30 aprile, 2010

Enlazando Alternativas 4 (Madrid): informazioni importanti - in italiano

Abbiamo il piacere di annunciare la realizzazione della "Cumbre de los Pueblos Enlazando Alternativas IV" e del "Tribunale Permanente dei Popoli" che si terranno a Madrid (Spagna) dal 14 al 18 maggio 2010 presso la Facoltà di Matematica dell'Università Complutense di Madrid, in contemporanea alla riunione dei Capi di Stato della Unione Europea (Ue), America Latina e Caraibi.

Qui di seguito alcune informazioni sui due eventi:

Formulario di iscrizione individuale alla Cumbre. Compilare questo formulario vi ruberà solo due minuti, ma ci permetterà di avere un'idea della quantità di gente che pensa di partecipare, così come delle loro necessità per poter pianificare la logistica. Grazie per la compilazione.
http://www.enlazandoalternativas.org/spip.php?article616

Programma completo della Cumbre e del Tribunale
http://www.enlazandoalternativas.org/spip.php?article576

Attività autogestite durante la Cumbre de los Pueblos:
ci saranno 100 attività autogestite e seminari su temi come: libero commercio, energia e cambiamento climatico, impatti delle multinazionali, militarizzazione e repressione, genere, crisi economica, immigrazione, mezzi di comunicazione, diritti umani, diritti dei Popoli Indigeni, sovranità alimentare, debito estero, debito ecologico e altri. Il programma completo dei seminari si trova su:
http://www.enlazandoalternativas.org/spip.php?article575

Sessione del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) "la Unione Europea e le imprese transnazionali in America Latina: politiche, strumenti e attori complici delle violazioni dei diritti dei popoli"
La sessione del TPP di Madrid chiude una tappa e ne apre un'altra. Sarà un momento per dare visibilità al lavoro costruito a Vienna e Lima. Questa sessione del TPP si concentrerà non solo sulle multinazionali ma anche sulle istituzioni, sulle politiche e sugli attori della Ue che sono complici nell'aumentare il potere e l'impunità delle imprese transnazionali. Inoltre saranno presentate denunce sull'impunità delle multinazionali europee, e gli impatti sui Diritti dei Popoli. Per maggiori informazioni:
http://www.enlazandoalternativas.org/spip.php?article577

Appello alla Cumbre de los Pueblos:
L'appello è disponibile in spagnolo, inglese, francese e italiano nel sito di Enlazando Alternativas, dove le organizzazioni/collettivi possono aderire
(http://www.enlazandoalternativas.org/spip.php?article534). 342
organizzazioni di ambedue i continenti hanno già aderito all'appello.

informazioni:
www.enlazandoalternativas.org

29 aprile, 2010

Massacro a Oaxaca

Il sangue corre di nuovo a Oaxaca. Ieri 27 aprile, un gruppo di paramilitari
del gruppo armato Unión de Bienestar Social de la Región Triqui, UBISORT,
hanno aggredito una carovana di osservatori dei diritti umani che si
dirigeva alla comunità di San Juan Copala, comune di Santiago Juxtlahuaca,
nella Sierra Mixteca, circa 150 kilometri a nordovest della città di Oaxaca.
La UBISORT è affine al Partido Revolucionario Institucional, PRI, che
governa questo stato situato 500 kilometri a sud di Città del Messico.
L'aggressione è avvenuta presso la località LA SABANA, a circa un kilometro
e mezzo da San Juan Copala. Vi sono almeno due morti ed un numero
imprecisato di feriti e di desaparecidos.

San Juan Copala non un luogo qualsiasi. È un comune autonomo, sorto sulla
scia delle lotte sociali della Asamblea Popular de los Pueblos de Oaxaca,
APPO ed è uno fra i tanti che le comunità indigene stanno costruendo in
differenti parti del Messico per difendere i loro diritti e tradizioni.
Negli anni scorsi, almeno dal 2006, ma anche da prima, San Juan Copala ha
sofferto per una gran quantità di aggressioni da parte del governatore,
Ulises Ruiz, tristemente celebre come repressore e assassino.

San Juan Copala è quindi un comune in guerra. Una sporca guerra condotta
dallo stato contra una popolazione inerme. Uno degli episodi più terribili
risalgono a gennaio del 2008, quando furono imboscate ed assassinate Teresa
Bautista e Felícitas Martínez, due giovani giornaliste della radio libera
locale La voz que rompe el silencio, colpevoli di diffondere informazione
alternativa e critica.

Nelle scorse settimane la situazione si era di nuovo inasprita per cui sorse
l'iniziativa di organizzare una carovana di osservatori dei diritti umani.
Tra gli organizzatori della carovana vi sono il gruppo VOCAL, Voces
Oaxaqueñas Construyendo Autonomía y Libertad (nelle persone di Ruben
Valencia y David Venegas, due fra i militanti più noti della APPO); CACTUS,
Centro de Apoyo Comunitario Trabajando Unidos, la Red de Radios y
comunicadores Indígenas del Sureste Mexicano e la Sezione 22 del sindacato
dei maestri. Tra i partecipanti vi sono anche due giornalisti della rivista
di opposizione Contralinea, Érika Ramírez e il fotografo David Cilia.

In questo momento San Juan Copala si trova in stato di assedio. Non vi è
elettricità ed hanno tagliato l'acqua. Nessuno entra e nessuno esce. Le
autorità statali non sono intervenute. Ho i telefoni di Ruben Valencia e di
David Venegas, ma non rispondono. Vi sono anche molti osservatori stranieri
tra cui almeno un italiano, Davide Casinori. Non sono in grado di dire come
stia e neppure come stiano gli altri partecipanti della carovana. Speriamo
la situazione si chiarisca nelle prossime ore. Nel frattempo è importante
moltiplicare le denunce presso consolati ed ambasciate.

Claudio Albertani, Città del Messico, 28 aprile, ore 10 (ora locale)

28 aprile, 2010

PERCHÉ ASSASSINARE LA PAROLA?

Juan Almendares (*)

Rebanadas de Realidad - Tegucigalpa, 25/04/2010

Non potranno mai occultare la verità sulla tortura ed il crimine contro il popolo.
Quando il discorso orale o scritto del popolo minaccia l'oligarchia, fedele servitrice del bieco colonialismo del potere mondiale, i dirigenti e sostenitori popolari sono perseguitati, torturati ed assassinati.
Il razzismo è caratterizzato dallo sterminio storico progressivo di ogni parola della cultura ribelle dei popoli nativi ed afro-discendenti dell'America Latina.
Non bastò assassinare l'eroe Lempira; era necessario sterminare la lingua lenca. Eppure lo spirito della parola è vivo nel Comitato di Organizzazioni Indigene e Popolari dell’Honduras (COPINH).
A San Francisco di Opalaca ed in tutte le comunità lenca del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP) di Intibucá e Lempira, la gente si oppone alla distruzione dei boschi ed alla costruzione di prigioni per i fiumi o dighe di sbarramento.
Il Ku Kux Klan honduregno ha incendiato la radio Faluma Bimeto (Radio Coco Dulce) per mettere a tacere le voci e i tamburi della cultura garífuna. Ciò nonostante il coraggio di questa lingua si esprime con più forza e più vita attraverso OFRANEH (Organizzazione Fraterna Nera dell’Honduras).
Il 28 giugno 2009 si è compiuto in Honduras il colpo di stato militare, la cui genesi corrisponde agli interessi multinazionali militari, fondamentalistici religiosi ed ideologici neoliberisti della globalizzazione, che vincola il capitale commerciale, produttivo e finanziario al potere locale.
E’ stata imbavagliata la libertà d’espressione popolare che era, e continua ad essere, a favore dell'installazione dell'Assemblea Nazionale Costituente e della trasformazione della Costituzione della Repubblica, chiudendo la Quarta Urna, scacciando il Presidente Manuel Zelaya ed esercitando ogni tipo di violenza contro il popolo organizzato nel Fronte Nazionale di Resistenza Popolare.
La vita e la cultura contadina delle comunità di Guadalupe Carney, del Movimento Unificato Contadino dell'Aguán (MUCA) e di Zacate Grande sono continuamente sottoposte al terrorismo dell'oligarchia armata di sicari, poliziotti e militari.
Sette giornalisti sono stati assassinati in marzo ed aprile del primo decennio del XXI secolo: Joseph Hernández, David Meza, Nahúm Palacios, Bayardo Mairena, Manuel Juárez, Luis Antonio Chévez e Georgino Orellana.
Il modello criminale geostrategico del complesso militare e minerario agroindustriale ricorre dove la parola è più pericolosa e dove il potere infame agisce in nome dell’“umanesimo cristiano” e della democrazia, per difendere la voracità d’accumulazione del capitale.
In Terreros, municipio di El Porvenir, è stata minacciata la parola di due giornalisti: Carlos Amador, dirigente del Comitato Ambientale della Valle di Siria e José Bernabé Hernández, entrambi attivisti, il primo contro le miniere ed il secondo per la protezione dei boschi.
Il periodico Voselsoberano è stato intralciato attraverso il blocco cibernetico. Il controllo della comunicazione, al pari di tutte le entità strategiche come l’energia elettrica, termica e l’acqua, sono sotto il controllo dei gerarchi militari che parteciparono al golpe.
Anche la parola è stata sequestrata. Il compagno Óscar Flores, coraggioso ed onesto, è stato torturato dai suoi sequestratori. Parte dell'interrogatorio cui è stato sottoposto riguardava minacce contro tutta la dirigenza del Sindacato dei Lavoratori dell'UNAH (SITRAUNAH).
Il progetto di terrorizzare la classe lavoratrice dell'UNAH (Università Nazionale Autonoma dell’Honduras) ha lo scopo specifico di mettere in pericolo i diritti fondamentali di tutta la classe lavoratrice. Coincide col piano di violazione dello statuto sindacale e di licenziamento in massa dei lavoratori, coltivato dalle autorità universitarie.
Il fondamentalismo religioso, alleato dell'oligarchia e braccio ideologico e politico delle forze del COMMA, ha espulso e privato della nazionalità il sacerdote Andrés Tamayo (Premio Goldamn); ha minacciato Padre Fausto Milla ed il Monsignor Luis Santos.
Ismael Moreno (Padre Melo), saldo pensatore e seguace del Gesù dei Poveri, è stato minacciato di morte per il suo impegno etico con la causa degli umili; come Gerardo Chévez, giornalista di Radio Progreso.
La parola e il contenuto del discorso del potere si contraddistinguono per lusinga, calunnia, inganno e terrorismo mediatico. I suoi servitori assaporano quotidianamente la prelibatezza della corruzione; mentre il popolo patisce la fame ed il terrore della violenza.
A fronte di questa situazione, eleviamo la voce della dignità dinanzi ai crimini che stanno avvenendo
in Honduras in nome della democrazia, del dialogo e dell’“umanesimo cristiano”.
L'unità di tutte le forze storiche solidali locali, nazionali ed internazionali è la condizione essenziale, affinché il popolo eserciti i suoi diritti e quelli della Grande Madre Patria: la Nostra America.

