25 febbraio, 2010
Honduras: quando il solo fatto di esistere disturba i latifondisti
Ida Garberi*
“Alzati e guardati le mani
Per poter crescere, stringile a tuo fratello.
Uniti andremo insieme nel sangue,
Oggi e’ il tempo che puo’essere domani”.
Victor Jara, Preghiera ad un Contadino
Io che sono italiana e subisco dalla mia nascita gli orrori compiuti dalla mafia, non dovrei stupirmi davanti agli abusi di potere legalizzati dei signori potenti di Honduras.
Come potrei orrorizzarmi davanti al fatto che il signor Miguel Facusse’ solo per donare a sua figlia una spiaggia come regalo di nozze scaccia dalla sua propia casa una familia di 11 persone, padroni ancesrali di questa terra, quando il mio carissimoe mafioso primo ministro Berlusconi ha costruito ville da favola in Sardegna in luoghi potretti, senza che il popolo potesse protestare: sui permessi edilizi ha sempre custodito il segreto di stato!!!
Per i ricchi del pianeta, tutto e’ segreto, dunque tutto e’ permesso.
Qui in Honduras, Facusse’ e’uno dei piu’ grandi latifondisti, che approfittando del golpe di stato contro Manuel Zelaya sta mostrando le sue unghie da tigre per poter accaparrare ancora piu’ terra di quella che gia’ possiede, per continuare a rubare denaro al paese.
Il fatto e’ che quando l’illustre signore afferma che fara’ nuove inversioni milionarie in Honduras, finanziate dalla Banca Mondiale, dalla Banca Interamicana di Sviluppo e dalla Banca di Integrazione Centroamericana, non specifica assolutamente il costo umano dei contadini, proprietari da sempre di quelle zone, che il figlio di ex emigranti palestinesi vuole semplicemente cancellare dalla cartina.
Il cinismo e’ una delle sue caratteristice principali: pensate che lui e suo genero, Fredy Nasser Selman, il 26 giugno 2009, hanno avuto il “coraggio” di difendere pubblicamente la proposta dell’inchiesta sull’Assemblea Costituente, dell’allora presidente Manuel Zelaya, contro gli altri imprenditori honduregni, affermando che il popolo ha diritto ad esprimersi, per essere poi tra i piu’ avvantaggiati dalla situazione violenta instaurata nel paese.
Facusse’ ultimamente si sente attaccato nelle sue immense proprieta’ dalle proteste dei contadini che non sono disposti ad essere comprati con due perline colorate come all’epoca dell’invasione spagnola.
Esistono due zone chiave di lotta nelle proprieta’ del figlio di ex emigranti palestinesi, (tra i numerosi conflitti presenti nel paese per ottenere una riforma agraria degna e giusta), quella del Bajo Aguan, nella zona Nord, sulla costa Atlantica, (che sono circa 20000 ettari coltivati con palma africana), e la zona nel sud, sul Pacifico, nel golfo di Fonseca, nella penisola di Zacate Grande, al confine tra Salvador e Nicaragua.
Bisogna anticipare che l’ex presidente Manuel Zelaya aveva tentato di dare una soluzione ai problemi legati alla riforma agraria con il decreto 18-2008, grazie al quale si stavano studiando le diverse situacioni delle porzioni di terra e si stava trattando con i tre attori del problema: i contadini, i latifondisti e l’Istituto Nazionale Agrario (INA).
Chiaramente e “casualmente”, dopo il golpe di stato, alla fine di settembre del 2009, i militari sono entrati con la forza negli uffici dell’INA ed hanno distrutto tutto il lavoro che il governo di Zelaya stava facendo, massacrando e torturando i contadini che avevano occupato l’istituzione per difendere i loro diritti.
Questo fine settimana sono stata sulla penisola di Zacate Grande, per conoscere questo piccolo paradiso terrestre e rendermi conto personalmente del perche’ Facusse’ vuole annientare tutti gli abitanti della zona, per continuare nel suo sogno infermo di costruire una zona turistica esclusiva per tutti i suoi cari amici oligarchi del paese.
