14 aprile, 2008
CENTROAMERICA: Accordo di Associazione a rotta di collo
Inizia oggi in Salvador il terzo incontro di negoziazione in mezzo alle proteste sociali
San Salvador sarà la sede del terzo incontro di negoziazione dell'Accordo di Associazione (AdA) tra la Unione Europea e il Centroamerica, (dal 14 al 18 di questo mese) e le organizzazioni della società civile hanno organizzato una fitta serie di incontri di approfondimento e di manifestazioni di protesta.
I primi due incontri si sono svolti a San José (Costa Rica) e Bruxelles (Belgio) ed hanno dato sufficienti elementi per poter iniziare a fare un'analisi di questo nuovo trattato, che sta già provocando numerose reazioni a livello regionale.
La sezione nicaraguense della Iniciativa Mesoamericana Comercio, Integración y Desarrollo Sostenible (Iniciativa CID) ha organizzato una conferenza stampa per far conoscere la propria posizione in vista della ripresa delle negoziazioni in Salvador.
Secondo Amado Ordoñez, direttore del Centro Humboldt, sono molti i punti che stanno generando sfiducia e timori nei confronti di questo trattato.
"Il processo di negoziazione tra le due regioni sta entrando nella sua terza tappa e il Centroamerica non ha potuto sciogliere alcuni nodi essenziali che potrebbero garantire la difesa degli interessi dei propri paesi.
La mancanza di risultati significativi durante la Conferenza dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) a Doha, ha fatto sì che durante i primi due incontri, l'Unione Europea abbia escluso a priori la discussione sul tema degli enormi sussidi che concede ai propri produttori agricoli e non abbia nemmeno permesso di negoziare con un'idea già chiara sull'accesso dei prodotti centroamericani in Europa. Questi temi rappresentano elementi lesivi della negoziazione stessa".
Tra i principali problemi che il Centroamerica si trascina in questa terza sessione, Ordoñez ha identificato la debolezza ed il ritardo del processo d'integrazione centroamericana, la mancanza di un mandato di negoziazione accordato tra i vari paesi centroamericani (l'Unione Europea l'ha formulato già da più di un anno) e di un accordo sui punti centrali da negoziare e l'intenzione dell'Unione Europea di considerare il TLC tra Stati Uniti, Centroamerica e Repubblica Dominicana (CAFTA-DR) come base per le negoziazioni.
"Il processo d'integrazione centroamericana va lentamente e sul tema dei prodotti sensibili è probabile che l'Unione Europea cerchi di arrivare a una negoziazione Regione-Paese, creando problemi di commercio sleale. I governi centroamericani non hanno inoltre trovato un consenso sui temi centrali della negoziazione e questo rende molto debole la posizione della nostra regione", ha sottolineato Ordoñez.
Per le organizzazioni della Iniciativa CID, il tema delle asimmetrie è forse l'elemento più preoccupante in vista dell'incontro di San Salvador.
"Abbiamo più volte evidenziato la grande asimmetria che esiste tra le due regioni e che in nessun modo avremmo dovuto iniziare a negoziare senza un formale riconoscimento da parte degli europei di questa situazione diseguale. Questo riconoscimento passa attraverso l'applicazione di un trattamento speciale e differenziato, mentre la proposta dell'Unione Europea è stata quella della "Parità CAFTA", cioè considerare quanto firmato nel CAFTA come base di partenza per la negoziazione. Questa situazione è gravissima per il Centroamerica - ha continuato il direttore del Centro Humboldt -, perché le ripercussioni saranno gravissime in temi come le proprietà intellettuali, gli sgravi doganali e temi relativi a persone e servizi".
Sul tema degli sgravi doganali per l'entrata dei suoi prodotti in Centroamerica, l'Unione Europea ha chiesto un processo di riduzione molto accelerato. "Il CAFTA prevedeva che la diminuzione dei dazi doganali fino ad arrivare a "dazio zero" si raggiungesse in 20 anni, mentre la UE sta proponendo che avvenga in soli 10 anni. Un altro fattore negativo è il non voler riconoscere nella negoziazione le condizioni di dazi del Sistema Generalizzato di Preferenze (SGP Plus), di cui godono attualmente i paesi centroamericani per esportare i propri prodotti in Europa, ma di partire dalla condizione di Nazione Più Favorita (NMF), che attualmente l'Unione Europea applica ad altri paesi nel mondo", ha spiegato Ordoñez.