(*) Membro della resistenza contro il colpo di stato militare in Honduras, ex rettore dell'Università Nazionale Autonoma dell’Honduras, difensore dei diritti umani e presidente del Movimento Madre Terra.

http://www.rebanadasderealidad.com.ar/almendares-10-15.htm

Tradotto da Adelina Bottero

23 aprile, 2010

Honduras La Resistenza riprende il cammino verso l'Assemblea Costituente

Migliaia di honduregni si sono mobilitati in tutto il paese per iniziare il processo di raccolta firme, che si concluderà il prossimo 28 giugno, primo anniversario del colpo di Stato. L'obiettivo è di dimostrare all'attuale governo ed ai poteri di fatto che hanno diretto il golpe, che la popolazione esige la rifondazione dell'Honduras attraverso una nuova Costituzione.
 
Sono oramai trascorsi dieci mesi dal giorno in sui al popolo honduregno è stata violentemente repressa l'aspirazione di potere decidere il proprio destino. 
 
La mattina del 28 giugno 2009, la gente si era svegliata presto e stava preparandosi per andare a votare. Una Consultazione Popolare promossa dai movimenti sociali e popolari e dal governo del presidente Manuel Zelaya, in cui si sarebbe deciso se collocare una quarta urna durante le elezioni di novembre dello stesso anno. Una urna in più per votare la creazione di una Assemblea Costituente. 
 
I poteri di fatto che controllano la politica e l'economia del paese, collusi con le forze di repressione dello Stato e i loro alleati internazionali, hanno represso nel sangue tali aspirazioni ed hanno esiliato il Presidente legittimo dell'Honduras
Ciò che però non avevano previsto era la reazione della popolazione e gli effetti che il colpo di Stato ha avuto sulle diverse organizzazioni popolari e sulla gente in generale. Un effetto "boomerang" che ha consolidato una lotta di resistenza che dura già da 300 giorni. 
 
Ora, il Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp, chiama nuovamente il popolo honduregno ad esigere una rifondazione del paese, attraverso una Costituente popolare e democratica. 
Di fronte a questa nuova sfida, il Fnrp ha convocato una mobilitazione in tutto il paese che ha coinvolto decine de migliaia di persone 
 
"Oggi, 20 aprile, iniziamo la campagna di Consultazione Popolare, che ha l'obiettivo di raccogliere firme che attestino la volontà della popolazione di installare un'Assemblea Nazionale Costituente.
Stiamo inoltre chiedendo il ritorno senza condizioni imposte del padre Andrés Tamayo e dell'ex presidente Manuel Zelaya", ha detto alla Lista Informativa "Nicaragua y más" il membro del coordinamento nazionale del Fnrp, Juan Barahona.  
Barahona ha anche spiegato che la raccolta firme si concluderà il prossimo 28 giugno, primo anniversario del colpo di Stato, e che l'obiettivo minimo del Fnrp è la raccolta di almeno un milione di firme. 
 
"L'Assemblea Costituente è una necessità inevitabile ed il popolo honduregno l'esige. I vari coordinamenti dipartimentali, municipali e locali del Fnrp s'incaricheranno di promuovere la Consultazione Popolare in tutto il paese, in coordinazione con la struttura nazionale", ha aggiunto il leader della Resistenza. 
 
Durante la marcia che si è realizzata a Tegucigalpa, migliaia di persone hanno firmato la Dichiarazione Sovrana per la Costituente e per più di tre ore hanno bloccato l'uscita Sud della capitale, paralizzando il traffico nazionale ed internazionale. 
 
"Quello che inizia oggi è un processo che ci permette di rifondare la nostra nazione - ha spiegato il leader dei liberali in resistenza, Rasel Tomé -. 
 
Hanno voluto imporre un colpo di Stato per frenare il processo di cambiamento in atto, ma si sono sbagliati. Il popolo honduregno ha continuato a resistere in modo pacifico e si è unito, creando il Fnrp, probabilmente la piattaforma politica e sociale più importante che il nostro paese abbia mai avuto", ha detto Tomé
 
Dopo più di tre ore e con l'arrivo dei corpi speciali della Polizia, i manifestanti hanno deciso di muoversi e marciare verso l'aeroporto internazionale, riconcentrandosi nella ribattezzata Piazza Isis Obed Murillo, primo martire della Resistenza honduregna. 
 
"Nei giorni scorsi, l'ex presidente Rafael Callejas ha detto che non riusciremo mai ad ottenere un'Assemblea Costituente, perché non abbiamo il sostegno della popolazione. 
Gli stiamo dimostrando - ha detto Juan Barahona concludendo l'attività - che la maggioranza degli honduregni lotta per questo obiettivo. Mostreremo all'oligarchia che ciò che hanno promosso il 28 giugno 2009 non ha fatto altro che posporre di alcuni mesi la decisione del popolo. 
 
La nostra lotta non si può frenare in nessun modo e continueremo a lavorare per struttura la Resistenza in tutto il paese", ha concluso Barahona
 
© (Testo Giorgio Trucchi  - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione  Italia-Nicaragua -  www.itanica.org )

Honduras: si inaugura la Radio Comunitaria “La Voz de Zacate Grande”