Questa “penisola” era in realta’ un’isola, che nel 1969 e’ stata unita alla terra ferma da una strada: questa e’ stata la sua disgrazia, infatti da quel momento i ricchi del paese cercarono di accapararsi grandi distese di terreno per costruire le loro ville per le vacanze e con l’industria di pesca e la lavorazione dei gamberi continuare ad arricchirsi a scapito del pianeta.
I circa 5000 honduregni che vivono qui da piu’ di ottanta anni (“quando Dio creo’ il mondo”, mi dice uno degli abitanti) non possono dimostrare con documenti legali la proprieta’ delle terre, mentre il golpista Facusse’ compra facilmente i suoi diritti ad una giustizia corrotta e cinica, disposta a tutto pur di compiacere il potere.
Nel 1999 la situazione delle circa 800 famiglie diventa sempre piu’ critica, i grandi ricchi del paese stanno addirittura recintando il mare, non permettono al popolo di pescare o coltivare i loro piccoli appezzamenti di terra con continue persecuzioni e minacce: insomma, questi indigeni testoni non capiscono che semplicemente dovrebbero scomparire nel nulla, per non disturbare uno degli uomini piu’ ricchi e potenti dell’America Centrale ed i suoi amichetti.
I contadini della zona si sono riuniti nel Movimento di Recuperazione e Titolazione della Terra, che viene represso continuamente con arresti assolutamente abusivi dei suoi dirigenti, accusati di danneggiare il medio ambiente: i contadini sono solo “colpevoli” di difendere il loro diritto originario di esistere dove sono nati e dove hanno vissuto i loro avi.
Con uno stratagemma giuridico, Facusse’ ha fatto in modo che i leader della comunità in ribellione siano stati catturati facendoli figurare agli arresti domiciliari.
Poi, il signore del potere, ha avviato un processo di conciliazione, ed a quanto pare, sarebbe orientato a proporre il trasferimento dei residenti in un'altra regione, partendo da una risoluzione del Congresso Nazionale che l'isola è area protetta, e chi meglio di lui potrebbe continuare ad occuparsi della difesa dell'ambiente????
Notizie di pochi giorni fa, dimostrano che il ricco Facusse’ e’spaventato dalla tenacia dei contadini, che lo stanno “minacciando” con l’aprire una radio comunitaria per informarsi tra loro e permettere che il paese intero possa conoscere gli abusi a cui sono sottoposti: chiaramente non puo’ permettere che un pugno di contadini possa contrastare tutte le bugie che e’ abituato a raccontare ai mezzi di comunicazione per poter apparire a livello nazionale e internazionale come il salvatore del golfo di Fonseca.
Mentre sono seduta in una bellissima spiaggia a Puerto Grande, osservo le povere case con il pavimento in terra battuta e questi stupendi bambini con gli occhi color miele e la pelle dorata dal sole, che mi sorridono felici, nella loro innocenza, mentre si dedicano a raccogliere l’acqua da un rubinetto comunitario: che futuro avranno, di educazione e salute, mentre vivono in questo stato di poverta’ estrema, contrapposto al lusso piu’ sfrenato di poche famiglie oligarche?
Perche’ i loro genitori non hanno il diritto di reclamare la parte di terra che gli spetta per beneficio ancestrale? Mi bolle il sangue pensando a questa grande ingiustizia, ad un uomo che possiede una ricchezza che potrebbe pagare tutto il debito estero di Honduras e non e’ ancora soddisfatto, la sua avidita’non ha confini.
Gia’ Dante Alighieri, alla sua epoca, aveva definito perfettamente l’anima di Facusse’: “l’avariza e’ cosi’, perversa e vile, ed il suo affanno non ha riposo, dopo aver mangiato, ha ancora piu’ fame”.
*l’autrice e’ responsabile della pagina in italiano del sito web di Prensa Latina
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