Ha inoltre aggiunto che si stanno originando altri problemi rispetto alle misure sanitarie e fitosanitarie e che ciò potrebbe creare molti problemi al momento di voler esportare prodotti freschi in Europa, soprattutto per il Nicaragua.
"Il Nicaragua non ha ancora presentato un Piano Nazionale di Sviluppo che ci dica quale sia la strategia per il futuro del paese. Ci preoccupa che l'Unione Europea stia insistendo molto sul tema della denominazione geografica e delle marche, perché né in Nicaragua, né nella regione esistono Registri di Marca, Registri delle Denominazioni di Origine Protette e delle Indicazioni Geografiche Protette. A cosa serve quindi negoziare cose per le quali non siamo per nulla preparati e al contrario, siamo totalmente indifesi?"
La UE sta inoltre tentando di introdurre nella negoziazione i "temi di Singapore", che hanno a che fare con investimenti, concorrenza, servizi e acquisti governativi e la cui discussione è ancora bloccata all'interno della OMC. "Non possiamo accettarli se prima non vengono risolti all'interno della OMC. Così come l'Europa non vuole toccare il tema dei sussidi fino a che non si raggiunga un consenso all'interno della OMC, così dovremmo fare noi con i temi di Singapore, sapendo inoltre che i settori a cui sono maggiormente interessati gli europei sono il settore finanziario, le telecomunicazioni, i servizi postali, il trasporto marittimo, l'energia e l'acqua", ha continuato Ordoñez.
Particolarmente interessante è stato l'intervento di Sinforiano Cáceres, della FENACOOP, organizzazione che partecipa alla Iniciativa CID e che riunisce centinaia di cooperative agricole. Secondo Caceres, "l'informazione da parte del governo sul processo di negoziazione è scarsa. C'è stata una discreta disponibilità da parte del Ministero dell'Industria e Commercio (MIFIC), mentre non sta avvenendo da parte del Ministero degli Esteri, che ha il compito di regolare la partecipazione attiva delle organizzazioni a questo processo. Chiediamo che il governo apra spazi di concertazione e dialogo con le organizzazioni sociali, affinché possa presentarsi alle negoziazioni con una posizione di nazione e non solo di governo", ha concluso Cáceres.
Su questo tema è anche intervenuto Ordoñez, ricordando che l'Accordo di Associazione (AdA) è formato da tre pilastri: la parte commerciale, il dialogo politico e la cooperazione.
"Se sulla parte commerciale l'informazione che sta circolando è molta, così non possiamo dire degli altri due pilastri. Rispetto al dialogo politico non si sono ancora discussi i temi che lo caratterizzano e che sono di estrema importanza, come la migrazione, gli accordi della OIT, gli standard ambientali e lo sviluppo sostenibile. Sul tema della cooperazione, invece, la UE ha detto che sarà di tipo "politico" e non finanziario, tanto che l'accordo di cooperazione tra le due regioni per il periodo 2007-2013 non verrà vincolato alle negoziazioni in corso".
Per Ordoñez si tratta di un tema molto delicato in quanto la cooperazione e l'assistenza tecnica dovrebbero invece compensare e correggere gli effetti negativi che deriveranno dalla firma del trattato. "Quello che chiediamo è una cooperazione aperta, trasparente e differenziata in base ai vari settori della società".
La posizione finale della Iniciativa CID ha ribadito la necessità dell'apertura di un dialogo politico, la ricerca di consenso sui temi sensibili per raggiungere una posizione negoziatrice da parte del Centroamerica, la richiesta di un trattamento speciale e differenziato e che la cooperazione sia vincolata all'Accordi di Associazione.