Ida Garberi*

“Io voglio unire il mio destino ai poveri del mondo”
Ernesto Che Guevara
Il 14 aprile 2010 mi hanno invitato ad una grande festa, per una vittoria ottenuta, come se fosse la nascita di una figlia……ed infatti per la penisola di Zacate Grande, nella penisola di Fonseca, in Honduras, l’inaugurazione della nuova radio comunitaria, “La Voz de Zacate Grande” e’ stato un parto difficile e complicato, fin dal principio, ostacolato e minacciato dall’oligarca assassino Miguel Facusse’. Trasmette sulla frequenza di 97.1 FM, nel raggio di 25 km, ed il suo numero di telefono e’ 7178220.
Tutta la violenza fisica e psicologica di uno degli uomini piu’ potenti di Honduras, che solo con la sua ricchezza potrebbe pagare il debito pubblico del paese, non ha potuto interrompere il sogno del Movimento di Recupero e del Titolo di Proprieta’ delle Terre di Zacate Grande (ADEPZA), che proprio il 14 aprile di quest’anno ha compiuto 10 anni di attivita’.
Gia’ dalle prime ore del mattino sono incominciati ad arrivare i rappresentanti delle diverse comunita’ del luogo, oltre ai compagni del COPINH (Consiglio Civico di Organizzazioni Populari e Civiche di Honduras), OFRANEH (Organizzazione Fraternale Negra Honduregna), diversi membri della Resistenza di Tegucigalpa, ( tra cui si incontravano Edwin Espinal, sposo della martire Wendy Elisabeth Avila e membro del grupo dei motociclisti, e Yolanda Chavarria, una delle nonne della Resistenza), la Resistenza di San Lorenzo e di Choluteca, Femministe in Resistenza, Radio Progresso, Radio Globo, MCA (Movimento Contadino dell’Aguan), Artisti in Resistenza, artista argentini, il collettivo Italia-CentroAmerica e l’organizzazione in difesa dei diritti umani COFADEH (Comitato dei Famigliari dei detenuti e scomparsi in Honduras).
All’inizio della celebrazione, uno dei dirigenti del movimiento per recuperare la terra, Benito Perez, ha fatto un riassunto di questi 10 anni difficili di lotta; nella zona dove e’ situata la sede della radio, circa 92 famiglie sono riuscite a recuperare 49 “manzanas” (una “manzana” corrisponde a 7000 metri quadrati), delle 5000 che l’usurpatore Facusse’ ha recintato per uso privato, dopo esserne entrato in possesso soprattutto comprando i funzionari dello stato o minacciando di morte i veri proprietari. Di queste “manzanas” la maggioranza sono spiagge, cosa che ha praticamente causato l’impossibilita’ dell’acceso al mare della popolazione, che oltre ad essere contadina, si dedica alla pesca.
Le 800 famiglie che vivono sulla penisola hanno una possessione naturale della terra, sono piu’ di 100 anni che vivono qui, ma non possono dimostrarlo dal punto di vista legale, stanno lottando soprattutto in base all’articolo 23 della legge generale sulla pesca, n.154 del 1959, cha afferma che “ i proprietari di terreni adiacenti alla spiaggia, non posso mettere delle recinzioni o innalzare edifici, costruzioni o coltivazioni a meno di cinquanta metri dalla spiaggia, e sempre devono esistere degli spazi adeguati per le necessità di pesca”.
Il Movimento di Recupero e del Titolo di Proprieta’ delle Terre di Zacate Grande (ADEPZA) e’ stato gia’ riconosciuto come un’entita’ giuridica; si sta inoltre occupando di ottenere la liberta’ dalle condanne di usurpazione della terra di 30 compagni arrestati ingiustamente, che stanno facendo ricorso alla Corte Suprema di Giustizia; altri 38 hanno gia’ ottenuto la liberazione dalle accuse per non aver commesso nessun delitto.
In seguito, la festa continua con i diversi saluti ed auguri dei partecipanti, la benedizione del sacerdote cattolico Fausto Milla e molta musica gioiosa suonata dal grupo musicale “Gli Allegri del Sud”.
Chiaramente, gia’ si sapeva che l’assassino Facusse’ non avrebbe gradito questa nuova forma di lotta pacifica, una nuova possibilita’ per mantenere informata ed unita la comunita’: gia’ la notte precedente all’inagurazione, uomini incappucciati, sicuramente sicari del latifondista, avevano sparato in aria, a scopo di intimidazione, ed avevano tirato delle pietre contro la casa dove erano ospitati i membri del COPINH.
Il giorno 14 la sua vendetta non si e’ fatta aspettare, mentre il gruppo musicale ritornava alla sua comunita’di residenza, La Flor, il nipote di uno dei musicisti, Jose’ Adin Vargas Osorio di  19 anni,  e’ stato aggredito con il calcio del fucile da uno scagnozzo di Facusse’, provocandogli un profonda ferita sulla guancia. Subito ci siamo mossi verso La Flor per ascoltare la testimonianza del ferito, che ha giustamente denunciato l’azione all’organizzazione per i diritti umani COFADEH. Sara’che in Cuba non siamo abituati a tanta presenza impune di armi, sara’ che forse sono molto sensibile ai soprusi, pero’ sono rimasta con la bocca aperta, quando la macchina dove viaggiavamo noi, solo cittadini pacifici honduregni, giornalisti stranieri e funzionari dei diritti umani SICURAMENTE DISARMATI e’ stata fermata da un grupo nutrito di sicari di Facusse’ armati fino ai denti con fucili M16 e fucili a pompa pretendendo ostacolare il passaggio ed ispezionare il veicolo. I funzionari dei diritti umani sono riusciti a persuaderli a lasciarci continuare.
Da questo, ho dedotto che il caro signor Facusse’ gode di impunita’ assoluta, con la sua arroganza dettata dal suo potere economico puo’ fare in Honduras tutto quello che desidera, perfino minacciare giornalisti stranieri (alla faccia della liberta’ di espressione!!!) e funzionari dei diritti umani senza che non succeda nulla, anzi, noi, quelli che parliamo, che denunciamo senza paura, da adesso in poi dobbiamo guardarci alle spalle perche’ abbiamo osato metterci contro il potente latifondista honduregno.
L’evidenza che Facusse’ non puo’ perdere e’ dimostrata dal fatto che pochi giorni dopo dall’inaugurazione, un anonimo ha fatto circolare la voce della presenza di una bomba nelle vicinanze dell’istallazione della radio (fatto che si e’ dimostato falso, ma che sicuramente voleva intimidire e spaventare la popolazione) e che due giorni fa cinque agenti della polizia della Direzione Generale di Investigazione Criminale (DGIC) sono arrivati alla radio per fotografare le istallazioni.
Il fatto piu’ interesante e’ il messaggio che portavano: sono arrivati su un motoscafo di proprieta’ dell’assassino Facusse’, accompagnati dai suoi sicari armati fino ai denti.
Tutto cio’ mi fa bollire il sangue: caro presidente Porfirio Lobo, che tipo di potere e’ il suo, se un privato corrotto e senza scrupoli puo’ utilizzare le forze dell’ordine statale a suo uso e consumo?
Lei e’ solo una marionetta che cerca di barcamenarsi tra il popolo massacrato ed un’oligarchia fascista che non ha nessuna pieta’? Abbia il coraggio di ammetterlo!!!
Stia attento, lei alla fine e’ solo un povero strumento che, se non obbedira’ agli ordini delle 10 famiglie padrone di Honduras potrebbe anche apparire in pigiama in qualsiasi paese del CentroAmerica!!!

*l’autrice e’ responsabile della pagina web in italiano di Prensa Latina

21 aprile, 2010

La base del MUCA accetta di firmare un accordo col governo


Giorgio Trucchi

In mezzo a slogan e pugni alzati il presidente Porfirio Lobo consegna le terre ai contadini in resistenza

Dopo la firma, il 14 aprile, di un atto ufficiale di compromesso, la base del Movimento Unificato Contadino dell'Aguán (MUCA) ha deciso di accettare la proposta del governo, secondo la quale le saranno consegnati 11.000 ettari di terra, tra piantagioni di palma africana e terreni incolti.

Dal 18 aprile oltre 2600 famiglie contadine, che da diversi anni hanno intrapreso una dura lotta per recuperare le terre usurpate loro dai latifondisti Miguel Facussé, René Morales e Reinaldo Canales, inizieranno a reinstallarsi nelle terre ottenute grazie all'accordo.

Delle 28 cooperative che compongono il MUCA, solo 3 hanno deciso di non firmare l'accordo col governo, in quanto hanno in corso cause legali in tribunale, che sperano vadano a buon fine, per riottenere la proprietà delle terre.

Sotto un controllo militare e poliziesco senza precedenti e con varie comunità contadine ancora circondate e minacciate da effettivi dell'esercito e della polizia, il presidente Porfirio Lobo è arrivato nella città di Trujillo, nella Valle dell'Aguán, per firmare l'accordo.

Ciò che sicuramente non si aspettava, è che centinaia di membri della Resistenza e delle organizzazioni contadine lo stessero aspettando per reclamare molto di più dell’accordo.

“Fuori i golpisti dall’Aguán”, “Dall'Aguán i golpisti se ne van”, “ Cosa vuole la gente? L'Assemblea Costituente” erano gli slogan che risuonavano nell'antica fortezza spagnola, in cui si celebrò l’evento, allorquando il presidente Lobo fece la sua comparsa per pronunciare un breve discorso alla gente riunita.

Tanto meno si aspettava che, all’intonare l'inno nazionale, tutta la delegazione del MUCA e buona parte dei presenti alzasse il pugno sinistro, come sempre fanno i partecipanti alle marce della Resistenza.

“Abbiamo avviato questo negoziato perché vi sono necessità reali da risolvere, ed è stato un processo che si è sviluppato in mezzo a pericoli, minacce e repressione. Comunque ci ha rafforzati”, ha affermato Rudy Hernández, membro della commissione negoziatrice del MUCA.

“Non possiamo dimenticare che durante questi anni di lotta abbiamo perso diversi compagni. Sono 6 i contadini assassinati, li porteremo sempre nei nostri cuori, e questo ci servirà per continuare a lottare contro il potere di chi vuole tenere la ricchezza concentrata in poche mani.

Quest’accordo - ha spiegato Hernández - riconosce che la terra deve rimanere in mano ai contadini, perché la lavorano con amore e sacrificio”.

Il membro del MUCA ha pure ricordato che non daranno impulso solamente alla coltivazione di palma africana, ma anche ad altri progetti per garantire l’indipendenza alimentare di migliaia di famiglie, pertanto ha chiesto al presidente Porfirio Lobo l'appoggio necessario per affrontare tale sfida.

La firma dell'accordo è stata anche occasione, per gli avvocati del MUCA, di chiedere la fine della repressione contro le organizzazioni contadine. Attualmente sono in corso oltre 200 processi contro membri di queste organizzazioni e non si è fermata l'ondata repressiva e la militarizzazione nel Bajo Aguán.

In mezzo all'entusiasmo per il risultato conseguito, che per il MUCA continua a rappresentare solo l'inizio di un processo che vuole arrivare al recupero di tutte le terre usurpate, era evidente la distanza tra il presidente Lobo e l'altro attore di questa difficile situazione che si è creata nell'Aguán: i proprietari terrieri, che pretendono di mantenere il controllo della maggior parte delle terre della zona.

