Aristide – il maggiore di Haiti – non sarà autorizzato a partecipare alle prossime elezioni (previste originalmente per Febbraio 2010)”, informa Mark Wesbrot (FSP, 19/01/2010, p. A3).
Dopo aver espulso il dittatore Jean-Claude Duvalier, Baby Doc, di Haiti, Jean-Bertrand, sacerdote cattolico e teologo della Liberazione, di umili origini, vinse, con più di due terzi dei voti, le prime elezioni libere realizzate in Haiti (dicembre, 1990), diventando il simbolo delle speranze popolari. Dopo aver preso le prime misure contro la corruzione e le carenze economiche, fu deposto dai militari, sotto il comando del general Raoul Cédras..
L'elezione di Aristide era stata il frutto di un processo di organizzazione popolare che avrebbe portato Haiti alla giustizia sociale e, probabilmente, a una società socialista.
Si sarebbe creata una seconda Cuba in barba allo Zio Sam.
Per questo pivatizzazione neoliberale, golpe militare, ingerenza militare, elemosina ...
Dal 1984, il Fondo Monetario Internazionale ha obbligato Haiti a liberarizzare il suo mercato. Gli scarsi e ultimi servizi pubblici furono privatizzati, negando l'accesso al popolo marginalizzato. Nel 1970, Haiti produceva il 90% degli alimenti che consumava, attualmente importa 55%.
Il riso statounitense sovvenzionato ha ammazzato la produzione locale.
In agosto e settembre 2008, l'aumento enorme dei prezzi degli alimenti ha provocato un aumento dei prezzi in Haiti del 50%, provocando rivolte degli affamati.
La Croce Rossa dice che gli haitiani sono ‘aggressivi’ di fronte alla mancanza di alimenti.
Il 18 gennaio 2010, il segretario-generale dell'ONU, Ban Ki-moon, in visita a Porto Principe, ha udito nelle strade il popolo haitiano gridare “non abbiamo bisogno di aiuto militare; abbiamo bisogno di cibo e ricovero. Stiamo morendo.”
Il Banco Mondiale, il FMI, il Banco Interamericano di Sviluppo e molte imprese multinazionali da decenni hanno cinicamente gettato la società haitiana in un inferno sociale.
La situazione di grande parte del popolo haitiano da molto tempo assomiglia ai milioni di brasiliani che sopravvivono nelle favele e nelle prigioni brasiliane: troppo poveri e troppo negri per partecipare alla Casa Grande , i quartieri nobili delle città.
Senza riforma agraria, con un appoggio illimitato all'agrobusiness, cinquanta milioni di brasiliani sono stati spinti dalla classe dominante nelle attuali “senzalas” (alloggiamenti degli schiavi), le favele brasiliane dove le prigioni sono il “pelourinho”.
Ha ragione Caetano Veloso quando dice " Haiti é qui...”.
Tanto ad Haiti come in Brasile (e America Latina, Africa e Asia), le politiche neoliberali stanno causando il più tenebroso terremoto sociale.
Un terremoto naturale, come quello di 7 gradi della scala Richter che ha colpito Haiti il 12 gennaio 2010, si può imputare alla fatalità, ma il vergognoso e insopportabile impoverimento delle popolazioni urbane e rurali di Haiti, no.
Il Governo brasiliano certamente difende il ripristino della democrazia in Honduras.
Perchè non difendere la democrazia anche per Haiti? Per questo dovrebbe inviare ad Haiti, come minimo, tre mila medici, assistenti sociali e leader popolari (con le infrastrutture per attuarle) e far tornareindietro quasi tutti i 1200 militari che sono lì.
Noi non dimentichiamo: Haiti è stato il primo paese latino americano a conquistare la sua independenza nel 1804, con una insurrezione degli schiavi che sconfisse gli invasori francesi .
Il popolo negro haitiano ha inspirato tutte le lotte per l'indipendenza nella nostra Patria Grande, l'America afrolatindia.
La sete di vita e di libertà del popolo negro di Haiti è stata repressa secolarmente dai vassali di un sistema di morte: il capitalismo neoliberale.
Belo Horizonte, 19/01/2010.
Etichette: Centro America y Caribe
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.