Nel caso in cui questo non avvenga e la negoziazione rischi di creare seri problemi ai paesi centroamericani, le organizzazioni sociali chiedono una moratoria affinché i paesi centroamericani si preparino adeguatamente prima di firmare un accordo con il blocco europeo.
© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua)
I primi due incontri si sono svolti a San José (Costa Rica) e Bruxelles (Belgio) ed hanno dato sufficienti elementi per poter iniziare a fare un'analisi di questo nuovo trattato, che sta già provocando numerose reazioni a livello regionale.
La sezione nicaraguense della Iniciativa Mesoamericana Comercio, Integración y Desarrollo Sostenible (Iniciativa CID) ha organizzato una conferenza stampa per far conoscere la propria posizione in vista della ripresa delle negoziazioni in Salvador.
Secondo Amado Ordoñez, direttore del Centro Humboldt, sono molti i punti che stanno generando sfiducia e timori nei confronti di questo trattato.
"Il processo di negoziazione tra le due regioni sta entrando nella sua terza tappa e il Centroamerica non ha potuto sciogliere alcuni nodi essenziali che potrebbero garantire la difesa degli interessi dei propri paesi.
La mancanza di risultati significativi durante la Conferenza dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) a Doha, ha fatto sì che durante i primi due incontri, l'Unione Europea abbia escluso a priori la discussione sul tema degli enormi sussidi che concede ai propri produttori agricoli e non abbia nemmeno permesso di negoziare con un'idea già chiara sull'accesso dei prodotti centroamericani in Europa. Questi temi rappresentano elementi lesivi della negoziazione stessa".
Tra i principali problemi che il Centroamerica si trascina in questa terza sessione, Ordoñez ha identificato la debolezza ed il ritardo del processo d'integrazione centroamericana, la mancanza di un mandato di negoziazione accordato tra i vari paesi centroamericani (l'Unione Europea l'ha formulato già da più di un anno) e di un accordo sui punti centrali da negoziare e l'intenzione dell'Unione Europea di considerare il TLC tra Stati Uniti, Centroamerica e Repubblica Dominicana (CAFTA-DR) come base per le negoziazioni.
"Il processo d'integrazione centroamericana va lentamente e sul tema dei prodotti sensibili è probabile che l'Unione Europea cerchi di arrivare a una negoziazione Regione-Paese, creando problemi di commercio sleale. I governi centroamericani non hanno inoltre trovato un consenso sui temi centrali della negoziazione e questo rende molto debole la posizione della nostra regione", ha sottolineato Ordoñez.
Per le organizzazioni della Iniciativa CID, il tema delle asimmetrie è forse l'elemento più preoccupante in vista dell'incontro di San Salvador.
"Abbiamo più volte evidenziato la grande asimmetria che esiste tra le due regioni e che in nessun modo avremmo dovuto iniziare a negoziare senza un formale riconoscimento da parte degli europei di questa situazione diseguale. Questo riconoscimento passa attraverso l'applicazione di un trattamento speciale e differenziato, mentre la proposta dell'Unione Europea è stata quella della "Parità CAFTA", cioè considerare quanto firmato nel CAFTA come base di partenza per la negoziazione. Questa situazione è gravissima per il Centroamerica - ha continuato il direttore del Centro Humboldt -, perché le ripercussioni saranno gravissime in temi come le proprietà intellettuali, gli sgravi doganali e temi relativi a persone e servizi".
Sul tema degli sgravi doganali per l'entrata dei suoi prodotti in Centroamerica, l'Unione Europea ha chiesto un processo di riduzione molto accelerato. "Il CAFTA prevedeva che la diminuzione dei dazi doganali fino ad arrivare a "dazio zero" si raggiungesse in 20 anni, mentre la UE sta proponendo che avvenga in soli 10 anni. Un altro fattore negativo è il non voler riconoscere nella negoziazione le condizioni di dazi del Sistema Generalizzato di Preferenze (SGP Plus), di cui godono attualmente i paesi centroamericani per esportare i propri prodotti in Europa, ma di partire dalla condizione di Nazione Più Favorita (NMF), che attualmente l'Unione Europea applica ad altri paesi nel mondo", ha spiegato Ordoñez.