Ad una domanda su questo tema, che la Lista Informativa “Nicaragua y mas” riuscì a fare al presidente, nonostante il ferreo controllo del suo apparato di sicurezza, Porfirio Lobo rispose molto schiettamente che “tutto era risolto”.

Poche ore dopo cominciò a circolare la notizia che il potente produttore di palma Miguel Facussé Barjum, avrebbe iniziato un processo per appellarsi in tribunale contro la decisione del presidente.

http://nicaraguaymasespanol.blogspot.com/2010/04/bases-del-muca-aceptaron-firmar-acuerdo.html

Da: http://voselsoberano.com/v1/index.php?option=com_content&view=article&id=5027:bases-del-muca-aceptaron-firmar-acuerdo-con-el-gobierno&catid=1:noticias-generales

Tradotto da Adelina Bottero

12 aprile, 2010

Il Nicaragua riconosce il governo honduregno di Porfirio Lobo

L'improvviso incontro a Managua tra il presidente nicaraguense Daniel Ortega e il suo omologo honduregno, Porfirio Lobo, rappresenta un ulteriore passo in avanti della strategia europea e nordamericana verso la normalizzazione della regione centroamericana.

Durante un incontro privato a cui hanno avuto accesso solo i mezzi d'informazione legati al governo sandinista, il presidente Ortega ha letto una Dichiarazione congiunta firmata successivamente dai due governanti.

Principale obiettivo di questo documento è cercare di ratificare gli accordi firmati nel passato tra i due paesi sul traffico e commercio marittimo nel Golfo di Fonseca - zona dell'Oceano Pacifico su cui si affacciano Nicaragua, Honduras ed El Salvador - e continuare il processo di implementazione della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia della Aja sui confini marittimi tra Honduras e Nicaragua nell'Oceano Atlantico.

Temi sicuramente molto delicati per il governo sandinista, che ha ereditato dai governi precedenti altri conflitti di frontiera con il Costa Rica (Río San Juan) e la Colombia (delimitazione dei confini marittimi nell'Oceano Atlantico).

La Dichiarazione assume comunque un significato che va oltre il suo contenuto e rappresenta un vero e proprio riconoscimento del governo di Porfirio Lobo, che fino a pochi giorni fa veniva ancora considerato illegittimo in quanto sorto da un processo elettorale costellato da brogli ed irregolarità e da una situazione di rottura istituzionale che non è mai stata sanata.

Un primo passo verso il ritorno nell'Osa

Nonostante le continue denunce che provengono dall'Honduras circa l'inarrestabile ondata di violenza contro i membri della Resistenza - proprio in queste ore l'intera zona del Bajo Aguán è stata militarizzata e si teme un massacro dei contadini che hanno iniziato un processo di recupero delle terre che sono state usurpate loro da latifondisti - e l'appello fatto dal Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp, alla comunità internazionale affinché non riconosca il governo di Lobo, sembra che la reintegrazione dell'Honduras nelle principali istanze internazionali sia solo questione di tempo.

Dopo l'insediamento di Porfirio Lobo alla Presidenza, sarebbero già più di una decina le persone legate alla Resistenza assassinate da corpi paramilitari, tra cui 5 giornalisti e vari maestri e sindacalisti.

L'incontro tra i due presidenti centroamericani, che avrebbe dovuto precedere una riunione tra i governanti centroamericani per discutere il ritorno dell'Honduras nel Sistema d'integrazione centroamericano, Sica, e che è stata sospesa all'ultimo momento per presunti "impegni" del presidente salvadoregno, Mauricio Funes, rappresenta anche il primo riconoscimento del governo Lobo da parte di un paese dell'ALBA.

Per le prossime ore è prevista la circolazione di un comunicato del Fnrp riguardante la decisione presa dal governo nicaraguense. Durante la giornata di sabato 10 aprile, una delegazione della Resistenza honduregna ha partecipato a Managua all'incontro mesoamericano dei partiti di sinistra dell'area e si è riunita privatamente con il presidente Ortega, senza però rilasciare dichiarazioni sul contenuto dell'incontro.

© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

08 aprile, 2010

APPELLO URGENTE HONDURAS: LA RIFONDAZIONE DELLA SPERANZA

Puedes leerla en español en:

http://www.cronicas-inconvenientes.blogspot.com/

potete aderire scrivendo a copinh@copinh.org

HONDURAS NO ESTÁ SOLA!!
SOLIDARIDAD INTERNACIONALISTA CON LA RESISTENCIA!!

Arriviamo a La Esperanza, dipartimento di Intibucá, al II Incontro per la Rifondazione dell’Honduras, da diverse parti dell'America Latina e del mondo.
Arriviamo dalle nostre specifiche resistenze.
Arriviamo dai nostri percorsi propri, lungo i quali abbiamo anche conosciuto colpi di stato, dittature ed oppressioni.
Siamo venuti, perché non accettiamo che in America Latina si pretenda di perpetuare il continuismo istituzionale di un governo sorto da un colpo di stato. Perché sentiamo come proprie le ferite e le assenze di ognuna delle compagne e dei compagni assassinati dal regime dittatoriale che oggi esiste in Honduras, insediatosi il 28 giugno 2009. Perché ci fanno male i pestaggi, le torture, il maltrattamento che ricevono i corpi delle indigene e degli indigeni, delle donne, della comunità lgttbi (lesbiche, gay, transessuali, travestiti, bisessuali), dei contadini e contadine, dei popoli neri, degli uomini, donne, giovani, anziane ed anziani, bambini e bambine che sono parte di una resistenza eroica, alla quale rendiamo omaggio e tributo.
Siamo venuti per dire “ORA BASTA!” alla politica imperialista che appoggia le oligarchie del continente per far valere gli interessi delle compagnie multinazionali, che pretendono di saccheggiare i beni della natura, che distruggono ed inquinano i territori, le acque, l'aria, che ammazzano, fanno ammalare e reprimono le popolazioni; in un nuovo momento di ricolonizzazione dell'America Latina.
Siamo venuti perché sappiamo che in Honduras sono in gioco il futuro del continente, le possibilità di avanzamento o arretramento delle forze popolari latinoamericane, il rischio di guerre ed interventi piuttosto che la stabilizzazione del continente come territorio di pace.
Siamo venuti perché La Esperanza e La Resistenza in Honduras, sono dibattito collettivo e creazione di alternative popolari a tutte le forme di dominazione ed oppressione. Sono sfide allo sfruttamento capitalistico, all'oppressione patriarcale, al razzismo, al colonialismo, all'imperialismo.
Noi qui presenti fisicamente, e coloro che sono presenti attraverso le diverse forme di comunicazione che, come popolo, abbiamo trovato, vogliamo rivolgere al mondo la riflessione e l’appello seguenti.

RIFLESSIONE

1. Il governo capeggiato da Porfirio Lobo è illegittimo. Deriva da un colpo di stato che ha destituito il presidente costituzionale Mel Zelaya. La politica continuista di Porfirio Lobo pretende di lasciare impuniti i crimini commessi dal fascista Micheletti e dal suo governo, dai suoi giudici, dai suoi deputati, dai suoi mezzi d’informazione, dalla gerarchia della Chiesa Cattolica; politica continuista che parla di “riconciliazione” attraverso una “commissione della verità”, che ha come obiettivo istituire una finzione democratica, sulla base dell’oblio dei crimini e del perdono ai criminali.
2. Il governo di Porfirio Lobo, frutto di una frode elettorale realizzata per perpetuare gli interessi dei gruppi di potere - minacciati dalla mobilitazione popolare che avanzava verso un processo costituente - continua a reprimere la resistenza, attraverso l'assassinio selettivo dei leader, lo sgombero violento delle comunità in lotta. Il rafforzamento del fondamentalismo e del patriarcato si traduce in maggiore violenza contro i corpi delle donne, nell'aumento dei femminicidi e nell'enorme crescita dei crimini contro la comunità lgttbi.
3. Questo governo è responsabile anche dell’arretramento nelle conquiste sociali fondamentali. Costituisce una minaccia per tutta l'America Latina, perché favorisce la riarticolazione nel continente della destra conservatrice e del militarismo, rafforzando le politiche interventiste e d’ingerenza, la guerra, la criminalizzazione e la trasformazione delle lotte sociali in casi giudiziari perseguiti legalmente, il tutto promosso dal governo e dai settori del potere statunitense e mondiale.
4. C'indigna la decisione del governo USA, che dopo aver ispirato e favorito il golpe, fa pressioni dirette sulle decisioni di altri governi, cercando il riconoscimento del golpismo.
5. C'indigna che in America Latina o Europa governi che si dicono democratici, sorti in alcuni casi della scelta di popoli che hanno conosciuto dittature, facciano oggi prevalere gli interessi delle multinazionali e dell'imperialismo, e procedano al riconoscimento di un governo illegittimo.
6. Apprezziamo la decisione dei governi dell'ALBA di disconoscere il governo honduregno. Auspichiamo che questa posizione si mantenga e si rafforzi, riconoscendo da parte della stessa, la RESISTENZA HONDUREGNA.
Sappiamo bene che i movimenti sociali che stanno promuovendo in maniera autonoma l'ALBA, come un processo d’unità ed integrazione dal basso, possono essere fondamentali nella battaglia per costituire quell’autorità collettiva, che combatta per la sovranità alimentare, energetica, territoriale, che rafforzi la lotta dei popoli dell'America Latina, sostenendo il motto: L’HONDURAS NON SE NE VA DALL’ALBA.

APPELLO

- Facciamo appello ai movimenti popolari di tutto il mondo, affinché sostengano la spinta alla mobilitazione internazionale che ripudia il colpo di stato. È necessario moltiplicare le azioni pubbliche volte a denunciare i crimini della dittatura Micheletti e della sua continuità nel governo di Porfirio Lobo, ed a costruire una forte solidarietà con la Resistenza in Honduras.
- Facciamo appello alle organizzazioni del popolo, a partecipare ai dibattiti per la Rifondazione dell’Honduras, in un processo che tenda a dare sempre maggiore legittimità e riconoscimento mondiale, dal basso e da sinistra, dal cuore dei popoli, alla convocazione di un’Assemblea Popolare Costituente in Honduras.
- Facciamo appello ai mezzi d’informazione alternativi, ed alle/agli attivisti di comunicazione popolare, affinché intensifichino reti che permettano di rompere l’accerchiamento mediatico istituito dai grandi mezzi di manipolazione e disinformazione di massa.
- La Rifondazione dell’Honduras significa un passo verso la rifondazione dell'America Latina e dei Caraibi, come un intenso processo di decolonizzazione del continente, di resistenza alle politiche delle compagnie multinazionali e dell'imperialismo, di lotta contro le oppressioni che derivano dallo sfruttamento capitalistico, dal giogo patriarcale e razzista. È anche un cammino verso la creazione di un’unità continentale che garantisca l’integrazione dei nostri sogni, esperienze sociali, culture diverse e fiducia reciproca.

INSIEME AL POPOLO HONDUREGNO, VERSO LA RIFONDAZIONE DEL PAESE,
VERSO L'EMANCIPAZIONE DEL CONTINENTE.
A LA ESPERANZA STA LA SPERANZA.


Primi firmatari:
- Red internacionalista de solidaridad con la Resistencia Hondureña.
- Movimiento Social Nicaragüense “OTRO MUNDO ES POSIBLE”
- Comité Zapatista de Solidaridad. Nicaragua.
- Feministas Inconvenientes de Argentina
- Equipo de Educación Popular Pañuelos en Rebeldía – Argentina
- Movimiento Sin Tierra de Brasil.
- Rachel Lindsay, SosteNica Inc. y Bay Area Latin America Solidarity Coalition, Nicaragua/New Cork
- Esmeralda Cajas Cuesta, Abogada y Notaria independiente, Guatemala.
- Collettivo Italia-Centro America, CICA
- Convergencia de los Movimientos los Pueblos de las Américas – COMPA
- Centro Memorial Dr.Martin Luther King,Jr , CUBA
- Héctor Endara Hille. Panamá Profundo
- Dale Sorensen – Task Force on the Americas. USA
- Pablo Romo. Coordinador del Observatorio de la conflictividad social. SERAPAZ. México
- Gustavo Fuchs. Código Sur. Costa Rica
- Santiago Hoerth . Código Sur (América Latina) - Asociación Nuestra América (Argentina)
- Martín Almada (Premio Nobel Alternativo de la Paz / Descubridor de los Archivos del Terror – Paraguay).
- Movimiento por el Rescate del Sandinismo (Nicaragua)
- Red de Hermandad y Solidaridad con Colombia.
- Gloria Cuartas. Colectivo Otra Colombia es Posible
- Gustavo Perez Ramírez. Periodista. Ecuador
- Colectivo de Lesbianas Feministas Josefa Camejo – Equipo Editorial de Insurrectasypunto. Venezuela
- María Eugenia Días. Feminista guatemalteca.
- MOVIMIENTO NACIONAL CAMPESINO INDÍGENA – ARGENTINA
- FRENTE POPULAR DARÍO SANTILLÁN – ARGENTINA
- Gonzalo Basile, Presidente de Médicos del Mundo- Coordinador Foro Social de Salud y Medio Ambiente ARGENTINA.
- Alejandra Ciriza. Colectiva feminista Las Juanas y las otras y de la Campaña Nacional por el Derecho al Aborto Legal, Seguro y Gratuito. Mendoza
- Brigadas populares. MG/ Brasil
- Frei Betto. Brasil

per vedere gli aggiornamenti delle adesioni:
http://cronicas-inconvenientes.blogspot.com/2010/04/declaracion-honduras-la-refundacion-de.html

HONDURAS: Bajo Aguán: una polveriera sul punto di esplodere

Bajo Aguán: una polveriera sul punto di esplodere
Dirigenti contadini del MUCA denunciano l'inconsistenza della proposta del governo e la collusione con i latifondisti produttori di Palma Africana

Il grave conflitto agrario che si trascina da decenni nella zona del Bajo Aguán, nella zona nord-orientale dell'Honduras, ha registrato una preoccupante impennata dopo il colpo di Stato del 28 giugno 2009 (Leggi "Palma insanguinata" http://www.itanica.org/modules.php?name=News&file=article&sid=849)

Secondo i membri del Movimento contadino unificato dell'Aguán, Muca, agli inizi degli anni 60 venne promulgata la Legge di Riforma Agraria, mediante la quale venne concesso a migliaia di famiglie contadine in situazione di estrema povertà il diritto di possesso su grandi estensioni di terre pubbliche e private.

Durante gli anni 70, lo Stato assegnò ad imprese contadine i diritti su migliaia di ettari di terra coltivati a palma africana, nella regione conosciuta come la Valle dell'Aguán. Nonostante ciò, all'inizio degli anni 90, il Congresso approvò la Legge per la Modernizzazione e lo Sviluppo del Settore Agricolo, con la quale cercava di spogliare le imprese contadine dei loro diritti su circa 20 mila ettari delle migliori terre, favorendo latifondisti locali e stranieri.

Sempre secondo il Muca, questa manovra permise la vendita degli attivi di 40 imprese contadine a favore dei latifondisti Miguel Facussé Barjum, René Morales - di origine nicaraguense e fratello dell'attuale vicepresidente della Repubblica, Jaime Morales Carazo - e Reynaldo Canales.

Un processo di acquisizione di terre caratterizzato da molte irregolarità, le quali vennero studiate a fondo dai membri delle cooperative, scoprendo che l'atto di compravendita stabiliva che i compratori avrebbero utilizzato le terre per la coltivazione e produzione, ma che la proprietà sarebbe rimasta nelle mani dello Stato per usi di Riforma Agraria.

Nel 2001 le organizzazioni contadine iniziarono un processo di reclamo delle terre e dopo un lungo processo, lo Stato riconobbe ai latifondisti il diritto di uso in concessione. Tale diritto è ormai scaduto dal 2005 e secondo questi accordi, le terre sarebbero dovute ritornare allo Stato, cosa che non è mai accaduta.

Dopo una lunga stagione di proteste, manifestazioni, occupazioni di terre e vie d'accesso alle piantagioni di palma africana, nel 2009 iniziarono le negoziazioni, durante le quali il Muca presentò una proposta di accordo per risolvere il conflitto.

Due settimane prima del colpo di Stato, le parti (Istituto nazionale agrario, latifondisti e organizzaizoni contadine) firmarono un accordo, avallato dal presidente Manuel Zelaya Rosales, il sindaco di Tocoa ed il governatore del departamento di Colón, con il quale decisero di creare una commissione tripartita per rivedere l'intero procedimento legale usato per l'acquisizione delle terre da parte dei latifondisti.

Ma il colpo di Stato bloccò qualsiasi processo di negoziazione ed i latifondisti ne approfittarono per fare tabula rasa degli accordi, forti del loro potere di controllo sui nuovi assetti politici post golpe.

Fu così che lo scorso 9 dicembre 2009, il Muca decise che era il momento di passare all'azione ed iniziò una gigantesca operazione di recupero delle terre, provocando la reazione violenta dei corpi di sicurezza privati dei latifondisti e dei corpi repressivi dello Stato, questi ultimi "autorizzati" da vari ordini giudiziali di sgombero.

I mesi di gennaio e febbraio 2010 sono stati caratterizzati da violenti scontri che hanno lasciato sul terreno dell'Aguán morti e feriti, ai quali si sono aggiunte violente campagne mediatiche lanciate dai principali mezzi informativi contro le organizzazioni del Muca.

Per nessuno è un segreto che i principali giornali, radio e canali televisivi siano saldamente in mano ai potenti settori dell'impresa privata e alle famiglie che controllano la politica e l'economia del paese.

Un dialogo ridicolo

Lo scorso 24 marzo, il Muca ha finalmente ricevuto una proposta del governo per risolvere il grave conflitto agrario.

Tuttavia, le proposte del governo e dell'Istituto nazionale agrario, Ina, non sembrano puntare al riconoscimento dei diritti delle organizzazioni contadine su migliaia di ettari di terra usurpate dai potenti latifondisti, né a riprendere le negoziazioni iniziate durante il governo Zelaya.