Ha inoltre aggiunto che si stanno originando altri problemi rispetto alle misure sanitarie e fitosanitarie e che ciò potrebbe creare molti problemi al momento di voler esportare prodotti freschi in Europa, soprattutto per il Nicaragua.
"Il Nicaragua non ha ancora presentato un Piano Nazionale di Sviluppo che ci dica quale sia la strategia per il futuro del paese. Ci preoccupa che l'Unione Europea stia insistendo molto sul tema della denominazione geografica e delle marche, perché né in Nicaragua, né nella regione esistono Registri di Marca, Registri delle Denominazioni di Origine Protette e delle Indicazioni Geografiche Protette. A cosa serve quindi negoziare cose per le quali non siamo per nulla preparati e al contrario, siamo totalmente indifesi?"
La UE sta inoltre tentando di introdurre nella negoziazione i "temi di Singapore", che hanno a che fare con investimenti, concorrenza, servizi e acquisti governativi e la cui discussione è ancora bloccata all'interno della OMC. "Non possiamo accettarli se prima non vengono risolti all'interno della OMC. Così come l'Europa non vuole toccare il tema dei sussidi fino a che non si raggiunga un consenso all'interno della OMC, così dovremmo fare noi con i temi di Singapore, sapendo inoltre che i settori a cui sono maggiormente interessati gli europei sono il settore finanziario, le telecomunicazioni, i servizi postali, il trasporto marittimo, l'energia e l'acqua", ha continuato Ordoñez.
Particolarmente interessante è stato l'intervento di Sinforiano Cáceres, della FENACOOP, organizzazione che partecipa alla Iniciativa CID e che riunisce centinaia di cooperative agricole. Secondo Caceres, "l'informazione da parte del governo sul processo di negoziazione è scarsa. C'è stata una discreta disponibilità da parte del Ministero dell'Industria e Commercio (MIFIC), mentre non sta avvenendo da parte del Ministero degli Esteri, che ha il compito di regolare la partecipazione attiva delle organizzazioni a questo processo. Chiediamo che il governo apra spazi di concertazione e dialogo con le organizzazioni sociali, affinché possa presentarsi alle negoziazioni con una posizione di nazione e non solo di governo", ha concluso Cáceres.
Su questo tema è anche intervenuto Ordoñez, ricordando che l'Accordo di Associazione (AdA) è formato da tre pilastri: la parte commerciale, il dialogo politico e la cooperazione.
"Se sulla parte commerciale l'informazione che sta circolando è molta, così non possiamo dire degli altri due pilastri. Rispetto al dialogo politico non si sono ancora discussi i temi che lo caratterizzano e che sono di estrema importanza, come la migrazione, gli accordi della OIT, gli standard ambientali e lo sviluppo sostenibile. Sul tema della cooperazione, invece, la UE ha detto che sarà di tipo "politico" e non finanziario, tanto che l'accordo di cooperazione tra le due regioni per il periodo 2007-2013 non verrà vincolato alle negoziazioni in corso".
Per Ordoñez si tratta di un tema molto delicato in quanto la cooperazione e l'assistenza tecnica dovrebbero invece compensare e correggere gli effetti negativi che deriveranno dalla firma del trattato. "Quello che chiediamo è una cooperazione aperta, trasparente e differenziata in base ai vari settori della società".
La posizione finale della Iniciativa CID ha ribadito la necessità dell'apertura di un dialogo politico, la ricerca di consenso sui temi sensibili per raggiungere una posizione negoziatrice da parte del Centroamerica, la richiesta di un trattamento speciale e differenziato e che la cooperazione sia vincolata all'Accordi di Associazione.
Nel caso in cui questo non avvenga e la negoziazione rischi di creare seri problemi ai paesi centroamericani, le organizzazioni sociali chiedono una moratoria affinché i paesi centroamericani si preparino adeguatamente prima di firmare un accordo con il blocco europeo.
© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua)
Etichette: Centro America y Caribe, Honduras
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