Secondo Rudy Hernández, membro del Muca, "Il governo pretende una risposta immediata alla proposta, mentre noi dobbiamo analizzarla e discuterla con la base perché ci sono molti punti poco chiari".

Il testo della proposta non menziona, ad esempio, l'accordo firmato pochi giorni prima del colpo di Stato e nemmeno spiega l'ubicazione esatta delle terre - circa due ettari per famiglia - che lo Stato acquisirebbe per poi darle ai membri del Muca e che sono proprietà della Società Agricola Cressida dell'Aguán S.A., impresa controllata dallo stesso Miguel Facussé.

E se ciò fosse poco, nella proposta si vorrebbe convincere i contadini a firmare un accordo di coinvestimento con le aziende che processano i semi della palma africana, anche in questo caso di proprietà di Miguel Facussé e René Morales - Società Agricola Cressida dell'Aguán S.A. ed Impresa Agropalma S.A. -, obbligandoli a vendere loro e solo a loro, la produzione.

Inoltre, i membri del Muca dovranno assumere il debito con lo Stato per l'acquisto della terra.

Paradossalmente, il governo di Porfirio Lobo non solo starebbe riconoscendo il diritto di proprietà dei latifondisti su migliaia di ettari di terra, gettando nella spazzatura gli accordi firmati prima del colpo di Stato, ma addirittura vorrebbe incrementare i loro affari comprando loro la terra e obbligando i contadini a vendere loro la produzione di semi.

Una volta processati, i semi verranno trasformati in vari prodotti (margarina, oli vegetali, sapone, etc) e commercializzati a livello nazionale ed internazionali da corporazioni e multinazionali - Consorzio Dinant e Unilever - molto spesso di proprietà degli stessi latifondisti o delle potenti famiglie honduregne.

Un giro d'affari impressionante, che riguarda anche la produzione di agrocombustibili, che dà l'idea della portata dello scontro in atto.

Dialogo e minacce non è dialogo

Nonostante l'inizio del dialogo, la violenza nell'Aguán non si è arrestata.

Il 1 marzo, il quotidiano La Prensa, di proprietà dell'imprenditore Jorge Canahuati, ha pubblicato un reportage in cui si accusava il Muca di organizzare una guerriglia armata nelle terre recuperate. Da quel momento è iniziata una costante campagna mediatica contro il movimento contadino e sono state spostate truppe dell'esercito e della polizia nella zona.

Il 14 marzo, è stato brutalmente assassinato il giornalista di Canale 5 di Tocoa, Nahun Palacios, il quale aveva ripetutamente denunciato la violenza dei corpi repressivi contro i membri del Muca.

Il 1 aprile, il giovane Miguel Alonso Oliva, di 22 anni, membro del Muca, è stato ucciso con vari colpi di fucile R15 alla schiena dalle guardie private di René Morales, durante il tentativo di recupero di terre appartenenti alla ex cooperativa "25 Aprile".

Secondo il Muca e varie organizzazioni nazionali ed internazionali, tra cui Fian Honduras e il Comitato dei famigliari di detenuti scomparsi in Honduras, Cofadeh, l'esercito e la polizia starebbero per lanciare una feroce offensiva - chiamata "Operazione Tuono" - per sgomberare le migliaia di famiglie che hanno recuperato le loro terre.

Il Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp, ha denunciato che "continua il clima di inquietudine creato dall'oligarchia terriera e dal regime di fatto, usando gli apparati di sicurezza dello Stato che collaborano attivamente con gruppi paramilitari, minacciando costantemente la vita delle famiglie contadine che esigono il loro diritto di potere lavorare la terra".

Secondo Rudy Hernández, lo stesso Porfirio Lobo avrebbe minacciato lo sgombero. "Ci ha detto che se è necessario, non lo penserà due volte a mobilitare tutti i battaglioni dell'Honduras per dissolverci.

Noi rifiutiamo questa campagna mediatica e questa strategia del terrore. Non abbiamo paura perché sappiamo che stiamo facendo la cosa giusta. Stiamo difendendo il diritto che ha ogni essere umano di potere avere accesso alla terra", ha concluso Hernández.

© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

06 aprile, 2010

Stop ai piani di guerra e tortura contro i contadini dell’Aguàn Aprile insanguinato 2010 - Operazione Tuono

Stop ai piani di guerra e tortura contro i contadini dell’Aguàn
Aprile insanguinato 2010 - Operazione Tuono
Stimati amici ed amiche della Comunità Nazionale ed Internazionale e delle Organizzazioni dei Diritti Umani.
Sto inviando un comunicato urgente dei contadini dell’Aguàn, luogo in cui è imminente l'invasione da parte delle forze di esercito, polizia, sicari, torturatori e guardie private delle imprese di agrocombustibili, ed a rischio la vita di 7000 persone, con possibile massacro di donne incinte, bambini, bambine, anziani e giovani contadini. E’ in atto una vera e propria caccia all’uomo da parte delle forze repressive dello stato, a danno dei dirigenti del Movimento Unificato Contadino dell’Aguàn (MUCA) e del dirigente del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare
Wilfredo Paz Reyes - Tegucigalpa, 2 aprile 2010

ALLERTA... Contadini dell’Aguàn, nell’Honduras settentrionale, subiranno repressione nelle prossime ore.
Il Movimento Unificato Contadino dell’Aguàn denuncia al popolo honduregno ed alle organizzazioni nazionali ed internazionali dei diritti umani:
1. L'assassinio del nostro compagno contadino Miguel Angel Alonso fa parte della nuova strategia di sterminio del MUCA, da parte dei proprietari terrieri Miguel Facusse, Reinaldo Canales e René Morales, con la partecipazione dell'esercito, della polizia nazionale preventiva e della base navale di Puerto Castilla.
2. Gruppi di paramilitari, militari, e poliziotti sono addestrati presso il 4° battaglione di fanteria della Ceiba, Atlántida, sotto il comando di Billy Joya, nelle installazioni dell’impresa d’esportazioni dell'Atlantico nella comunità di Quebrada de Agua, municipio di Tocoa, e negli insediamenti del 15° battaglione presso la comunità di Rio Claro, municipio di Trujillo, dipartimento di Colòn.
3. A partire da martedì 6 aprile interverranno militarmente in maniera violenta e sanguinosa, repressione denominata Operazione Tuono. Prevedibile la militarizzazione delle terre che occupiamo attualmente, con la collocazione di mine distruttive e trappole, l’applicazione di misure quali l’arresto e l'assassinio di dirigenti del MUCA e del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, nonché la detenzione in massa di contadini e contadine.
4. La polizia e l'esercito di Colòn operano con veicoli dei latifondisti con targhe private, armati di AK47, con passamontagna, e insieme ai paramilitari effettuano quotidianamente operazioni contro il MUCA.
5. Riteniamo responsabili gli imprenditori proprietari terrieri, l'esercito nazionale, la polizia nazionale preventiva e l'attuale governo per le morti che sono già avvenute e per il sangue innocente che potrà scorrere nello svolgimento dell'operazione tuono.

PER LA TERRA, PER LA PATRIA, PER I NOSTRI FIGLI,
CONTINUEREMO LA LOTTA FINO ALLA VITTORIA

Tocoa, Colòn, Honduras - 2 aprile 2010
MOVIMENTO UNIFICATO CONTADINO DELL’AGUAN
www.movimientomuca.blogspot.com

Tradotto da Adelina Bottero

04 aprile, 2010

HONDURAS: DNIC : starebbe preparando circa 130 fascicoli contro membri della Resistenza

giovedì 1 aprile 2010

Dina Meza - www.defensoresenlinea.com
La DNIC, Direzione Nazionale d’Investigazione Criminale, starebbe elaborando circa 130 fascicoli contro membri della Resistenza, come nei peggiori momenti della decade degli ‘80, col proposito non soltanto di averne a disposizione i profili personali, bensì d’intimorirli smembrando in questo modo la Resistenza in Honduras.
Il 10 settembre 2008 due agenti dell’investigazione, che stavano realizzando attività di spionaggio e trafugamento di dati personali, furono catturati da membri del sindacato dei Lavoratori dell'Università Nazionale Autonoma dell’Honduras (SITRAUNAH), all'interno del primo dipartimento degli studi.
Agli agenti in incognito furono sequestrate le armi, targhette di regolamento ed un elenco contenente i nomi di 135 dirigenti del movimento sociale honduregno.
In quell'elenco appariva cancellato il nome della Segretaria Generale della Confederazione dei Lavoratori dell’Honduras (CTH) Altagracia Fuentes, morta il 23 aprile 2008, crivellata dai colpi sparati da individui incappucciati e fortemente armati, che intercettarono il veicolo su cui stava viaggiando insieme ad altre due persone, anch’esse decedute.
Questa volta sarà la stessa DNIC incaricata a redigere fascicoli, e non sarebbe strano venissero appioppati delitti comuni per spedire la gente in prigione, il tutto col fermo proposito di rovinare il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP), rispetto al quale il Ministro per la Sicurezza, Óscar Álvarez, ha annunciato che non ha ragione di esistere e pertanto dev’essere smantellato.
Tutto ciò servirebbe a nascondere la persecuzione politica contro i membri della Resistenza a fronte della pressione internazionale sul regime di Porfirio Lobo Sosa, affinché cessi le azioni che pregiudicano i diritti umani ed il clima di riconciliazione, che egli tanto proclama per ottenere il proprio riconoscimento.
La fonte riservata che ha offerto l'informazione, ha segnalato che il lavoro è già iniziato, la DNIC ci si sta dedicando a tempo pieno, per cercare con tutti i mezzi possibili di far naufragare un progetto popolare, che si è consolidato nonostante la repressione.
La repressione a tutti i costi va di pari passo con una consultazione popolare programmata dal FNRP per il prossimo 28 giugno, ad un anno dall'esecuzione del colpo di stato contro il presidente Manuel Zelaya Rosales. Il cammino proseguirà verso un’Assemblea Nazionale Costituente, l'unica forma per ristabilire le istituzioni del paese.

http://voselsoberano.com/v1/index.php?option=com_content&view=article&id=4834:unos-130-expedientes-contra-miembros-de-la-resistencia-estaria-preparando-la-dnic&catid=1:noticias-generales


Tradotto da Adelina Bottero

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HONDURAS: ALLERTA BAJO AGUAN!

CODEH: Comunicato
sull'assassinio di Miguel Alonso Oliva del MUCA

www.voselsoberano.com - giovedì 1 aprile 2010

Alla luce degli avvenimenti odierni nel Bajo Aguàn - Assassinio di Miguel Alonso Oliva

Venerdì 26 marzo 2010 agli uffici del Comitato per la Difesa dei Diritti Umani in Honduras (CODEH) arrivò la telefonata della moglie di un poliziotto: “Vi parlo a nome di oltre trenta poliziotti, che da più di quindici giorni sono tenuti rinchiusi negli insediamenti del Comando Regionale della Polizia di Tocoa, Colón, sono la moglie di uno di loro. Quei poliziotti vengono da varie regioni del paese, come La Paz, Comayagua, Choluteca ed altre, li chiamarono e dissero loro di prepararsi per una missione a Tegucigalpa ma, una volta a Tegucigalpa, furono inviati nell’Aguàn, Colòn. Chiamo perché otteniate un'ispezione in quella questura, poiché gli agenti affermano che li stanno addestrando a commettere atti contrari alla legge, stanno offrendo loro paghe migliori e se succede qualcosa che li coinvolga, verranno immediatamente trasferiti ai loro posti di provenienza; dicono che li porteranno a scontrarsi coi guerriglieri e che per questa ragione li pagheranno bene; fanno loro patire la fame e incolpano di questo coloro con cui presto andranno a combattere”. Ricevuta la denuncia, il Presidente del CODEH, Andrés Pavón, l’ha resa nota attraverso Canal 36.

Sappiamo che, in seguito a ciò, il Delegato dipartimentale dei diritti umani, il Sig. Juan Fraño, ricevette una denuncia simile da uno dei poliziotti rinchiusi nelle installazioni della Direzione dipartimentale di Tocoa; immediatamente dopo si presentò alla suddetta questura per la dovuta ispezione, ma gli fu negato l'accesso agli insediamenti; un tale comportamento degli ufficiali di polizia di quella questura, conferma l’appello angosciato di una delle mogli agli uffici del CODEH.

I fatti di oggi, 1 aprile
La morte avvenuta oggi del ventiduenne Miguel Alonso Oliva, membro del Movimento Unificato dei Contadini dell’Aguàn (MUCA), nel tentativo di recuperare terre nazionali accaparrate o usurpate dal latifondista produttore di palma Renè Morales, è un indicatore indiscutibile dell'irregolare ed irresponsabile alleanza tra imprenditori ed alti funzionari del sistema di Sicurezza del paese, che stanno stipulando contratti con poliziotti in servizio per realizzare pratiche di paramilitarismo al servizio di tre grandi proprietari terrieri e produttori di palma nel paese.

Alla luce dei fatti e considerando che il Capo della questura dipartimentale di Colon ha negato l'accesso al rappresentante della Commissione dipartimentale dei Diritti Umani, ci aspettiamo che il Delegato agisca conformemente al suo mandato e risponda a quest’aggressione alla legge ed al suo stesso mandato, che s’informi sulla situazione degli oltre trenta poliziotti che si trovano nelle installazioni. E’ possibile che, quando gli verrà concesso l'ingresso, ormai non siano più lì, ma bisogna stare attenti a ciò che farà il Delegato Nazionale dei Diritti Umani, a fronte di una flagrante offesa al suo mandato.

Ulteriori informazioni
Membri di CODEH che si trovano sul posto, hanno ricevuto la seguente informazione: “Il Sig. Billy Joya Amandola è stato assunto da impresari per coordinare operazioni nella zona, ed attualmente si trova nelle installazioni del 4° Battaglione di Fanteria, con sede nella città della Ceiba, Atlantide. Qui si suppone si stia addestrando un gruppo di paramilitari per azioni di assalto e difesa del territorio; un altro gruppo fa pratica in un cantiere vicino ad una cascata, nel Municipio di Tocoa ed un altro presso il 15°Battaglione di Fanteria, insediato nel villaggio di Rio Claro, giurisdizione del Municipio di Trujillo, dipartimento di Colòn.

Il CODEH esprime preoccupazione. Secondo le informazioni in nostro possesso, è deducibile che i trenta poliziotti selezionati dai diversi settori del paese, possano essere usati per inscenare un falso combattimento, esibendo poi ai mezzi d’informazione dei morti nella zona, confermando così l'esistenza di una resistenza armata locale, con cui giustificare lo sgombero dei contadini, ammazzati a decine, ottenendo il controllo delle terre e, per maggiore sicurezza, la loro militarizzazione. Coloro che stanno architettando ciò, starebbero abusando del mandato del Sig. Porfirio Lobo Sosa, che ha sostenuto che nel suo governo i diritti umani saranno una politica dello Stato e non una politica di aggressione degli stessi.

In conclusione
Facciamo appello ai rappresentanti del governo, compreso l'Istituto Nazionale Agrario, a tener conto di quanto esposto, della morte odierna di un contadino del MUCA e presumibilmente di due poliziotti o paramilitari durante lo scontro, degli oltre otto feriti e del divieto d’ispezione al Delegato Dipartimentale dei Diritti Umani da parte dell'ufficiale incaricato della Questura Dipartimentale di Tocoa, cose che mettono a prova la teoria di questo governo di essere rispettoso dei diritti umani. Il CODEH chiederà a chi di dovere di estendere l'ispezione ai comandi
superiori, esecutivi e di polizia, per individuare chi sta permettendo il subappalto di poliziotti per atti di paramilitarismo al servizio di proprietari terrieri. Chiederà parimenti la sospensione immediata dell'ufficiale che negò l'ispezione ad un funzionario dei diritti umani.

CODEH si unisce all’appello del MUCA per ritornare alla stipula dell’Accordo firmato tra le parti pochi giorni prima del colpo di stato, che prevedeva la formazione di una commissione tripartita che rivedesse il procedimento legale utilizzato per l'acquisizione della terra da parte dei proprietari terrieri. Allo stesso modo CODEH propone di utilizzare la diplomazia cittadina come mezzo orientato a trovare una risposta positiva tra le parti in conflitto; faremo in concreto una proposta in questa direzione, se verrà accettata; per nostra esperienza, crediamo che i venditori di guerra stiano tentando di portare le parti ad un conflitto armato che potrebbe degenerare in una crisi peggiore di quella odierna.

Tegucigalpa, 1 aprile 2010

LOTTIAMO PER LA PACE DIFENDENDO I DIRITTI UMANI E LA GIUSTIZIA

http://voselsoberano.com/v1/index.php?option=com_content&view=article&id=4833:comunicado-codeh-ante-el-asesinato-de-miguel-alonso-oliva-del-muca&catid=1:noticias-generales

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Assassinato stamattina contadino del MUCA
www.voselsoberano.com - giovedì 1 aprile 2010

FIAN - HONDURAS
(Food First Information & Action Network)
Organizzazione Internazionale dei Diritti Umani per il Diritto ad Alimentarsi

Comunicato

Oggi, alle 6:00 del mattino, è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco il giovane Miguel Alonso Oliva, 22 anni, da una guardia di sicurezza di una delle piantagioni di palma africana nella Valle dell'Aguán, quando il suo gruppo di contadini, affiliato al Movimento Contadino Unificato dell'Aguán (MUCA), stava occupando le terre dell’azienda Bolero di proprietà di René Morales.

In questo momento la popolazione contadina della Valle dell'Aguán sta vivendo sotto forte tensione, provocata dalla mobilitazione di soldati dell’esercito, poliziotti e guardie di sicurezza private al servizio dei grandi imprenditori coinvolti nel conflitto delle terre contro il MUCA.

Secondo le informazioni ottenute fin’ora, gli agricoltori temono che la mobilitazione di militari, polizia e guardie fortemente armate miri a togliere di mezzo l’occupazione delle terre sulla sponda sinistra del fiume Aguán. Gli insediamenti minacciati sono: Suyapa dell'Aguán, Guanchías, Buenos Amigos, Remolino, Despertar, Trinidad, San Esteban, Quebrada Honda, Paso Aguán, El Plantel, Islas 1 e 2, Marañones e Bolero (25 aprile).

Richiediamo la presenza della procura dei Diritti Umani, affinché indaghi sui fatti recentemente avvenuti e avvii le azioni legali atte a punire i colpevoli, mantenendosi nel contempo vigilante sui movimenti armati nella regione, onde evitare mali peggiori.

FIAN Honduras chiede alla comunità internazionale ed alle organizzazioni dei diritti umani che si pronuncino su questo crimine, che si somma ad altri recentemente avvenuti a causa del conflitto agrario, e che facciano pressioni sul regime presieduto da Porfirio Lobo, affinché subordini gli organi repressivi a quanto disposto dalle leggi nazionali e non alla volontà degli impresari di quella regione.

Tegucigalpa, 1 aprile 2010

Gilberto Ríos - Segretario Esecutivo - FIAN Honduras

http://voselsoberano.com/v1/index.php?option=com_content&view=article&id=4828%3Aen-la-manana-de-hoy-fue-asesinado-campesino-miembro-de-muca--audio&catid=1%3Anoticias-generales&Itemid=1

Tradotto da Adelina Bottero

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01 aprile, 2010

HONDURAS: A José Manuel Flores Conde assassinato il 23 Marzo

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Honduras: Visione del Paese e Piano della Nazione, trappola dell’oligarchia

Ida Garberi*

“Il capitalismo ricorre alla forza, ed inoltre, educa la gente nel sistema. La propaganda diretta si realizza grazie agli incaricati di spiegare l’ineluttabilità di un regime di classe, che sia di origine divino o per imposizione della natura, come ente meccanico. Questo fatto schiaccia le masse, che si vedono oppresse da un male contro il quale non è’ possibile la lotta”.
Ernesto Che Guevara

Il governo illegale di Porfirio Lobo in Honduras ha pensato bene di far approvare al Congresso una “Visione del Paese 2010-2038” ed un “Piano della Nazione 2010-2022” (VP-PN), dove praticamente cercano di impedire fino al 2038 qualsiasi cambio nel governo che possa essere a favore del popolo, dei meno fortunati, e che soprattutto le classi più povere non abbiamo possibilità di partecipare per decidere il loro destino.

Forse spaventato dalla possibilità ogni giorno più tangibile di un’Assemblea Costituente finalmente indetta e costruita da tutte le voci della società honduregna, Porfirio, il lupo vestito da agnello, è corso ai ripari con questo documento che è lo strumento con il quale i settori dominanti del paese, appoggiati su teorie neoliberali assassine, pretendono ingannare il popolo facendogli credere che siano progetti innovatori per lo sviluppo della società honduregna.

Inoltre, ci sono le prove che questo supposto “Piano…..” non è altro che la copia di un programma dell’USAID (Agenzia degli USA per la sviluppo Internazionale) ed il COHEP (Consiglio Agroimprenditoriale di Honduras) per prendere il controllo dei settori ambientali, con i decreti del fine settimana che "legalizzano" l'installazione di centinaia di dighe a livello nazionale.

Il timore alla sovranità sacrosanta del popolo ed alla rifondazione dello stato, è documentata nello stesso documento, a pagina 47, dove riporta testualmente: “si corre il rischio che i processi democratici siano, per varie ragioni, considerati come “assolutisti” e reclamino, di tanto in tanto, dei processi di rifondazione come espressione della necessità di ridistribuire il potere ed imporre nuove correlazioni di forza”.

Però, scusate io non capisco, se il potere costituente è e deve essere del popolo (perfino la Costituzione honduregna del 1982, dettata da Negroponte, lo afferma ed è tutto dire!!!), il popolo sovrano ha il diritto di cambiare le sue leggi all’infinito, in forma democratica, tutte le volte che lo desidera….e se non sarà per la via democratica, dovrà, alla fine, analizzare il cammino più conveniente, quando le forze oggi al potere gli impediscono di decidere sul suo destino.

Un’altra volta bisogna ricordare a questo governo oppressore ed usurpatore che il popolo honduregno non accetterà mai più di essere un suddito silenzioso davanti a sua maestà, gli USA, e per questo sta pagando carissimo il prezzo della ribellione, contando un numero enorme di martiri, uccisi dai gorilla golpisti per la paura di perdere terreno nel potere assoluto.

L’opportunismo di questo governo è quello tipico di tutti i fascisti, utilizzare gli strumenti della sinistra, il suo stesso linguaggio, dandogli connotazioni e sfumature che servono a mascherare i veri obbiettivi neoliberali: la legge del “Potere Cittadino” è stata abolita, dal momento che il popolo può solo collaborare con lo stato, ma mai essere il vero fautore del suo destino!!!

Un’altra dichiarazione che ci può sembrare quasi ridicola di questo “Visione del Paese 2010-2038” e “Piano della Nazione 2010-2022”, è che i ruoli si scambiano, cioè l’oligarchia da la colpa alla Resistenza dell’instabilità democratica nel paese (chiaro, il popolo honduregno doveva continuare ad essere lo stesso di tutti gli altri golpe di stato, sottomesso e muto, solo a lavorare come schiavo): “esiste il rischio che i processi nazionali di acceso al potere, ogni volta di più, debbano confrontarsi con il pericolo dell’inserzione di gruppi di pressione, legali ed illegali, che collocherebbero nella cupola del sistema democratico persone non rappresentative degli interessi del collettivo sociale honduregno” (VP-PN, p. 45).

Insomma, qui almeno Lobo è onesto e praticamente ammette che un candidato del popolo, se è coerente, non appoggerà mai gli interessi privati di dieci famiglie oligarche che sono abituate da sempre, ha fare quello che vogliono del paese.

Ed ecco la soluzione, cioè utilizzare la parola Resistenza per confondere la massa, e far sembrare lo Stato come il vero difensore dei diritti…..non certo del popolo, aggiungo io: “invece di essere un elemento potenziale di crisi, lo Stato deve convertirsi in una fonte di forza,…e resistere alle richieste dei gruppi di pressione di tutti i tipi, che cercano di aumentare la loro partecipazione nell’ assegnazione dei fondi pubblici” (VP-PN, p.119).

Inoltre, già ci avvisa delle privatizzazioni che si stanno preparando, come quella dell’acqua, infatti, declama la libertà del privato sullo stato, per confermare che si aumenterà ancora di più il divario tra ricco e povero: “lo stato realizzerà delle azioni per lo sviluppo solamente in situazioni nelle quali i privati non potranno farlo adeguatamente, sia per impossibilità o per altre ragioni” (VP-PN, p.16).

In poche parole, il documento VP-PN vuole mantenere, per sette legislazioni consecutive, il potere nelle mani dell’oligarchia, l’unica forza responsabile e pensante del paese (secondo il governo di Lobo), che si deve occupare del popolo sottomesso, incapace di dirigersi e di avere leader che lo rappresentino.

Non si toccano i temi più sensibili e più gravi che affliggono il paese, come la mancanza del rispetto dei diritti umani, la riforma agraria, il saccheggio delle ricchezze naturali, i settori più poveri e vulnerabili, la lotta alla corruzione…..solo per citarne alcuni.

Intanto, tutto tace da parte della comunità internazionale che continua a non voler vedere i martiri di questo golpe fascista, preferisce girare la faccia dall’altra parte. Gli ultimi due assassinati erano giornalisti: dove finirà la libertà di espressione? dove sono la SIP (Società Interamericana di Giornalismo) e Giornalisti senza frontiere? Forse troppo occupati a denunciare la supposta mancanza di libertà di stampa in Cuba?

Il problema di Honduras è che già non è notizia?

* l’autrice è la responsabile del sito web in italiano di Prensa Latina

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Honduras: i rischi per l'esercizio del giornalismo

Tegucigalpa, 29 marzo 2010 (Prensa Latina)

Con cinque professionisti della stampa assassinati solo questo mese di marzo, l’Honduras si è trasformato oggi in uno dei paesi a maggiore rischio per l'esercizio del giornalismo. I crimini più recenti sono avvenuti il fine settimana nel dipartimento di Olancho, dove sicari hanno massacrato José Bayardo Mairena e Víctor Manuel Juárez, poco dopo che avevano concluso uno spazio informativo su Radio Súper 10, nella località di Catacamas. In circostanze simili hanno perso la vita i professionisti della comunicazione David Meza, di Radio El Patio, nella città della Ceiba; Nahum Palacios, direttore dell’informazione della catena televisiva dell'Aguán; e Joseph Ochoa, del Canale 51, di Tegucigalpa.

Benché il portavoce della Segreteria di Sicurezza, Leonel Sauceda, abbia detto che le investigazioni sono abbastanza a buon punto, fin’ora nessuno è stato fermato, né giudicato per questi crimini.

Come ha denunciato la Piattaforma dei Diritti Umani, si tratta di una “strategia di terrore, immobilizzazione e persecuzione contro oppositori del colpo di stato”.

Molti dei professionisti dell’informazione utilizzavano i loro spazi come tribuna per denunciare la rottura dell'ordine istituzionale del 28 giugno e le violazioni dei diritti umani commesse dal regime di fatto di Roberto Micheletti.

L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha condannato i recenti attacchi e ha richiamato le autorità ad investigare i crimini, catturare i responsabili e prendere misure per migliorare la sicurezza dei giornalisti.

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